La condanna a morte di quattro arabi a Derna

La condanna a morte di quattro arabi a Derna La condanna a morte di quattro arabi a Derna (Servizio speciale della Stampa). , U dietmtre 1011. Un bando emanato1 dal. governatore di allora, colonnello comandante il' 22. o fucilieri, cav. Zupelli, aveva diffidato gli indigeni di trattenere presso di sè armi e munizioni' da gueriia .e di.qualsiasi genere, comminando in caso di contravvenzione all'ordine, la pena di morte secondo l'uso del paese, ossia l'impiccagione., Ciò per evitare un'eventuale rivolta degli abitanti e il ripetersi dell'insidia' selvaggia verificatasi a Tripoli. Enorme quantità di ordigni guerreschifurono consegnati ; di ogni specie, di ogni sistema, di ogni tempo: dai vecchissimi, irrugginiti fucili a pietra focaia, ai Man- ser modernissimi ; dal lungo ricurvo fucile moresco ad intarsi d'argento, ai fucili da 1,0 cotfócgnatk fusti, .scheggiati, canne coi rosc tUt archibugio e di trombone, v. molte anni bianche: scimitarre ricurve da bedui no, sciàbole turche, lame larghe e taglien ti ferino in primitive impugnature di le- gno, inguauiate in foderi di cupio dalle tin te vivaci ; e pugnali di tutte le dimensioni, di tutto le forme, di tutte le misure, infitti a manici di metallo prezioso con ornamenti di madreperla, dì corno, di legno, di ferraccio arrugginito ; e coltellacci a lama fissa, coltelli a serramanico e punteruoli a triangolo. E le munizioni riempirono una polveriera. Le cartùcce furono consegnate a- casse, a' sacchi, a zainetti, a "borse a bandoliera. Gàrfuccere svariatissime furono sequestrate:1 alcune-di cuoio • storiato, ricamato, trapunto di filo d'oro e d'argento ; alcune di cuoio rosso, nerastro di untume e c}i sudore, sporco dall'uso e dal lungo contatto con i corpi sudici: alcuno di tela gialla, rossa, dai colori vivaci, altre formate con intreccio di cordicelle e di spago, alcune intessute perfino con foglie, con fibre di palma. Sono centinaia, migliaia, decine di migliaia di cartucce, confezionate magistralmente dai laboratori pirotecnici di Europa,' con tutte le regole del¬ LP10**™*■ altre.invece fabr bricate dagli stessi indigeni a mano, con ^ Faro al riattamento di unti .strada d'accesxo all'accampamento, fu avvicinata da ai- la demolizione si imponeva indispensabi le, si appressarono nuòvamente e ripresc'0 ll" l.iyoro. sia-cochboalastleqcooresgmcodcodp«pnmdtaspimrapccrsg)iza«dgsdnndinnardppulmuladttrlsllsdsslmezzi e 'con metodi primitivi: furono ritó venuHv:d^-òmHQlr^^a1i^cfè:%|iar:ate Una prima volta e ricaricati, dei bossoli con dello fenditure long itti dì itoli 'ed estese, dei bossoli con dei rigonfiamenti -sensibili, indice sicuro di corrosioni proffinde nella canna dell'arma che le usò. Il magazzino delle armi e delle Cartucce .contiene cosi numeroso e svariato materiale, da offrire elemento di osservazióni copiose e di studio interessante a chi. volesse occuparsene a titolo di semplice curiosità. :■ !■'•• i clini arabi e avvertita di non accostarsi troppo ad un muro lì presso, perchè, scalzato nelle fondamenta, esso minacciava di rovinare. I soldati prestarono fedo all'avvertiinonto premuroso e si allontanarono da! muro minaccioso, ma poco dopo, come lAS?r,„,£c,,,i rf1 fdÌ >'l'^vi"a' 11 ten'e,if° molle, intaccato profondamente e sconvolto ,llise caUo scoperto delle armi e delle munì-, zioni interrato di fresco. Si comprese al-13 la premura degli.arabi di scansare dai snidai? il grave pencolo del franamento I,del muro !!... In seguito al rinvenimento delle armi, furono dopo poco, • dagli stessi soldati del 40. o arrestati gli indigeni proprietari del terreno, che si confessarono, poi, anche proprietari e seppellitori degli ordigni guerreschi. 11 giorno 20, per referenze avute da informatori fidati, fu perquisita dai carabinieri una casa sospetta, e in essa furono rinvenute altro armi e altre munizioni. Conseguenza naturale ed inevitabile della perquisizione: l'arresto dei due proprietari della casa. Gli arrestati del 18 e del 20 furono deferiti al giudizio del Tribunale Militare Straordinario di guerra, come contravventori al bando governatoriale diffidante tutti gli abitanti di Derna di tenere presso di sè armi e munizioni. Il Tribunale, presieduto dal maggiore generale comm. Cappello, e formato dai quattro capitani più anziani del presidio, si riunì il giorno 21, ed il processo si svolse regolarmente e sollecitamente. Esaurito l'interrogatorio degli imputati, escussi i testimoni, prese la parola il capitane^ Spallanzani, del 7.o fanteria, die, funzionando -.la avvocato fiscale, riassunse le responsabilità e' le colpevolezze degli accusati ti chiese un verdetto di condanna: per i quattro più gravemente compromessi la pena di morte per mezzo del capestro ; per gli altri la pena della reclusione per 20 e 15 anni. Tentò di mitigare la responsabili)à, dei inzsdc«lsfRlggrado le pene richiesto dal capitanò Spai- lanzani. il-tenente dei lancieri d'Aosta (6VÓ) 'Pico.'Cavalieri,'ufficiate'd'ordinanza :del ge- per: Abed-eu Gade, Muter Ben Habrin ' Hahìr Suter Sani, Hibra-Nihr; 20 anni di reclusione per Salen Ben Rainisc; 15 anni di reclusione per Iusuf Ben Hag Mohammed. -, . > . In- previsione della condanna alla pena capitale, il genio, fin dal giorno innanzi, fu incarjcato di studiare e di. preparare lo strumento di' morte' che permettesse la esecuzione della sentenza nel modo più i semplice e più facile e, compatibilmente con le- esigenze; più umanitario. pngiudicanti e di far diminuire di qualche nerate Cappello, e fungente da avvocato difensore; ma il tribunale, accettando pie-,riamente le conclusioni dell'avvocato fisca-.le, • ne accolse te richieste ed emanò vèr- detto di condanna: lapperai _del capestro| All'alba dol 22, in riva al mare,- in p»e> situila del parco buoi, fu drizzata la forca, a- quattro lompartinittnil,., per l'esecuzione) contemporanea dei quattro conaaanàtir Essi dovevano saure' sovra uri palco pochi gradini, e sostar© un attimo sovra una botola sostenuta da quattro paletti, legati ai capi da lunghe corde; ad un cenno, infila ti i capestri al c.ollo dei condannati, tino strappo alle cordo doveva spostare i paletti, la botola doveva precipitare, od • i quattro corpi rimanere sospesi nel vuoto;,! con le spalle al sole nascente. Dopo alcune ore i cadaveri tolti aJ patibolo, dovevano essere chiusi in sacchi, e con un peso, legato -ai piedi, gittati in mare, al largo. Quest'epilogo impressionante del dramma-macabro non deve essere considerato corno un accanito raffinamento di «indetta della nostra giustizia vendicatrice, ma. .al' contrario fu .suggerito dalle eonvcrdenzej di rispettare lo credenze religiose di questo) popolo strano; fanatico e superstizioso. •• La 'reD'gione araba scaccia dal sUo sana «l'uomo» che per qualsiasi ragione moora per impiceagfiono e gli vieta il riposo ,eterrioi nei cimfteri mussulmani e prescrive-^l maggiore infamia a chi si rende raeritevola della pena infamante che i corpi siamo get-| tati in mare, in pasto ai pesci. , I quattro arabi accolsero la notizia «MQsj sentenza, di morte con una rassegnazioni! passiva da rasentare lo «toicismo, Noa. ima linea del loro volto si mosse, non d ravvivò affatto lo sguardo dei loro occhi piccoli e pungenti; continuarono a mirare ' con aria indiBèrente pubblico e tribunale, come so l'ambiento che Ji circondava non -li riguardasse'. Forse nel loro pensiero era detto: è dai stino; quindi'tanta, mditlereriza non si spiega die cou la loro cieca fiducia nella fata* )ità. Passarono la notte chiusi in una stanza a terreno dell'ex-caserma turca, ora « Ammiraglio Presbitero », guardati a vista da dne sentinelle. All'ora solita, le' 16, mangiarono il rancio dei nostri soldati,' m*! standolo alquanto, indi fumarono con arie di beatitudine, e sul tardi s'adrìoi-nientarono pacificamente. Alle b.30 del giorno 22, it drappello dal nostri carabinieri e..za.p.tlè' che doveva con-: durli al patibolo, li ttrovò desti o occupali in-un'animata, conversazione; Allo, vista-" dei noslri militi balzarono in piedi, incrociaro-j no lo braccia sul dorso, porgendo i polsi! allo manette, e con passo .sicuro si, avviavi rono alla forca.'Fu loro concessa la visita) dei parenti in un carneo di granoturco] prossimo al supplizio, da dove però, noni poteva vedersi ii palco eretto.- Con grandi) urla e pianti si precipitarono lo mogli sui) loro congiura', ma neppuro in questo, mq-j mento si tradirono: non una lagrima, noni un sesto, con la stessa aria beffarda con} la quale -accolsero la sentenza di mortosi accolsero baci e saluti dai loro cari... Mal die ha di umano questa gente che nuli» turba? Terminati i saluti furono bendati e porla.-! ti quindi al patibolo. Si lasciarono copdur4 ro senza opporre la minima resistenza, sa-l lirono i pochi gradini del palco con passòf sicuro, ed appena intesero lu corda al còli lo, chinarono pine .la testa per agevolare] l'operazione. Uno solo, l'Abed-en Gade", nel) salire il palco alzò la testa sperando forse: di vedere qualcosa: ma fu un attimo, lo spessore della benda certo glielo impedì, e] subito chinò la testa come gli altri. Poste! le corde al collo, un cenno; quattro botole , 131 'aprirono quattro corpi spenzolarono neL I, ste*fcl canna cne 11 aveva iaccompagnj.u| in tutto; ritiensi istantaneamente, " poichèL non si mossero affatto. r Alle 16, una barca con 4 vogatori e a zaptiè gettava al Uurgo, a pascolo aij pe'-^ sci, i corpi dei quattro giustiziati, r^Spintli. dagli uomini e dal loro Dio...' ' X. Y. !

Persone citate: Allo, Gade, Presbitero, Spallanzani, Suter

Luoghi citati: Aosta, Derna, Europa, Tripoli