L'ultima giornata

L'ultima giornata L'ultima giornata e o e o a u e i a a o e lo i' r ai a no i-< Roma, 20, notte. Riconsegnando alla Francia i 29 prigionieri turchi da noi catturati con autorizzazione del rappresentante dell'ambasciata francese a Roma, per il fatto che la Francia non tiene conto dell'esame medico compiuto a Cagliari, ma procede per conto suo ad un nuovo esame, si ò giunti alla soluzione proposta all'ambasciatore d'Italia Tittoni, nel suo colloquio di mercoledì scorso. Intanto, ecco la crònaca di quest'ultima giornata delle trattative diplomatiche svoltesi a Roma. - Gli ultimi colloqui Stamane di buon mattino sono pervenuti all'ambasciatore Barrerò lunghi dispacci cifrati, spediti nella notte dal ministro Poincaré, in risposta alle comunicazioni' fatte ieri dall'ambasciatore di Francia, dopo il colloquio con l'on. Di San Giuliano. Alle 9 l'ambasciatore Barrère,: avuta cognizione esutta del contenuto dei telegrammi del suo Governo, ha fatto telefonare alla Consulta, che si sarebbe recato a conferire con l'onorevole Di San Giuliano. Alla Consulta, frattanto, molti giornalisti erano in attesa di notizie. Barrère è giunto pòco dopo le 10 in. automobile, ed è stato ricevuto subito nella sala rossa dal ministro degli esteri. Il colloquio è durato un'ora ed un quarto, e alle 11 e un quarto l'ambasciatore risaliva nel suo automòbile per far ritorno a Palazzo Farnese. Il marchese Di San Giuliano si è quindi anche stamane recato a Palazzo Brasagli per riferire all'on' Giolitti i risultati del suo nuovo colloquio con l'ambasciatore fran-' ceso. Dopo il colloquio di starnane non vi fu,: rono più altre conferenze dirette Tra Fambasciatore Barrère ed il ministro degli esteri Di San . Giuliano, essendo completo l'accordo raggiunto ira i due uomini intorno ai punti essenziali dell'accordo: mancava soltanto l'adesione di Parigi-ad alcuni particolari dell'accordo ed intorno a questi particolari sono avvenuti nel pomeriggio e nella serata alcuni colloqui del comm. De Martino, capo di gabinetto del ministro Di San Giuliano, con l'ambasciatore di Francia Barrère. Alle 16,30 il comm. De Martino si è recato a Palazzo Farnese, dove ha avuto un primo colloquio con l'ambasciatore Barrère. Alle 17,40 il comm. De Martino era uscito da Palazzo Farnese e ritornava alla Consulta, e nell:i serata ha avuto un • secondo colloquio con l'ambasciatore di Francia. Appena il De Martino ha lasciato Palazzo Farnese, i giornalisti hanno chiesto informazioni dirette al signor Giulio Laroche, primo segretario. dell'Ambasciata francese. Il signor Laroche ha detto: — L'incidente si può dire quasi risolto. Non si tratta che di particolari, ormai, sulla redazione della formula. Il ritardo è dovuto al carattere giuridico della questione, la quale esige che si usi una grande cautela «nelle espressioni per non creare equivoci od appigli nella soluzione definitiva di essa davanti al Tribunale dell'Aia Le intese sono avvenute fra la màssima cordialità reciproca, cordialità che non si è mai attenuata né da una parte nè dall'ai tra e che fa si che l'imminente soluzione dell'incidente avvenga con soddisfazione re ciproca. dKvcsrrizlmisdcsmsssfrpdtsvmliCome si giunse all'accordo E' bene ora fissare,-- per la storia- dalla trattative . svoltesi tra l'ambasciatore di e Francia Barrère e l'on. Di San Giuliano, à-i quale fu il punto essenziale della contesta- : zione. aaorao ue' me- Come 11 nostro Governi impostò li questione Tutta la storia delle trattative avvenute negli ultimi tre giorni a Roma si riassumo in questa constatazione: il Governo italiano ha cercato di portare la questione in Una lase nuova, in seguito al fatto nuovo dell'esame medico • subito a Caéliari dai <ia turchi catturati a bordo del Jfonou- da: il Governo francese si è recisamente J opposto a questa tendenza del Governo ita- liano ed ha voluto che la questione fosse riportata al punto in cui si trovava allor-"^Inn^KT'v010^ S?°Ì,S0' ^,Sa trattative venne mundi fin dal primo gior-no completamente mutato. ♦J? R»PrrÌm« f°n?© ru\fnt° ,meTC0l^ì-tra Barrère e Di San Giuliano, la questio- ne venne presentata dal nostro ministro degli Esteri nei termini seguenti: Dopo il discorso del ministro Poincaré alla Carne- ra francese è intervenuto un fatto nuovo, cioè 1 esame medico subito a Cagliari dai 129 turchi prigionieri. Da questo esame è a, risultato che la quasi totalità dei turchi n-1catturati a bordo del Manouba sono medi-dA' ci, oppure infermieri della «Mezzaluna s-|Rossa»; conseguentemente, il Governo ita- ; liano non ha nessuna difficoltà a rilasciare o-,. sg tm.chi cutturatJ. Date queste buone di- vi rno sposizioni del "Governo italiano, perchè di-scuteret-tutti -gli. elementi delle questioni déllat Jase' precedente all'esame mèdico diCagliari? Ciò è. perfettamente inutile, tanto più essendo .stabilito di deferire ài .Tribunale dell'Aia le questioni giuridiche che derivano dagli attuali'incidenti, compresaKrVSei» va il nostro Governo nel primo collòquio con l'ambasciatprp Barrerò — discutiamo. sulla sòia forma del- rilasciò dei prigionìe- ri turchi e sui termini in cui deve fessure redatto il comunicato'ufficiale, che. annrnir a,, conoscendo :in proposito le idee del SUO ministro Pota- zierà la soluzione dell'incidente.' >..;..» 1 . ; L". Il primo "no,, di Poincaré Barrère, di sua iniziativa,, conoscendo liano. La risposta di Poincaré fu assolutamente negativa allo domande'del Govèrno italiano. Il ministro degli Esteri frafaces'e si rifiutava di- prendere in qualsiasl'considerazione l'esame medico compiuto''dalla commissione italiana a Cagliari, . anzi sosteneva doversi tale esame considerare come inesistente. Il ministro Poincaré''insisteva formalmente perchè là questione fosse riportata - al punto in cui era stata lasciata in seguito agli accordi1 del ministro francese con l'ambasciatore d'Italia a Parigi, Il ministro degli Esterii V osservava r. poiché sono avvenuti, posteriormente a quegli accordi, degli equivoci,' derivanti dal ritardo circa la conoscenza a Roma del telegramma di Tittoni o dell'errata trasmissione del telegramma di ! Poincaré al vice console francese di. Cagliari, annulliamo tutto ciò che è . avvenuto--posteriormente all'accordo Tittoni-Poincaré e ritorniamo agli impegni assunti . con tale accordo, che il Governo francese è disposto a mantenere. L'ambasciatore Barrère significò al ministro Di San Giuliano la risposta di Poincaré. L'on. Di San Giuliano, dopo unaùolijol^quioj, cor» Eon, GiolitUj.6ir^k^''»*rère che il Governo ita? ; a i , - - -■ . ^desiderio di Poincaré. Cadevi còsi là nil-ma tesi sostenuta dal Governo itahar-o, cioè il rilascio dei 29 prigionieri turchi, lasciandoU liberi di recarsi dove avessero voluto ' voluto, Per la consegna del prigionieri Le trattattive si imperniarono successivamente sulla tesi del ministro Poincaré,' cioè rispetto agli accordi presi fra Poincaré e Tittoni; vale a dire : ' consegna dei 29 prigionieri turchi alla Francia, la quale avrebbe loro fatto subire, appena. avessero posto piede sul territorio'francese, il promesso esame medito, impegnandosi a non lasciar proseguire per la Tripolitania i turchi catturati, qualora risultassero appartenenti al personale combattente. La.discussione sulla tesi Poincaré fu lunga e vivace e durò tutta la giornata di ieri. Di San Giuliano fece notare all'ambasciatore di Francia come il consenso dell'Italia su tutte le domande del ministro Poincaré significava darà completamente causa vinta alla Francia. L'ambasciatore dichiarò che tali erano le istruzioni ricevute, e che, del resto, la formula della soluzione dell'incidente, che si sarebbe trovata, sarebbe stata tale da salvaguardare pienamente, la dignità del Governo italiano e da soddisfare il suo amor proprio. L'on. Di San Giuliano ebbe un nuovo colloquio con l'on. Giolitti e nel colloquio successivo con Barrère comunicò a quest'ultimo che il Governo italiano, animato dal vivo desiderio di comporre. &michevolmente l'incidente e di non turbare le buone relazioni tra Francia e Italia, acf cedeva alle richieste del ministro Poincaré^ che i 29 turchi catturati fossero riconser gnati alla Francia in un punto da fissarsi del territorio francese. Il Governo accedeva a tali richieste anche nella considerazione che da parte sua aveva già precedentemente offerto il rilascio dei 29 turchi, essendo stato riconosciuto che tutti, salvo due o tre, erano medici ed infermieri della Mezzaluna Rossa. Li domande dell'Italia " QcPavvenne nella giornata di ieri. L'ac cordo di massima era raggiunto e l'incidente poteva in sostanza considerarsi risulto. Ma a questo punto vennero in scena le domande dell'Italia, alle quali l'ambasciatore Barrère, sincero amico del nostro Paese, fece buon viso. Le domande dell'Italia riguardavano quattio punti: l.o Riconoscimento da pai-te della Fran eia del buon diritto dell'Italia nella cattura del Manouba e nell'arresto dei 29 turchi; 2.o Ricerca di una formula da stabilirsi di comune accordo per risolverete que-e e o o i - ! stioni controverse dei diritti dei neutri e e dei belligeranti in applicazione della ton- ivenzione marittima di Londra, e ciò pei e evitare che si abbiano a ripetere incidenti -icome quello del Manouba; 3-° Dichiarazioni da parte della Fran--buona fede di esso nelle operazioni coni piute riguardo alla cattura del Manouba -1 4.o Binunzia da parte della Francia a - sottoporre, come essa intendeva, talune o delle questioni riguardanti la cattura dei l piroscafi sospetti in tempo di guerra al giu- dizio del Tribunale dell'Aia, e ciò perchè il , Governo italiano ritiene che tali questioni i suscitate dalla cattura del Carthaye e del è Manouba furono precedentemente risòlte i dalla convenzione marittima di Londra. -: Naturalmente, la designazione categorica a di questi desiderata non poteva trovar posto - in Tina «nota» destinata alla pubblicità e nella quale si dovevano riassumere soltanto - i termini generali dell'accordo: