Leali e serene dichiarazioni del comandante del piroscafo austriaco Bregenz,, a bordo del quale catturammo quattordici militari turchi

Leali e serene dichiarazioni del comandante del piroscafo austriaco Bregenz,, a bordo del quale catturammo quattordici militari turchi Leali e serene dichiarazioni del comandante del piroscafo austriaco Bregenz,, a bordo del quale catturammo quattordici militari turchi (Per telefono alla Stampa).» Milano, 28, nette. Il « Secolo » riceve il seguente telegramma da Porto Said, 28. ore 11.30: «Un te- ^e^ giuntomi al Cairo dal mio ami- co Pubblicista Vittorio -dolio -Strologo, nu informava dell'arrivo a Porto Said del piroscafo «Bregénz» del Lloyd austriaco, abordo del quale .furono catturati nel Mar ,.«i„ì« „..u„*: *—uì — Bo.sso ufficiali e soldati turchi per opeia della nave italiana «Volturno». Pariti immediatamente per Porto Said, ma il piroscafo « Bregenz » dopo una fermata di •pochlssnjne ore, avendo già «ubilo un ritardo ed essendo adibito alla linea celere Trieste-Bombay, era ripartito. Trovai il mio previdente amico : clic aveva intervistato il capitano del «Bregenz», il quale cosi racconta l'episodio della cattura: «Lunedi 22 gennaio mi trovavo a 12*44' di .latitudine nord e 12" 20' di longitudine e*t, quando avvistai una nave da guerra, che filò verso il «Bregenz» e giunta a una distanza, di tre miglia alzò il segnale NN », che nel codice internazionale di segnalazioni marittime significa: «Fermate le imacchine». Aderii all'invito. Allora il comandante della nave, che era il « Volturno », annunziò col megafono una visita a bordo del mio (piroscafo. Subito dopo una lanci-a, con a bordo il tenente di vascello Gaetano Pinsetti e due fnirdiàmarinà, seguita -da un'altra lancia armata con sei uomini di equipaggio, si accostava al «Bregenz». Salirono a bordo gli ufficiali, mentro il « Volturno » si avvicinava al piroscafo. Il tenente Pinsetti mi comunicò gentilmente che per ordine del proprio comandante, a norma delle convenzioni internazionali, doveva eseguire una visita tra i passeggeri di seconda e di terza classo o mi pregò di comunicargli la lista di questi passeggeri. Infatti, uri maggiore e altri militari turchi si trovavano in seconda classe e altri militari turchi in terza classe. Le informazioni preciso ricevute escludevano resistenza in prima classe di passeggeri sospetti ed escludevano che tra gli oggetti del carico \ì fosse del contrabbando. Questo carico comunque non fu visitato. Constatatane la presenza, gli ufficiali ed i soldati turchi furono dal Pinsetti dichiarati prigionieri di guerra e prevenuti che fra breve avrebbero dovuto seguirlo > sul « Volturno ». I suoi uomini intanto segnalavano alla nave con delle bandierine a mano perché fosse inviata una grande imbarcazione a prendere i prigionieri. Io non mi sono opposto, poiché gli Italiani usavano del di¬| ritto conferito loro dai trattati interna zionali. Se mi fossi opposto, gli Italiani avrebbero rimorchiato il piroscafo Duo a Mnsso.ua, o iti un altro porto del MaiRosso con grande pregiudizio dei caricatori e del servizio postale. Poi, non potevo dimenticare che si trattava di una nave battente bandiera di una nazione amica ed alleata. Chiesi solamente all'ufficiale che esso mi rilasciasse una dichiarazione per evitare ogni eventuale difficoltà colle autorità di Suez. Giunto in questo porto telegrafai al capo della mia compagnia ed oggi stesso ho deposto un dettagliato rapporto all'Imperiale Reale Consolato Austro-Ungarico. <c Ecco tutto. I turchi non ebbero nessuna parola di protesta. Gli, ufficiali impallidirono, il maggiore più degli altri: egli era in preda ad una tale emozione, che per"uri istante temetti si abbandonasse ad atti di violenza; ma fini per padroneggiarsi e segui coi tre capitani il te ri Miai fm> seti nella imbarcazione, mentre i soldati scendevano in una lancia inviata dal Volturno. Io, fino al momento dell'incontro col X%Uurìio, -Rdn avevo eoopetti di avere a bSrdo militari turchi; sapevo Soltanto che vi èra un pascià, il^ quale aveva un contegno cosi nrodeshrdà'non destare sospetti. La sicurezza dimostrata dagli Italiani in questa operazione fu veramente stupefacente. Ma se le navi italiane esercitano attivamente la sorveglianza, quella esercitata nei porli^dai consoli non è meno attiva. Ad Xaén si sapeva che ufficiali turchi cercavano di- imbarcarsi per l'Egitto. Il piroscafo Raffaele Rubatlino dei Servizi Marittimi era partito da Aden alle 8 del mattino. Io partii 16 ore dopo. Il fatto che i turchi, pur essendo impazienti di partire avevano rinunziato ad imbarcarsi sul piroscafo italiano, dava già luogo a sospetti. Quando si imbarcarono sul mio battello il sospetto divenne certezza. Il console italiano ad Aden avvisò il collega di Pcrim, perchè la notizia fosse comunicata mediante un marconigramma alle navi in crociera nel Mar Rosso. Il Volturno raccolse il marconigramma e diede la caccia al mio piroscafo col risultato che già conoscete ». pssnPp-dstclètmmadnccmpdcsdncislRpzt

Persone citate: Leali, Miai

Luoghi citati: Aden, Cairo, Egitto, Milano, Porto Said, Suez, Trieste