Inventa un paracadute e si sfracella con esso precipitando della torre Eiffel

Inventa un paracadute e si sfracella con esso precipitando della torre Eiffel Inventa un paracadute e si sfracella con esso precipitando della torre Eiffel ervxospdi ttt l fll Parigi, 4, notte. Il sarto Francesco Relchelt, volendo esperimantere un abito-paracadute, confezionato in tela, destinato agli aviatori, si è lanciato dalia piattaforma della torre Eiffel, è caduto ed è rimasto ucciso sui colpo. Egli aveva già eseguito degli- esperimenti riusciti, lasciando cadere nel vuoto un « mannequin» dall'alto di qualche casa. Oggi ha scavalcato la ringhiera della piattaforma della torre e s'è lanciato nel vuftto. L'apparecchio, che doveva aprirsi dietro l'azione d'una cordi- ceva «rata dall'inventore, non al è' aperto e le persone presenti hanno allora assistito ai-la caduta rapida ed orribile del Relchelt, che era rxre0lpi*a*o al suolo uccidendosi e sprofondando por quindici. centimetri nel suolo. Egli aveva la colonna vertebrale e le gambe spezzate e gravi contusioni alla vita. Relchelt era suddito austriaco ed età celibe. Il racconto di nn lestimoai Ecco alcuni particolari dati 'da un testimone oculare, il quale ha assistito al disgraziato esperimento Relchelt « Erano le 7 del mattino dl oggi. Ci eravamo dati convegno in parecchi dinanzi alla torre Eiffel. La temperatura era glaciale: sei gradi sotto zero. La brezza era abbastanza forte e da qualcuno si pensava che ciò avrebbe potuto nuocere al successo dell'esperimento. Un servizio d'ordino importantissimo è stato organizzato. L'altesa si è prolungato molto tempo nella bruma e nel freddo; a poco a poco cominciava a giungere la gente. NeUa folhi ad notano parecchi aviatori argonauti: analmente ecco Relchelt che si presenta. E' un uomo gióvane, svelto, di modi recisi. Indossa una specie di abito kaki analogo a quello degli aviatori, soltanto un po' più vo luminoso. 11 petto sembra corazzato come da un piastrone da maestro di scherma. Sulle spalle le ali dell'apparecchio, ripiegate, formano una leggera prominenza. L'insieme dell'apparecchio non ò spiacevole alla vista, non è pesante, nove chilogrammi appena e non1 imbarazza 1 movimenti. Il signor Relchelt fa notare agli astanti come 1 suol gesti siano liberi, poi da le sue istruzioni con voce oal reissima; fa porre delle corde e disporre degli agenti per impedire che la folla invada il piccolo spazio dove ha intenzione di „ecen dere; poi vuole entrare nella torre, ma gli impiegati di servizio non hanno ancora ri cevuto alcun avviso dalla Direzione ed è ne oessarlo un lieve indugio. . La trepida attesa «Nell'attesa, mentre gli apparecchi fotografici, clnomatograflci, funzionano, qualcuno chiede qualche spiegazione suU'apparecohio. Il Relchelt le dà di buon grado; la superficie è fli 32 metri e 50; diametro dl 6,50; la sospensione di 5. metri. Poi l'inventore seguita nel dare spiegazioni su spiegazioni tecniche, ma qualche scettico presenta obbiezioni che Reichélt non tenta nemmeno di confutare; egli sl contenta di sorridere e dice: « Tra poco vedrete come i miei 72 chilogrammi ed lo daremo una smentita alle vostre obbiezioni) ». Finalmente Reichelt può av*ra un « lasciapassare » ufficiale e sale alla torre seguito soltanto da due o tre amica. Relchelt sale l'interminabile scala dopo avere stretto la mano ad un agente di servizio ed avere gridato a tutti gli astanti : < Arrivederci ben presto! ». La folla si impazienta per il freddo ed è piena di malumore: non si ha fiducia nei risultato dell'esperimento, ma si pensa che l'apparecchio sarà prima provato con un fantoccio e sri scherza. Finalmente alla prima piattaforma Reichelt sl ferma e lascia cadere un pezzo di giornale: 11 vento è calmo e la carta cade quasi verticalmente. Il salto mortale Ad un tratto si fa un grande silenzio. Reichelt sale sopra un tavolo cosi che egli supera di tutta la statura la balaustrata della piattaforma. Poi gli amici cercano di fare funzionare l'apparecchio : si riscontra che per spiegare le - ali occorrono non venti secondi come diceva l'inventore, ma un buon minuto. Qualcuno osserva che è troppo, perchè l'apparecchio possa servire ad un aviatore che cade. Si vuole persuadere Reichelt a desistere dal suo esperimento,, ma Reichelt si dimostra ostinatissimo. Ad un tratto l'inventore spicca un salto, si lanuta nal vuoto • cade. Gii occhi J* di tutta la folla ansiosa sono fissi' su di lui; sl pensa che il suo abito paracadute si abbia a spiegare, invece no; le alt che dovrebbero spiegarsi pendono Inerti alle sue spalle. Relchelt non è più che una massa che precipita verso il suolo. Da tutti l petti scoppia un grido di orrore: sl sente un rumore sordo, poi più nulla. Relchelt è caduto esanime. Gli spettatori più vicini si affrettano verso il corpo immobile; non si trova altro che un cadavere con la fronte insanguinata, gli occhi aperti, spalancati. Un medico presente tenta di apportargli qualche soccorso, ma invano; il cuo¬• rfl non bafte m fl cadaver0 vlene portat0 vla jQ UQ automobUe. Nonostante questa terribile distraila, vi è un aviatore, Camillo Guillaume, il quale ha annunziato che ha intenzione dl fare tra qualche settimana, a Juyisy, un esperimento analogo a bordo di un monoplano Bleriot. Guillaume ha intenzione di salire a 300 metri, poi fermare 11 motore, saltare.dal suo arcopiano e lasciarsi cadere sostenuto da un paracadute. Guillaume sl dice sicuro del successo. Se un Inventore volesse ricominciare il tentativo di Relchelt sulla torre Eiffel certamente le Autorità proibirebbero l'esperimento, ma a bordo dl un monoplano il Guillame non dipende che da se stesso. Il tentativo avrà certamente luogo, ma dopo il tragico accidente di oggi si dubita assai sopra un felice risultato.

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