Coreografi ed incisori del 600 in una mostra agli Uffizi

Coreografi ed incisori del 600 in una mostra agli Uffizi Coreografi ed incisori del 600 in una mostra agli Uffizi (Nostra corrispondenza particolare) e iu Cina e uni granulosi luiemiozzl pei usainiio liwidiceo. e si luce aiutare uai Omot. 01 cui veuiàuió appunto i disegni precisi sin nei più piccoli cteiutg-ii. Uuesut sarà d'ora innanzi la araùerisiica &ua priucipaie : lo studiò acculato dui dettagli. Basta guardare ia fiera deUlmprunecu, che è forse la più celebre Ira tutte le sue stampe. 11 fiero ut, tome lo Unamuno, che nell'ottobre, per la ricorrènza utsna vergine di San Luca venerata nel piccolo borgo rurale, uue ancor oggi iassù a migliata couiauiui. i commerciami e 1 curiosi, interessò ni modo particolare li Cauol, che nei VODì lo, usuo'suLia lastra, tu' un'opera d'un eccezionale interesse per la storia dei costumi e per ia psicologia popolare. Nulla manca nel quadro, dei tradizionali elementi- d'una fiera*. U ciarlatano con la biscia, 1 cocchi dei signori e i carretti dei bifolcnl. il venditore di ceramiche e di cannocchiali, l rissanti e naturalmente le guardie in distanza accorrenti. Ora tutto ciò è rappresentato con una cosi graziosa vivacità che non ci si stanca mai di guardare ognuno di quel particolari ebe è una'scena a se ed ha un valore per sè. Intendiamoci, sono figurine alte un centimetro: ma l'artista le ha studiate una per una come dimostra l'innumerevole serie dei piccoli, disegni esposti sotto la stampa II suo spirito di osservazione è fine ed arguto.. Si veda la stupenda collezione dei Capricci, che è del 1617 e che è come la sua prima affermazione personale, già libera dalla pedissequa imitazione del Parigi. Sono dei quadretti deliziosi di vita fiorentina, di usanze e macchiette locali. Parecchi, anni dopo avrebbe spinto fin quasi alla caricatura il suo spirito di osservazione, riproducendo nella collezione dei Halli di Sfessania le più grottesche maschere italiane. Un'altra qualità che si nota un po' nei Capricci e più nella Fiera dell'ìmpruneta è di saper riprodurre la folla in movimento. Interessante sotto questo aspetto è il bozzetto d'un ventagliò che il Callot- dipinse per una festa nel luglio 1619. Il soggetto era ..una gara di barche in Arno; ma l'artista ha finito per concentrare tutto il suo studio e la sua attenzione sulla folla che dalla spalletta del Lungarno assiste piena di curiosità è di interesse. Ed ecco appunto due stampe In cui l'artista lorenese. tornato in patria, potè sfoggiare tutta la sua abilità nel distribuire delle masse vive e vivaci in un quadro Sono VAssedio della ! ttoecella e l'Assedio di Breda U secondo è un Iavvenimento ndto per aver Ispirato un celebre iauadro dj-velasquez che è al Museo del Pra rao e che è conósciuto col nome di Las sLan- zas perchè tutto irto di lande dell'imponente esercito spaiamolo. Il CaUot in sei lastre ha in c,so, ur,1 tomenso dlseano con tutte le fasi di quel celebre assedio fino alla capitolazione, o Ma non e detto che egli non sappia ripro , durre soggetti più semplici. Ecco per esempio -,la Bisca, dn disegno suggestivo pel contrasti Firenze, 29, note, (a) . La Galleria degli Uffizi aprirà Ira gioi-i il Gabinetto di Stampe, per una di quelle sue mostre periodiche che'-'per le cure del direttore .oav. Ferri e del segretario Di Pietro hanno sempre un' eccezionale interesse avtitico. La mostra questa volta comprende disegni e-stampe di una delle più intéressanti scuole coreografiche del Seicento e di due fra gli incisori più famosi, il Cauot e il ' Della Bella. ■•''.. Sul .principiare i del secolo-XVII /l'anima di tutte :le> feste .di Corte, degli-spettacoli teatrali come.del balli, e delle feste popolari all'aper^ tó, cortei trionfali, e giuochi, era a. Firenze Giulio ' Parigi; uri artista dalla fantasia inesauribile e,geniale. Egli però, oppresso dal lavorò e spinto dalla furia, 'per lo più non, faceva che dare l'idea, .la quale era poi' .sviluppata "Iti-.tutti. I dettagli da taluni suol discepoli, fra cui • appunto. Giacomo. CaUot. '.Neila.mostra-.il Parigi appare, un-maestro eramente. grande, la meravigliosa, collezióne, delle sue stampe; che era a Palazzo-Pitti al tempi del Governo granducale, per nn erróre dt destinazione andò a finire: invece' che- agli Uffizi, cóme' tutte le 'altre' collezioni.' alla Biblioteca Nazionale fentlrala, dove rìWiirak mente nessuno le'vede nè può vederle. Ih attè> ?à Ohe il novérno' provveda a mandare agli Uffizi anche le stampe di Giulio Parigi, noi dobbiamo contentarci dt ' vedere in questa mostra alcuni pochi disegni di lui Erano forse quel che oggi diremmo bozzetti di scene e sono del paesaggi luminosi e sereni che fanno pensare al Pirati e si e ai suoi suggestivi paesaggi settecenteschi. Di codesto «uo carattere risentono naturalmente due derivati da lui, Alfredo Parigi e il Cantaga.llina. ni quest'ultimo anzi c'è una delicata veduta di Firenze e un disegno della chiesa di San Fran esco sulla collina dt San Miniato. Nessuno di costoro pnò naturalmente gareggiare col Callo!, venuto qualche anno di poi. Egli era nato u Nancy e. ancora adolescente; si era recato a Poma. Là si era lungamente esercitato a disegnare soggetti sacri, ma sen za rivelare nessuna particolare abilità artistica, finché venuto a Firenze, si trovò quasi subito a contatto col Parigi a cui sL deve il merito, di avere come provocato le sue facoltà di artista ancora latenti. Giacomo Callot era allora poco più che ventenne, ed ebbe presto l'occasione di dar prova di sè. Nel carnevale del 1616 venne a 'Firenze Guldobaldo, duca d'Urbino, per sposare la principessa Claudia de' Medici. Per tale lieta circostanza naturalmente il granduca Cosimo il volle sfoggiare tutto lo sfarzo possibile a Corte e far partecipare il' popolo al suo tripudio dome siioo. Cosi Giulio Parigi si trovò a dovere organizsare dei grandi cortei con carri trtonlaii'per OartvSvzlfprdpDCaclpuuiMfmpdPmdcpdCnDvSfLAzlvcddslaSdhldt. a i lo del granduca Cosimo II. destinato alla copertina degli Statuti dell'ordine di Santo Stefana ttt cui qua» tovraM tra gran maestro. Originalissime sono due stampe degli .ultimi anni della sua vita, del periodo che diremo loretiese della sua ultima attività. Uno S. il.ritratto di Luigi di Lorena su d'un focoso cavallo sbrigliate; l'altro ò la. Tentazione \ di Sant'Antonio. Quest'ultimo soggetto égli'l'aveva trattato a Firenze nel 1619, ma aveva spezzato sùbito il rame; poi lo riprese nel 1635, l'anno della sua morte. Nella mostra degli Uffizi c'è il disegno originale, impressionante per lo strano viluppo dt mostri fantastici che ricordano l draghi delle artiglierie e i mostri delle armi da fuoco di quel tempi. / Ma la mostra comprende ' un artista molto più dolce e direi quasi composto, Stefanino Della Bella, che sali in fama alla morte del CaUot. Nato a Firenze nel 1610 da uno scultore allievo del GiambOlogna, da ragazzo fu collo-' cato presso un orefice pel quale lavorò dei de^ licattssimi ex-votò. Ma il padrone lo sorprese più volte a ricopiare stampe del Callot, e con una generosa attenzione lo mise a scuola da un pittore, Cesare Dandini, dà cui imparò, ad incidere e con tanto gusto che Lorenzo de' Medici lo stipendiò con set scudi al mese. Stefanino potè andare allora a Roma, dove rimase otto anni, dai 1030 al 1638 esercitandosi principalmente, a riprodurre vedute e scene dell'antichità classica. Dal 1638 al 1650 fu a Parigi e risenti dell'arte del Callot, che era,/già molto in voga; e finalmente dopo i tumulti della Fronda come italiano dovè scappare, e cosi eglj venne a terminare 1 suoi giorni in patria. •( Nella mostra abbiamo-appunto varie stampe dei periodo romano, fra cui-un Tempio della Concordia che è interessante perchè mostra nello fondo gli Orti Farnesiani ora distrutti. Del periodo parigino abbiamo' una finissima veduta, del Ponte Nuovo e la Processione del Sacramento. In quest'ultima si discernono perfettamente, dietro 11 baldacchino, il piccolo Luigi — U .futuro Re Sole — con la Reggènte Anna d'Austria, e dietro ad essi il card. Mazzarino, granue protettore dell'artista. La cura dei particolari rivela certamente l'influenza del Callot; ma quanto questo è nervoso e mosso, altrettanto il Della Bella è pacato e composto, al punto che la sua folla st direbbe bene ordinata e precisa come obbediente a un cenno; E? vero che re sue cacete sono mosse quanto quella celebre del Callot, la quale del resto, da uno. studio del Di Pietro,' appare un'imitazione dello Zuccart e dello Stradano. Stefanino ha l'arte di rappresentare degli ammali pieni di vita. Non per nulla egli ha ' respirato, si può dire, l'aria del Giambologna e dei Tacca, suo padrino. Anzi i suoi disegni dell'ultimo periodo fiorentino si possono dire veramente scultorei. Ma è una scultura delicata, che ricorda la tradizione dei grandi orafi fiorentini; cosi la Diana neltacqua. Narciso al tonte. Ed ecco come questa mostra degli Uffizi viene ad essere una delle tante rivincite del Seicento sulla condanna sommaria e retorica dèlia storia dell'arte tradizionale.