L'antiquario Geri narra il primo incontro con Monna Lisa del Giocondo

L'antiquario Geri narra il primo incontro con Monna Lisa del Giocondo L'antiquario Geri narra il primo incontro con Monna Lisa del Giocondo Il Perugia interrogato dal £iudtoe istruttore - Il -verbale di riconoscimento - La -vigilanza intorno al capolavoro, (Per telefono alla Stampa). Flrenaa, V, natie. Stornane è continuata ad affluire la (olla, composta di migliaia di pèrsone, egli Uffizi nonostante che oggi l'ingresso fosse a pagamento. Si era tentato di scegliere Un altro luogo per l'esposizione, allo scopo di evitare che si dicesse che si speculava sulla Gioconda e per accrescere il numero degli ingressi. Ma era materialmente impossibile trova* un altro locale dov« fosse altrettanto facile regolare la circolazione e tuteiare la sicurezza del quadro che pesa tutta sulla responsabilità del Poggi e del Ricci. Inoltre si sperava che il. fatto dei pressi a pagamento limitasse enormemente l'affollamento. Invece il pellegrinaggio ha seguito quasi colla stessa intensità di ieri e l'interesse si è acuito. Si deve alla sorveglianza del direttore Poggi e di tutti gli ispettori delle gallerie se nessun incidente è avvenuto. •'.Stamane sono krijttvaitl finalmente due funzionari della Polizia francese, il comì$ft}Ssario Vigriolle e l'ispettore Barbieri. Essi -si sono recati subito dal Questore comm. Tóraijtelli ohe ]1 ha messi al corrente di tatto quanto era a sua cognizione. Quindi si sono recati dal direttore della Galleria degli Uffizi. dmarimLcsoadEseEGcgdcip^n2SS^mrISIv^cmzin3dBlogIl verbale di riconoscimento Quando anche gli ostinati contemplatori incominciarono ad uscire ebbe luogo il primo atto ufficiale: venne rogato il verbale di riconoscimento del "Uadro. Sono presenti il giudice istruttore-capo oav. Oscar Muzy col suo cancelliere Di Carlo, il pror curatore generale cav. Giulio Compiili. Il giudice istruttore raccolse le perìzie giurate del dottor Giovanni Poggi, direttore della Galleria degli UfflM e dei dottor Nello Torchiarli, direttore della Galleria antica e moderna. La ^rizia 6 cosi concepita:"Di pinto su tàvola alta metri 0,77, largo metri 0,53 rappresentante il ritratto, dii Monna lisa del Giocondo detta Gioconda, opera di Leonardo da Vinci, pia """nrtenente al Louvre di Parigi. Il dipinto è stato riconosciuto per quello rubato al Louvre nell'agosto 1911, a prescindere dnlle impressioni generali per i seguenti indizi: 1) La tavola è spaccata al di sonra della testo | se la spaccatura, evidentissima, anche alla i tPl'Icsstcre a a , n e a a e m , e a e n e . — e l e e a l a n i , » superfìcie estema del dipinto, è stata riparata con l'applicazione di- due cambre a farfalla della quale la superiore è caduta. La spaccatura appare in tutte le fotografìe del dipinto; 2) Posteriore alla tavola nella parte superiore sonò raccolti due cartellini, uno con la scritta a stampa « Du Rameau, gardo des tableaux & Versailles» « l'altro con la scritta .a mano « Première piece du directeur»; più in basso a destra di chi guarda c'è, segnato con inchiostro rosso, il timbro dei Musei reali con la corona del giglio e con le iniziali 11. m. q col numero 816; 3) A confermare l'autenticità è stato eseguito un minuto ed accurato confronte del dipinto stesso colle fotografìe eseguite da. varie ditte: Alinuri. Brami, ecc. prima del furto. Dal confronto è stata accertata la presenza di una Attissima rete di screpolature che si distingueva su tutta la superficie della pittura, rete che è risultata perfettamente corrispondente in tutte le fotografìe, e di altre accidentalità esteriori del dipinto, ad esempio alcune macchie sul dorso della mano destra, alcune abrasioni e mancanze di colore attorno alla bocca, un pentimento evidentissimo nel contorno dol dito indice della mano destra, una stuccatura di forma circolare vicina al gomito del braccio destro, alcune stilature longitudinali nel legno a destra della faccia, la mancanza parziale di colori nelle dita della mano sinistro. Tutti questi dati di carat tere esterno e quindi incontrovertihili, hanno persuaso i periti dèlia piena corrispondenza fra il dipinto sequestrato e quello esposto al Museo del Louvre. I molteplici caratteri, sopra descritti che nel loro insieme attestano la autenticità del dipinto non possono essere perfettamente contraffatti e persuadono dell'Identità J-' dipinto etesso. Il valore della pittura è rilevantissimo ed è calcolabile a qualche milione». Questo documento sarà importarito agli effetti dell'istruttoria. Infatti ora il quadro, pure essendo denositato negli Uffìzi, è sotto sequestro ed è a disposizione dell'Autorità giudiziaria; la perizia giurata però, che attesta dell'autenticità del quadro è sufficiente ai fini dell'istruttoria e 'mlndi si prevedo che domani il cav. Muzy rjlasclerà al dottor Poggi 11 nulla otta perchè il quadro sequestrato eia consegnato al legittimo proprietario. L'esposizione a favore della "Croce Rossa,, Il quadro, per accordi presi cdl'ambasclatore Barrère, rimarrà a Firenze sino al pomeriggio di giovedi, quindi partirà per Roma. L'esposizione però non sarà prolungata oltre ■ giovedì, Il presidente della locale sezione della Croce _Rossa aveva chiesto al signor Bar rère il"permesso di.fare esporre il quadro a beneficio della benemerita istituzione. Bai bére cortesemente ha acconsentito. Siccome nella sala.esterna degli Uffizi tale esposizione non sarebbe stata prudente, come abbiamo già rilevato, cosi 11 quadro sarà portato al secondo plano di Palazzo Vecchio e precisamente nel quartiere dei Priori, forse nella sàia detta, dello Udienze, dove è facile regolare l'entrata e l'uscita. Il biglietto d'ingresso costerà'50 centesimi. Intanto si torna a parlare un po' del ladro che tutti continuano a giudicare con simpatia, visto che tutto è andato bene. Due punti oscuri sono nella narrazione del Perugia: essi lasciano —»■■-*<„ dubbio sulla sua veridicità. Uno è sulle circostanze del furto stesso. Molti non credono che il furto sin stato commesso da lui, che sarebbe tutt'al più un complice; l'altro causato dalla facilità con cui il Perugia ha acconsentito a portare il quadro agli Uffizi. oattncitsmrtgafltrhcSttLLLCome Gerì ha trattato col trafugatore A' ben chiarire tutto ciò ho creduto opportuno sentire ancora l'antiquario Signor Geii che per tutto il giorno fu oppresso dalle congratulazioni che gli giungono a migliala per lettere e per telegramma. — Alcuni giornali hanno riferito, con moL te inesattezze, il mio racconto — mi ha detto il Geri. — Non è vero ner esempio che Il Perugia abbia chiesto due milioni come un giornale ha affermato. Per lettera hon si fece mai questione di cifra... Soltanto 11 Perugia Bcrlsse una volta che chiedeva una ■ìflerta rilevante avendo nyijfn offerte vlsto<«e da altre parti, ma tuttnvi» egli avrebbe hreferito assicurare il quadro all'Italia concedendo una riduzione del 25 per cento sull'offerta maggiore avuta sino a -uei mamanto, j» risposi ohe ma 4>CW> aueetto»e4 di presso e che quando mi avesse doeu- hmentato l'offerta altrui sarei stato disposto tra superarla. g« Fu cosi — ha continuato il Gerì — che [ericevetti una nuova lotterà il 6 corrente, pma'colla data errata del 13 e Bèlla c(Ualé il Leonardo V annunziava che avrebbe tran- Hcalta' ogni altra trattativa per intendersi dsolo con me. Nessuna cifra egli aveva mai .Paccennata e la sera di mercoledì negli Uf- indei lo gli chiesi quali fossero le sue pretese, laEgli cominciò a dirmi che aveva delle spe- nse. Forse — ho chiesto — ha dei complici? dEgli però' mi interruppa dicendo: — La qGtoconda l'ho portata via io stesso, Lo fconfesso senza eeitatione, *Ua«t «on orge- Quglio. — Il Perugia non si insospettì quando fu presente il Poggi. Io fino dal principio di questo singolare carteggio feci capire al signor Leonardo V che io agivo co- Ld^iriaS^Z^AX°rlii Pnel noeSm^Stan ànSnft 3u^J2$\ ^1 c2asB«a d? !l3£r&K$ fÌ,fJSS?ÌJf ai cS 2 mTffW«^!rtaU!SS^«mf- nSS *iS£££j* fflff ineieme alla ri^r^nvim «i -J?Ìl ,d*U' a?P"$Am™X> dmtaw? !Lai ^a??0A BoiF S" Srum * j£ TStSJShe 1 ^t0v £0gel bIfLlJ* n^J^VVJL?***0 laU)er.B°- sStaffi* n o*va^na ^SBFS a,u un» P^'nIti, ÌnST?81*, acc08t.0 I? imP5»te s'e-jvnL*i Più bul0 ch0 mai- 11 ^adroj av-if^ i ti™.^p^no roseo, era Bteto estratto pil -0?. ^.,uv b,aule 60 annoggiato sul rcenci di cui il baule ora stato riempito a cmetà. Al solo vederlo noi ci sentimmo bai- zare il cuore ma il comm. Poggi con aria lindifferente, disse: «Qui c'è "Oca luce; bl- n3ogna osservarlo bene, oon comodo e fare fdei raffronti colle fotografìe che abbiamo ». eBisogna Dremettere che sin dal primo cól- iloquio il Poggi voleva portare 11 quadro ne- sgli Uffizi. Cosi lo completai il pensiero del q sturbato alle porte del Louvre ed alla frontiera italiana, quasi impazientito per questo Poggi dicendo: «Se lo vuole portare all'Impresa, o meglio agli Uffisi sarà meglio ». Il Perugia acconsenti subito. Per le scale io chiesi al Poggi oon voce tr*~ante: «Ma sarà quello?. Il dipinto ò antico di certo e speriamo... ». Al momento di uscire un garzone di portineria bì fece avanti a chiedere ai nostro compagno: «Che cosa c'ò in quell'involto rosso?». 11 Perugia, che era passato indi- ostacolo, disse: «Niente! Vado con questi amici per un affare». Non starali ripetere tutto quello che si svolse negli Uffizi. Il dottor Poggi osservò fino dal principio che egli non aveva avuto precisa autorizzazione * comperare e che perciò Occorreva attenderà il comm. Ricci da Roma. Il Perugia non trovò nulla da obbiettare e Venne via lasciando la Gioconda nella stanza dal commendatore Poggi. , « Per istrada — ha continuato l'antiquario — chiesi al Perugia : « Ora conta di non tornare più in Francia ». « Certamente ; voglio rimanere in Italia. Sono soddisfatto di avere reso la Gioconda agli Uffizi ». Noh ci fu verso di cavargli una parola di più dal la bocca, perchè è un tipo piuttosto taci vAaftgmeodttmtrudzpfatturno e lento nel parlare come se ogni na- rola gli costasse fatica. Il dottor Poggi mi ha confermata la sua opinione sulla voridi- cita del racconto Hel Ponie-tn o voHn X aShAjS? JÌm Perugia, e vedo che tutto quello che egli mi ha raccontato è tutto provato ». m Il Perugia pud «user* condannato a tre anni Il giudice istruttore Capo ha eflHopBÉlo II Perugia ad un lUhgo 6 stringente interrogatorio durato circa due ore e mezza, dalle fo,8o elle 20. L'arrestato eon la mawlma calma ha confermato tutto quello ohe egli ha n ferretto — Il mezzo milione — gii avrebbe chiesto il cav Mussi — era anche a ecbpo patriottico? , .. — E' uha mleerla ~ avrebbe risposto l'arrestato — di fronte a queHo che io avm potuto guadagnare! era quasi un semplice indennizzo di spèse. Il caV. Mùzzi ha avuto questa sera un *olloquio col due funzionari francesi, che gii - hanno sottoposto alcune cimoetanze che poto trebberò aggravare la posinone del Pera-', già. fi' certo perù che la tua pena evento** e [e non raggiungerà il minimo di tre anni , previsto dal Codice penale, l Oggi <ta Giocónda fu visitata da Adolfd - Hildebrand, che ha affermato non esservi i dubbi sulla sua autenticità e dal milanése', i .Preias, che già ha avuto per quattro ora - in osservatone lk Gioconda quando esegui , la tricromia ohe ha servito all'identiflcozio-. - ne. Si attende ora la visita del direttore ? del Louvre, Marcel, e del conservatore dei a quadri, Leprieur, s.1 quali spetta l'identifio fazione, diremo com, ufficiai» francese dea - Quadro. - L'ipotesi audace di Galileo Chini Galileo Chini, uno dei più noti artisti decoratori italiani, ha «niwato dei dubbi. i Per ceri* ritocchi, riferendo»! alla voce enei 1 cor»vfc ni tèmpi del fnrto, cioè allMpetoal i che il miadfo fosse etato deteriorato e II* f- no*** 9uindi dftl I-wria.-pw le neeeesaztti a ripatazfoni. ^ ricorrerebbe al trucco X> del furto per far venire il quadro in Italia., " Secondo il Chihi, i ritowhf sarebbero visK l bi» sulla 9toffa che riveste il braccio stai- stro. Ma il ritocco è quasi insignifloànto ei 'non gfuetinca il trucco, senza dire che, net e-jeo^o trucco del ritrovamento l'autorttX v-ifrMlce8e non sarebbe etata eoe* sciocca dtt to prendere Un italiano e mandarlo a farei a*l restare in italia, col pericolo di rivetastont a compromettenti. i- Quanto al ritocchi in parola il Cavenaght a li ritiene vecchi di qualche diecina di aiW l- ni. Domattina dall'esame del due tecnici e francesi risulterà certamente che i ritocchi ». esistevano anche prima Sembra infatti l- inammissibile che essd siano il frutto di gua-1 e- sti prodotti dal Perugia al quadro durante) el questi due anni. nto l». o a e ro o i- ti e tli * rà n aman Stasera ho voluto rendermi conto del «favizio di sorveglianza stabilito agii Uffizi. Abitualmente il servizio notturno è affidato* a tre custodì, di cui uno ò fisso al telefono e gli altri due percorrono ogni due Orai tutte lo sale degli Uffìzi ed il lungo pattai» gio sino alia Gallerìa Pitti. Essi sono armati e di quando in quando lasciano taracele del loro passaggio negli apparecchi di orologiera che sono collocati in vicinanza delle sale più preziose. La Slama dille gerrimp, piccola come un tempietto, è tenuta d'occhio particolarmente per all inestimabili tesori in eeea conte» miti. La Giocónda venne collocata su due ooL trone di velluto ed è Illuminata da piccoli riflettori elettrici. Sulla sòlita porta si apro uri piccolo fòro attraverso il quale la guardia notturna possa sorvegliare tuttala' staili za. Questo è il servìzio abitudinario. Ora per la Gioconda questo servizio è stato rinforzato di personale che dispone per ogni allarme di una potentissima suoneria elettrica che si irradia da ogni parte.

Persone citate: Barbieri, Di Carlo, Galileo Chini, Giovanni Poggi, Hildebrand, Leonardo Da Vinci, Monna Lisa Del Giocondo, Priori, Rameau