Che cosa scaturisce dalle dichiarazioni di Asquith

Che cosa scaturisce dalle dichiarazioni di Asquith Che cosa scaturisce dalle dichiarazioni di Asquith (Per («le/, dal nostro corrisp. parlamentare) Roma, 15, notte. Nel parlamento inglese c'è l'invidiabile abitudine di iniziare la discussione sul discorso della Corona lo stesso giorno nel quale questo è stato letto. Così ieri tanto nella Camera dei Comuni quanto in quella dei Lordi, poco dopo che il re aveva lasciato il magnifico palazzo di Westminster, si discuteva delle cose dette da Giorgio V. La discussione della Camera dei Comuni è riuscita importantissima per le dichiarazioni fatte dal primo ministro Asquith sulle relazioni fra Inghilterra e Germania e sul viaggio del ministro inglese della Guerra, lord Haldane, a Berlino. Nei primi giorni di gennaio, per informazioni attinte ad ottima fonte, io fui in grado di potervi riferire che alla fine dell'anno 1911 e all'inizio del 1912 la situazione politica internazionale era molto grave, perchè le relazioni fra la Germania da un lato e l'Inghilterra e la Francia dall'altro lato erano divenute tanto tese da far temere seriamente che potesse scoppiare il temuto conflitto da un giorno all'altro. Il pericolo di una guerra, che si era affacciato durante le lunghe conversazioni berlinesi fra l'ambasciatore francese Cambon e il ministro tedesco Kiderlen Waechter per la soluzione definitiva del problema marocchino, anziché sparire o, per 10 meno, allontanarsi, dopo raggiunto l'accordo, si era maggiormente avvicinato per tutto ciò che era stato detto al Reichstag dal Cancelliere dell'impero Bethmann Holweg e dal Segretario di Stato per gli Esteri von Kiderlen Waechter in ordine alle accennate conversazioni. Di quel pericolo, che-st" faceva sempre piò grave; i -iettori della Stampa furono più volte informati nella prima quindicina di gennaio. Con grande franchezza poi il primo ministro del Regno Unito e dell'impero britannico ha pienamente confermato l'accennato pericolo di guerra dicendo che l'amicizia e le buone disposizioni tradizionali fra l'Inghilterra e la Germania sono state, in questi ultimi mesi, avvolte da « dense nubi ». Sin dall'estate e dall'autunno dell'anno scorso i tedeschi temevano che i movimenti della squadra inglese mirassero a preparare un attacco alla Germania. Il primo ministro, svelando nel modo più preciso che l'Inghilterra non aveva mai avuto la minima interzione di questo genere, ha fatto la seguente osservazione : « Il fatto che i tedeschi sensati e onesti abbiano creduto ciò è un sintomo significante dei più deplorevoli ». L'osservazione di Asquith, fatta adesso, appare ragionevole; ma se ci riportiamo alla situazione internazionale di quel momento storico comprenderemo almeno in parte l'allarme della Germania. Allora le conversazioni diplomatiche sopraindicate erano molto nervose e il Governo francese faceva del suo meglio per farte diventare pericolosissime. Non soltanto' 1 giornali parigini capitanati dal «Temps», ma. gli stessi ministri facevano a Barra nel tenere un linguaggio altezzoso, addirittura minaccioso all'indirizzo della Germania. Il presidente del Consiglio, CailJaux, dichiarava in piena Camera, in risposta ad una interpellanza presentata da un deputato, che l'esercito «era pronto a faTe la guerra ». Il ministro della guerra ripeteva la stessa dichiarazione anche nei piccoli paeselli di provincia. Il ministro della marina, Delcassé, coglieva tutte le occasioni, ricorrendo anche alle interviste con giornalisti, per minacciare la guerra. 11 ministro delle finanze faceva addirittura la guerra con grande successo. Riuscì infatti a risuscitare un tale panico nelle Borse di Germania che il Governo imperiale fu costretto a far pubblicare più volte che la Germania non avrebbe mai fatto la guerra per il Marocco. Il discorso del primo ministro inglese pertanto sairebbe riuscito importante anche se non avesse contenuto altro che il pieno riconoscimento del glande pericolo di guerra corso negli ultimi mesi. Ma la sua importanza maggiore (ima importanza veramente capitale) è nello dichiarazioni in ordine al viaggio di lord Haldane a Berlino. In piena esaltazione patriottica por l'incidente dei 29 turchi, la Francia si baloccava col Mediterraneo, che proclamava lago francese, allorchè le, arrivò, come un fulmine a ciel sereno, la notizia che il ministro della guerra del Regno Unito c dell'impero britannico era arrivato a Boriino, ove ha avuto subito una lunghissima conferenza col cancelliere Botthmann Holwegg, ella presenza dell'ambasciatore inglese tor- nato a bella posta alla sua residenza. La eorpresH fu grande, ma crebbe ancora, a.llor- cliè si seppe che l'imperatore Guglielmo fa- ceva grandi accoglienze all'ospite e che i gioniali berlinesi "eiv.no concordi nell'aittri- buire una grande importanza politica a lineila visita, nel diro che lord Haldane era andato a Berlino per gettare le basi di un accordo generale in tutte le parti del mon- do fra l'Inghilterra e la Germania. Nella piena ignoranza dello scopo e dell'esito di quella visita, il mondo politico francese si diede subito alla versione che gli riusciva più comoda: «Lord Haldane era andato bensì a Berlino, ima che importava ? C'era andato per suoi fini privati o c'era andato per chiedere una limitazione degli armamenti navali, che era stata subito negata» Nel primo caso la verità non aveva nò po teva avere alcun significato politico. Nel secondo caso, il fiasco avrebbe spinto l'Inghilterra a stringersi sempre più alla Francia. Non si trattava ne poteva trattarsi elle di un viaggio senza alcuna conseguenza. Poteva quindi la Francia continuare a baloccarsi col Meditenraneo «lago francese»; potevano i deputati ed il ministro della marina sostenere, come la cosa più naturale di questo mondo, che il dominio del Mediterraneo doveva essere riservato alla Francia, e che questa avrebbe potuto tollerare l'Inghilterra a Gibilterra e a Malta, purché la flotta inglese facesse causa comune con la flotta francese e finché durasse l'«entente» cordiale. Questo diceva so lennemente alla Camera dei deputati il ministro della marina, Dedicasse, alla vigilia delle importentissime dicharazioni del primo ministro inglese. Che più? L'indomani, mentre il primo ministro inglese illustrava il viaggio di lord Haldane a Berlino, il pa rigino «Temps», che, com'è noto, interpreta sempre molto ' autorevolmente il pensiero del ministro degli esteri della Repubblica, pubblicava che nei circoli diplomatici si sapeva che sulla questione degli armamenti — l'oggetto principale di lord Haldane — l'esito era stato completamente negativo e che nei circoli politici inglesi sì mòtefrava un certo scetticismo sul risultato del viaggio. Invece nello stesso momento il primo ministro inglese Asquith faceva alla Camelli, dei Comuni le seguenti dichiarazioni : « I Governi di Germania e d'Inghilterra erano e sono animati dal desiderio sincero di addivenire a migliori relazioni, e in questi ul'triimi mesi abbiamo avute indicazioni che la visita a Berlino di un ministro britannico non sarebbe stata malie a proposito e avrebbe potuto facilitare la realizzazione del comune desiderio. TI. nostro lord Haldane 6i doveva recare un giorno o l'altro ih Germania per trattare alcune questioni interessanti l'Università di 'Londra: abbiamo pensato che in questa circostanza egli avrebbe potuto affrettare la sua visita e profittare di ciò per porsi dn comuntoazilone amichevole e confidenziale con i dirigenti della politica estera tedesca Indubbiamente, questo modo di procedere costituì da ambe le parti una deroga alla procedura ordinaria, ma da ambe le parti si sentiva che in luogo di negoziati diplomatici, conformi alla procedura ordinaria, conversazioni senza formalità od impegni faciliterebbero la francnezza delle dichiarazioni e delle comunricazionii. Ciò che si attendeva si è pienamente verificato. Vi è stata perfetta libertà di dichiarazioni e franchezza completa di spiegazioni relativamente alla vasta sfera della discussione. H fatto stesso di uno scambi» di vedute in simili condizioni deve dissipare qualsiasi sospetto che sussistesse ancora, che uno dei due Governi abbia disegni aggressivi rtaruardo all'altro. Ma non è soltanto tale risultato puramente negativo che queste conversazioni possono avere raggiunto. Io non posso adesso fare previsioni od entrare in particolari ». _ SI può immaginare l'impressione prodotta in tutta la Francia da queste dichiarazioni! Il primo ministro inglese ha detto più di quanto era necessario per far comprendere anche ai profani di politica estera che il viaggio di lord Haldane a Berlino ha avuto una grandissima importanza diplomatica, perchè è riuscito a riavvicinare due grandi Stati, che poco è mancato non si fossero aggrediti a vicenda. Ormai, non si può più mettere in dubbio che Inghilterra e Germania hanno trattato un accordo generale in tutte le parti del mondo e si deve ritenere che nelle conversazioni fra il mini stro inglese della guerra e i dirigenti della politica estera germanica si sia trovata la via che condurrà alla mèta eminentemente pacifica. Così, mentre la Francia, entusiasta della prepotenza commessa contro l'Italia, si apprestava alla nazionalizzazione del Mediterraneo, l'Inghilterra, con una rapidissima evoluzione, che compie tutte le volte che glie lo consentono i suoi interessi, si stacca dalla Francia per avvicinarsi alia tradizionale nemica della Francia. La fredda e calcolatrice Albione, accortasi della pericolosissima ubbriacatura francese, si affrettò a mettersi in salvo. La Francia, calpestando gli impegni contrattuali con la Spagna, ha perduto l'amicizia della Spagna, consumando l'inqualificabile prepotenza contro l'Italia, ha costretto l'Italia a fare molti passi indietro sulla via che da Roma conduce a Parigi; insediando la Germa- m j nia nel ConS° ha irritato 11 BeISio- Che c° sa abbia fatto c°nt»-o l'alleata Russia non è ancora di ragione pubblica, ma è noto a | tutti che la Russia va sempre più perfezio ! nando l'accordo da lei concluso con la Ger mania nel castello di Potsdam. Il re del Montenegro è andato a Pietroburgo per la via di Berlino ed ora si annunzia un convegno a Darmstad fra i tre imperatori.

Persone citate: Asquith, Cambon, Camelli, Giorgio V., Kiderlen Waechter