I particolari del "carrozzino,, della Torino-Rivoli rivelati al Consiglio Comunale

I particolari del "carrozzino,, della Torino-Rivoli rivelati al Consiglio Comunale I particolari del "carrozzino,, della Torino-Rivoli rivelati al Consiglio Comunale il palleggiamento delle responsabilità (Seduta del 24 gennaio 1912) Evidentemente la popolazione si interessa ansai alla questione della Rivoli-Torino. Pur sapendosi che solo verso le 16 si inizia la seduta, già alle 15 e mezza, quando i consiglieri nell'aula si riducono a tre o quattro, la tribuna pubblica è al completo, e numerosi sono coloro che pazientemente aspettano fuori che anche pei' essi si faccia un po' di posto. I consiglieri invece arrivano col solito ritardo, cosicché quando il sindaco, alle 15,55, apre la seduta i presenti nell'aula non superano di molto la quarantina. Senza interrogazioni e raccomandazioni si riprènde la discussione sulla , '■• Onestili della Ferrovia Tù-ieli FROLA, avendo avuto qualche parte nel proporre al Consiglio il riscatto ed il Consorzio della Torino-Rivoli, crede di dover dire ancfVegli qualche cosa, specialmente sullo scopo che la sua amministrazione si prefiggeva con il riscatto e la trasformazione di quella linea. ■ Ricorda quale era lo stato di cose del Comune in quel tempo : le condizioni del servizio tranviario appunto là dove fa capo la linea Torino-Rivoli. E crede che il Comune, sistemando il servizio tranviario, ha fatto un buon affare, perchè è noto come si dovesse dare là diffida per la cessazione del servizio tranviario 1 orino-Tesoriera. E bisogna anche ricordare che la Provincia aveva concesso una linea tranviaria Torino-Rivoli nella sede stradale ei lA Comune di Torino.non avrebbe potuto mpapSlmn'^-CCdztsWCssscostrurre una sua linea fuori della cinta daziaria. Si parlò sempre di progetto di massima, ma esso era tale da fissare bene già tutti i costi delle opere da far ' Si costituì il Consorzio, c a sua solo nel deliberare e Hello spendere quei fondi: non autonomo dello spendere oltre i limiti dei fondi affidatigli. Quindi, se il Con. aiila nssare bene già tutti' azfrcCh°eleavLevI'6a0'^a' fidisposizione i~fondFda?^'dal Comune dallì tProvincia e dalla città d~Tarmo hnindt cesso nSn poteva[esorbitare daQuesta0 som- ;fma. Si dice che è autonomo: ma autonomo sLsorzio deliberò spese maggiori, doveva chie-l tderne l'autorizzazione dal Consiglio comunale. *Ora noi dobbiamo rientrare nella normalità ^o nella legalità. Egli non vuole dare giudizi *tecnici su quanto deliberà il Consorzio. Si è ™già visto che nel bilancio 1910 le spese effettive ™n^T™r\^J?„X%^^^ f0b-|mJÌ""° P,6!"^*6"^^0^11^ 10, pa^l.lte lsolat8' qC,nicC^tfnfc0ol^<S^inple W Uì5là^ « ! 1Bisogna esaminare bene la questione e fis- sar bene il mandato che si deve dare ai nostri crappresentanti • in seno al Consorzio; trova dperciò troppo vago il N. 3 delle proposte della lGiunta. . | A proposito della lettera del sindaco di Ri- : nvoli, letta nell'ultima seduta dal sindaco di Torino, deve dichiarare che .la citta di Rivoli rin tutte le trattative fu sempre lealmente d'ac- cordo con la città di Torino : non bisogna di- menticare anzi che fu per opera sua se la città di Torino potè ottenere la tranvia To- rino-Pozzo Strada, e si poterono ottenere grandi vantaggi per la sistemazione del sor- vizio tranviario e della linea Torino-Rivoli, ANGELO ROSSI, rispondendo a Frola, fa no. tare che questi disse che.il Consorzio era vin- colato al progetto di massima, che ora si vcuv rebbe far apparire come il progetto particola- reggiate e definitivo; egli invece legge una de- liberazione proposta dalla Giunto e votata dal Consiglio, con cui l'inscrizione della spesa nel . _ «. bilancio comunale non era limitata alle lire 1,600,000, perchè la Giunta stessa sapeva'che tale somma non era sufficiente. Lo disse lo stew assessore tecitf^ 11 Consorzio non poteva dire nulla, perchè nulla gli Si era dal Municipio di Torino detto perchè limitasse la spesa: non gli si era affi- dato altro incarico se non quello di preparare ed effettuare la trasformazione. E appunto perchè al Consorzio non è stata mai fissata la ...Lx- oXlefalirtso no^fe^lheTspetorfil aaua legaaiw. t-sso non lece cne abyetmits u famoso progetto dettagliato della Giunta, che non venne mal L'ex-assessore Ferraris dice che il progetto di.maxima.bastava^ ma biso- gna tener presenti tolto le ^ vano: cioè lavori per il nuovo piano ferro--viario, per l'abolizione del a ^incea, di sterro e di interro, di bonifica, di abbellimento delle stazioni, ecc. ecc. Che poi nel preventivare tutte le spese — anche quelle omesse dall'as- i V l i a a a sessore Ferraris — il Consorzio non abbia ec- ceduto è dimostrato da un raffronto tra ili progetto di massima c quello dettagliato, fatto | fare dal Consorzio. E bisogna tener presente! che nel suo preventivo l'assessore di allora aveva in animo di collegare la linea di Rivoli ! all'Azienda tranviaria! Ma perchè non lo dissei mai francamente questo suo desiderio? Ne parlò, è vero, con parecchi membri del Consorzio, ma la cosa assolutamente non risultò mai ufficialmente. Fa notare, Incidentalmente, che non lo si volle nemmeno ascoltare quando propose che la linea di Pozzo Strada fosse fatta passare per piazza Statuto, lasciando così sfruttare il viale fra la piazza Statuto e la Barriera dalla Belga-Torinese. Accenna alla questione delle rimesse nuove che l'Azienda tranviaria avrebbe dovuto fare se avesse dovuto accogliere anche le carrozze della Torino-Rivoli. Rileva che lo stesso ingegnere Ferraris, quando face fare il progetto di massimB, accennò alla convenienza di tenere presente la eventualità del collocamento di un secondo binarlo in un avvenire più o meno lontano. , , -.„„'.a Passando poi a rispondere al consiglia-e Levi, licorda che in un'assemblea del Consorzio del 30 dicembre. Levi, dopo aver ritirato un ordine del giorno di biasimo contro il Comitato permanente « dichiarò di riconoscere che fu dal Comitato usata tutto la miglior' volontà, fi volle che l'ultima sua parola risuonasse riconoscimento della massima correttezza in chi il Comitato presiedeva » Non riesce a conciliale il contegno presente del Levi con le parole allora dett^. Ritornando alle questiona di dettaglio, ripete che dello studio della trasformazione della linea era stato incaricato specialmente l>ihn Borgesa, di cui lo stesso Levi riconosceva illimitatamente l'altissima competenza tecnica. Dà spiegazioni su talune cifre tirate in campo da Levi, e ricorda che anche il rappresentante di Rivoli in seno al Consorzio votò per l'abbandono dell'idea del raccordo con le ferrovie dello Stato. Spiega perchè si sia creduto di fare il riparto degli utili e come lo statuto parli di accantonamenti da ,larsi però dopo la trasformazione. Ricorda iinfine che l'assemblea del Consorzio diede sempre la sua sanatoria al contratti stipulati dal Comitato permanente, e che il sesto membro del Comitato fu nominato nel luglio del 1911, quando tutto era già stato deliberato: la sua nomina fu resa necessaria dalla massa di lavoro da sbrigare e dalle forzate assenze di parecchi altri membri del Comitato stesso. Del resto l'assemblea ratificò anche quella nomina. ANGELO ROSSI conclude poi: Mi permetta infine 11 consigliere Levi di dirgli che questo zelo di controllo egli pensò ad esercitarlo un po' tardi. In due anni non fece mai nulla... ci furono cinque assemblee del Consorzio: ebbene, egli non intervenne che alla prima e alla terza... Voci da piti parti: Ma stiamo élla questione principale ROSSI — E non intervenne proprio alle sedute in cui si dovevano discutere e ratificare i contratti lezzo. La proposta di sospensiva AMAR crede che molti consiglieri siano come lui rimasti assai |mpTe5Blornrtr~tialla~~o- dlerna discussione. Ma, aggiunge, bisogna pure ricapitolare. SCIORATI — Anzi, capitolare! (fioriti) AMAR continua spiegando come in.base^allo stesso statuto del Consorzi^ sift4°™W; provvedere subito alla elettrificazione non S^SffiFV&SW K^nS l&^^ààJST^-émotS^ gli laudi mente piovvedeie a lar compiere gii siuai nee, ari' ranni, nnn nA «.«tv Ma nè Consiglio, nè Giunta non ne sep- '^iS^Tr "ti r^iMn m. lo n„n -qfeCIORATI — Il Consiglio no, ma la Giun- *«\t» . „ „„lr.A, ii nw.M«»<. p> « 1 AMAR si pone quindi il problema: « E il, Consiglio vincolato dalle dediberuzioni del Consorzio? | da spendere se le deliberazioni del Consor- zio sono, state prese regolarmente. Cose tut- te the noi .gnorianio rftm,,,.,vn „n_ ,6 sue^s^ Wteg'S giorno «'«-olConsiglio delibera di nominare una Commis- sone di tre membri incaricata appunto nH,studiare le questioni LEVI avverte che nulla raccoglierà in que- sta discussione di quanto sente di pettego- «■in mi vanto — dichiara — di avere detto al Ve„erandonts°en. Ross, quandiSoT.di vin- in n «tnnrn ritirarsi dalla Grande intrànresa i rni ^ eraScinto con fora e laboriosità a cui si era Mtocon addirittura come fi^Son dUtequalTitsi parola ^egU ri- tenesse per lui, non dico aggressiva, ma men che deferente: tanta è la riverenza affettuo- f ì° che sento per chi pre-1 siedeva il nostro Consorzio. L'assemblea dei ueiegati era all'oscuro di tutto! t.0 Sidat0, a ,cert* niie conclusioni - con *'"ua lavv' L«,vi ~ al fatto del non mio ^^^^^JB^S^^L *Ya intenzioni S Portata che non è Uni ™ ! SffeS^^W Dario kJ ™Sd?„rftetto nertónafe m!L'assenablea inur-Xtamente anteriore a quella 11 luglio 1911. avvenne alli 20 giugno 1910, un anno e un mese circa prima « In quella assemblea l'Amminisuazione del consorzio diede conio, come in altre prece deIM1 delle pratiche esperite per la definitiva legale esistenza del Consorzio stesso. < Fino ad allora, dunque, nessuna spesa, nessun progetto, nessun contratto, € poi l'Amministrazione del Consorzio ope rò senza che nessuno di noi delegati sapesse nulla di nulla. Solo a me (che mi preoccu payo di cosi lungo silenzio o ne chiesi per sino conto al presidente) venne dato di co noscere, poco prima della convocazione del- l'assemblea del luglio 1911 la, relazione del i predente stesso e vi appresili-contratti fatti- e.etlpulati; le spese che ritenevo ingenti de^i cretate; i lavori fatti e in corso. Come non si era sottoposto all'assemblea, come si doveva per l'art. 10 dello statuto, alcun bilancio pre-i ventivo, nè consuntivo, nei termini voluti. cosi non si credette <W deferire all wsoiUa Ut molte convenzioni che puie interessavano. e cornei, il patrimonio del Consorzio. Ripeto, <iit*n ai<q tetto nafininvn tìi otiti» \vn Io fili o- tutto era fatto, definitivamente, salvo le que stiogl di..le*a,J.taoea°i„,H0',™a- ,„,.„ fllA„, t « Fu allora che avendo nc^to fuon dai A'S^JS^^ S^m^S^^ tato d}aud*r« ^ c0™ « ^gL^dl Pnln tósi i «.^KW^S^at Gomun^'^Mae^ gervl P« las^5tà d menli de l'onerato del ÌS^JS^JSSSZJ-«ff^ea^ttonaó^meo^ ^^SSlSSf accettazione o meno qbi suoi aeaueraii. Dunque non è che io lanciassi accumulare errorj coi gusto di dare poi delle responsa- «Utt QuaBnd0 u comitato usci daU'ombra ^B c0«obbl gU errorii tutt0 era fatt0 e nón | vl era piu Ja p0ssibmtà di impedire ciò che; - costituito il Consorzio \ tome era cosntUHO I consorzio ] e a proposito di responsabilità — continua n consigliere Levi — è bene che io dica 00me era costituito il Consorzio, quali erano anno. Ecco i nomi del. rappresentanti: le competenze ftei suoi membri, i II Consorzio era rappresentato da 11 mem | bri; di cui 7 per Torino, 3 per la Provincia ! ed uno per Rivoli. Lo statuto del Consorzio venne approvato ! soltanto nel primi del 1910, pubblicato nella i Gazzetta ufficiale il 14 febbraio dello stesso e a Per Torino: Ing. Giovara, Senatore Angelo Rossi; avv. Bolmlda; avv. Cappello Maggio rlno, avv. Bosio EdoaVdo, comm. Leumann e avv. Abramo Levi. Per la Provincia: Ing. Borgesa, avv. Richelmt e geom. Geymonat. Per Rivoli: l'avv. G. B. Rossano. Tra questi rappresentanti, e da essi rappresentanti, vennero eletti gli amministratori del Consorzio che costituiscono quello che 10 statuto definisce « Il Comitato permanente ». A questo Comitato erano stati eletti: Angelo Rossi, presidente; Ing. Borgesa, vice presidente; Ing. Giovara, avv. Cappello e avv. Rossano, membri. Nell'assemblea del rappresentanti il Comitato Permanente ara cosi in minoranza; cinque contro sei. Ma il medesimo Comitato propose In luglio ultimo che gli venisse aggiunto un membro, come infatti avvenne nella persona dell'avv. Edoardo Bosio. In tale guisa il Comitato permanente si assicurò la maggioranza nell'assemblea che non aveva più possibilità di agire. In tale condiziono di cose, dal luglio al novembre, io, educato dal precedenti, vigilai e seppi che non si era preparato alcun bilancio preventivo; che si erano trascurate alcune formalità, in parto accennate ed in parte da accennare e scrissi al Presidente del Consorzio la. lettera. Interpellanza allo scopo di ottenére la convocazione dell'assemblea; e per esserne sicuro scrissi anche al Sindaco le lettere ndte. i primi screziinel Comitato permanente In questa assemblea del 30 novembre 1911, notai che erano sorti degli screzi! in seno del Comitato permanente, e siccome mi ero assunto l'increscioso compito di sfasciare quella amministrazione che, secondo me non rispondeva agli scopi del Consorzio ed alle , esigenze del bilancio del Comune, mi incu ineal tra j dissidenti per aprirne maggior mente la breccia. e Era buona guerra. L'avv. Rossano, per Rivoli, voleva che si studiasse che cosa costava il secondo binario e diceva che era preoccupante la ingente spesa sostenuto per la sede del doppio binarlo senza frutto veruno, senza la posa cioè del secondo binario; concludendo un ordine del giorno da esso presentato, cosi: • L'assemblea, ecc.. delibera ohe il Comitato permanente debba preparare e presentare entro un mese all'assemblea progetti circostanziati, teonicl e finanziari per procedere alla costruzione del doppio binario su tutta la linea». Era una preziosa confessione che veniva da un membro del Comitato amministratore, che cioè si era deciso di fare la sede del doppio binario e deciso di non collocarlo senzn curarsi di avere progetti circostanziati, tecnici e precisi intorno alto spesa occorrente! E tutto ciò, malgrado che nel Comitato il tecnico fosse un membro della nostra Giunta. Naturalmente appoggiai questo ordine del giorno, rispecchiando 11 mio pensiero in que ste precise parole riferite nel verbale comunale, che se si tratterà di votare in Con siglio 4 milioni per fare un solo binario, fi risèrva ampia facoltà di non votarlo. Se in vece si faranno gli studi anche per il secondo ^^ ^ prosfie™^^ rie ipotesi, allora egli potrà esaminare più cosc,£nzlo8!an)ente la questione». Ma- s«"« P»ù bello, il Rossano ritira il suo °rdlne del giorno e si scosta ad\un altro Borj?esa che lmpUcitàmcnte ammette la li sorganizzazlpne a cui ho accennato, ma rasmda a presentare a Torino ed a Rivoli i chlèsti preventivi. Io ho votato contro perchè con qu£st0. ordine del no g, mimfeneva 1 ferma la spesa "del 4 milioni, ma sono stato solo a votare cosi II Comune non è ancora impegnato t^^hoJsZ"a vedére if mWaìe nri£ p^^erWRivoliVff e'ne cSd%Pch^ ciò era una specie di vidimazione di un con- inmÓpnHc«lbSlteS°: ? ^rSf la ISSSMÌS^^ gg}, non per la Questione della linea di Ri"""' LEVI rllev& poi che finora non si spesero estivamente che poco più di 400 mila lire J>^^._Con«g^ ;e «» quindi non capisce -perchè la Giunta voglia "ai!S. Proprio oggi al Consorzio i 2 milioni ^A^^g^A^™ <*e 11 consiglio non ha ancora deliberato. cre,1« <iuln<» <" «ssere arrivato in tempo, momento che non ai è ancora speso tutto 0,0 ^ è *™« legalmente (L. 1.600.000). f/LrE„YI,,^oen,)f„"''01 ai rapporti creatasi tra » Comune e il Consorzio per la costruzione d?Ua__linea ..eAettrica, BarrLera dl Francia-Te soriera, al posto della tramyia a vapore della Tesoriera; tramvia che viene a costare ora al Comune di Torino parecchie migliaia di lire, mentre usando maggior prudenza si sarebbe potuto avere gratuitamente. Esamina poi il movimento di cassa del 1911 della ferrovia di Rivoli, deducendone che da esso non risulta che un utile di otto mila lire circa. Conclude dicendo che riconosce la buona volontà del Comitato permanente del Consorzio, ma indiscutibilmente esso ha male operato. (Interruzioni del consigliere Avellano). LEVI, rispondendo: Io non appartengo e non ho appartenuto che ad una Commissione da cui cerco, di uscire: non come quelli che si propongono essi stessi per qualunque Commissione e vi rimangono aon qualunque votazione. L'accertamento delle responsabilità SINCERO crede che in una questione cosi grave occorra di Vedere bene le responsabilità, e sopratutto le soluzioni possibili. Dopo brevi parole di grande deferenza per fv«-Dlchiarà,-nella-sua-quallt&. di consjgltoe|fvvlgirCvvlcLgetNCevnqtiMpsgaltèvi „ KOv„f^,0 o^ì-'i "".»«^<S"«»4U""A3"7^S.» &A^tó*^?^SKttìKS^S^^iàSfe^^^ izì0.- .?.lce ohe occorre anzitutto precisare date iueU febbre &ìi mUnlciDalizzazioni~U Con- ^Sm^^iS^W^m^^^^tm6- to™op°0 «^Pgfas101oice°tmPP^^° ^,Sti (come ^ Ma ietterà preziosa dell'avvocato Bosio) non ne hanno voluto sapere, previo e- i . * • r- - e. fatti essenziali. Sono questi: 1008. Amministrazione Frola: si imbastisce Baine, Si imbastisce Consorzio e riscatto per impedire la concorrènza che una tranvia elettrica Tórinù.Rivùli, che ha già la concessione, sta ^ ìare alla Ferrovia della Finanziaria, te- iIn6nd0 cl,e ciò possa nuocere alla perfezione s,erviz,i,° èd anc5e Per altre ra*ionl- E 81 ^?n:iene " orezzo del riscatto, inferiore, sia S^e' a,q-uel,1J° cne sarebbe portato da legge dl municipalizzazione, ma enormemente su- periore al valore commerciale, che In quel intento? ^WS^STiSS^Ù^^ valore della serie p miplìn dplln. rnrirfi<!sir,nn dito io atato"del materiale dal L^ e dai | aaw io stoto del materiale dal Levi e dal ; Cade l'Amministrazione Frola, nel principio 1909 interregno, elezioni; .amministrazione \^ossl- *** « Primi suoi atti, al 27 luglio 1910, ]„ portare ^ ConsI Uo la solJta de^era^on,, m massima (con cui si sono iniziati tutti i peggiori spropositi amministrativi di Tori no) dell'Amministrazione Frola, dicendola studiato da due Amministrazioni. Il Consiglio approvava. Ma sin qui. e qui corregge il grave errore del consigliere Frola, nessun progetto e nessun preventivo di nessuna specie, erano mal stati neanche iniziati. 11 riscatto era stato imbastito in nome del principi. Progetto venne prima dell'ottobre 1909. Fu quello dell'Azienda tranviaria, ingegneri Scot- ; ti e Giupponi. fatto redigere dall'assessore l i l o e o Ferraris, forse per la Giunto. Ma questo non venne affatto, nè allora, nè mal, presentato al Consiglio. Anzi, la deliberazione definitiva, portata in Consiglio dal Sindaco, 11 29 ottobre 1909, mette e parla di ben altro che del progetto Scotti, poiché parla nientemeno che di doppio binàrio, cosi come se n'era parlato sempre, anche al tempi di Frola. Vero che precedentemente, in seno al Consorzio, costituito nel febbraio 1910. l'assessore Ferraris tenta far prevalere il suo progetto. Ma il Consorzio è contrario, e qui è il suo errore di apprezzamento .che il .Presidente non può impedire, ed inoltre Ferraris cade nel luglio 1910 e l'ing. Scotti si dimette, tre mesi dopo, dalla Commissione tecnica,- lasciando libero campo alle idee del nuovo assessore Giovara ed assessore Bolmlda. ecc.. per l'autonomia tecnica. Ma anche il Sindaco è al corrente e seguita a parlare di secondo binarlo: ed è sorprendente che non comunichi al Consorzio la corretto e precisa lettera dell'ing. Scotti, che dimettendosi, richiama alle necessità di non uscire dal progetto'suo. Il quale non contemplava, e lo diceva, parecchie spese: e quindi il- Consorzio, in base allo statuto, in base all'assenso del sindaco ed assessori, potè credere che la somma di 2.700.000. stanziato dal Comune, fosse un primo tondo. Quindi, colpa lieve, ma una gcavisslma del sindaco ed assessori, y lina voce. — Ma Rossi era consigliere comunale .e doveva sapere che non si era mal parlato di primo fondo. SINCERO — Soltanto perciò gli si può muovere appunto. Che se non fosse consigliere non vi sarebbe ragione di biasimarlo. ' Intanto ora bisogna innanzi alla cittadinanza provvedere. Ricerca di responsabilatà più larghe si farà fra pochi giorni in discussione più ampia. Ma per molto considerazioni che svolge orede, se la Giunta vorrà accontentarsene, si possa votare quest'ordine del giorno che risponde anche a considerazioni giuridiche: «Il Consiglio, udita la discussione: riservando ogni apprezzamento sull'operato della Giunto ed ogni deliberazione In merito ai maggiori stanziamenti, manda alla Giunto di accordarsi cogli altri enti interessati per stabilire di comune accordo, tenuto conto dello stato attuale deglt impegni, l'Indirizzo generale del Consorzio, tenuta presento l'utilità di affidare l'eserciziio della tramvia TorinoRivoli trasformata aJla azienda tramviaria municipale torinese. E di proporre quindi al Consiglio Comunale, insieme allo stanziamento di fondi occorrenti, la ratino» di questi accordi ed i nomi dei componenti il Consorzio da nominarsi dalla Amministrazione comunale di Torino ». Un conalfliere socialista NOFRI crede che Sincero abbia dimostrato benissimo come gli <arrori non si siamo localizzati nel Consorzio, ina siano andati subito ammtodbl fino alla Giunta. Ricorda come il Consiglio votando 11 riscatto abbia chiaramente mani- festato_Jl^u<)_intendlmento. La Giunta—in- vece, di fronte alle Mee grandiose One avevano afferrato di Consorzio, pur sapendo quale era precisamente il programma deL Consiglio, non credette di reagire, anzi approvava il 9 agosto 1911 la maggior spesa di 11re 1.780.000. Ma perchè non portò subito al Consiglio questa sua deliberazione? Si trattava di vedere se il Consiglio avrebbe approvato un preventivo che era il doppio di quello approvato iprlma. 11 Consiglio non fu svegliato che ora daHe considerazioni e dall'allarme del consigliera Levi. Ora le cifre che ci ei pongono avanti, gli errori sono tali, e cosi poco giustificati, ebe ci fanno capire che il Comune sarebbe trascinato ad un vero disastro finanziario.. Non è nemmeno il caso di pigliarsela con il Consorzio, il quale è stato assolto del suo errore iniziale dalla Giunta. Egli crede, contrariamente a quanto disse Sincero, che il Consiglio debba esaminare e vagliare le responsabilità, e sopratutto e innanzi tutto chiedere conto alla Giunta di quanto ha fatto. « Il consigliere Sincero vuole che ci mettiamo d'accordo con Rivoli e la provincia. Ma questi nostri.., consoci non c'entrano che poco o nulla! La provincia non ha dato che la strada e Rivoli continuerà a chiederci il doppio binario. Quello che .importa 6 di respingere subito le proposte della Giunta, di dare voto, di sfiducia a coloro che ci hanno portaii a questi estremi, di accertare le responsabilità, e di vedere se o quanto possiamo ancora trarre in salvo ». Presentaci seguente ordine del giorno: « Il Consiglio, in considerazione di quanto è risultato dalia discussione: « Constata come il programma approvato dal Consiglib per il riscatto della tranvia a vapore Torino-Rivoli e la sua trasformazione in ferrovia elettrica e per la costitubione del relativo Consorzio fu da quest'ultimo allargato fino al punto di raddoppiare la. spesa originariamente prevista; * Constata inoltre come ciò avvenne colla approvazione della Giunta in base alla sua deliberazione S agosto 1911, mai sottoposta al Consiglio; i Delibera pertanto di respingere le proposte della Gitinta e passa alla nomina del rappresentanti del Comune nel Consorzio In sotituzìone dei dimissionari col mandato di preparare e portare .alla Giunta prima e al Consiglio noi il vero preventivo di spesa che nei possibili limiti del programma originario sa necessario alla definitiva trasformazione della linea ferroviaria In discussione». Replica l'ex-assessore Ferraris LORENZO. FERRARIS ricorda anch'egli ohe all'inizio della sua vita li Consorzio, o per meglio dire 11 suo Presidente, era. perfettomente d'accòrdo oon lui sul programma che doveva proporrei il Consorzio, programma che a parer suo mon avrebbe mai dovuto essere mutato. E' gi-iito a Sincero di aver detto che 11 suo progetto era completo : è vero che mancavano parecciyio cose che il Consorzio-, preventivò poi in «somme vistose, ma ciò accadde unicamente peróne il Consorzio allargò il programma e adottò ideo molto più grandiose. Ciò che mancava nel suo progetto, dati 1 suoi criteri!, erano di una importanza e di un costo minimo, tonto che ■ potevano entrare benissimo nei margini del suo preventivo. BAiOHI domanda ise il Consorzio o la Giunto paventando il àuo progetto del costo dì quattro o cinque milioni, può anche presentare un preventivo finanziario o di esercizio che provi se e qu&nto reddito la azienda darò. Essenziahnentè e prima dii tutto la Giunta, che si è sostituita al Consorzio, deve dimostrarci che la aaienda sarà ancora redditizia.... (Ilarità e mormorii). BACHI: — E' apparito perchè non credo a questo reddito, che ho mossa questa domanda alla Giunto! GHIAPPORI crede che esistano responsabilità e nel Consorzio e nella. Giutna, la .quale avendo membri suoi in altre amministrazioni finisce per, assumersi essa la responsabilità di queste amministrazioni, come già ben dimosttò il cons. Casana. Vorrebbe poi dimostrare «the il Comune di Torino riscattando la linea di Rivoli ha fatto il danno suo, perchè porto ad altri Comuni che danno poco o nulla i sVioi cittadini, e si crea una non disprezzabile concorrenza alla /sua linea dd Pozzo Strada. Ma vi è anche una responsabilità dell*, maggioranza che ha nominato 1 suoi rappresentantij nel 'Consorzio. (Foci e protesta). CHIAPPOLI fa notare che la città di Rivoli ha tutto l'Interesse che si facciano non due, ma tre binariv anzi un vero tapis foulard che la colleglli a 'forino. I rappresentanti di Torino avrebbero dovuto sempre costituite la grande maggioranza nell'assemblea del Consorzio, anche perchè quelli della Provincia avevano presso a poco interessi identici a quelli di Rivoli. Critica poi in vaite. la 'scelta fatto del rappresentanti del Cvmune di Torino. Un battibecco Orede di rappresentare in questo momento l'opinione pubblica la quale vorrebbe che la Giunto Rossi non restasse neanche più un'ora al potere. «Del resto - aggiunge - questa è anche l'opinione dì molti di voialtri dèlia maggioranza, ma avete paura di vi irlo SINCERO: — Paura «1 che? CHIAPPORI: — Paurlj. torse della eredità che vi toccherebbe... Ma «aura sopratutto dei corpo elettorale... Unterrkzloni, rumori, prò* teste). viGARJ: — Voi non sanate fare altare che criticare; ma perchè non salii te voi al potere T CHIAPPORI = — Ci andramoi con o senza il suffragio universale, quando gli elettori vi avranno spazzati via! VICARI : — Ne farete delle belle I CHIAPPORI : — Avremo sempre questa soddisfazione: che per quanto na facciamo, voi le avrete sempre fatte più gjros.se.... VICARI: — Voi dimenticate ohe le municipalizzazioni le avete volute voli CHIAPPORI : — Nessuno di quelli che seggono su questi banchi intende di respingere la responsabilità delle municipalizzazioni votate... Quello di cui non ci voghamo prendere la responsabilità è del modo con cut sono' poi stote svolte, realizzate quéste municipalizzazioni.... Che colpa ne ha la minoranza «e ci avete presentati dei preventivi sbagliati? Del resto il nostro giudizio è indipendente. Noi critichiamo non solo gli avversari ma anche, quando lo crediamo, gli amici. « Ad esemplo, lo non discuto la linea di condotta di Levi, ma devo avvertire ebe risulta che ru luglio 1911. ciò che aveva fatto il Consorzio e che non rispondeva alle idea certo del Consiglio comunale, ara già noto al consigliere Levi. Da allora si fecero certo altre spese che si sarebbero "potuto evitare. E perchè 11 consigliera Levi non parlò prima d'ora? Egli avrebbe dovuto farlo, perche.par lui non esiste certo quella incompatibilità che illustrò cosi bène pel caso degù assessori.,. LEV) — ma non c'era più niente da farà. I contratti erano fatili, CHIAPPOLI — Ma almeno si sarebbe potuto far prima questa discussione. . • Ed ora cosa resta a fare? Già per la o> fesa della Giunta si alzerà tra poco M collega Dàneo. (llortf*), '