Yuen Shi-Kai

Yuen Shi-KaiYuen Shi-Kai Sono di moda, ora, par le signore, alcuni paletots invernali genialissinri : tutti di un colore all'esterno : tutti di un colore àLl'interno : sono quindi rovesoiabili. Sicché, ad esempio, avana con i risvolti grigi un giorno, possono divenire ì'indomani (o anche il giorno medesimo) grigi con i risvolti avana. Ebbene, io credo che quando, insieme con la civiltà nostra ohe ora affluisce in Cina, anche questi paletots saranno inferodpijfci nnl Eaeee Hi M"^1, "W\ ni cirrame^ ranno « paletots alla Yuen Shi-kai ». E, infatti, è estremamente somigliante l'uso dol paletots suddetto con l'uso che, delle s>uo idee politiche, ha sempro fatto questo... questo chi?... Yuen Shi-kai, iuacwuma. Quest'uomo che, orinai, più che il trono stesso, più che un partito, c il solo ostacolo al deli nitivo assetto degli» eventi cinesi. E' facile definire un uomo che, come Sun Yat-sen, ha uni partito, una idea basale, fulcro di tutto; le sue azioni, e non ci è stato difficile cwnprendere la sua mèta: ma, del negativo che, ha ostacolato questo positivo rivoluzionario^ è molto più difficile rendersi conto, così -.inafferrabile con il suo espetto cinematografico. Conservatore? monarchico? reazionario? liberale? riformista? rivoluzionario? No, no : nulla di tutto qyiesto, o, meglio, un po' di tutto questo: insieme o alternatamente, a seconda dei'casi, o, meglio ancora, delle, convenienze,. E così, seguendolo un po' nel labirinto camaleontico della sua politica, noi lo troviamo -a mille facce, spesso mutevoli, sempro contraddittorie. Nel guardaroba policromo, abbondantemente fornito, spesso rovistato, gli è stato non TOramente caro il vecchio abito, il primo, quello del debutto : abito riformista. Fu ben quello del primo passo : e un passo non indifferente, quello- che, durante mi breve sonnecchiamento della, imperatrice dowage.r Ts'z-hsi, gli permise l'ammissione fra i grandi influenti a Corte. E questo inizio nella via della celebrità lo dovette anche egli (non vi sono allusioni... nazionali in quell'« anche ») al periodo dei « Cento giorni », quel famoso periodo, ahi! troppo breve, ohe fece per un momento credere che la Cina si sarebbo avviata anch'essa sul cammino su cui già da più di trent'anni era il vicino Giappone. In un momento in cui tutte le disgrazie della guerra sinico-giapponese sembravano aver annichilito ogni speranza di redenzione cinese, nuove disgrazie e nuovi guai furono invece lo sprone per un nuovo slancio. Che, quando la Cina, avvilita e prostrata dal trattato di Shimonoseki, umiliata alla perdita del Liao-tung e di Taiwan (Formosa), vide, in tre mesi, i russi occupare Port Arthur e Ta-lien-wan, gli inglesi sbarcare a Wei-hai-wei e la baia di Kuan-chou-wan ceduta alla Francia, comprese essere quello il momento o di reazione o di marte. E fu così ohe la reazionaria imperatrice dowager, che per quarant'anni a veva imperato a suo grado, vide sfatata la sua influenza. L'Imperatore, finalmente, impressionato anch'egli dagli eventi, aveva aperto le -orecchie alle grida di allarme di K'aug You-wei, accettato i suoi consigli di riforma. Con il decreto del 10 giugno 1898 (proprio trent'anni dopo la gokshin dol Giappone, in cui questa nazione si era lanciata su la nuova via, con la restaurazione) si iniziò anche in Cina il periodo delle riforme. L'imperatore Kuang-hsii, diede finalmente prova di una certa forza di volontà, liberatosi dal giogo dell'imperatrice Ts'z-hsi per passare alle teorie di S. E. Chang Chetung, ai consigli progressisti di K'ang Youwei e del giornale di Changhai Shih-wu■pao. E fu allora che, dopo aver tentato una riforma contro i mandarini corrotti, con una vera ecatombe di funzionari (editti 30 agosto e 5 novembre '98), dopo aver modificato il vetusto sistema degli esami (ed. 23 giugno), introdotto nell'insegnamento lo studio delle scienze europee, aperto dovun que nuove scuole, adottate numerose innovazioni per facilitare e sviluppare agricoltura, industria e commercio, istituito a Pekino un ufficio centralo per le miniere e per le ferrovie, si pensò (ed. 5 settembre) a ri formare anche l'esercito, sin allora ancora esercitato ed equipaggiato nella tradizio naie forma antidiluviana, certamente più coreografica che pratica. E, per tale riforma militare, la scelta, cadde su Yuen Shikai, che già come inviato in Kore»; aveva mostrato colà un grande attaccamento al trono imperiale cinese e una certa abilità nelFappoggiare le idee sinofile dei koreani Min, e che, inoltre, aveva di propria ini siativa formato a T'ien-tsin un piccolo reggimento sperimentale esercitato c vestito alla moderna, con l'aiuto del capitano tedesco von Hanueken. E così noi vediamo per la prima volta Yuen Shi-kai apparire nella vita interna della nazione, professante le idee progressiste di Chang Che-fcuug e coadiutore nella riforma di K'aug You-wei. Un'epoca di rinascita, dunque : con l'ap poggio materiale delle truppe moderne (7500 uomini) a noca distanza da Pekino e con l'appoggio inorale simpatizzante del Giappone, chiaramente espresso dal marchese Ito e dall'opinione pubblica nipponici!, ancor fresca del vantaggio del Rinascimento. Ma so il rinascimento giapponese trovò, iieH'cffettuarsi, l'abnegazione d-ìi c/airin/ò che sacrificarono gli interessi propri 7>e.r la grandezza della patria, la tentata ri-nascita chiese trovava invece un numero non (I.'sprezzabile di mandarini e dignitari dal discreto orgoglio e dal buon appetito che ritenevano indubbiamente preferibile l'antico sistema. E non tardò quindi a formarsi, intorno all'imperatrice T'sz-hsi un nucleo di reazione che, man mano, risollevava i! prestigio di lei. Presto il momento critico, del còzzo, sopravvenne: nè fu evitato da Kang-Youwei, il quale aveva anzi tutto l'interesse di profittare del momento, di dubbia durata, in cui l'imperatore Kuaug-hsìi si mostrava libero dalla funesta influenza della imperatrice dowugtv: c. la riforma avrebbe indubbiamente avuto vittoria se proprio Yuen Shi-kai, colui che, sin d'allora, còme poco prima riferiva un rapporto diplomatico tedesco, era pur stato « der eiufìussraichste reformt'reundliohe Staattanann Cbinas colui che, alla riforma doveva, in fdccn6clcftdskmmcPcfcclapsfiectrBzllmagNppblcldsimesEdodsdlp fondo, la sua neoposizione, non avesse creduto, per maggior sicurezza della propria carriera, trasformare di colpo le proprie convinzioni. E quando Kuang-hsii, fidando appunto nel suo appoggio, volle tentare il colpo di 6tato del 19 settembre, e gli ordinò di circondare con le sue truppe il palazzo dell'imperatrice e far prigioniero Jung-lu, capo del nucleo reazionario, Yuen Shi-kai fu invece così cavalleresco da informare di tutto l'Imperatrice e mettersi ai suoi or- dini Così il povero Kuang-hsii si vide egli stesso circondato dallo truppe di Yuen Shikai e fatto prigioniero nel suo appartamento: e dovette chinare il capo alla ramanzina dell'imperatrice T'sz-hsi, lavata di capo rinforzata, a quel che si disse-allora a Pekino, persino dall'ignominia di una percossa. Sotto il dispotico comando imperiale femminile, di cui anche Yuen Shi-kai fu cosciente strumento, cominciò un periodo che ci ricorda le tabulai jrroscrìptionis dei- l'antica Roma: quanti avevano preso parte, avevano favorito la riforma o anche semplicemente (come Kan Kuang-jèjii) avevano solamente un legame di parentela con i riformisti, furono giustiziati in massa. E se i Manciù, riuniti in Corte Suprema non ebbero il piacere di poter vedere rotolare il cajjo di K'aaig You-wei, fu grazie all'ospitalità data a questi dal marchese Ito, allora residente a Pekino ed al console inglese Byron Brenan che lo'pose sottova protezione della bandiera brittànnica. Si disse che Kuang-hsii era caduto malato. In realtà egli, prigioniero (dicono taluni persino legato) 'e guardato a vista, medita sulla impossibilità di contrapporsi ai voleri della graziosa Imperatrice dowager. Intanto al malcontento del popolo, alla Nazione che mugghia, si tenta di rimediale prima con editti severi, poi con un'abile politica di xenofobismo. E' il Sud che brontola, che minaccia; sempre il Sud quello che, p\iù evoluto, si accontenta meno facimente dell'oppressione manciù. A sviare la direziono dei torbidi che minacciano di divenire pericolosi, sono mandati abili emissari che, al popolo fanatico fanno balenare il programma: « non contro la dinastia, ma contro gli stranieri, causa di tutto » : e, in fatti, quando la rivolta xenofoba scoppiò, la prima notizia che ci giunse in Europa fu che « the Boxers openly and display on their banner the device » : o Exterminate the foreigners and save the dynasty ». Yuen Shi-kai, inviato contro i Boxers stessi, persuade subito la corte che, in fondo, sarebbe stato un grave errore non uti vpsnmamdpltpzoelrtlititnfsfibgvgt.... lizzare questa rivolta come stogo delle ìreljipopolari e, insieme, come -arma xenofoba.'c fi così la nuova politica manciù dà i frutti: il massacro degli Europei, l'assedio delle legazioni, l'uccisione dell'ambasciatore tedesco von Ketterler, mentre le bandiere Imperiali, comandate da Kang-yi, appoggiano i Boxerà. Ma quando le truppe internazionali sono poi penetrate a Pekino (14 agosto 1900), noi ritroviamo l'ottimo Yuen Shikai come sollecitatore a Corte di una politica di riforme per evitare nuove rivolto boxer contro la dinastia. E' un nuovo vestilo- tipo semi-riforma. — tolto dalla hieusauribiln guardaroba, ma che gli vale il titolo, dalla vecchia Europa, di « one of the ablest young Chinese mandarins » : e, infatti, su la sua « àbility » non vi è dubbio possibile: sin troppa, anzi. Intanto la morte di Li Hung-ohang (uov. 1901) gli fa ottenere il posto di lui, come viceré dello Chi-li e, mentre attendo alla formazione di un esercito istruito alla moderna, noi ci meravigliamo di vederlo conservare per un certo tempo la sua truccatura da riformista: anzi pare che, a poco a poco egli convinoa anche l'Imperatrice alla via delle riforme. Ed a questo periodo ed a Yuen Shi-kai la Cina deve lé trattative per la proibizione dell'oppio, l'invio in Europa di' una Commissione di studio per la convocazione di una camera di rappresentanti (sett. 1907) e finalmente l'editto per la riforma del sistema monetario e di peai e misure. Ma non è ancora arrivata la fine del 1907. che vediamo nuovamente in lui un lieve o ritorno all'antico », quando, ministro degli esteri, non disdegnò di aderire al partito manciù nelle trattative di pre- sssnd«lmcskslvdlmdpernarpssnmtpnnpstito con un gruppo di finanzieri inglesi sper la linea di Ning-po a Su-chou, senza | btener conto dei moti cui poco prima aveva:gdato luogo la questione analoga per la fer-1provia da Han-kou a Cauton. Nuove lotte sorsero, più di carattere politico, stavolta, e Yuen Shi-kai si rassegnò alla rinuncia del progetto, aderendo di nuovo al partito riformista-nazionalista : e ciò gli valse di nuovo una certa popolarità e anche un certo entusiasmo da parto della stampa « spinta », che dimenticò in lui l'antico (1902) avversario della libertà di stampa. Ma, come sempre, Yuen Shi-kai ha la voglia di correre, di andare in alto, sempre più in alto: e, coprendo, spesso mostra, sotto la veste del riformista, l'altra, non smessa, della reazione. E, desideroso di mostrare alla dinastia che egli le è cucito a fil doppio, vira, ed è lui che opportunamente consiglia di non mandare più studenti in Giappone, egli stesso (il quale pure aveva voluto modificare all'europea l'esercito da lui dipendente), consiglia il trono che i i letterati digiuni di cose europee sono forse i migliori nelle amministrazioni », egli ordina la distruzione degli opuscoli e dei libri dalle idee innovatrici, e riesco così a provare quanto fosse falsa l'accusa laudatagli dal Ministro della gue* ra, T'ieh-liang : «Yuen Shi-kai è uìi ribelle »: e affetta persino di non' voler*"àccet*. tare l'incarico che l'Imperatrice T'sz-hsi, allarmata dai torbidi sempre crescenti nel l'Impero, volle dargli: di iniziare riforme. Riformatore, lui? Ci volle un decreto per pregarlo, e per indurlo ad accettare. Così egli si trovò al potere al primo teli tativo (1907) di Sun Yat-sen ohe egli già intuiva terribile, come intuiva che le rivolte dello Yiang-hsi e dello Hu-nan non erano che scaramucce di un piano più vasto forse non ancora maturo, nè si lusingò che sconfitte inflitte alla rivoluzione potessero fiaccarla per sempre. Intanto si spargeva la voce che il dia bete dell'Imperatore Kuangrhsu si era aggravato :il sintomo era grave, di una gravità, si intende, più politica che patologica. Che dal punto di vista clinico la morte di Yuang-hsu è, almeno sin ora, un vGvtsccfsltdn«vos. , ljimstero: come parimenti misteriosa fu la j 'coincidenza con la morte dell'Imperatrice : T'sz-hsi. Yuen Shi-kai, forse, potrebbe darci spiegazioni in materia, ma... 'è tanto occupato, ora. ; Non ostante che la morte dell'Imperatrice fosse, ufficialmente, avvenuta un giorno dopo (15 novembre 1908) di quella dell'Imperatore, troppe circostanze ci inducono a credere che ella sia in realtà morta il giorno prima >e che la. morte dell'augusto consorte non fosse che... un di lei legato, per evitare una rivincita. Certo che, all'avvento del piccolo Pu-yi al trono, sotto la reggenza del padre Chuu, si giudicò troppo pericolosa a Corte la presenza d'un individuo così camaleonte e così... attivo come Yuen Shi-kai. Ed egli se ne rimase nel nativo Hu-nan, sogghignando dello stesso sogghigno che al tempo dei « cento giorni » : conosceva troppo bene le energie rivoluzionarie e sapeva che, prima o poi si avrebbe avuto bisogno di lui. E. attese.. - Tre anni soli, del resto. Poi egli potè contemplare, immobile, la rivoluzione scoppiare a "VYu-chang, dilagare ad Hankou : soggnignó quando vide che la (Imastia si lusingava di' poter domare in breve la rivolta. E quando, finalménte, i messi degli Ts'ing vennero a pregarlo di accettare il comando contro i ribelli, si scusò, per la sua salute malferma. E la sua salute fu malferma ancora quando gli si offrì il vicereame dei due Hit (Hu-peh c Hu-nan), ma guarì poi di colpo quando le condizioni fattegli e una certa prospettiva lungamente accarezzata parvero consigliarvelo E fu i" difensore "della monarchia, che non disdegnò, per altro, di far conoscere ai rivoltosi che egli era ben disposto alle riforme (era bene non disgustarseli trop- •v ■ n «•» t °j; „ „_ Jl po, que, ragazzi ). Ciò fece dire a un no- stro periodico che egli volesse (que tout soit perdu, et 1 ho.meur memo si Ia.dy-Lnastie est salive gli eventi, invece,,di-| mostrarono che la sua divisa era: - ' tout soit perdu, la dynastie méme, si ma position est stmve »: (D©11'« honneur », naturalmente, non ne parliamo). E, quel che è peggio egli vuole una buona posizione: quindi fece chiaramente capire al partito rivoluzionario che tutto si sarebbe potuto accomodare in una Repub| blica di'cui egli fosse il presidente. Nel suo :guardaroba policromo, anche una veste re1pubblicana avrebbe trovata! ^ue' . Viva le maschere D'ogni paese. Se forti ragioni topocronolcgiche non lo. vietassero, ci sarebbe a credere che l'ottimo G. Giusti, buon'anima, avesse pensato un™va' anche a Yuen Shi-kai, scrivendo così.\Insomma, ora che con l'abdicazione del'« tu ! ■ . , n • jj ' 1 telare » sii interessi -e le sorti della dina- . v-uv • ì * la reptibblica e nroclainata, solo Yuen Shi-kai resta a gli interessi stia, ora che la rejmbblica e che farà quest'uomo che sosterrà di aver creata la repubblica come sosterrà di aver fatto tutto il possibile per la dinastia? Che farà quest'uomo e, sopratutto, che si farà di quest'uomo? La sua ambizione è sconfinata: eppure la Nuova Cina, in questo solenne momento di transizione, non necessita di uomini di transazione. Ier l'altro, un mio carissimo amico cinese, repubblicano fervente, conchiudeva: « Egli vuole ad ogni costo un posto ottimo: visto che « sotto il Cielo » (t'icn-hsià, o sotto il Cielo » è, in cinese, la Cina) viste che « sotto il Cielo » non ce n'è, perchè non dargliene uno... in Cielo addirittura? » E, credo, molti cinesi la pensano così Yuen Shi-kai già conosce lo scoppio delle bombe repubblicane, e.... PIETRO SILVIO RIVETTA Docente di Cinese nell'Istituto Orientale di Napoli Yt-ien Shi-kai Ila mascherata della Stampa Subalpina al veglione <« Ila peeea,, * Fotografia,- di' Giuseppa Baiti,, junior.