"Isabeau,, di Pietro Mascagni alla Scala

"Isabeau,, di Pietro Mascagni alla Scala NOVITÀ' XjIR.IC£IE3 "Isabeau,, di Pietro Mascagni alla Scala (Prteleonoanostrocrcomuscaeespressamentenvato. a l a o a l e a - Milano, 20, nette Uno strano destino sembra presiedere al sor-cere sulle scene liriche delle opere di Pietro Mascagni: destino, cui non è estraneo, per maestro, ed in parte trae origine da un cpm- plesso singolare di avvenimenti, che sembra- no sorgere improvvisi, e moltiplicarsi e ag- . .- . -v „. j,, „„n„ ., <.oS,110 °*rÌ?.1,1^Vi1?a 1S ^nd,?nh",,£ pi' h SÌ^S1SU«',. v,!,0»/ae' Mascagni ha compositori più di tutti i amico l'estro. E ™,nV'w™ .i-ii-nv^K,'' fn ,?u»Z,\ simili vanno presi d'un pezzo, perchè sono^IM&Jffi? fnlTi m&^J^'^ÌìSShm^y***&Jffiki ldifetto diventa, per ragioni di proporzioni eudentemente è nata in uno 4questi momenti, d'estro.. I/arte consumata delcompositore può trarci qualche volta, in inganno: può darci talora - aiutata dato finzione del palcoscenico - orpello per oro; puòanche talvolta trascinarsi faticosamente eindugiarsi di uno o di altro compositore in voga: maquesto è certo: che una grande ondata.af^^^S^^^^^d^h^S&na oltre con se, lontano liana riva, nabt.uudecido al nostro sguardo le cose meno belle eimpure, ohe essa portava in seno, e che abnaiuioiio sui greto. ^ *'* (L'opern ì piena dl squilli dell'anima, comil piiino atto di squilli di trombe. Ed è riccadi vigorose pennellate di colore. Noi potremtacciarla di mancanza di profondità, di intimrltó.1 potremo rinfacciarle una certo esuberali-za di partiti decorativi: ma questa, decorativltà fa pensare a quella del Tiepolo. E chi o i e o i a . e a grovigliarsl per turbare quella serenità, cui. dovrebbe accompagnarsi l'apparire di ogni opera d'arte, e per suscitare intorno al Alasca- gni quel mondano rumore, che 11 divino Poeta della scena 1 qualcheicosa «£j 1 a1 ecco Venezia e Milano corttendeisi oraacremente il diritto di avere primo questa 2^^^rLa^^na iìSw»aprali 5SSf^toda°riSiÌa rSSgenerale, non ^>^^n^^;i?n^&,^^',P »?ùnnJ kìl'l £ »,PwnrtiSKi^wK^.^ « inmipiri^Co di contese fra compositore e impiesari. co- sicché, bone può dirsi che questa Isabeau a-LSI l6 iS^.iSf',m r™ fpru, dipiacimento della «allena, ma non cello tuauantt giustamente si alloggiano di ogni inu-tile e pericoloso cancaneggiare. Comunque: a ciò che fu noi non abbiamoa por mente, e piuttosto dobbiamo ricercarese questa nuova creatura del Mascagni ci sipresenta tutta viva di quella vivacità, cne, irrompendo sonora e pomposamente sfoggiali-do la gagliardia dei muscoli, imprime un se-gno di freschezza e di giovinezza su tante pa-gine passate dell'autore di «Cavalleria Rusti-n e è e e disperse dall'irruenza dell'insieme, comfoglie dal vento. E questo insieme, tra momenti di enfasi e momenti .li fantasia stanca, tristemente titillantesi per cercare un qnache effetto di commozione, è "erto più colorito e più vibrante che non in ogni altropera del Mascagni. Certo, «Cavalleria Rusticana» è già lontana. Di essa risuona come un'eco e serpeggioualche ricordo nel giro largo di certe frasricche di un vigore quasi impulsivo, cui ancora-11 pubblico accosta avidamente il labbro se anche le fonti non abbiano più la purezza di un tempo, nè il forte sentore deterreno vergine 0 ricco, in cui erano pullulatePietro Mascagni qua e la si attarda ancorvolontieri tra 1 cespugli, fioriti di una fioritora artificiale, dell'Iris: Ma anche Iris è lontana. Perchè questo ritorno del maestro a certa preziosità di forme e di linguaggio non hpiù l'aspetto di cosa, che debba fermare lnostra attenzione; bensì ci appare come uepisodio formale qualsiasi, che scompare e, t„.,,.r,i,„ Hnlln vivnrttA fnlnrlla o nnmnn^T na^Hnniw. drfiV^pmP C0,orita e wnlposa passlonale dell insieme. .!? ^fel^^MJS^AP1!!?^ *JjJevite; e quella balda sicurezza, che sa un podi fronda..così caratteristici nei lavori dena melodica. L'opera intanto si ascolta volontieri. i pundeboli non bastano a ledere l'organismo, recanta i segni sicuri di una virilità gagliarde simpatica. Ma qualità e difetti appariranno meglio, seequilibrato, per quanto non siano poche iesso le disuguaglianze, apecialn ente nei rap!!?rn,^1fpnUn,pidÌta 6 C0"a flUldWÙ dPlla V guendo nelle sue parti la nuova .sreazione. -' » fretto « ^Jff} "^,8™?% <£* o miscela di tratti di originalità e di stra r vnezze, di ardimenti e di colpi di pistola, ti- -orre. i- D" anè^0s^0V;eM£ fronne did\scaHo possono u- ?™$fj? ie n^a^tatìB^ano^tt^ - ytorato scenico? inceppano il mo A quale leggenda si inspirò l'azione è risa- vczddaso Sire contro la musica, che accompagna le pa- 'Ole del re. Ma ormài il (Mascagni s'è fatto signóre della frase iniziale del duetto. Egli la i svolge, la accarezza, l'accompagna verso al\ lezze sonore d'un effetto irresistibile per il o . . d, _..„.„ „- „)à i S niSoto Foéo? Una bella è serena »mphV l uità dilaSa ln orchestra. Folco, spirito ardito eQ btóza^0. narra del suoi s^ ambinosi 4,^0^^ el ggg IZeftìi ffiióni fon'^na certa n- MCChezza dl Qisegnil e di l)elIèzze formali, n- cosi da rlcavare partlt0 anohe dal Fo,c(^ uò t d"è , 1 d m ^ h u e ..„„,„ , wiwra è tutta un rpomMrT rmn l&^tmU una ^bbrezza'dMuce^E ma IJUHndo » falco seiva!rn.io nvoratn ,i»i ùin. al ^^^^J^^^^J^^ &^tBBfó musicale ci appare pienamente rag! u ^1™*-. pHe»ro Mascagni ha serittn nnn rlolli» e j&e?£udne*%w.' viveri Dlù?cotorite b-;™* \*X°AtolfJ^!°Ì]thce™ della i contesa, il presentarsi dai cavalieri, che Isa- jbeau ostinatamente rifiuta, non può interes- me sarei molto. Ce della decoratività nella muca sica, come sulla scena: ma nulla più. mo L'ostinazione di Isabeau provoca la collera ti- del Re. Ne avrà la peggio il pòpolo se essa i- non cede! Balzelli; chiuse le porte, deserte ti- le chiéBfc Una grande pietà scuote la fanciulhi la. Essa soltanto è colpevole. Essa solo deve rdito falconiere: . i JJu - Y ■ nifiniin anelin n*>v 1 rnnsicii dPi fi- -a - df 'S^sa Ltòf Sna to" i^^le^tf^^Sàl^a^ traZi ca conteniltuti la mano di Isabeau, castissima la ritorno Hi un nin nal- ma f*sfe«gg sta pei lar utorno da un pio pei . » E tra un' lieto rispondersi di squilli s'apre S * scena bellissima del Rovescalli; un ampio & vestibolo a porticati, pesante e grandioso ad S «"» ^Po di cui tra i succedersi delle colon nu "Vèvi e massicce festeggiano al sole cuspi- , . .. inll|.lT,„r-ii-, «ini natioiin in - nsi^iiSSi^ irl^^rSSetól'li orchestrale, che udremo altre volt.;, accenna ■ su ,, flcrura' di corneJius ed „n coro nastora- v- it^oTp^egrino ma tutto soffuso diPme?an^' P pnnira dnlrwra «tinta V»r o conica S^S^^&gg e sS d^onaoa^he ntó u i c'ente prmcipessai la fanciulla-si presenta al ■, 1{(J Una tta£e espressiva se anche un po* a-' v- iamojCcate s* sprigiona'dall'orchestra Essa'c- , x dolcezza della sommissione. Isabeau' è d- dj fronte al re. non al Dadre E u ,,e fa sefn! ni- toe n SUQ volere La col.tese' tenzone per lai agdntègme Isabeau per le via di Londra forma appunto n- 1 il tema del secondo atto assai breve, oì Le preghiere della folla hanno indotto il alr Rea non incrudelire: Isabeau traverserà nulo- da le vie fra il suono delle campane in una ra gloria di sole, ma niuno potrà sfiorare con lo sguardo la casta e superba bellezza di lei. ta- Chiuse le porte e le finestre; abbandonate alla gia solitudine le strade... asi Una specie di nenia di donne, caratteristin- pa nella sua melanconia quasi arieggiarne ab- « salmeggiare In chiosa. Poi Isabeau scende u- dal castello ed il sacrificio incomincia. Noi del non vi assistiamo ma a scena vuota l'interte, mezzo orchestrale, svolto su una frase larga ra di un sapore veramente mascagnano mentre to- le. campane suonano a distesa a intervalli con ta- ^eni uguali.descrive il calvario della er- 1dI1ol®P/t? abbandonata sola alle vie silenti delha lav.,, ™* „ ,„„„,„„ ,. ... la J^^T^^^^^'f^^*L*V un ^ agliacee nato attende poiché saràaged "c ato chi vi de isabeau n"d«- ta giw mez- n Za *,emc 'n ">'i "6016 Un aspi'O desiderio dì 0 tormenti e di amore. Egli vuole Isabeau, vuo le coprirla di flori. VU0]e cl1e la sua voce si *! elevi verso la donna come un inno alla bel- jJeJj lezza forte e serena. Coglie fiori e fiori e in po' j£» }£g T sere a Coglie fiori e fiorì e in del impeto d!Stailonf l! getti suIsabeiS per le vie. Nel vespero (siamo alla terza par- nti te) si eleva triste il canto delle due ancelle re- e questo principiare dl atto ha tocchi di deda licatezza squisita, e la delicatezza e la mc .lanconia si rinnovano nel canto chiaro ed |se-! espressivo di Isabeau, che ricorda Giuglietta Iin ^e^^T^^^ST^S^ff^. ap- ltìdlo. Folco è scoperto: la folla sdegnata lo , Ve* affer,ra' La vendetta del popolo urla terribile U

Luoghi citati: Londra, Milano, Venezia