Processo Cuocolo

Processo Cuocolo Processo Cuocolo f*Per telefono alla Stampa). Viterbo, 9, séra. L'aula è quasi deserta stamane, e anche i banchi della difesa sono ancóra vuoti quando, si apre l'udienza. Il Presidente invita 11 cancelliere a leggere1 la deposizione resa per rogatoria da alcuni testimoni. La prima che si legge è quella del comm. Cannarono, questore a Torino, il quale confei-ma la deposizione scritta riguardo ai rapporti da lui avuti con rAscrittore che ebbe a fargli dèlie confidenze. L'Ascrittore sul principio fece soltanto il nome del De Angelis, cóme l'assassino di Cuócolo, e soltanto più tardi parlò di O' Guaglione (Amodeo). Il cancelliere legge poi la corrispondenza telegrafica scambiata tra il Carmarlho.-che allora era a Bari, e il questore di Cvapoli, comm. Ballanti, a proposito delle famose rivelazioni -di Ascrittole su De Angelts e Amodeo. Si passa poi alla lettura delle deposizioni raccolte a 'Napoli il 4 gennaio. Il primo teste sentito fu Edoardo -Riga, che disse di avere conosciuto Giovanni Rapi al Circolo del Mezzogiorno e aggiunse che il Rapi ài giuoco si portava irreprensibilmente. Su domanda dell'avv. Uoy, espresse anche i sospetti che si avevano sulla responsabilità di De Angelis' ed Amodèo seoondo lo affermazioni che avrebbero fatto due testimoni, uno dei quali tale Alfonso Merenda, sarebbe stato nel carcere di San Francesco con De Angelis e avrebbe, ricevuto da questo confidenze: in una parola, De Angelis si sarebbe confessato autore dell'omicidio Cuocolo. . L'aw. Lioy rileva essere ormai risultato da un certificato dèi direttore delle carceri che il Merenda ed 11 De Angelis si sarebbero trovati par cinque mesi nella stessa cella, e chiede al Presidente che si ordini ài questore di fare nuove indagini per rintracciare il Merenda. Presidente: — Ma come,' avvocato, vorrebbe fare delle Indagini istruttorie nuove alla fine del dibattimento? L'aw. Lioy fa un lungo discorso insistendo. SI ' discute assai, e finalménte il Presidente, d'accordo colle-parti, chiede al questore di Napoli la generalità dell'Alfonso Merenda, che nell'aprile 1907 fu detenuto nel carcere di San Francesco, e viene richiesto allo stesso questore di Napoli il fascicolo personale di Tommaso De Angelis, detto « la Francesca ». Altro testimone, che depose a Napoli, fu Assuntali Rocci, la quale disse Che Ascritto-re la incitava a ricordarsi di avere visto in casa sua De Angelis vestito da carbonaio. Conclude di avere Visto Vittozzi visitare AScrittore. Alle 12,15 l'udienza è sospesa. Nell'udienza pomeridiana si prosegue nella lettura delle rogatorie del testimoni sentiti a Napoli il i gennaio. Il terzo testimone sentito fu il dottor Alfonso Marotta, il quale disse di avere curato un bambino dell'accusato Percuòco e il P'ercuoco stesso. II quarto tééte fu ilnegozlante Ercole Romano, citato col poteri discrezionali del presidente. Egli disse di ricordare bène che il 26 maggio 1906, verso. le ore 10,30, mandò un suo commesso ad avvertire il Gargtulo Pasquale che l'abito per lui manifatturatò per la fèsta di Monte Vergine era pronto, e che più tardi il Gargiulo 1» ritirò. Ultimo teste sentito fu il conte Salvatore De Schiìs, indotto a discarico di don Ciro. Egli depose.chc conobbe don Ciro noi 1879; ebbe poi occasione di avvicinarlo nella chiesa di Gesù Nuovo, dal conte amministrata dove don Ciro era cantore e celebrava la Messa, quindi al cimitero .di Napoli, ed ha sempre avuto buona opinione di lui. In seguito all'omicidio Cuocolo, spesso si recò da sua suocera contessa Della Mura, in contrada Calastra, presso Torre del Greco. 11 teste aggiunse che, fra le altre vocC correva quella che si volesse tentare un furto in danno, di sua suocera, e tale voce prendeva consistenza dal fatto che due anni prima si era commesso un furto in danno della contessa, la quale abitava sola, malgrado i suoi 84- armi, senza potersi scoprire gli autori; e narra che il Cuocolo era ritenuto basista Terminata la lettura delle rogatorie,, è chiamato Gennaro Bevilacqua, indotto a difesa di Nicola Morra. Il teste ricorda che in occasione della festa di Mónte Vergine, e più propria^ mente il 5 giugno 1906. vicino alla Torretta vide Nicola Morra con una persona a lui sconosciuta. Francesco. Nappi, negoziante di cavalli, fu socio in affari ' con Francesco ' Desidèrio, del quale dice molto bene. E' chiamata Giuseppina Anastasio, la quale dice che in casa sua si trattenne per qualoho giorno nel mese di maggio 1906 il De Angelis dopo che era uscito dal carcere di Avellino. Giovanna Anastasio è sorella della teste precedente. Essa sa- che De Angelis nel 1906 andò ad abitare in casa della Giuseppina per circa dieci giorni, ma nulla aggiunge di notevole Alle 18 meno un quarto l'udienza è tolta.