Gli Albanesi e Re Nicola

Gli Albanesi e Re Nicola Gli Albanesi e Re Nicola Il fermento albanese riservisti ammutinati I a a Roma, 15, nette. Le relazioni turco-montenegrine si vanno nuovamente inacidendo. A Podgoritza e a Cettigne è. ricominciato il passaggio di albanesi specialmente Malissori e Mirditi, che vanno a comperare fucili. Gli albanesi sono ricevuti con cordialità e trattati con simpatia dai montenegrini. Ciò dà orribilmente ai nervi alla rappresentanza diplomatica ottomana. La Tribuna riceve da Filippopoli che Re Nicola è diventato straordinariamente popolare nell'alta Albania.* Quando qualche tribù ha qualche cruccio contro le autorità ottomane manda qualcuno a Cettigne incaricato di esporre le doglianze collettive a Re Nicola il quale si trova cosi nella condizione sempre penosa e difficile per un monarca balcanico di dover consigliare pazienza e prudenza. I capi Malissori hanno aderito al progromma del partito « Intesa Liberale » per combattere ì'« Unione e Progresso». Ai confini turco-montengrini la vita ò diventata difficilissima: Gli sforzi concordi delle autorità montenegrino e ottomane sono impotenti a vincerò l'atmosfera di sospetti e di diffidenze che si è creata fra soldati turchi e contadini e pastori albanesi e montenegrini. Gli uni e gli altri si considerano come nemici aperti. In Albania si prepara un forto movimento insurrezionale. L'autorità turca fa di tutto per scongiurarlo. L'esempio dei Malissori cho a mano armata hanno ottenuto di più di quanto invano chiedevano pacificamente da mesi e mesi sprona le altro tribù. Da Costantinopoli giungono quotidianamente soldati, artiglierie, munizioni e spie. A Sofia l'unione fra i comitati di azione bulgari e albanesi ò ormai un fatto compiuto. I comitati diffondono per tutti i Balcani la voce che la Russia o l'Inghilterra si siano già accordate per costringere la Turchia a dare l'autonomia alla Macedonia e all'Albania, se le popolazioni sappiano dimostrare con una disperata rivolta che non intendono più sopportare il regimo giovane turco. Secondo poi quanto riceve da Bir Bazar il Corriere d'Italia, ei assicura che in que sti giorni si siano recati nel Montenegro molti Malissori e albanesi di altre tribù che si sono forniti di fucili Mauser e di abbondanti munizioni. In generale nel Montenegro si ha l'impressione che la pri mavera non sarà certo tranquilla. Un ca po albanese, che è passato oggi diretto in Europa, ha detto queste testuali parole: « Se il Governo ottomano non ci concede l'autonomia amministrativa, nell'aprile tutta l'Albania sarà in fiamme. Si ritiene però che appena conclusa la pace con l'Italia, il Gran Visir farà sottoscrivere l'autonomia per l'Albania Da una settimana la famosa Agenzia Ottomana nemmeno nomina più Tripoli e VHagadit di tutto parla fuorché di Tripoli e i turchi ora si domandano se non sia scomparsa dalla faccia della terra la Tripolitania col suo famoso esercito. Si cono scono ora i particolari dell'ammutinameflto dei riservisti turchi a Solitari e della re pressione eseguita dal Governo ottomano. Uno dei riservisti disse : « I miei com pagni ed io facevamo parte della terza classe che fu chiamata sotto le armi nel marzo scorso per la rivolta albanese, lo sono di Konia o da questa città fino a Scutari percorsi la via quasi tutta a piedi. Da Scutari fui mandato coi miei compagni sulle montagno dell'Albania. Sapevamo per tradizione come queste popolazioni siano indomabili. Mio padre aveva lasciato la vita combattendo contro di osse, e niio-jionno venne ferito in una spedizione anche contro gli Albanesi. Sapevamo tutto questo e tuttavia partimmo e so sono vivo, è per un vero miracolo. Passammo i mesi di giugno, luglio e agosto sotto la tenda decimati dal colera e per di ,v'ù i Malissori alle spalle mietevano continuo vite umane. Vidi centinaia di soldati morir di colera, di sete e di fame e i loro cadaveri venivano gettati tutti nel lago. Io sono restato per tre mesi senza camicia c senza potermi lavare. Sopportavamo tutto in nome di Allah che così voleva. Conclusa la pace con gli albanesi, speravamo di essere licenziati da un giorno all'altro. Ma i Giovani Turchi non lo fecero mai perchè hanno sempre temuto una nuova insurrezione albanese. Vennero le pioggie nuìw. nali e noi fummo lasciati a mar: re setto le tende con un metro di :.cqua o «li f'-:igo sótto i piedi, senza letti e senza coprite. Contro tali ingiustizie decidemmo in massa di ammutinarci. Eravamo 2500; avremmo potuto dar fuoco alla città, non lo facemmo per rispettare i cittadini «'He non avevano nulla a che vedere in *ìò Otji siamo stati condannati a sei anni di lavori forzati e chissà dove ci manderanno ». Intanto i disordini si propagano, il nuovo partito liberale fa un'ottima propaganda fra i soldati e quasi tutti gli ufficiali albanesi sono ora fra i più accaniti nemfc ci della Giovane Turchia ». alggSpmlsddutdctrngartfat

Persone citate: Mauser, Re Nicola, Turchi