Le proteste d'innocenza del giudice Curreli e del cancelliere Palazzoni

Le proteste d'innocenza del giudice Curreli e del cancelliere Palazzoni Lo scandalo giudiziario di Milano Le proteste d'innocenza del giudice Curreli e del cancelliere Palazzoni Monza! 7, notte. •dande aspettativa per l'interrogatorio del giudice Dieso Curreli. Egli si fa innanzi con fare energico, ed incomincia subito: «Respingo sdegnosamente l'imputazione che mi viene fatta, A me non fu mai fatta offerta, e tanto meno ho richesto denaro per vendere giustizia. Si parla di una cambiale di mille lire, che mi sarebbe stata offerta, da pagarsi in caso di assoluzione dei Longhi e Pirovano. Dichiaro che della, cambiale sentii parlare la prima volta dal magistrato inquirente, dopo scoppiato lo scandalo. «Mi fu presentato il Bertelli dal Palazzoni, al Caffè della Beppino, cioè il caffi interno del Tribunale, parecchio tempo prima del processo Pirovano. Devo ricordare che io abitavo nella stessa via in cui abitava il cancelliere Palazzoni, cosicché spesso, uscendo dall'ufficio, facevamo la strada insieme. Soltanto la sera, perù, perchè a mezzogiórno io andavo a fare colazione in una latteria poco discosta dal Tribunale, accontentandomi anche, per ragioni di economia, di 10 centesimi di pane e 15 di latte ».. Il famoso pranzo 11 dottor Curreli prosegue rammentando che appunto una sera, uscendo dal Tribunale col Palazzoni, incontrò il 'Bertelli, il quale invitò n cancelliere a pranzo, e soggiunse: « Potreb- be venire anche il signor giùdice ». Ma que- sti si schermi, e soltanto dopo cioè verso il luglio, cedette ad un nuovo invito, fattogli P,el tramite del cancelliere Palazzoni, quando m.SlS80 'Pirovano e compagni era già co -Mi dimenticavo una cosa - interrompe l'imputato — quel giorno io credevo di non poter recarmi dal Bertelli perchè avevo la mia fidanzata indisposta, AU,a Parola fidanzata, l'on. Ronchetti ha un arriso ironico che non sfugge al dottor Cur _' Pn£0 orrevole.'ho detto la mia ftdan zata e ci tengo si sappia che è tale, —Andiamo avanti, andiamo avanti — ri- batte con ironia il difensore del Pirovano, ,,,}nfattl J1 ,(,otto,r Curreli continua con rapl- TéS^^^^fS^^^ nusse a quel pranzo, il primo, la sua fidan zata. —Si era da un po' a tavola (vi eravamo, Sioe- n Bertelli, la Della Casa il Golia, lamia «danzata, il cancelliere ed io), quando si udì una scampanellata. La Della Casa corse o.d aprirn e tost0 apparve in camera da pranzo .TMiiit:, o luaiu atrijoi ve xi j camera, (ut mi uii£u n Pirovano. Fui sbalordito, tentai di ritirar- mi ma non potei. Intanto Pirovano diceva, rivolto al Bertelli: «Passavo di qui per af- fari- ho visto illuminato e sono salito», "11 Pirovano mi fu subilo presentato dal 5?'™'.n™ "^J^SSRiS Si trattava orma' „>„Ì^,"h„ S « n„,toin '^1. n^lS: oncrìfè dici, nè giudicabili». Ricordo invece che il Pirovano cominciò a parlare del suo proces s°. ma 10 cambiai discorso, e così feci quan- ''? successivamente egli ritornò alla .carica. ^ Iterazione. 1 discorsi del Bertelli mi tenevano sulle spine». —Uscendo di casa vidi allontanarsi Pirovano solo: il Palazzoni mi espresse subito il suo stupore per aver trovato il Pirovano nella casa di colui che mi aveva presentato e ag Rimise: » Non c'è però da far gran caso, vuol uire cne sarann0 "vecchi amici! — Tutto questo sta bene—ammonisce il pre- coUe?hi:del_Trlbu».»le giudicante : Il cnv.M»ìe -^SJ l ne, to adente. - ma sembra strano che lei sia tor nato in quella casa... sospetta, accettando — in due serate successive — due inviti. in ane beiate successive — due invili. - Era già fissato il ritrovo, il Palazzoni do veva recarsi in vacanza e del resto ero ben lontano da sospettare il trabochetto nel quale st voleva farmi cadereI - giustifica il Curreli. _ i0 ero sicuro di me stesso, della mia inte Krità. Nessuno può dire che io in questo pro cesso abbia tentato un salvataggio: ho infatti condannato Raviola, d'accordo con i miei due stri e l'avv. Raviola. M ai —e sclama limputato —• ho accennato a compensi di sorta per qualsiasi mio interessamento nel processo. Nel pomeriggio'si inizia il Cuccù di fila delle contestazioni al giudice Curreli. Gl'i Invitii a pranzo, il modo con il quaite accettati, gli episodi allegri delle ceformano l'oggetto di numerose domande da pairte del presidente. — Le insistenze — dice l'imputato — furoco fatte dal canceUiare Palazzoni che definì il Bertelli «come una persona per bene» e ilo stesso vice-cancelliere più tardi gli fece una confessione: Mi accorsi, disse il Palazzoni. ohe dopo la seconda cena il Pirovano nel darmi la mano teneva nella sua come dei bi- gliettl, e a tale constatazione tattile - assicurò 6empro ji palazzoni - io tenni sollevala la lnla I1ULU0 dicendo rlsolutamekrte: Noi noi Queste cose non si possono fare! h Ma io - aggiunge il Curreli - intasi tutto ciò dopo la propagazione fatta dai giornali de! oostdetto « scandalo giudiziario » e rimasi scosso e rattristato di questo fatto che si aggiungeva a tante altre cose delle quali ero, lo assicuro, del tuito ignaro. Presidente: — 11 Palazzoni le disse di non aver ricevuto in quell'occasione del denaro? — Me lo assicurò nel modo più assoluto e mi aggiunse che il Pirovano seccato di quel contrattempo... nella tentata corruzione, e- «uinnmwi|w..i nona. wiiiuniiiu ^ Kclamò: « Per carità. 1 Di questo non dica nien clcfdmclctIte al signor giudice 1 ». L'interrogatorio del Palazzoni Quindi si passa all'interrogatorio del viéo-' cancelliere Vittorio Palazzoni. . . Egli dico: — Quando seppi dell'imputazione, caddi dallo nuvole e lo stupore in me continua ancora; mai ebbi da nessuno d-elle promesse per falsare la verità, e sopra/tutto mai ho cercatqi di irotromettennl in corruzioni oscene per. mezzo della Felicita Della Oasa. In 17 anni dì carriera, col pensiero, della famiglia, con delle mansioni di fiducia nell'ufficio o -nell'associazione dei conéghL sarei stato un pazzo, oltre che un disonèsto, se avessi tentato andar Incontro ad un Irreparabile disastro. « Per mia disgrazia conobbi il Bertelli; ma per vero caso e superflciailmente, perchè richiese il mio parere tn una certa vertenza giudiziaria. Risposi solo per debito di cortesia: in seguito, egli mi Irretì con le sue insistenze, cortesi finché mi invitò a pranzo. Nonmi opposi o In seguito anche 11 Bertelli invitò anche fi giudice: nella casa non osser-f vai nulla itt scorretto e perciò entrambi ab-, biamo creduto che l'offerta al fosse potuta accettare. diNoi - si scusa il cancelliere - si riteneva costui una persona per bene, e come avviene dello conoscenze improvvisate, l'unico torto, forse nostro, ò stato quello di non aver approfondito le persone e di- aver assunto delle informazioni. Poi. alle minuziose domande del presidente, il Palazzoni descrive le cenette o l'improvvisa apparizione del Pirovano, ed i dialoghi « indifferenti » — dice — tenuti durante il primo convegno. Nel secondo invito trovammo-il" Pirovano. « Tanto io, come Curreli. si stava a disagio;' e benché verso la fine del pranzo il Pirovano ■ cercasse di attaccare discorso sul processo,; il.giudice rispondeva evasivamente ed era assai riservato. Si comprendeva l'imbarazzo della sua posizione di magistrato, che si accrebbe quando il Bertelli gli disse che un anno prima era stato condannato proprio da lui. per aver j)osto nello roulettes delle monete false ». Riafferma il Palazzoni, che il Pirovano, nello stringergli la mano, voleva fargli accettare, del denaro. ^ — Io — aggiunge — sdegnosamente lo rifiutai. Sentii a quell'istante — assicura — freddo dalla testa ai piedi, tanto si ribellava ed era offeso in me l'amor proprio. « Rimasi il giorno dopo mortifìcatissimo; mi scusai con lo stesso Curreli di quella mia confidenza o mi rammaricai. «Non andiamo mal più in quella casa, per il nostro decoro», lai" dissi, e cosi rimase stabilito. «Pure, qualche giorno dopo, dietro le vive' insistenze della Felicita Della Casa, mi sono recato ancora da leil » Ho fatto male, lo so; ma non vi era dolo;* la Della Casa mi aveva così vivamente solle-' citato! — ripete il vice-cancelliere, come pellai' intravvedere in questo invito una avven-: tura con la giunonica amante del Bertelli ». Nega poi di aver avuto profferte per modificare il verbale; soltanto si fecero delle rg-: giunte per i documenti da allegarsi e da ri-, chiamare nello scritto. La signora Felicita Venendo a parlare del giudice Raviola 11 Palazzoni aggiunge: < Durante le udienze del processo Pirovano, la Felicita veniva a gironzare nei corridoi e parlava spesso e volentieri con l'on. Gallina. Il giudice Raviola mi chiese chi era, ed io, che avevo saputo che non. era più la moglie, ma bensì l'amante .del Bertelli,' dissi la verità.'Poco dopo la Felicita, che già' si era accorta che il giudice Raviola la guardava con insistenza, mi disse: « Quel giudice,1 quell'uomo simpaticone, io lo conosco; ci siamo veduti e conosciuti a Genova! ». « Fu allora che io riferii al giudice il fatto che la signora diceva di conoscerlo. Il giudice mi rispose: < Ah, sì? Allora le dica che tra poco passerò per via Ospedale e la saluterò volentieri ». i « Io mi feci messaggero e ambasciatore di tutto ciò. Iid è per questo che sono stato accusato di tentata corruzione. « 11 giorno dopo il giudice mi disse che aveva trovato in via Ospedale la Felicita, ma che non aveva ritenuto opportuno spingersi più oltre, perchè la Della Casa si era messa subito a parlare del processo Moro, della causa Pirovano-Longhi e di altre cose scabrose ». Dopo altre contestazioni, si passa alla lettura dell'interrogatorio reso in istruttoria dal Bertelli. Il negoziante ha detto, in sostanza,che egli non tentit corrompere nessuno, ma che solo si prestò a mettere il Pirovano in contatto col Curreli, perchè volesse fargli qualche raccomandazione. Disse anche che, quando il Plrovano aveva tentato di richiamare il giudice sul processo, questi aveva rifiutato di parlarne; che vide Pirovano fare atto di consegnare un biglietto di grosso taglioal Palazzoni, che questi sdegnosamente rifiutò. Quanto alla cambiale di 500 lire il Bertelli insiste nel dire che nulla sapeva, che tutto il trucco era montato da .Golia. Dopo un incidente sollevato dalla Difesa, 'che vorrebbe fossero richiamati tutti gli atti del processo Pirovano-Longhi, allegati alla causa attuale, — Incidente che viene respinto dal Tribunale, — l'udienza è tolta, mentre Felicita si scaglia contro il Palazzoni, 11 quale, secondo essa, non avrebbe detto che Invece l'appuntamento era partito dal giudice Raviola. ' ALFREDO FRASSATI, Direttore. , Ponzo Giovanni, gerente,

Luoghi citati: Genova, Milano, Monza