Contro l'allargamento della cinta

Contro l'allargamento della cinta Contro l'allargamento della cinta Dal complèsso della discussione svolta-' si e della battaglia di idee combattuta, mno emerse tre teorie: la teoria della Gufata, che propone l'alìargamento della cinta daziaria quale mezzo per far fronte al fabbisogno del bilancio; la teoria di alcuni colleghi, coi quali io st^so consento, e che sostengono la convenienza dello- statu quo ed indicano altri mezzi per fronteggiare le esigenze del bilancio. Ed infine la teoria dei socialisti, che vogliono l'abolizione del dazio e quindi l'abbattimento della cinta a atniUnnn fl prnpnngnrm nitri sistemi tri- butari a base di tasse di indole generale, per compensare del provento che da altri si vorrebbe assicurato dal gettito del dazio. Il vero nocciolo delle discussioni si concentra nella proposta di allargamento della cinta daziarla. Io non intendo di.voler quasi consigliare di fermarsi nel cammino: ma di studiare se certi slanci, se certi entusiasmi, se eerte imprese brillanti non siano per avventura per risolversi in gravi iatture ed avere conseguenze dolorose od anche disastrose. Or bene, il pericolo che ciò possa verificarsi anche in riguardo alle proposte odierne dell'amministrazione venne dimostrato tanto da parte della cittadinanza, quanto da parte di colleghi del Consiglio, col sollevarsi che si è verificato di tanti dubbi contro l'allargamento della cinta, circa la possibilità di gravi interessi che sarebbero lesi e colla quantità straordinaria di obbiezioni che dovunque vennero avanzate. Ma io non entrerò in merito e solo prendo occasione per esprimere poche parole intorno al pensiero del programma socialista. Certo fanno benissimo i socialisti, dal loro puntò di vista, a combattere vigorosamente queste proposte contrarie ai loro ideali, affinchè non venga compromesso l'avvenire, non vengano cioè ostacolate maggiormente quelle riforme tributàrie da essi patrocinate còlla sostituzione di una imposizione meno medioevale di quella del dazio : essi hanno perfettamente ragione, perchè evidentemente il programma della Giunta, quando fosse applicato, ritarderebbe l'attuazione di quel più grande programma, a cui probabilmente tutti assentirebbero. Ma, all'infiori di queste ragioni teoriche, è un fatto che esistono interessi importantissimi, i quali sentono che saranno gravemente lesi dall'allargamento della cinta daziaria. Or bene: dal momento che tutti quelli che temono un provvedimento della Giunta perchè lesivo dei loro interessi o diritti hanno fatto delle proposte al Consiglio e al Sindaco, dal momento che la stampa cittadina le ha rese di pubblica ragione, mi pare che veramente--sia opportuno, ed anzi doveroso per il Consiglio di studiare, di esaminare e di preoccuparsi di quelle « avances » che vennero fatte. Un valoroso collega disse scherzando che i padroni di casa sono una quantità trascurabile in questa odierna discussione e che di essi non è quindi il caso di preoccuparsi. Ebbene: io credo che coloro i quali avrebbero realmente interesse all'attuazione dell'ampliamento della cinta sarebbero precisamente i padroni d{ casa, perchè vedrebbero aumentare il valore dei loro stabili e quindi potrebbero aumentare i prezzi dei relativi fitti. Ma~di ben altri interessi convien parla-re : di quelli cioè delle industrie e dei commerci, che più di tutti hanno gridato contro il proposto allargamento. Può benissimo l'assessore per le finanze fare eccezicni al riguardo; ma sta di fatto che certi ' ! [ grandi interessi si sentono lesi tanto da avanzare proposte di sostituzione dell'allargamento con altri mezzi. Perchè non si dovranno esaminare tali proposte? Un collega ebbe il coraggio .di qualificare per iscritto come egoistici, parziali, effimeri questi interessi che -hanno alzato voci di protesta. Or bène) a questa affermazione 4o credo semplicemente di dover ricordare come, specialmente in una città come Torino, che svolge appunto in questi tempi tutto un programma di largo svi- mente gli interessi parziali, siano pure e goistici se cosi si vuole, dell'industria e del commercio sono quelli che colla loro somma costituiscono l'interesse generale della città; a quella guisa d'altronde che ogni interesse o utile generale di qualunque natura è pur sempre la risultante di tutti gli interessi e di tutte le utilità personali prese assieme. Non è quindi proprio il caso di parlare di interessi egoistici. " L'assessore Cattaneo fece un'osservazione che mi piace ricordare: riconobbe cioè che le obbiezioni meritano di essere prese in considerazione, ma intanto insiste a che il Consiglio approvi l'allargamento della cinta per poi, dopo ciò, esaminare i bisogni e veder modo di appagarli. Or bene, non è forse meglio studiare prima questi bisogni, cominciare a verificare quanti dèi commerci e delle industrie fuori cinta verrebbero lesi dalla loro inclusione nella cinta daziaria {cosa che finora non venite fatta) e, dopo ciò, vedere se sia ancora il caso di proporre 4'allargamento di cui si tratta. A Milano, quando si portò al Consigjio la questione daziaria, anzitutto venne presentata una relazione generalo di commissione consigliare presieduta dal Senatore Visconti-Venosta, essendo relatore il Carnelli; a questa relazione faceva seguito lina contro relazione della minoranza. Si seguirono poi altre cinque o sei relazioni, che servirono di base alla definitiva redazione di proposta da parte della Giunta e su questa si svolsero le relative discussioni che portarono alla votazione. Ora questa procedura di Milano è certo imitabile anche da Torino. Io comprendo benissimo che può costare alquanto all'amor proprio del sindaco e della Giunta l'accettare una sospensiva anche momentanea sulle loro proposte. Ma questo piccolo sacrificio dell'amor proprio può essere fatto, quando si consideri che esso è un mezzo buono per non eccitare agitazioni che non rappresentano la sopraffazione di una minoranza interessata e che non costituiscono neppure un arresto momentaneo allo svolgimento dell'azione dell'amministrazione. Teofilo Rossi p. s. L'egregio sindaco di Torino non è diventato collaboratore della « Stampa ». Questo, che qui riportiamo, è il discorso — estratto dagli atti ufficiali — che l'on. Teofilo Rossi tenne il 10 febbraio 1909 nel Consiglio comunale, quando si trattava di abbattere, sfruttando l'agitazione contro l'allargamento della cinta, la Giunta Frola per sostituirvi quella attuale, di cui egli è il capo. Per la cronaca poi ricordiamo che quell'assessore per le finanze, avv. Cattaneo, a cui nel suo discorso l'on. Rossi dà la tiratina d'orecchi per non avere studiato l'entità degli interessi industriali e commerciali fuòri cinta danneggiati dal progettato allargamento, è quello stesso assessore delle finanze che oggi, con la Giunta1 Rossi, ripresenta la proposta antica, senza che nella relazione per quanto riflette gli j interessi, assai più vasti per la maggior vastità del progetto, dell'industria e del commercio fuori cinta, si faccia il più lontano accenno... dzgtb

Persone citate: Carnelli, Cattaneo, Giunta Frola, Teofilo Rossi, Visconti

Luoghi citati: Milano, Torino