La morte del conte di Aehrenthal

La morte del conte di Aehrenthal La morte del conte di Aehrenthal ministro degli esteri dell'impero austro-ungarico L'ultima lettera dell' imperatore al ministro morente È nominato successore il conte di Berchtold (Servigio speciale) della "Stampa,,) Vienna, 17, notte. 21 ministro austro-ungarico degli Esteri eonte di Aehrenthal è morto stassera alle ore 9,45. Questa mattina il prof, l'ekch, visitando nuovamente Vinfermo, aveva constatato una enorme debolezza di cuore e una grande difficoltà di respiro; dichiarò che la morte era inevitàbile. Vinfermo aveva passato la notte insonne e si era lamentato a più riprèse di forti dolori, tanto che il medico che lo assisteva credette opportuno fargli qualche iniezione di morfina. Alle 3 del pomeriggio il conte di Aehrenthal entrò in agonia perdendo subito conoscenza,. Alle 3,80 mìtns. Rossi, incaricato di affari della nunziatura, si recò al palazzo del Ministero degli Esteri per impartire al oonle dì Aehrenthal Vestrcma unzione e la ■particolare benedizione del Papa. 'Numerosi personaggi si erano'^recati a domandare notizia soffermandosi nelle sale del Ministero. Un gruppo di giornalisti attendeva sotto l'atrio del palazzo. In un momento di lucidità e di tregua il cónte di Aehrenthal, accorgendosi della fine imminente, convocò intórno al suo letto tulli i suoi famigliari chiamandoli ciascuno per nome. La scena fu straziante. La consorte del ministro proruppe in lagrime. La lettera dell'Imperatore Un dignitario, approfittando di questo istante di tregua, lesse al conte di Aehrenthal la lettera autografa dell'imperatore che conferisce al ministro la massima onoriflceiua dell'impero. . . La lettera dice: \ • « Caro Conte, . « Affrettando le circostanze che la spinigono, con mio grande rincrescimento, a 1 domandare il ritiro dall'ufficio di ministro ' ' e l -i degli Esteri, io acconsento alle sue dimis- sioni. In questa circostanza io sono deciso iad assicurarle la mia completa fiducia non solo per la sua persona, ma anche per la politica che Ella, in difficili circostanze, coni previdente iniziativa, ha seguito e per la quale ella è onorevolmente ricordata. Le esprimo intanto la mia pièna riconoscenza ed i miei più calorosi ringraziamenti per i fedeli eccellenti servizi che ella ha prestato a me, alla mia Casa ed alla Monarchia. Come segno della «aia continua benevolenza le conferisco il-gran cordone di hrillanti del mio ordine di Santo Stefano. 17 Febbraio 1912 Firmato: FRANCESCO GIUSEPPE ». L'infermo steso immobile col viso pallidissimo seguì attentamente la lettura in silenzio. Quando sì lesse l'accenno riguardante la politica del ministro due lagrime Solcarono il volto dell'infermo. Il conte non pronunziò parola. Il successore * Fu fatto sapere al .conte di Aehrenthal che l'Imperatore aveva già disposto perda nomina del suo successore nella persona del conte Berchtold, ex-ambasciatore austro-ungarico a Pietroburgo. Il conte di Aehrenthal sorrise. Questo fatto destò tualche impressione nei circoli giornalistici poco informati, i quali si sono domandati perchè non si è aspettato che il conte di Aehrenthal morisse prima di annunziare il suo successore. Posso assicurarvi, per informvzioni attinte da ottima fonte, che questo atto significa invece un nuovo trionfo della politica di Aehrenthal. Il conte di Aehrenthal aveva negli ultimi tempi raccomandato più volte all'Imperatore come suo successore il conte di Berchtold, suo intimo amico e fedele rappresentante del suo pensiero. Provvedendo a questa nomina, vivo ancora il conte di Aehrenthal, l'Imperatore ha voluto dimostrare al morente ministro degli esteri che egli accetta completamente il suo consiglio, il suo punto di vista, la sua line* polìtica. Dopo questa breve comunicazione, l'infermo, come se fosse stato abbattuto dal suo estremo sforzo, cadde ■ di nuovo, in agonia. Egli aveva perduto interamente la conoscenza, non vedeva, non sentiva più: si lamentava con una voce flebile insistente, ripetendo una stessa parola. Fu accesa nella stanza una luce velata ed i famigliari attesero così nell'ombra il momento estremo. Vegliavano anche i medici. Gli ultimi giornali della sera uscivano annunziando che la catastrofe era immi- nenfe. La notizia ha richiamalo molta gente sulla piccola piazza del Ministero degli esteri. Alle 10 viene comunicata per telefono la notizia della morte del conte di Aehrenthal, notizia che è ancora ignorata dalla gran parte della cittadinanza. Non tessiamo un lungo elogio funebre. Bastano pochi tratti tipici a definire quest'uomo» già sfiorato dall'ala della gloria, corroso nel suo stesso paese dal velano implacabile di nemici .irresponsabili, che è rimasto fermo, fiducioso, tenace al 6uo posto, fino all'ultimo giorno, quando la morte lo ha spento In una lunga agonia dolorosa. Il conte di Aehrenthal è stato certo uno dei più grandi uomini politici dell'Austria Dall'epoca di Felice Schwarzenberg, per tutta la serie dei ministri degli Esteri che gli sono succeduti, da Buoi a Goluchowsky, nessuno, oltre il conte Andrasy, gli può stare a fianco. Certo egli non è stato un innovatore: neppure ha mutato con un solco profondo la politica dell'Impero. Questa politica è fatta dal la tradizione, è guidata dallo spirito ereditario della Dinastia, ubbidisce anch'essa a quel la legge di più lento ritmo storico che disciplina tutti i moti e tutti gli avvenimenti dell'Austria: e nessun uomo può mutarla col suo pensiero e con la sua volontà. Ma egli vi ha lasoiato almeno, corre nessun altro, un suo segno personale, uno spirito nuovo, piti libero dalle tradizioni burocratiche, consuete degli uomini di Stato austriaci, una concezione della storia e dei rapporti Internazionali più viva, ampia, reale, che rappresenta già come un'alba della nuova coscienza politica dell'Austria moderna Èra un uomo perfettamente orientato nella diplomazia e nella grande politica europea. Fu a Bucarest e a Parigi, poi a Pietroburgo, dove visse a tre riprese «masi diciotto anni, prima come addetto e consigliere di Ambasciata e poi come ambasciatore. Lasciò la Hussia ^ nel-1908. .per succedere nella di iiezloné degll al e<)nte ooluchow- a o o e o e a l a , a i o - sky. I circoli 'russi avevano per lui una immensa simpatia. Quando egli andò ali Ministero si disse che avrebbe avvicinato anche più intimamente l'Austria alla Russia — al lora i rapporti fra i due Imperi erano cordialissimi — staccandola un poco dalla Germania. Nel breve giro della storia di pochi anni questo previsioni sono fallite. La venuta di Aehrenthal segnò un improvviso risveglio nella .politica estera dell'Austria. C'era il bisognò di una mano nuova e di un'azione più viva. L'Austria^Ungheria, questo grande Impero solido di cinquanta milioni d'uomini, taceva da .troppo tempo. Con il suo lungo discorso alle Delegazioni del 27 gennaio 1908, che tracciava tutto un programma di espansione economica verso il sud ed annunciava la famósa ferrovia del Sangiaccato di Novibazar, il conte di Aebrenthail si rivelava lAYustria guardava di nuovo al Balcani. Era,. In. sostanza,. la-linea segnata dà Andrassy: oonsoildara l'amicizia con la Germania e vegliare l'Oriente' — ma aveva qualche cosa di nuovo. Per dieci anni la politica austriaca dei Balcani si era guidata secondo i precetti di iBismark, che consigliava un permanente accordo con,la Russia per l'Oriente: ora il conte di Aehrenthal, appena abbandonato Pietroburgo, sembrava avvicinarsi, anche per il problema balcanico, alla Germania,, rompendo qualche legame con la Rùssia. fv venuta nello stasso anno l'annessione della Bosnia Erzegovina e questo nuovo orientamento dell'Austria si. è precisato. Con essa l'opera diplomatica dt Aehrenithal leva un volo superbo. Quando si sarà scritta la storta di questo avvenimento precisa e docuj montata, si vedrà che la preparazione diplomatica del conte dì Aehrenthal aveva veramente un segno di spirito superiore. Non ripeto le cose già note. Tocco solo un punto fondamentale, che, neppur oggi è ancora ben noto in Italia e all'estero : voglio dire dei rap. porti austro-russi. Questo breve capitato di storia contemporanea mi viene da fonti si cure. N«ll'incon.tro di Buclan, del settembre 1908, fra Aehrenthal e Iswolsky, si erà; perfettamente concordata l'annessione delle due Provincie serbe: il diplomatico russo vi ac consentiva, senza riserve, domandando in cambio un appoggio dell'Austria, che Aoheren thal promise, per la soluzione del problema dèi Dardanelli.. Con ciò' l'intesa era precisa Il più grande passo diplomatico necessario all'impresa, l'eliminazione dell'unica possibile opposizione russa, èra compiuto. li 4 ottobre Aehrenthal dichiara l'annessione. Ma nel frattempo Isvolsky va a Parigi e a Londra, per trattare del Dardanelli con i Gabinétti.: trova una fredda accoglienza in Francia, una recisa categorica opposizione in Inghilterra alla sua domanda: constata che il problema 6ApbmestalelgcdgddPs1edvmsvaapsvc 6 insolubile — e ritira H consenso dato ad Aehrenthal. Di qui ò sorta la lunga crisi tempestose, che ebbe per centro Vienna a Pi atro J burgo. Aehrenthal ne fu fatto responsabile :1 ma egli non poteva certo prevederla. L'annessione, che segna una pagina nuova e potente nella storia dell'Austria, non ha costato solo questa critica al contò Si Xehretw thal. Mentre gli slavi lo hanno accusato di aver rotto la vecchia amicizia tradizionale con la Russia, — ciò che rappresenta, secondo essi, un grave colpo dato ai popoli slavi dell'Austria. —■ i militari e i clericali.' che eo*, gnano ad ogni occasione di far tuonare il cannone, gli, hanno rimproverato di aver ceduto troppo presto, spontaneamente, il san-( giaccato di Novi Bazar alla Turchia, pagandole ancora una indennità. Ma la posizione: diplomatica dell'Austria di fronte alla Sublime. Porta non era delle più semplici. U conte An-j drassy, che compì l'occupazione, aveva leA sciato una eredità difficile, con quell'accordo privato concluso con la Turchia ti ÌX aprila' 1879, dopo l'occupazione, nel quale l'Austria; esplicitamente si obbligava a lasciar intatti -ij diritti di sovranità del Sultano sulle due pro-j vincie. Il conte di Aehrenthal non doveva so: mutare un titolo al possesso dell'Austria, solvere una semplice questione di fórma': di veva sopprimere i diritti di sovranità di ui altro Stato": e vi è riuscito pacificamente, si s'armi e senza sangue. E! stato un «uccesp diplomatico .quale l'impero non aveva pii avuto da mezzo secolo, dai giorni di Olmtìt». Ma il conte di Aehrenthal è stato anche fedele, fermo, sincèro amico dell'Italiu. No per passione, non per poesia certo: per senso preciso delle necessità di etato, per visione chiara, completa del momento e dei rapporti Internazionali. Appare sopratutto qui Io spirito 8incoiare e desso téBu sua politica Égli ha voluto e difeeo l'amicizie; dell'Italia, oltre ohe per obbedire ad' una lm-1 penosa legge automatica di equilibrio euro?' peo, per sollevare 11 prestigio politico dell'Austria. Voleva fare il suo paese pio Ubere Hai comandamenti della Germania, togliendolo de) quella silenziosa mite carica di obbediente vassallo, di «.secondo padrino brillanta» ohe il telegramma di riconoscenza di Guglielmo TV aveva assegnato a Goluchowsky, dopo il trattato di Algesiras. Non era affatto an ti triplicista, non aveva certo assolutamente nulla di antitedesco: sognava solo una maggior libertà di movimento dell'Austria, nei rapporti! con la Germania .e cercava per questo un accordo con' l'Italia che gli assicurasse le spalle. Un tale programma gli ha guadagnato molte! aspre critiche a Vienna e a Berlino, ma una, 6incera, profonda simpatia in Italia. Con lui i rapporti austro-italiani si sono indubbiamente durevolmente migliorati. Nel suo spirito di conciliazione egli- portava 11 calore dij una convinzione, la forza di una lunga esperienza personale. Non era un burocratico «| trattava gli affari con una mano più leggiera e sicura. Con lui si è cominciato a parlare! apertamente di molte questioni vive e si è concluso già qualche cosa di concrèto. - VI era, una delicata questione del confini, causa di molti incidenti, che. ingigantiti dalla etàmpaj dèi due Paesi, destavano movimenti ostili: nel 1910 il marchese Di San Giuliano propóne, di tentare un accordo per rettificare 1 confiniti il conte* di Aehrenthal accetta subito volonteroso, ed ora 11 problèma è presso ad un componimento. I diplomatici italiani lo trovavano.' sempre pronto a trattare amichevolmente, a. discutere, a-lasciarsi persuadere, ^'incidente della cima di Mandriolo, re"? quale gli ita-., llani avevano una buona ragione, fu risolto, rapidamente, con piena soddisfazione nostra, L'anno ecorso, quando scoppiò in Albania la, rivolta dei Mali ss ori, 1 Gabinetti di Vienna e. di Roma poterono subito accordarsi nel considerare l'avvenimento come un problema interno della, Turchia, e nell'impedire, con unti comune lavoro di polizia del- mare e dei con-j fini, 11 contrabbando d'armi. , Per questo il conte di Aehrenthal lascia una, orma profonda anche in Italia, che aveva co-i nosciuto in lui un diplomatico sicuro, prudente, conciliante, che sapeva quello-che voleva e rimaneva fermo nelle sue convinzioni, an-: che so esse talvolta lo facevano impopolare nella piazza. Lo abbiamo conosciuto ancora così nell'ultimo episodio Conrad. Egli ha difeso e ha fatto trionfare contro la guerra dei, clericali e dei militari il suo pensiero di pace,; di amicizia, di fedeltà per l'Italia. 11 suo malo lo minava già. Egli soffriva, ma non abbandonava il suo posto. Dalla piazza gli vennero, anche ingiurie grossolane. Egli non si turbò ai sdegnava la piazza. Il suo viso senza riso ai senza luce non si alterò: rimase impassibile' con quel gelido segno di orgoglio aristocratK cò che gli era cosi caratteristico. Così Aehren-. thal è morto. Non si è ritirato : la morte, non gli uomini, lo ha vinto. L'Austria e l'Italia possono anche per questa morte nobile e sacra unirsi ad onorare un Grande che passa alla storia. . - VIRGINIO CAYDA.

Persone citate: Caro Conte, Di San Giuliano, Felice Schwarzenberg, Francesco Giuseppe, Guglielmo Tv, Rossi