Processo Cuocolo

Processo Cuocolo Processo Cuocolo (Per telefono alla Stampa), Viterbo, 11 cera. [sl/Slil'Un!?^ f ÌS, 5°Ì?ni„?lÌ?, f,,r»nÌ? »sÌ «orottò d gli chiese aauto per un turto. n teste acceuo, purché si trattasse di non spargere sangue. Do Angelis assicuro che non si sau-bbe do- vtito spargere sangue, ma.poi noni si feuc fpiu vivo. Do Angelis, richiamatei dice di a- lver , conosciuto 11 testo al caiceie di Avelli- mrio col liliale contrasso relazione. De An- : sgelis proposo all amico «qualche affare», vqualche negozio »_, appena fossero usati dal Avcarcere. Ma gli affari rimasero allo stato di idea. De Angelis dice: — Mai e poi mai si parlo di spargimento di sangue. (Si ride). *I1 comm. Garmine, amministratore delegato della Società napoletana per le imprese elettriche, è chiamato coi poteri discrezionali del Presidente. Presidente (al testimone): — Il capitano Fabroni, nella sua deposizione, come ella a eVvpddr«vrà letto sui giornali, parlò di rapporti avuti; vda Alfano con lei, quale delegato della Società. Può dirci qualche cosa? — Dagli atti ddla Società risulta che Alfano ebbe una cessione di credito di 700 lire da un nostro operaio: una parte della cessione fu pagata nel gennaio 1907 e il residuo nell'aprile 1910, a un corto avv. Agrelli, munito di procura speciale. — Ed altri rapporti non risultano fra la Società e l'Alfano? — No. Pres. — Si dica cho Alfano avrebbe percepito dalla Società duecento lire al mese . Teste, risolutamente: — No, l'escludo. Si procede intanto ai pochi testimoni che devono ancora essere sentiti, per alcuni dei quali si ordina la traduzione a mezzo della forza pubblica. Per altri si stabilisce la visita del medico fiscale e diversi soua citati per mai-tedi, fra i filiali gli avv. Luigi Potagna e Fragola. Si rinuncia poi a setto od otto testimoni. Sono lette le deposizioni scritta di T&resa Miceli e Giuseppe Bnculo, malati, indotti a difesa di Rapi, c dopo la fittimela di altri testi, alle 13.20 l'udienza è tolta. Si riprende l'udienza allo IH.30, e si.legge la deposizione insignificante resa nel periodo -i,.,.u."virì fi.., Raffaele Merodi, citato a difesa di Di Domizio. Per il giorno 17 e citato il teste Jean Carrére, indotto a discarico de) prof. Rapi. Coll'accordo delle parti si rinun■ì-> i»"* (lpnnc)7,ionc di Eugenio Guarino., citalo lìalla Pnrte Civile. LdznnubdutpcctpdcbgcViene chiamato il comm. Siracusa, msiano al capitano Fabroni. 11 Presidente riassùme la deposizione rosa stamane dal comm. Siracusa, e chiede al capitano Fabroni se abbia nulla da aggiungere. Fabroni: — Io so che quello che dissi, o cioè, che All'ano percepisse uno stipendio dalla società, napoletana, eia, una voce diffusa per tutta Napoli, all'epoca dello mie indagini, ed era avvalorata dal faito che Alfano frequentava i locali della società. Siracusa torna a (ripetere di non poter escludere che l'Alfano, o qualche suo compaAno, abbiano potuto avere dalla società un compenso od una regalia per guardiania, ma esclude nel modo più reciso che la società, abbia avuto imposizioni di qualsiasi natura dalla malavita. Aggiunge, poi. che i guardiani erano tutti armati di rivoltella. Il confronto ha termine, ed è chiamato il commissario di Pubblica Sicurezza RusrgeTo Giuseppe, il quale, nel giugno del 1006, fu mandato dal comm. Ballanti al questore Carmarino, a Bari, dopo elio questi aveva ricevute le confidenze di Ascrittove. Il teste dice che, avuto l'ordine di partire per Bari dal Ballanti, o giunto a Bari, il Cariìiarlno accennò al contenuto delle, confidenze avute 'dall'Ascrtttorc. senza fare il nome del confidente.

Luoghi citati: Bari, Napoli, Siracusa, Viterbo