Quindici tentati omicidi al cellulare di Milano

Quindici tentati omicidi al cellulare di Milano Quindici tentati omicidi al cellulare di Milano ano,,«era. Una lettera anonima giuntaci ieri diceva te , stualmente : « In un mese solo nelle carceri pIu di dodici detenuti hanno tentato di ucci ri ersi: uno saltando giù da una ringhiera ai ta dlecl metri, due tagliandosi la gola, uno ta gliandosl il ventre, otto impiccandosi. Anche ; ieri un detenuto si è impiccato e lo ha salvato Deì" miracolo il dottor Cesare Broggia, che era nel carcere ed ha potuto correre subito». ; |>j fronte a queste rivelazioni cosi palesi i abbiamo creduto opportuno di iniziare utìà 1n°nt1r1alt|nda8ine la quale ha avuto i seguenti j _ Purtroppo — ci venne detto — il fatto est ste. Di tanto in tanto, qualche disgraziato è aocolto nelle umide infermerie del Cellulare, non per malattia, ma per essere curato di qualcjie lesione più o meno grave prodottasi nel *sP«™t?1 *°nta£vortfÀ la 1^0^tei, ■ - t le cause che determinano i detenuti all'angosciosa liberazione? — Molteplici. Alcuni sono spinti al suicidio dalle proprie debolezze morali, dal pensiero che una volta in libertà si troveranno disoccupati, in balìa del caso ed alle prese con la PolizÌa c,ne 11 sorveglia così-strettamente da iuenijòne. Infatti nessuno lf^ Improprie officine : per evitare la seccatura di visite troppo frequenti di guardie di P. S. o di carabinieri incaricati di sorvegliare i pregiudicati. La terza, ragione, poi, è dovuta al ! trattamento usato ai detenuti dalle guardie carcerarie che sono inflessibili e che continuamente — se non li percuotono — applicano contro di loro il regolamento disperatamente e aguzzinamente burocratico. La pena, per mancanza di poca entità, varia dal pane e —... -! acqua al sotterraneo. u o Eravamo convinti che come al solito il cav. Codebò avrebbe smentito i fatti di cui avevamo avuto notizia. Contrariamente alla nostra aspettazione, il cav. Codebò che" dirige da due anni il grande stabilimento carcerario, ci ! disse quanto segue: — 1 detenuti sono attualmente milleduecento I1 sessantatre : mille e duecento uomini e ses e saPtatre donne. La vigilanza 6 fatta da circa -,setla,ntacin?ue ca-TCSr^J.\ cu» organico do t vrebbe pero essere costituito da cento. Ad o 8ni niodo vi P°ss0 accertare che non manca una vigilanza molto attiva e rigorosa in tutti fc 1 diversl ra^1 del Cellulare. Purtroppo - è aiinutile negarlo - V tentativi di suicidio sono quotidianamente due o tre. Ma mi spiego: non debbono essere ritenuti per veri e propri -! tentati suicidi, ma sempHcemente per atti ina consulti che hanno il solo seopo di impietosi- re 1 giudici del tribunale, gli avvocati e l'opii nl£neJ.?u£bV?a-: „ , -1 Pero tutti 1 tentativi sono senza conseguenze, - — Tutti ? / . -1 — ,a- soltanto uno fu seguito da morte: a Precisamente il contabile Eugenio Motta, di - Belgirate, che la mattina del 22 ottobre scor- so .doveva e!sere eradicato per furto dalla - sezione VII, fu trovato dai carcerieri impici cato alle sbarre della sua cella d "J1 Motta si, ^a «««ff8 Protestato e <*>n}:e- m una attera diretta alla madre egli , ipdava ancora disperatamente l'ingiustizia - aeIil uomPJ*\ . ». .. . . ». „ a ,0fi Cod?bo *»f dimenticato però che il - ^ agostQ, nella cella di rigore numero 7, an ^e * d*t*nuto Saverio Merlo noto pregiu- dIcato' condannato per due volte a pene che e variavano da dieci a diciotto mesi per reati e %$F°J*.&^2JSP&£S£rfi£S °£ - *JZ&Z™£0ÌL^Lm^^S: ò V"±",1" °* o "O SI 111 gulto, semplicemente perchè in quel momen to ? si trovarono a constatare il suicidio al- ^^^^^^o = ^ lliL Ma 11 oav" 00416130 «vWentemente non po- a ^JF*jfi°£ scoreo ha^rià in Dartetateoo «gg dJ M^0^ co^s^dWinist^ro a te. lagnanze./ Diversi, secondini di grazia e giustzia e delle autorità superiori di Milano. Il cav. Codebò, prima che lasciassimo il suo ufficio, ci lasciò comprendere come non si trovi eccessivamentu soddisfatto del Corpo delle guardie carcerarie. — E' una classe — disse — che ha ottimi e cattivi elementi. Ma spesso debbo rivolgermi alla compagnia di disciplina per sotto- r srjesso teneono mano al (tetonnti i, concludendo per ora queste affrettate note urio che il cagiudiziarle vo- ' f-''»110 intensificare la loro vigilanza speciaflo ™6nte sul contegno del carcerieri, e trovare e llLÌÌ5S!5?_ÌP3,e ^L_,°^eÌ!ft,J.mpressionante i Conclnrlpnrfci npr ora niiKl<t nffr* o di^rormeaU^A^^f^ciSno^ueùtìo . valf™e codebò e*TeTuterftò i Sggf «nS^V^^^Sg^JSS recrudescenza di mania suicida

Persone citate: Codebò, Eugenio Motta, Motta

Luoghi citati: Belgirate, Milano