Oggi e domani

Oggi e domani LETTERE DALLA RUSSIA Oggi e domani (Nostra corrispondenza particolare) PIETROBURGO, dlcambre. j lino sguardo d'insieme a quella che po- detrebbe, con espressione leggermente oonven- renziomale, direi < Ila giovane letteratura russa », inci pone anzitutto in presenza di due stati di. caanimo, se non proprio di due correnti, par-1 scrtieolarmente significativi: la- rassegnazione.vae la rivolta. Adoperò le due parole nel loro senso più generico,' infendendo più che stabilirò una classificazione tecnica, la quale potrebbe sembrare semplicistica e arbitraria, risalire, a due.modi d'essere che effettivamente paiono dividere in due campi la psicologia ruBsa : quello grandissimo dei pazienti, dei docili, dei fatalisti senza bile, de¬ larlorde6telatcoquglgli achiavi, e l'altro molto piccolo degli in- j in•offerenti, dei lottatori, degli attivi, dei ri- ed belli. Il primo dei due conta, fra i letterati i cesla cui produzione non esce dal nostro secolo,, un rappresentante molto tipico in persona di leBoris Saizef. Giovine di fatto e senza avere ribancora dietro di sè un/opera vasta, ne essersi, beaccinto al grande romanzo, il ..Saizef gode,1 prgià di una fama'coàsidèrevote. Le riviste sejvyne disputano la collabprazione,-e al tempo gadelia maggior voga-degli,'Almanacohi.il suo Sunome era tra Quelli che figuravano in ogni tefascicolo, appiè "delle novelle attese e lette; pidal pubblico con più viva simpatia : II co- j chlonnello Rosoff, Sogni, La sorella, La mòrte,,|«oFedeltà. Anche un altro giovine scrittore,: orl'Avsman, tenta non senza fortuna di farsi qu•interprete di quello stato d'animo. Ma il beSaizef è più originale ed ha più gusto. La>ci Koltonowskaià, in una delle proprie notizie nocritiche del Novoe Vremia; lo definì « lo mChopin della letteratura russa ». Dell'Ava- seman, potrebbe dirsi, alla stessa stregua, che .pine è il Field. E i due appellativi non tor-;innano inopportuni, in quanto servono se non j dealtro à contrassegnare le principali carat- j peteristiche per cui i due scrittori — il Saizef j dialmeno — si distinguono dai molti che pri-; vema di loro trattarono, soggetti analoghi : il jta■ lirico delicato, la malinconia dolce, la mu- sicalità dello stile, la femminilità del tempe-1 trramento. Le quali non sono le caratteristiche zidi Godei; nè di Andreief, nè di alcun altro nofra i prosatori russa, contemporanei e non con- j detemporanei che hanno lavorato o lavorano a nocostituire quella interminabile galleria di ! chdisperati, di miserabili, di naufraghi d'ogni -msorta che è tanta parte della letteratura na- pozio'iale. Ma sono le qualità più comuni nel to' pubblico russo. Ed è questo probabilmente eiil segreto della rapida'popolarità, che.il Sai-..«sei vi ha trovato e nello etesso tempo quanto no•gli òcchi di noi stranieri gli conferisce un pcosi, riniarcbevole valore rappresentativo per colo fisonomia dell'anima del suo popolo. siI suoi personaggi sono deboli e pavidi, di- loapo.it.: originariamente, quasi per legge di b6anguc, a ogni rinunzia. Vittime,'ma più di dse medesimi che della vita. La vita non ha pper loro durezze particolarmente gravi : è la Sresistenza organica che loro manca. Il pri- vmò colpo li abbatte. Non conoscono quell'a- trmore della lotta e del pericolo, quel .culto del-, dl'energia che è tanta parte della psiche risoluta, netta e un po' superficiale dell'Occi. dente. Il mondo, quàl'è fa loro paura e anche un po' ribrezzo. Volentieri, alla prima occasione, vi rinunziano, si tirano indietro. "L'esodo, mi valgo del titolo di una delle ultime novelle del Saizef, ecco, in fondo, la forma più genuina della loro felicità. Se fossero meno religiosi lo cercherebbero nel suicidio. Credenti, non osano. E non osano anche perchè in sostanza non odiano la vita. Il loro temperamento è troppo mite, tròppo tenero per dare adito a reazioni violenti : al contrariò, nella rinunzia, nella volontaria limitazione dell'attività essi trovano una sorta di pacato e quieto piacere che vale bene, da *olò la pena di vivere. In Tramonto, l'ultimo lavoro del Saizef, un'attrice cui non manca nè l'ingegno nè l'avvenire rinun-.| zia al teatro non appena-conosciute le gioie della maternità, e non pare che tale rinunzia lasci nel suo cuore l'ombra di un rimpianto. Quando il marito,, divorziando, le pòrta via il figlio,, ella si rassegnerà anche a quest'altra rinunzia, correrà a rifugiarsi in un cantuccio d'Italia, senza un grido di protesta, senza un palpito d'odio. < Dio ci ha dato il dolore per fini che non spetta a noi di c*JUU>USlu s, MJT^'J' RtfJ conciuaio-ut)?- "E l'azzurrò del cietoj la fragranza calda della terra luminosa basteranno a guarirla, a metterla definitivamente in uno stato di pace che è pari a uno stato di grazia. Da noi forse nemmeno una donna oserebbe ormai più tradire in un romanzo stati di animo così celestiali. Li Russia essi non sorprendono nemmeno in un uomo. L'esperienza pùbblica li collauda. La femminilità e la debolezza del Saizef sono la femminilità e la debolezza nella razza. Ove noi non vedremmo che del sentimentalismo, i russi vedono il sentimento, che è tutt'altroj vedono la pienezza vera della vita, quella' che gravita verso l'interno dell'essere, in luogo di disperdersi al di fuori. Nove volte su dieci essi sono d'accordo con codesti personaggi, al loro posto si comporterebbero allo etosso modo. Confessate delle anime di un'altra razza, della nostra per esempio, vi troverete nel fondo tutte le inquietudini e tutte le febbri: l'ambizione di innalzarsi, il desiderio di godere, la smania di vincere. Confessate delle anime russe : non vi troverete altra ambizione che quella di comporsi una felicità intima e quieta, passiva, il cui punto più vivo .sarà la libera facoltà di « assapora ini », di « viversi *. La loro libertà è la libertà spirituale. Ecco perchè hanno potuto, senza morire e neppure snaturarsi, fare per tanto tempo a meno dell'altra, per noi invece così iodirpeneabile. febnsudgurddgnepindkS Èd eoco perchè méntre l'arte raccolta, mo desta del Saizef — il quale tutto questo sa rendere con una morbidezza di tocco, una intimità di espressione, un calore di comuni cari va sin qui non raggiùnto da alcuno scrittore russo, nemmeno dei grandi — trovasi a contatto col più schietto cuore popo- lare, l'arte dura, impaziente e nervosa di co loro che paiono non vivere se non nell'attesa dell'altra libertà, di quella formale ed e6terna, non ci avvicina che a un gruppo relativamente ristretto di tipi, di volontà e di coscienze. Ma, non meno naturalmente, è questo secondo gruppo, dei due, quello meglio fatto per attirare e fermare il nostro interesse di occidentali. Saizef può sembràr ed molle ed insipido: Ropstoine deve di ne cessità imporsi al nostro rispetto, E Bopstcine non è solo il rappresentante letterario più autorevole degli attivi e dei ribelli, è anche egli stesso, anzitutito, un ri belle e un uomo d'azione. Qualche anmo fa, prima, di divenire celebre, si chiamava Savynkof e contava fra i più fervidi propa gamdisti della rivoluzione. Quando la rivoSuzione scoppiò, egli scese in istrada a bat tersi1* die mano a non pochi fra i «-colpi » più "arditi compiuti in quelle giornate eroi che. Il suo quasi unico, romanzo, Quello che «on avvenne (1), che quest'anno ha messo in : orgasmo tutto l'intellettualismo russo, ha quindi un'importanza" cui invano aspirereb bero gli ailtri lavori che tentarono abbozzar>ci il quadro del movimento del 1905-1906, non esclusi i parti focosi della musa di Bai mont, un poeta pel quale la Russia del XX secolo ha molte parzialità e.il governo tirop.pi rigori, e gli interessanti scorci contenuti ;in Fumo e cenere del Sollohub e nel Mago j del Cirikof, simpatico scrittore, sano, non j pessimista, animato da lodevoli aspirazioni j didattiche, autore di parecchi romanzi e nò; velie, Giovinezza, I ribelli, Foglie che spun jtano ■ l'importanza del documento. Contrariamente ad ogni aspettativa, si 1 tratta per giunta di un documento impar ziale. Appassionato lottatore, il Bopstcine non appare per nulla turbato nell'equilibrio j della propria visione dallo spirito partigia no. Egli giunge fino alla scrupolosità di ! chiedersi, a proposito del capo della geridar -meria Sleskine, trucidato. una mattina da pochi rivoltosi nella sua camera, nel suo lèt to, sotto gli occhi della moglie che abbrac eia piangendo, le ginocchia dei carnefici: ..«Non lottava egli contro di noi per lo.etessp nostro ideale, .a suo giudizio : il bene del, po polo? » E appunto perchè appartiene al pic colo numero dei veri lottatori, i pratici, i.po sitivi, il suo romanzo, lungi dall'essere l'apo logia del 1905, è un equilibrato, esatto ver baie degli errori commessi nella rivoluzione dagli intellettuali, delle tare portatevi" dai a profughi di quell'altro campo, il campo di Saizef e anche il campo di Mereshkowsky, venuti alla rivoluzione per equivoco o per trasporto sentimentale, recando seco delle , dottrine, del lirismo, del misticismo, della a . o l a a e i -.| e femminilità e della debolezza in luogo di braccia dure, di .-sangue freddo è di discipli na. Il titolo, pieno dell'amara ironia dell'in successo, basta da solo a chiarire il pensiero dell'autore. La maggior parte dei suoi borghesi, non escluso Andrea Bolotof, figlio di un generale e fratello di un ufficiale di marina, sono uomini utilizzabili soltanto quando volontà più ferme li dirigano, ma incapaci di dirigere e dirigersi essi medesimi : sono gli intellettuali tipici, coloro che condurranno la rivoluzione al disastro. Uno di loro e dei più sinceri, Davide Coen, sul quale mi pare superfluo aggiungere altri connotati, va in estasi di fronte a sè stesso, come ci andava qualcuno dei Decenbristi del Meresh kowsky : (1) Ropstcinb: To cevo ni byte, S. P.B.. 1913. ; Savieti i iltoziRdraofegteaumblignnluberttampgebfirssdCsctsRgpCslclvhonabmvcgsnsblpbDce — Io mi sagrifico per la rivoluzione, per il partito, per il paese e per la libertà. Quanto è dolce I Quanto è bello ! Sono ie stesse critiche mosse alla rivoluzione dall'autore di Alessandro I. Ma il Ropstoine mira a conclusioni immensamente diverse. Positivista, socialista, per lui la speranza non sta in tutto il popolo, sta nei soli operai : non nel sentimento religioso ma nel fermento economico. II suo non è un programma massimo, per così dire, il quale pretenda di fare dei centoventi milioni di russi altrettanti rrvoluzionarii e della rivoluzione una crociata. E' un programma minimo, limitato, dietro consiglio dell'esperienza e del buon senso, all'azione diretta di qualche milione di lavoratori e di piccoli- borghési. Sugli altri egli non fa assegnamento. ' Mentre nell'autunno del 1905 gli intellettuali perdono il tempo a discutere di metodologia rivoluzionaria, a catechizzare i contadini e a fabbricare bombe, gli operai, spontaneamente e inattesamente, dichiarano lo saie pero generale. E la rivoluzione c'è già, cammina,- mentre gli intellettuali si. contemplano stupefatti, come dinanzi al miracolo di un santo'non autorizzato. Quando l'operaio Vo■ odia,'anima dei moti di. Mosca, viene a chiedere l'appoggio del gruppo intellettuale di Pietroburgo, lo introducono in un circolo di avvocati e di professori ove non manca nemmeno il bel sesso e dove si tengono discorsi i i quali fanno scattare la sua franca ed energica indole popolana, un'indole che non è già più russa ma europea, di uomo nuovo: — Voi sarete degli scienziati, sarete i nostri padri; ma io non sono venuto qui per seguire un corso di studi, bensì per concludere degli accordi. Ci date danari, sì ò no? Ci date armi, sì o no? C'è fra Voi uomini disposti ad agire, sì o no? E un'altra volta, scagliandosi con ironia cóntro le pretese di codesti direttori spirituali, domanda; — Chi va a gettare le bombe, voi? Chi scende sulle barricate, voi? Senza pietà, come senza accanimenti, il Ropstoine butta a mare l'intellettualismo togliendogli l'ultima parvenza di tutela sul popolo) Il popolo, il Magò, come Io chiama il Cirikof, farti, da sè. Questi operai, che senza saper leggere riè scrivere nè ragionare di politica, intendono subito a maraviglia quanto c'è da fare e cominciano ad assaporare il violento piacere di percorrere da padroni, la rivoltella iti pugno, levie di Mosca deserta, hanno per la Russia, anche per la Russia di oerei ricaduta nella reazione, un impressionante sapore d'avvenire. Il suo romanseinon aprirà alcuna nuova via in letteratura,-sebbene contenga pagine di una evidenza drammatica che telo può conseguire l'arte-dal vero, vissuta, quali il massacro di ebrei di cui uno dei personaggi raccoglie al telefono gli echi lontani, le barricate contro i cosacchi sulla Miussah e l'assassinio di Sleskine: ma esso possiede un innegabile valore storico. E' l'atto più cospicuo di quanti abbiano sin qui tentato registrare l'inizio dell'era nuova in politica: l'avvento dell'azione pratica e dell'organizzazione popolare, l'abbandono dell'utopia, che dalle giornate dei Deoembristi non cessò di esaere fatale alla causa della libertà, il ripudio del ciarpame dottrinario di chi domanda la repubblica e di chi sogna la confederazione slava per un innestò della crisi politica sull'albero molto più limitato e preciso della lotta fra capitale e lavoro, il cui programma non sarà • O tutto o nulla » come volevano gli intellettuali del 1905 che immolarono la vittoria già conquistata sull'altare di un comunismo ineffettuabile, ma uria simultanea concessione di garanzie costituzionali e di aumenti di salari. Di fronte alla passività delicata, sonnacchiosa e malinconica che costituisce ancora oggi la grande realtà dell'anima russa e di cui il Saizef scrive il poema, questa non pic¬ smpMvvl'tivstnIscndicfsspepmznspdslèdc'dsrarlscmvaudcvcn cola.realtà di asciutta e rude energia, di spirito di conquista e-di buon senso è il primo canto del poema, di domani Letterariamente, un confronto fra il Saizef e il Ropstoine non avrebbe senso: ma psicologicamente e storicamente i mondi rappresentati dall'uno e dall'altro stanno di fronte, combaciano come l'oggi e il domani, come l'ombra e la luce sulla medesima.sfera. Procurarsi, la nozione di entrambi è procurarsi la nozione, complessiva se non completa, della Bussla nel suo essere e nel suo divenire. E serve nel medesimo tempo a fissare la posizione e la portata della corrente mistica diretta dal Mereshkowsky, la quale sforzandosi di servire di ponte fra quei due mondi col galvanizzare la passività dell'uno e correggere l'ateismo del secondo, rappresenta il tentativo dell'intellettualismo per rifarsi nel movimento nazionale quella parte che il Ropstoine e gli uomini del Ropstoine gli rifiutano come non necessaria. CONCETTO PETTINATO. AmstmnbrdslnppUc

Persone citate: Andrea Bolotof, Davide Coen, Field, Giovine

Luoghi citati: Italia, Mosca, Pietroburgo, Russia