I particolari della tragica esplosione di Torre Annunziata

I particolari della tragica esplosione di Torre Annunziata I particolari della tragica esplosione di Torre Annunziata (Per telefono alta Stampa). o e o i Tori* Annunziala, 26, mattino. Da Torre Annunziata, ove mi sono recalo, per rendermi .canto diretto dell'entità della catàstrofe, vi mando questi maggiori particolari, cercando di ricostruirla còsi come è possibile attraverso le gravi conseguenze di essa, t ' . Era vicina la mezzanotte, e le vìe di questa città, ridente ai piedi del Vesuvio al meraviglioso golfo ài cui fra. Capo Mlserio e Punta della Campanella essa rappresenta il cèntro, erano quasi affatto deserte. I buoni cittadini santificavano nella letizia famigliare la tradizionale cena della vigilia dì Natale e le intime cerimonie intorno al piccollwpresepi, gaudio dei bimbi, rievocazione di gioia un po' triste ai vecchi, quando improvvisamente u,n terribile scuotimento seguito da un fragore immenso, da una detonazione cupa, profonda, 'sinistra, fece allibire lutti, tutti impietrirono. Caddero infranti a un tratto i vetri delle finestre, tintinnarono sbattuti tra loro stoviglie, bicchieri, lampade, e su tutti passò un attimo di terrore e di sbigottimento. Superato il primo stupore ognuno si chiese: torse il ^Vesuvio sterminatore si è improvvisamente ridestalo ? Si ebbe subito l'ansia e nello stesso tèmpo la paura di sapere quale immane sventura fosse ave ciotta. Tutti' st fecero alle finestre e i più animosi uscirono nelle vie deserie che 'rapidamente si ripopolarono. E in un baleno si apprese la causa del tremendo fragore. Fra i vicoli Forno e Gelso, nella"parte alta della cittadina, si ergeva un vecchio palazzel i jt0 a due viani oltTe 11 pianterreno, nel quale \abttavano sei povere famigliuole costituenti -I.^ m(0 ma trenUna M persme_ Fra gli in. i | quilini era al terzo plano la famiglia di certa - Baccoue, conosciuta col soprannome di « Mano-,mozza '■ appunto perchè la madre di famiglia aveva subito l'amputazione di una mano in a|MffUito a tenuto per lo scoppiò di -j/uocni artificiali alla cui lavorazione Va fami- - glia pare si dedicasse, a *» auesli ctorni natalizi, come è costume nel Mezzogiorno d'Italia d% celebrarli anche con - gmnae mgore di bombe di carla> eviaente. e ] mente uno scoppio di queste aveva dovuto i produrre la terribile esplosione. La famiglia - Saccone, che si compone di cinque persone- ìVadre, madre e tre figli—non aveva, benin- -' so mie autorita di P. s. u permesso di -{fabbricare fuochi pirotecnici; per converso, à. , : i a i a e i, alo essa doveva aver ricevuto in questi giorni larghe ordinazioni di bombe per le feste di Natale è, certo, nelle povere stanze della modesta abitazione erano depositate le bombe già confezionale, senza alcuna cautela, senza garanzie di sorta. Pare certo, anche, che al momento dello scoppio, padre e figli dovessero continuare a lavorare alla confezione di altre bombe per qualche torte commissione avuta. Come precisamente l'esplosione si sia determinata, per ora non si sa e torse non si saprà mai, poiché quel particolare '— che del reUopuò intul'si — è sepolto e vi rimarrà sempre, torse tra le macerie e i cadaveri. Il pericolo perdura Lo 'spettacolo del disastro che si offri agli occhi degli accorsi, fu terrificante ed è tuttora tale. Nelle slraduzze che circondano gli avanzi del palazzetto dove lo scoppio avvenne — mi narrano alcuni che furono tra i primi ad accorrere — si scorgevano stanotte, attraverso il fumo denso, lampade rossastre portale da gente che va, corre, sosta, come fantasmi; in mezzo sorgeva e sorge tuttora un immenso braciere fumante : le macerie della casa schiantala, ammucchiatesi incompostamente, dalle quali salgano fiochi lamenti, fiammelle e fumo fetido. E' una piramide informe, i rosa, alta oltre dieci metri, attorno alla quale qualche centinaio di persone si adoperava alla meglio e continua ad adoperarsi all'opera di salvataggio. Pompieri, soldati, guardie municipali e cittadini erano accatti subito, tutti an- saavtsdsqcslpqsupplvftaadslpadaaaeqnmlg l i i i l a n o a e e a i - siosi di rendersi utili. Ma come? Si lavorava a casaccio: il primo lavoro era quello mirante a saìvare^la gente sepolta net rogo. x pom? viert :ctf'i soldati fecero miracoli lanciando trombe di acqua sulle macerie, penetrandovi « sollevando, con grave pericolo, grossi blocchi di legno e di travature. Ma mentre si lavorava a sollevare una trave scoppiavano altre bombe facendo crollare qualche mucchio di pietre che si reggeva ancora in piedi. E ciò tuttora avviene, dimostrando che molte bombe sono ancora seppellite ira le macerie e non esplose, il pericolo è pertanto gravissimo, ma il senso di pietà e quello del dovere furono e sono più forti nei bravi soldati e nel pompieri. Poco dopo l'inizio dell'opera di soccorso, sulle macerie si scorse un essere informe-, un uomo quasi -carbonizzato. Lo si sollevò e fu portato via con gran pena all'ospedale. E l'opera dolorosa della ricerca delle vittime con linuò. . L'oserà di soccorso Per fortuna a mano a mano che questo lavoro si compiva si riusciva a salvare diversi feriti che. con indlcibllp cura venivano trasportati all'ospedale. Mentre si provvedeva al trasporto 'del feriti al locale Ospedale civico, accorreva sul posto anche il sotto-prefetto avv. Petrisola, e poco dopo giungevano anche il pretore avv. Giù seppe Dell'Acqua, il vice-p*elore Caldenese e l'ing. Pennasilico, dell'Ufficio tecnico municipale, il quale provvedeva al puntellamento di alcuni muri pericolanti. Data però l'entità del disastro e dell'opera da esplicare, si rendeva necessario telefonare ai pompieri di Napoli, che, col tenente Salmini, accorrevano anch'essi. I bravi militi si mettevano immediatamente all'opera di salvataggio, che continua tuttora, ed estraevano altri cadaveri. La truppa del 30.o reggimento di fanteria, qui di stanza, ha prestato anch'essa valido-sussidio alle operazioni ed a tenere ' sgombre leadiacenze del vico l'orni, cioè vico Celso, .yjfifK Arcnd e vico Asilo Infantili, che erano'e sono tuttora gremiti di folla accorsa. • Tra i benemeriti nell'opera prestata sono da notare le guàrdie muiiicipali di Torre del Greco, i soldati della guarnigione, i pompieri di Napoli che sono accorsi, come per virtù di miracolo, in brevissimo tempo, n comandante tenente Elia, U delegato avv. Gargano, il tenente Morabito, il funzionante sotto-prefetto di Castellammare avv. Pelruccelll, il maresciallo dei carabinieri Lacarruba, il tenente Albini l'ingegnere comunale Pennastlico, che ha fatto anche sgombrare perchè lesionate, le case vicine, il vretore avo. Di Giuseppe e Cvice-prétore avv. Caldenese. Un solo incolume fra i disaepolti Sopra tutto difficile si e subito manifestata l'opera di estrazione del miseri corpi dalle macerie, perone la casa nella quale lo scoppio avvenne è a pianterreno dello stabile crollato — di proprietà di Salvini Luigi. Essa è in fatti costituita da quello .che si chiama, nel Mezzogiorno, basso. Per quanto, d'altra parte, corra anche un'altra versione della quale per ora non è possibile controllare l'esattezza. Secondo quest'altra versione, le bombe sarebbero state in fabbricazione al terzo piano, e lo scoppio sarebbe avvenuto coli. Ma non ti spiegherebbe, in tal cato, come il palazzetto sia tutto crollato, che, anzi, etto ha non solo distrutto il palazzetto, ma Ita prodotto lesioni gravissime'ai fabbricati vicini, proprio come se il centro di esplosione fosse a una certa profonditi, tale da avete un largò rogge) di azione. 8i potè cosi cominciate a sgombrate mollo materiale e ti continuò a diseppellite vittime, cadaveri, o solo ferite, e alcune, per fortuna in condizioni non assolutamente atavi. Cosi, malgrado l'enorme, indicibile contusione, e nel terrore che la scena orrenda ispirava, tono stati estratti nove cadaveri e diverti feriti. tistndrvdadfuDffpMacvmmfddscv«rb' Impossibile per ora, riferire, con chiarezza e precisione tutti i, vari episodi detremostonante -opera djf sgombero è di soccorso. Uno tra i primi accorsi sul luogo de} 'disastro, abitante di una casa sita dt rimpetto a avella crolìata, l'operaio Arena, cui st aggiunsero ben presto Il soldato Monaco Vincenzo e tale Giuseppe VtreUera, riusciron a salvare una donna, certa Irene Isso, ferita, che si trovava penzoloni su di un muro e un uomo ' che voleva buttarsi dall'alto. la povera donna e l'infelice mezzo impazzito'dal terrore, erano come inebetiti e piangevano e ridevano a vicenda, balbettando frasi sconnesse. E i racconti del feriti sono tutti coti strani e incoerenti che parlare con essi — con, quelli che possono parlare — dà un senso profondo di pietà. Lo spavento ha fatto loro perdete la testa. Sul viso di ciascuno di essi si legge thfattt tuttora il terrore. Scene di terrore e di pietà all'ospedale Al piccolo ospedale di Torre Annunziata, dove i cadaveri e i fetili sono trasportati ed allineati in tristi schiere. ì medici, e principalmente il dottor Toma, e il direttore della Clinica chirurgica prof. Raffaele Janni, venuto all'uopo da Napoli si adoperano con mirabile télo a compiere l'opera pietosa, curando amorosamente Quei disgraziati cui è possibile apprestare cure. I cadaveri fanno orrore; neri e straziati nelle membra, essi sono irriconoscibili. Hanno il viso carbonizzato e il corpo sanguinante, pesto e contuso. Una bambina trasportata ferita alVospedale e morta poco fa, desta, a vederla, la più profonda commozione. & morii — nove — sihora' Identificati, sono-. Arnese Nunziata fu Salvatore, d'anni 30; Testa Domenico, d'anni 17; Arnese Antonio, d'anni 4; AmesétSalvatore, d'anni 3; Fortuna Luisa d'anni 35; Scoronali Assunta, d'anni 5; Sorrentino Pasquale, d'anni 20; Marasso Francesco, d'anni 8; Scrigno Carlo, d'anni 37. Gli Arnese sono congiunti della Saccone, esperò della famiglia dei pirotecnici; .QùarUo al feriti, una parte dei quali fu subito sollecitamente e premurosamente-curata, fin da stanotte, dal dott. Srama, essi sono: Cirillo Gennaro fu Luigi, d'anni 33, con contusioni al capo, frattura alle spalle e commozione generale; Filippo Fortuna, d'anni 64, ferito al capo e alla gamba sinistra; Spano Giuseppina di Do- mcnico, danni Vi, con ferite contuse al capo alta gamba destra e commozione cerebrale; ■ liso Irene fu Salvatore, d'anni 50, con contusioni ed escoriazioni multiple e commozione generale; Dragone Maria, d'anni 15, con ferite contuse alla fronte, al naso e contusioni m<< pie; Cosentino Salvatore di ignoti, d'anni 2, allevalo da Scrigno Carolina; Fortunato Isso, ferito alla testa gravemente. Anche Maria Tromboni e una certa Savino hanno pure riportato varie ferite. La sola persona rimasta incolume è il soprannominato lampionaio, mentre la famiglia dei medesimo pare sia tutta perita. L'on. Sandulli ha telegrafato al ministro dell'Interno chiedendo sussidi per i parenti delle vittime. la cittadinanza è profondamente impressionala, terrorizzata dal gravissimo evento. Alcun? vittiae non possono estrorsi! K i a , l Il lavoro di salvataggio e di rimozione delle macerie continua sempre, alacremente. pei feriti ricoverali nell'Ospedale di Torre Annunziata, un altro è morto poco dopo giunto all'Ospedale; gli altri sono fortunatamente in non grave stato. .. Si ritiene che siano ancora sepolte cinque di salvare;- Fino al momento in cui vi telefono, sono stati estratti di sotto le macerie quindici motti: con due morti all'Ospedale, diciassette. Di nove di essi Vi ho già dato i.nomi. Ecco quelli degli altri: Arnese Francesco; De Simone Carolina- fu Lorenzo di anni 63; Fortunato Giovanni di Giuseppe e la sorella di costui Maria di anni 6; Silveslrino Vincenzo di Giuseppe, di anni 11. Altri non sono ancora identificati. Allo scopo di portare un pronto soccorso al danneggiati del disastro, il commissario pre- fetllzio. Raffaele Ogllarono ha costituito già un Comitato cittadino per una sottoscrizione, Del Comitato ha chiamato a far parte i si- ffnorl: pretore avv. Di Giuseppe, monsignor parroco Prisco, avv. Gino Alfanl, avv. uff. Monsurro. avv. Proto, avv. Prisco Salvatore. avv. Manfredi, cav Arpaio Luigi «a^cav. Amato Bonifacio, cav Fusco Gerardo, ca- valier Angelo Cirillo, Luigi Manzato e Berta- mino Somano. . • /I Comitato ha già raccolte le seguenti som- me: il Comune, lire 300; il commissario pre- fellizio, lire 100; on. Sandulli, lire 100; prefetto della provincia, lire 100; ex-sindaco common-dalor Rossi, lire 100. J ritrovi pubblici e tulli l magazzini privali sono stati chiusi e recano la scritta: cittadino. ; it Lutto I funerali delle vittime i, 20, sera, All'Ospedale di Torre Annunziata, amore- voknente curati, sono ricoverati cinque feriti, leri il Prefetto si recò a visitarli accompagna- to dal commissario prefettizio. Il loro stato migliora sensibilmente. Pare che alle vittime «14 date debbansi aggiungerne un'altra. Lasera della vigilia di Natale ò scomparso il gio- vanetto Ciro Caiazzo, di anni" 17, il quale uscidi casa verso le 22 e non vi ha più fatto ritorno. I suoi parenti dubitano eia rimasto sepolto nelle macerie. I lavori sono stati frattanto sospesi e saranno domani mattina ripresi dagli instancabili pompieri di Napoli. Fin dalle 8 di stamane tutti 1 negozi della citta era!no* chiusi. Moltissima gente, In attesa delle esequie, aspettava nella piazza dell'Ospedale civico. Poco dopo è sopraggiunto un plotone di guardie municipali che ha fatto cordone dinanzi alla porta dell'Ospedale pertener lontana la folla, fra cui erano diversi 1 parenti delle vittime. La folla in piazza aumentava man mano che si avvicinava l'ora delle esequie. ' Quindi nell'atrio dell'Ospedale sono entrati cinque carri, ciascuno tirato da quattro cavalli c alle 11 sono arrivate le autorità. La folla in piazza a quest'ora era imponentissima : circa novemila persone. Poco dopo venivano discese le quattordici bare portato a braccia dal parenti delle vittime e quindi deposte sui cinque carri. Subito dopo 1.1 corteo funebre si muove lentamente. Arriva 11 corteo, 11 concerto municipale, seguito dal concerto Giuseppe Verdi e da quello della Camera del Lavoro. Venivano immediatamente 1 cinquecarri, seguiti dai parenti delle povere vittlniein prima linea e poi dalle autorità e da una folla commossa di popolo. Il corteo ha percorso la piazza, dell'Ospedale, t. «anta T.«r«.i ia vìa *.ì~Prvnóìo^te;ta aia di popolo vivamente commosso Una folla enorme ha voluto sesulre i few tri.1 r.nmUnta nm. rtnntt hv,n» m>,1««ftuno al Camposanto, ove giunti, hanno parlato il commisiaxlo prefettizio Sandali, e infine 11 rappresentante della Camera del Lavoro.