Tutti gli oratori riconoscono il grosso deficit delle nostre finanze comunali

 Tutti gli oratori riconoscono il grosso deficit delle nostre finanze comunali Tutti gli oratori riconoscono il grosso deficit delle nostre finanze comunali (Consiglio Comunale - Seduta del 7 febbraio 1912) davanti al solito pubblico affollatissimo 11 •Indaco allo ore 18,5 dichiara aperta la sconta e, dopo aver scusato l'assenza di Amar, «Mantovani e Frola, fa dare lettura del verbale della seduta di lunedi u. s. H SINDACO dà quindi la parola all'aesesfiore del dazio Laclaire, il quale deciderà dare subito alcune delucidazioni per sgombrare il terreuo all'ulteriore discussione 'Laiulaihis cuce cne non seguirà il consigliere Sincero nella sua statistica... famigliare per venire al risultato a cui egli è arrivato, che cioè l'aliquota personale del dazio ohe potrà dare l'allargamento della cinta non può jeuperare le 20 lire. Egli, il consigliere Sin(«ero, non ha tenuto conto di parecchi elementi. Per esempio, un allievo guardia daziaria paga un'aliquota personale di L. 44 10. ijM dimostrare che l'aliquota personale del dazio calcolata dalla Giunta in L. 30 per ogni «bilame oggi ancora fuori cinta non e esagerata, basta considerare le cifre statistichedi questi ultimi mesi, cifre che danno una media di IL. 43 80 per abitante entro cinta, : senza avuto riguardò a condizioni sociali od| economiche. Questa aliquota è stata abbas-sata dalla Giunta a h. 30 per tener conto della minor agiatezza degli abitanti fuori cinta. L'aliquota che pagherà ogni ricoverato dell'Ospizio di Carità è stata valutata in L. 25 n anche 36; non 6 quindi esagerato valutare l'aliquota di chi non c un povero ricoverato In IL. 30. , Confrontando 1 consumi del fuori cinta con fll dentro cinta, l'aliquota di L, 43 80 si scomrpone cosi : Vi. 20 per le bevande; IT,. 8 por la |«arne; h. 16 03 per sii altri generi. Diminuendo anche la-cifra del dazio sulle carni (poiché fuori cinta si beve tanto quanto entro cinta) si avrà sempre ima aliquota di almeno 32 lire, anche ss si tien conto del dazio che verrà esatto a misurazione cubica. Egli credo poi che il fatto di essere la futura, cinta maggiormente distante dal concentrico e dalle borgate, darà modo di sorvegliarla meglio e di diminuire la, cifra, che trappresenta ora il contrabbando, di L. 130,000 'annue circa.. Bisogna tener conto Inoltre dell'aumento di (circa quattromila abitanti all'anno. „ Conclude che gli studi e i preventivi della ; Giunta sono stati fatti con la massima esattezza e .scrupolosità. Un altro attacco alla Giunta GOVONE comincia col criticare il sistema, che la Giunta vorrebbe far adottare, dei ■ debiti a gettito continuo >, debiti che si contrarrebbero anche per opere non importanti, non Vèr-opere straordinarie. Egli ritiene lealmente ciie i risultati a cui venne Sincero nel calcoli 8,r,e i gettiti delle Aziende sono p'ù esatti e .più precisi, benché più pessimistici di quelli a cui egli nel suol primi calcoli era venuto: 'fu appunto perciò che volle rinviare il suo ' discorso. Anch'-eglt è persuaso che i milioni che si chiedono ai contribuenti debbono andare in massima parte a riparare i disavanzi del (passato. Non può quindi spiegami come con i circa 4 milioni, assorbiti In massima parte dai -debiti, ila Giunta possa calcolare come dispomibiM nel decennio 55 milioni di opere nuove |g>er la, più gnande Torino. | La Giunta, per trovare questa disponibilità e tra ordinarla, tenta di stabilire un bilancio, che essa chiama « normale » : ma che normalità ha questo bilancio-tipo? La Giunta nelle entrate inette persino il rimborso delle azioni dell'Esposizione; entrata che, trattandosi di un bilancio-base, dovrebbe ripetersi poi per qp decennio! Viceversa, all'uscita fa .detrazioni cEe non hanno ragione di essere. ■E' solo cosi che si viene ad avere artificiosamente una disponibilità, annua di 5 milioni e mezzo. . ; Se noi invece facciamo le pure verifiche malora aliene in questo bilancio, giungiamo, an|Cbe ammettendo tutte le ipotesi; ottimistiche della Giunta, a" veder scomparire la metà almeno di questi 5 milioni e mezzo di dlsponl•biiità annueI Come possiamo quindi accettare come base l'della nostra discussione una cifra che va essa «tossa subito ridotta? ['Ha la discussione oggi deve svolgersi non Ftiì programma del grandi lavori, ma sui : m'odi di sanare il nostro bilancio. Tra le proposte delia Giunta, quella dell'inasprimento della sovrimposta e quella della tassa di esercizio crede che saranno accettate da tuttt Osserva che la tassa d'esercizio è resa obbli'•gPP« per- poter accrescere la sovrimposta e jenffqaiildi la tassa di faimglilla non si potrebbe iglurMtainiente eosirittuÉre ad essai come vorrebbe Sincero, ma-saLo" aggiungere • ad essa. Egli accetterebbe ìa tassa di- famiglia se bastasse a samare tutte le piaghe del nostro hi[lancio. Mia crede che essa oggi sarebbe più ohe altro un rimedio, una soddisfazione sentimentale a quelli che credono di colpire con lessa i ricchi, mentre in pratica essa ricadrebbe in massima parte su quelle classi meliate che più risentono le difficoltà attuali delia i.vita. Per ciò che riguarda l'allargamento .della .cinta, egli si dichiara favorevole, e avuto riguardo allo sviluppo della città, e anche per 'l'aspetto fiscale. Egli crede che il consigliere Sincero abbia calcolato troppo il consumo Individuale e troppo poco il consumo collettivo. .Egli è convinto che l'allargamento della cinta avrà un benefico effetto sul nostro bilancio. Non dice che il dazio consumo sia una buona cosa; ma, fin che esso esiste, reputa migliore, più giusto, meno fiscale 11 dazio a Comune •chiuso ohe quello a Comune aperto. I Crede però che l'allargamento della cinta avrebbe dovuto essere coordinato ad una larga revisiono della tariffa daziarla: conveniva alleviare 1 dazi sulle materie- di maggior consumo; spazzare i dazi protettori di talune Industrie; spazzare via certi dazi che sono soltanto Ingombranti. L'allargamento della cinta avrebbe dovuto essere stato preceduto da una larga inchiesta sulle condizioni vere delle nostre industrie, inchiesta che non gli risulta sia stata fatta e -che'invece, se era necessaria con la cinta Frola, oggi poi con la cinta Rossi si impone Scoine una necessità assoluta, perchè tutta •l'Industria torinese viene con essa chiusa Della nuova linea daziaria. ' Ma.. ripeto, quello che sopratutto oggi occorre è di sapere quale è in realtà-la nostra situazione finanziaria. Prima dì affidare all'Amministrazione i quattro nuovi milioni di entrate, bisogna ohe sappiamo se e fin dove possiamo accettare le 6u« teorie e i suol crliieri. Prima di tutto dobbiamo dare ai contribuenti la garanzia assoluta che i nuovi milioni che loro chiediamo saranno. spesi bene, con coscienza e con utilità, e non già compromessi con un indirizzo amministrativo 1'aptaalo a dottrine disastrose applicate con studi mai fatti e calcoli erraci i. Crede quindi che prima di discutere i' prorvsdftmenti flreanztari, bisognerebbe che il Conl«igìto si pronunciasse nettamente suirindirlzso amministrativo generale. Il "leader,, iti groppa clericale CORSI ricorda che 1* Maggioranza aveva pure con sufficiente concordia votato l'aliar«amento della cinta daziaria. DI quel voto la Maggioranza non può oggi dimenticarsi. : Aia innanzi tutto bisogna esaminare il nostro bilancio, anzi la prima cifra di esso: quella che rappresenta l'avanzo di gestione. È subito si Impone là domanda: questo avauzo di 882 mila lire c'è o non c'è? E' inutile illuderci; oramai tutti siamo concordi nel ritenere che questo avanzo non c'è, anzi che c'è un deficit. Basta ricordare la relazione dei revisori del conto, che erano pure amici della1OVlouil uoi uuiivu, uno ciaiiw pum uxiiiui tacila,Giunta, ma che sentirono anche l'obbligo dfldiro 1& verità Quindi il disavanzo di gestione c'è ed è di pn milione; ma esso è tale da imporci la necessità di nuove imposte 7 Bsamina le cifre del gettito daziarlo, stando ette cinta daziaria: gettito che la Giunta ha ere luto di poter, prevedere aumentato. Ora basta esaminare le cifre del dazio del 1809 o del 1910. por vedere che qualsiasi più piccolo ottimismo è sempre fuor di proposito, a meno che lo si ritenga utile solo a tirar cambiali di comodo. Alil'outrata quindi egli vorrebbe ridotta assai la cifra preventiva per il gettito del dazio, e lo stesso si dica di quella per Io tasse sulle arce fabbricabili Milnva poi cuo nella «Spi;»a» la Giunta ha dimenticato parecchi aumenti necessari di elfi», nome quello per la sistemazione dei debiti fluttuanti, per le pensioni, per la biblioteca civica, per la spazzatura, ecc. il bilancio nostro normale va quindi modiilcato in modo da avere tré e ancho quattro milioni di disavanzo. Non è quindi il caso di non pensare a nuovi tributi. Il Sincero ha indicato qualche possibile nuovo cespite di reddito: egli avrebbe voluto qualche dichiarazione in proposito da parte della Giunta. Il Consiglio a fronteggiare i bisogni del bilancio aveva già deliberato fui dal 1909 un allargamento della cinta secondo la linea di cintura del nuovo plano di allargamento. Nel ilOIll si riaffermò il voto per quell'allarga niento : tutta la popolazione ha creduto che non fosse possibile alcuna modificazione di quel tracciato. La Giunta invece ci viene avantl con un suo progetto di allargamento che comprende in più una zona che ò quasi ini massima destinata iall'agricoltura. L'allargamento nuovo quindi della Giunta Rossi cambia addirittura di carattere e di natura. La Giunta dà quasi unicamente questa ragione: quella della spesa che sarebbe stata quasi uguale. Ma la ragione è di troppo poco peso di fronte alla gravità dèi provvedimento che muta addirittura le condizioni della città: un mezzo milione (ammortizzabilo In dieci o quindici anni) di maggior spesa che sarebbe oostata la cinta Frola, era un nonnulla di fronte al cambiamento, al disagio che veniamo a creare alla popolazione che oggi verremmo a chiudere entro cinta, popolazione che" vive in gran parte di redfllto agricolo e por il quale paga già contributi. La Giùnta avverte che, come l'Amministrazione precedente, otterrà che la nuova cinta vensa~ pósta, con urta nuova legge, su un plano regolatore allargato. Egli trova intanto che ò molto... azzardato avere già In tasca-il Parlamento, per fargli votare una. nuova legge per Torino. E innanzi tutto occorre un nuovo piano regolatore; ma tutti urlerebbero contro l'idea di faro ancora un nuovo piano regolatore che ipotechi fin d'ora e per sempre quasi tutto il territorio del Comune. Una tale richiesta, non voluta dalla popolazione, quale accoglienza avrebbe im Parlamento? Esamina le disposizioni- del regolamento generale daziario e conclude che per ottenere l'allargamento della cinta occorre che il Comune abbia già imposta l'una o l'altra di queste due tasse: di famiglia o sul valore lo-cativo, e abbia già un piano regolatore approvato per applicarvi la nuova cinta daziaria. La Giunta spiega di aver voluto far passare la nuova cinta in zone quasi deserte appunto perchè non si ricostruiscano presto nuovi borghi; ma con ciò la Giunta ha creduto di poter opporsi ad una tendenza comune a tutte le grandi città industriali. Inoltre il Comune resta moralmente obbligato a tutte quelle spese per cui non può bastar* l'aumento del dazio. Sicché egli cordialmente non. può approvare che quell'allargamento già previsto da tutta la popolazione, anzi già approvato dal Consiglio fin dal 1909. Per ciò che riguarda il gettito del dazio «gli non può ammettere ne l'ottimismo dell'assessore Laolaire e non tutto U pessimismo di Sincero. - ••*' L'assessore ha portato avanti una cifrasela precisa: quella dell'Ospizio di Carità; ma bisogna anche tener cónto che l'Ospizio di Carità fa gli acquisti in grande quantità, e per la natura stessa del suol consumi sfugge ad una parte della tassazione daziaria. Non si può ragionare in base ad una cifra che risulta dalla divisione del gettito complessivo dei dazio per la popolazione che è éntro cinta: non è cosi che si può calcolare quello che apporteranno alle casse del dazio anelli che oggi non ne sono colpiti, e che sonò in gran parte In condizioni molto diverse da quelle degli abitanti del concentrico. Ammette la necessità di altri tributi oltre al dazio: la Giunta progetta una tassa di esercizio, ma essa non dà spiegazioni sullo categorie elencato in modo da garantirci che si cerca almeno di conseguire quella equità che tutti cerchiamo, cioè di colpire le classi più elevate e non sarà la nuova tassa un duplicato di quei tributi che già pagano le classi meno abbienti. Vorrebbe che la tassa di esercizio colpisse anche gli impiegati che hanno grossi stipendi, i forti proprietari, i ricchi pensionati... NOFRI. — Ma allora è una tassa di famiglia. OORiSI. — E infatti l'upica possibilità di colpire tutta la classe agiata ci è data dalla tassa di famiglia, .che corrisponde perfettamente a quel criterio di perequazione che è nel desiderio di tutti noi. una tassa di famiglia, aritmeticamente proporzionale, che es eri ti. i redditi piccoli può daijci, non tutto quanto ci dà oggi il dazio, ma oerto quel tanto che occorre per dare elasticità al nostro bilancio. Egli si preoccupa non solo degli operai e dei proletari, ma anche della piccola borghesìa, i del modesto impiegato : li vorrebbe quindi esentati dalla tassa di famiglia, che naturalmente non potrebbe quindi dare più di un milione. NOFRI. — A Milano i redditi di duemila lire non pagamo che due lire al mese: qui col dazio ne pagano tre al mese e per persona... CORSI non presenterà alcun ordine del giorno, ma si regolerà nella votazione votando quella che più si avvicinerà" a queste sue Idee esposte. A questo punto, sono le 17,45, il sindaco sospende per qualche minuto la seduta. Un altre consigliere cattolice Quando, dopo una diecina di minuti, si riprende la seduta, si alza a parlare 11 consigliere barberis. .Egli dichiara subito che parla unicamente per conto suo e per esprimere'idee tutte sue personali. Ammette che il fabbisogno del nostro bilancio va oltre ì quattro milioni annui, e rilèva, subito che -amministrazione in taluni punti delle sue richieste e delle sue relazioni presenta delle Incertezze e delle nebulosità, derivanti forse dalla stessa amarezza del... calice che si accosta alle labbra. Rileva che finora furono fatti due soli poderosi discorsi : quello di Nofri logico come una palla di fucile... NOFRI. ridendo. — Che non ammazza' però nessuno. BARBERIS. — SI, che ammazzerebbe il Comune, non le amministrazioni.., E quello di Sincero. Quello che oggi si vuole da tutti è di distribuire equamente 1 carichi: non si tratta di tare nè della politica, nè della retorica. 'Esaminando la situazione di tutte le maggiori città italiane, ne deduce che anche in quelle amministrate dai cosidetti partiti popolari si pagano quasi tutte le altre tasse ed anche il dazio... NOFRI. — Ma come lo pagano? BARBERIS, accennando ad alcune cifre dei risultati del censimento, dichiara che in Torino su 115 mila famiglie, le inscritte alla Congregazione di carità sono appena cinquemila famiglie; e che la tassa sulle persone di servizio è pagata appena da diecimila famiglie Vede dunque l'on. Nofri che novantamila famiglie non hanno persona di servizio. NOFRI. — Hanno la persona di servizio, ma non pagano la tassa. BARBERIS. — Ammettiamo pure un certo margine; ma le nostre guardie civiche fanno nnbuon servizio. Ad ogni modo sono 80 o 0 mila famiglie che non hanno persona' di *—— , , , * , lservizio. Prendiamo la tassa sui cani SCI ORATI ed altri. — La tassa di Lava (ilarità). BARBERIS. — A Torino 4460 persone pagano la tassa sul cani, tant'è vero che essa rende più di quella delle persone. Ad ogni modo, a Torino ci sono 11,600 persone che pagano la ricchezza mobile, per un reddito completi- n i a alvo di 17,500,000 lire. I professionisti sono 3850. cho pàgaho 9,900,000 lire. Quindi si e di fronte a questo fatto che 11 reddito medio della famiglia torinese è di L. 2300 0. al più, di L. 2350. Chi è che paga dunque là tassa di famiglia? è il reddito medio. Troppo si è dimenticata, sempre quella borghesia media che è la colonna cssenzlalo della nazione moderna; troppo si parla di' poveri e di ricchi, e si trascura quella classe mediana, a cui non si pensa e che ha dato sempre tutto per il Paese e per la società... (Interruzioni dai banchi socialisti). NOFRI ; — Ma chi è questa media borghesia? BARBERIS : — Slete voi... che siett pure figli di borghesi. SGIORATI : — La borghesia aiódla non esiste... Non c'è che borghesia grassa... e proletarlato. NOFRI : — E a Torino i ricchi borghesi non vogliono pagare... (Interruzioni, rumori, proteste). Il SINDACO scampanella a più non posso: « Lo lascilo parlare... ». BARBERIS riconosce anche liil una corta nebulosità nelle proposte della Giunta. Crede che non. si spenderà più del dieci per cento d'esazione del dàzio, perchè... nel! altra Città si spende cosi. L'oratore continua, interrotto soventi, combattendo la tassa di famiglia. E conclude col dire'che approverà anche i nuovi gravami, ineluttabili ed inesorabili, ma occorre che il Consiglio abbia tutte le garanzie chei nuovi gettiti saranrto. spesi bene. (Approvazioni dai banchi della Maggioranza-. II ceesi-fliere Gitti OITTI crede che nella discussione odierna si commetta un errore Iniziai* quello di guardare solo all'avvenire e di dimenticare affatto la nostra condizione economica e finanziaria attuale. « Prima di esaminare l'omntbut... avvenire, vediamo di constatare in quali condizioni finanziarie ci troviamo. Guardiamo adunque la nostra situazione patrimoniale, gli impegni che abbiamo,-le condizioni del bilancio. To¬ rino ha di patrimonio, tra fabbricati e terreni < disponibili », più di 12 milioni.- Ma la parola ' disponibile » por tutta la categoria è eccessiva, perchè di fabbricati non c'ò dispoinlbile che per uh milorio e mezzo circa, e dei terreni ve ne ■ sono di non disponibili più di 2 rfiilioni >. Trova altre disponibilità nelle pieghe del bilanulòT ma non sono cifre tali da poter risanare il bilancio di Torino: si limiterà a ba-sarò il suo ragionamento su una disponibilitàcomplessiva di 15 milioni, in cui si compren-dono gli stabili pervenuti al Comune per lepennute con l'Autorità militare. Stralciando tutto ciò che crede inutile dal residui, trova all'attivo 18 milioni. A parer suo, .per liquidare il passato, non per il grande :>rogramma dei lavori futuri, bisogna provvedere per 30 milioni, tenendoconto però elicsi c già provveduto per 11 mi-lionl e mezzo, sotto forma di debito fluttuante, Game provvidero a tiuuM 30 mlliiiil? Eccoil problema mimo da risolvere, e la Giunta ce lo iia quasi saldalo. Si potrebbe, per esempio, provvedere per .15 milioni con debiti e per 15 miloni con l'alienazione dei beni stabili disponibili. Ma si può gettar sul mercato'cosl in poco tempo 15 miloni di beni stabili ? Non credo: quindi si può provvedere con la realizzazione di soli 10 milioni di patrimonio, e con 20 milioni di nuovi debiti ». Quello che occorre ora è un'amministrazione oculata, parsimoniosa e che non oltrepassi mai quei limiti che le sono fissati dalla legge e dalle deliberazioni del Consiglio. Egli, pur ammettendo che le spese possano essero coperte dalle entrate, riconosce però la necessità di rafforzare il nostro bilancio. « Preoccupiamoci — conclude — della questione finanziaria prosente e cerchiamo i mezzi con cui possiamo assicurarci i fondi per provvedere a tutte lo evenienze dell'avvenire : di questi mezzi parlerò nella seduta di venerdì ». Sono da nn poco suonate le 19 e mezza, e il seguito della discussione è rinviato a venerdì ,p. v.

Persone citate: Barberis, Carità, Frola, Gitti, Lava, Mantovani

Luoghi citati: Govone, Milano, Torino