L'incidente franco-italiano discusso a Parigi ed a Londra

L'incidente franco-italiano discusso a Parigi ed a Londra L'incidente franco-italiano discusso a Parigi ed a Londra (Servigio speciale della STAMPA) Fiduciosa attesa lèi colloquio Giolitti-Barrère Parigi, 23, notte. [; Sarà domani, senza* dubbio, che il dis sidio franco-italiano prenderà una piega Wdecisila.- Barrère, infatti, è arrivato sol} tanto . questa sera a Roma,. troppo tardi pepj -potersi recare ' subito alla Consutla, •Inoltre, ii Govèrno italiano è stato interessato dalla richiesta della Francia, ma !';Jttòh/-ha nessuno con cui intrattenersi. 11 ^consigliere di'Ambasciata, Legrand, non è Squalificato por reclamare la restituzione Ijtìólia Missione . ; ottomana ' consegnata per £f*soa . colpa;'- Bisogna dunque aspettare il gcoiloquio;che-avrà luogo certamente nel' più breve tempo possibile, tra il marchese 'Di San Giuliano e, l'ambasciatore Barrère. Questo colloquio deve necessariamente sta! bilire come si orienterà la questione. Non Mf;8it tratta più di riepilogare sulle fantasie ifoel telegrafo. L'ora non 6 ancora venuta trattare la minuziosa controversia giuoa. ìUna sola questione è attualmente posta "rive p. questo proposito il Journal — la «milione dell'onore nazionale francese, che V;-Poincaré ha riassunto ieri. 'La Francia reclama prima-di qualsiasi discussione la consegna immediata della Missione ottomana. ^Quésto reclamo non comporta nessun dlbatf.ttto. -:non si presta a nessuna velleità di transazióne. Invano si cercherebbe di uscire da ùesto stretto dilemma..; • ■II. Journal si chiede poi se l'Italia può, oi\ una questione simile, non più tener • Sconto' dell'amicizia della Francia: \ «Da 15 anni- — conclude il Journal — le ! gelazioni tra i due paesi non hanno cessato r dal L rinserrarsi, nonostante le combinazioni politiche contrarie. Da ambo i lati dello Alpi ..sono state fatti sforzi persistenti per sviluppare tra', i duo popoli le nfflnitìi e gl'i interi-essi di rozza; quale scacco per la campagna,., della fratellanza internazionale, se gii ■iiujtl -'dovessero infliggere una smentita alle '■ypafólè l'Non abbiamo alcuna indicazione se', ria sulle 'deposizioni del Governo italiano. Tittofitt ha fatto smentire lei dichiarazioni DUhblfcate *davalcuni giornali, e questa smen. .ti la'; èj accolta con soddisfazione in Francia: e eeS», infatti, che le parole attribuite al-, rambasoftàtore . italiano .non annunziavano soddisfazione''; ai reclami della Francia. I s siornatB italiani, che hanno accolte queste dicl)J»razlpn4 ne concludono per l'impossibilitar deHa .consegna degli ufficiali turchi. E' ? indispensabile mettere lino a questo stato di ^andino., prima clja l'opinione italiana si ec■• citi T2-oppo'."($nsèguenza ineluttabile sarebbe ^dji.c'omplicarc.'.ùh conflitto che è durato anKfihe.' troppo ed il; cui ' protrarsi .non può che ■:5servire ai pescatori nelle ncque torbide.'» jiv 'Ciò che ripete il i; Temps,, .*■•';■ Parigi, 23, notte ÌJ .Tempii; insiste ancora sulla questione ytffi.jCàiìthag e "e,' specialmente del Manouba. Il-.iDiLSO.del Manouba - scrive il Temps" — 0 assai più complesso di quello del Carthage, we;ph> delicato, «iàcchè mette in questione imftpegni governativi, e, come ha detto il depufatt/b• Guérniei' nella seduta di ieri, la parola Stessa della Francia ». Il, Temps. rifà nuovamente la storia dell'incidente : l&Ru il ó gennaio che l'ambasciatore turco a T'arici ha chiesto i],.libero passo per la via di Tunisi'di tura Missione dèlia .Mezzaluna Rosta.; L'U gennaio ir ministro degli affari esteri iti-flèto- a questo proposito istruzioni a Tunisi t-«d,'fi -Costantinopoli; ma per una doppia neliftonzà. i cui inconvenienti appaiono dal dilùrso stesso di-Poincaré, non si ebbe nessu[a^preoccupazionc al Oual d'Orsay uè di saere ..quando.-sffi-su quale nave si sarebbe im^rcata la Missione, nè di avvertire della parlenza della Missione l'Ambasciata di Francia :e,'Roma. Fu in conseguenza di ciò che l'incaricato d'affa**.: di Francia, Legrand, il 19 genito.,; quando venne interessato della questlo iflTtièìlà. Consulta, non aveva alcuna notizia affane 'francese da-opporre alla tesi italiana. 5 denunciava come ufficiali i passeggeri del .jfetftibg. Con migliore metodo, il- ministro ivi^bbe'evitato al Legrand questa difficile si- fliiQ-zto'n'e. TI 17 gennaio, vigilia del giorno in haoyèvjK prodursi .l'incidente. Ti.ttoni en-ìhasitì a-Poincaré, giunto il giorno stesso al --Ir.d'Orsay. che un vapore francese, parti-^..■Marsiglia trasportava a Tunisi venti «iiaìi turchi.- Poincaré, senza accettare la^giuridica dell'ambasciatore, gli diede mit soddisfazióne, - dichiarando che non u- ìf-„Tolì1t?S,I^ì?„'Ì!Ls„ruppo. di ,,mciaIi isse, per 1 uniste, e prese per conseguenza .tigno che. dopò aver fatto verificare a itsi'la qualità-dei passeggeri, avrebbe loro-itiitO'l'aCCesSO a Tripoli se fossero real-nate stati ufficiali. Questo impegno, accetta-'da Tittoni,-distrùgge la tesi presentata ingiornali' come proveniente dall'amba"ire d'Italia — il quale afferma, del resto. Jbp ha fatto alcuna dichiarazione o co, .cazione alla stampa — tesi secondo cui tòpi non avrebbe mai rinunciato al diritto ^'cattura. Dal momento, infatti, che la Franici .é 'incaricata di fare un'inchiesta a Tu"». I/Italia' ha rinunciato con ciò di eserci» questo diritto di cattura, giacché pare ete che le' Autorità tunisine non.avrebo potuto fare un'inchiesta a Tunisi sul hi incarcerati a Cagliari. E' noto come le torità':marittime- italiane, ignorando queàcoòrdo. sequestrarono il Manouba e preéro, lp sbarcò dei turchi. Questo sbarco "[.con'un-.telegramma di Poincaré, proial'console'francese: ma il telegramma 'Xjo. giunse- indecifrabile, ed occorse un ^JgiSrno per rineterlo. Nel frattempo, l'incaricato-di Francia a Roma, di fronte alle afferlàzioni positive del Governo italiano, che si àavà di ufficiali, non avendo ricevuto dal d'Qrsav alcuna informazione che permésse di contraddire questa affermazione, egrafava al console di Francia di sbarcare "prigionieri. > ; 'onore dell'Italia non è compromesso ^.Questo sbarco — continua il Temps —■ ^Ittrario. all'accordo del 17 gennaio, tra Pomie Tlttonl, è il risultato di un malinteso, óre i dell'Italia non è per nulla compro'sp he] non persistervi, e l'onore della icla esige, al contrario, che l'Italia attesti ;.pcr la verifica dell'identità dei 29 tur; la stessa fiducia ohe accordava alla Fran_a il. 17. gennaio. Questa necessità e stata sotìoliheatà'dal presidente del Consiglio nei teri Timi che sono stati riprodotti, e clic la CaWkieraha acC'fimiato : c(oé il dovcrno ottomano, %.cui conrtazionali viaggiavano al riparo del'ms bandiera francese, persisto nel sostenere ih»auesti passeggeri non erano ufficiali; se —ito fatto parte del personale medico ed tiero. l'art. 10 della Convenzione deldel 1907. li rendeva intangibili, e non iariò essere nè fatti prigionieri, né sbar"fl:'Ìh<ÒPBii-'ca8Òi le carte ed i documenti di " 1 passeggeri facevano fede, fino a prova iraj'fa, della loro identità. Onesta tesi intera in Italia contraddizioni? \on crediapi'lnia del discorso Poincaré si sarebbe cèpita una discussione di rigore; dopo sto discorso questa discussione sarebbe in & senza -scopò. H Ministero degli affari .ji d'Italia ha fatto esprimere già il suo nmarico che-In marina italiana, uell'oser'ki>del diritto di visita, sia stata indotta a WHnrr danno a-due navi francesi, .ed lia ri'hiiHiiato l'attenzione del ~ (iovento francese mito difficoltà della situazione. 1 e . n e a a a e a o i i i e . i : -, o I e ' i e e e . — , a IIP appoggia la Francia ma quasi tutta la stampa di Londra si mantiene serena Londra, 23, notte. evid en te ~ch o~ la sta ni pa~ inglese-non —E1- considerava l'incidente del «Manouba» co me grave' in se e per sè, e come meritevole di tante lagnanze da parte della Francia, giacché si è decisa a dargli importanza soltanto questa mattina, dopo che i giornali e la Camera francese ne fecero quasi un « casus belli ». Si ha quindi l'impressione che i lunghi commenti pubblicati stamane dai giornali inglesi: sopra l'incidente siano fatti più per accattivarsi sempre maggiormente le simpatie francesi che per convinzione. Comunque, se i commenti sono in favore della Francia, occorre metter subito in chiaro che essi sono inspirati pure alla massima cordialità verso l'Italia, eccettuato l'incoreggibile «Daily Express», che torna alla carica contro di noi con santa malafede. Tutti i giornali londinesi mostrano la più grande cura di non urtare la suscettibilità degli italiani. Siamo ben lungi dalia italofobia, cui più parte di essi si abbandonò all'inizio della guerra. Stavolta l'alta stampa ebrea ha l'animo in pace e l'Italia, benché messa dalla parte del torto, viene rispettata e discussa con riguardo e perfino corteggiata. La ragione e il torto secondo il "Daily Telegraph, Lo stesso «Daily Telegraph», ohe negli ultimi tempi ha ritrovato un po' di serenità e di lealtà verso l'Italia, parla dell'incidente italo-francese studiandosi palesemente di mettere in rilievo le ragioni dell'Italia, non negando loro peso e valore, Naturalmente, esso ritiene però che « nelle circostanze in cui si trova attualmente, l'Italia non può fare altro che rilasciare i prigionieri del «Manouba», perchè un dissidio con la Francia potrebbe mettere in pericolo le comunicazioni con l'esercito di Tripoli ». Tuttavia, il « Daily Telegraph » ammette che « sulla ragione e sul torto di tutti gli incidenti nessuno in Inghilterra può dire se i 29 sudditi turchi arrestati sul « Manouba » siano reaJmente membri della « Mezzaluna Rossa » oppure ufficiali travestiti; come risultò recentemente in qualche altro caso consimile». Il giornale poi afferma che, se la dichiarazione di Londra fosse realmente in vigore, il caso del « Manouba » sarebbe certamente giustificato dagli articoli di essa. Dove il « Daily Telegraph» sbaglia è quando soggiunge che la dichiarazione di Londra non è in vigore mentre la Francia e l'Italia hanno accettato in massima, apponendovi la loro firma. La necessità di una sollecita liberazione dei 29 turchi è sostenuta nettamente da quasi tutti gli altri giornali senza distinzione di parte: essi ammettono bensì che l'Italia, se si appoggia sulla dichiarazione di Londra, ha teoricamente ragione, ma praticamente essa deve avere l'onesto coraggio di dimostrare di non aver voluto in alcun modo recare offesa alla dignità di una Nazione amica come la Francia e deve perciò rilasciare i prigionieri. Quanto alla dichiarazione di Londra i giornali col :gono di nuovo l'occasione per proclamarla ftuAtinw a fonte di nerionli nw raiWiv>v «".w-iosa e tonte <n pencoli, per ranegiai si con la Camera dei Lordi, nei riguardi dell'Inghilterra, che l'ha ultimamente reì3*' TA corAiiitìì dal " Tìthac -1 oeieuiia uei niiiet, ,„ i Solo il" « Times » si astiene dal fare pres- aL»_.» „,.*>T*„v -i -, • , . \ . !sioni sufi Italia per il rilascio dei pngio- nieri. Esso, sereno e giusto come sempre, i non si mostra sorpreso degli incidenti scra ... _ .'•«.«. . .. a u «'a Francia ed Italia e si meraviglia o-invece che le navi di ogni nazionalità in -i,.0tta TIPI' il MfiriitArrfmen nnn «ioiin efafo -!lona pe) " ierianeo non siano state n,assoggettate fin dal principio della guerra i o e a n i l , e ■ , a i a e o n i o a e a rigorose perquisizioni ed a frequenti catture, poiché un belligerante è naturalmente tentato a far valere 1* sue ragioni con speciale rigore in circostanze come quelle che esistono nella guerra attuale. Il «Times», poi, si dice sicuro che il Governo italiano si inclinerebbe al risultato di una inchiesta imparziale, condotta davanti al tribunale dell'Aja, o davanti a quell'arbitro cui Italia e Francia potessero rivolgersi, il che equivale a riconoscere la giustezza della posizione assunta dal nostro Governo, proponendo di deferire la controversia al tribunale dell'Aja. Nel frattempo ,il « Times » dichiara che tutti gli a•mici dell'Italia- sarebbero lieti di sapere se essa ha dato istruzioni ai suoi ufficiali perchè non siano avventati nelle loro perquisizioni allo scopo di non compromettere il loro obiettivo. Da ultimo, il «Times» ci dà un ammonimento in forma cortese, ma degno di riflessione, considerati gli stretti rapporti che corrono tra il grande organo ed il «Foreign Office». Esso scrive: « Un'attività imprudente da parte degli in crociato-ri italiani potrebbe avere l'effetto difar sorgere la possibilità che le Potenze neutrali, in Egitto, o altrove, senza dipartirsi dai loro doveri, tendessero creare imbarazzi all'Italia in più dJ una manierai. Un giurista che dà ragione all'Italia Le autorità inglesi di diritto costituzio,nale mantengono ogni riserva sulla questione sorta tra Italia e Francia. I più riservano" ogni giudizio, perche, secondo loro, l'elemento essenziale è questo: se i turchi arrestati appartengono realmente alla Croce Iiossa, oppure se sono degli ufficiali travestiti. E ciò non è ancóra stabilito. Queste riserve, pertanto, lasciano scòrgere che le autoiità sopradette si pronunceranno in favore dell'Italia qualora venisse provato ciic tra i ?9 turchi ci sono degli ufficiali travestili. Tra l'altro, però, un bori noto studioso di materie relative ul diritto marit* timo, il signor Douglas Ower, afferma che bastano gli elementi già noti per dare ragione senza riserve all'Italia. «L'Italia - ha dichiarato egli — è nel suo pieno diritto. Inevitabilmente la Francia protesta, ma bisogna augurarsi che non perda la testa, che anche noi inglesi perdiamo la nostra. Lltalia sta facendo solamente ciò clic è irai pieno diritto di fai-e, ciò che farebbe la stessa Fi-ancia nelle identiche circostanze. Praticamente, l'Inghilterra ha fatto la -medesima cosa durante la guerra boera. Essa catturò i vapori postatò » Burdesrath <•,« Uerzog » e » Gorebal », diretti a pòrti neutrali, poiché riteneva che vi fosse a bordo del contrabbando e dei militari in viaggio per aim tare i'1 nemico. Probabilmente, i vapori avevano a bordo questi ultimi, ma essi vennero dichiarati membri della « Croce Rossa » - ò noi li lasciammo andare, forse mollo stupidamente, perchè una fascia della Croce Rossa al braccio non può mutare un ufficiale combattente in un infermiere. Gli italiani hanno tenuto a proteggere se stessi; nè l'Inghilterra, nè te. Francia hanno ragione di lamentarsi, fin che essa non esercita i suoi diritti in modo arbitrario ed aggressivo. Naturalmente, i di ritti d)i cattura pei- mare non possono venire esercitati senza che qualcuno venga, offeso, ma essi non cessano di essere diritti per il fatto che possono urtare qualcuno quan do siano fatti valere. Allorché l'Inghilterra catturò 1 tre vapori postali tedeschi, essa era nel suo pieno diritto, ancorché non sia riuscita a provare che essi portassero a bordo del contrabbando o dei combattenti. E' soltanto prò bono pacis che consenti Q(m'^m^e^'^i'm^o^ìlibnV'di lire! tu ti %v! neutrale ^^ao^ò^t^ turchi, ciò costituisce la più ampia giustifica- zdone » «L'Italia dovrà essa considerare se le converrà seguire il nostro esempio per i vapori postali tedeschi, pagando, cioè, un compenso, oppure definire la cosa al Tribunale dell'Ala, oppure fare resistenza; ma nessun bene può essere raggiunto da coloro che annunziano delle proteste, conoscendo quasi nulla intorno a quanto è accaduto, e meno che mai in- torno a quello che l'Italia si propone di fare ver risolvere l'incidente. L'Inghilterra, come Potenza marittima predominante, dovrebbe proteggere l'Italia nell'esercizio dei suoi diritti marittimi, assai bene conosciuti, e non dovrebbe unirsi ai clamori male informati contro di essa perchè non giove»ebbe. nò al nostro prestigio, nè alla nostra dignità protestare per il fatto che una nazione amica fa esattamente quello che noi abbiamo fatto pochi anni or sono, tanto più che delle proteste di questo genere sarebbero ben lungi dall'agevolare la nostra condotta se, in uno di questigiorni, noi fossimo costretti a fare esattamente la stessa, cosa che Atalia sta facendo oggi ». Il popolo inglese vede la Germania dietro l'Italia Nei circoli londinesi, intanto, si segue con attenzione il movimento dell'opinione pubblica parigina di fronte all'incidente franco-italiano, ma si accolgono senza grandi allarmi- lè impressioni poco rassicuranti che giungono dai corrispondenti. Il nervosismo dimostrato dal pubblico parigino per l'azione del Manouba viene deplorato; in Inghilterra un fatto simile sarebbe s^ato accolto e considerato con-maggiore calma ed equanimità. La Francia, agli occhi degli osservatori inglési, pèrde qnel maggiore prestigio che il suo contegno tranquillo, durante la recente crisi marocchina, le aveva fatto guadagnare. Comunque, l'opinione pubblica inglese appoggia la Francia e - si ritiene che l'appoggerebbe -fino a qualunque estremo. La ragione principale di questo è cue .a Londra si è persuasi che la Francia • sta agitandosi cosi nervosamente perchè crede di intravvedere nella crisi attuale la mano della Germania. Ora, in Ingiùltevra, il solo sospetto che l'Italia faccia volontaria- mente o no il giuoco della Germania ba- sta ad alienarle il sentimento popolare. Tutte le simpatie vanno alla Francia, che, indirettamente, secondo le voci correnti, starebbe fronteggiando, nella crisi attuale, la Germania. Che tutto ciò sia basato sulla verità gli uomini più responsabili lo ne- gano, ma che questa idea stanno diffon- dendtsi ìapid-imc-ie per l'Inghilterra è |innegabile. Tuttavia, nelle sfere meglio in- formate si continua a ritenere come certo che l'incidente tra Italia e Francia verrà risolto sollecitamente nel modo più paci fico.