II violento ostruzionismo commentato e deplorato a Montecitorio

II violento ostruzionismo commentato e deplorato a Montecitorio II violento ostruzionismo commentato e deplorato a Montecitorio Che cosa avverrà oggi? ■ • i • • ■ ■ (Per telefono alla Stampa). Roma, 12, notte. Nella seduta odierna siamo arrivati a quel grado di violenza che fu temuto fin dal primo giorno e che sembrava scongiiìrato nelle sedute di questa settimana, tanto più calme di quelle della settimana scorsa. Come ci si sia arrivati i lettori lo leggeranno nel resoconto. Qui, i commenti e le previsioni opportune. I commenti fatti nella sala dèi passi perduti attorno ai deputati più anziani sono stati parecchi, ed in essi, come suole avvenire, c'è stata molta sapienza del poi. Dirvi che la violenza è stata generalmente deplorata sarebbe su perfluo, perchè fuori dell'aula, a mente fredda o meno riscaldata,'prevalgono sempre le opinioni moderate, anche fra coloro che, suggestionati dall'ambiente, hanno partecipato al tumulto. Alcuni osservavano : — Il discorso di ieri di Federzoni ha contribuito molto ad eccitare i socialisti ; sarebbe stato molto meglio, se egli, sapendo che oggi sarebbe venuta in discussione la sua elezione, avesse rinunziato a parl-ire. Se avesse rinunziato a parlare, — ri spendevano altri, — non avrebbe rabbonito. 1 socialisti risoluti a combatterlo con tutti i mezzi e non si sarebbe guadagnato! il favore del partito costituzionale; si deve';precisamente al suo discorso di ieri se il j partito costituzionale lo ha sostenuto con|tanta compattezza e con tanto fervore. La Giunta avrebbe fatto meglio — dicevano al- tri — a contestare l'elezione, perchè era fa-icile prevedere che i socialisti avrebbero prò-1 vocato una grande battaglia. Altri ancori'o'sservavàno : — Se la Giunta delle elezio■; ni dovesse contestare'le elezioni, delle quaiijsì prevede una vivace discussione, verrebbe meno alla sua ragione di essere, asservendo se stessa alle passioni politiche. Da altre parti si facevano queste rifles- sioni: si sapeva da più giorni che il pra- Bidente del Consiglio avrebbe parlato nella seduta odierna ed era facilissimo prevede- re che la elezione dell'on. Federzoni e quel- la dell'on. Pavia avrebbero suscitato lunga e vjvoce discussione. La più elementare prudenza consigliava di fare in modo che il discorso del presidente del Consiglio pre- cedesse la discussione delle elezioni. Non è stato bello di aver costretto il presidente del Consiglio ad aspettare inutilmente nei cor-,ridoi di Montecitorio durante l'intera sedn ta il suo turno, nè è stato prudente di averylasciato preparare al suo discorso politico'un ambiente tempestoso. L'on. Alessio, che nelle funzioni di presidente aveva dimo- strato di possedere molta energia e grande imparzialità, meritandosi gli applausi vi-'"vissimi di tutti i partiti costituzionali, si è smarrito nel'momento più critico. — Che. avrebbe dovuto fare? — rispondevano ta- luni deputati. — Non poteva certamente annullare la votazione nominale già inizia- ta, —. La proposta, sospensiva dell'on. Tu- rati — ribattevano altri onorevoli — a- vrebbe dovuto avere la precedenza. — Era questo che volevano i socialisti (da altri si diceva); la proposta sospensiva non eraipervenuta al banco della presidenza. Quel- ìli, che cominciarono a gridare, erano in e<r-!i-ore, perchè la proposta sospensiva era;ancora sui banchi dell'Estrema Sinistra, Iquàndo fu iniziata la votazione. Il iresi-ldente doveva indire la votazione colla pro-!posta pervenuta al suo banco, molto più :che ignorava che si stesse preparando la proposta sospensiva. Altri ancora osserva- ivano: — Il presidente commise un'impru-^denza invitando i deputati a scendere dai !loro posti nell'emiciclo per rispondere all'appello nominale. — Ma quell'invito — ribattevano taluni onorevoli — non fu una imprudenza, ma una necessità, perchè i ru mori assordanti dei socialisti impedivano !ai deputati di sentire la chiamata e ai se- gretari di sentire la risposta. I socialisti con le grida e coi rumori raggiungevano 'Do scono d'impedire materialmente la vota- !zione, poiché la votazione, una.volta iniziata, non può essere interrotta per nessun motivo. L'ordine del presidente di fare avvicinare i chiamati al banco della uresidenza era opportuno, anzi necessario. —Non vi stillate il cervello'— ha esclamato un deputato che siede su uno dei banchi dell'Estrema Sinistra — sulla causa occasionale dello scontro nell'emiciclo fra co- ■loro che volevano votare e coloro che non volevano permettere la votazione ; perchè, duronlc la discussione, uno dei più autore- voli membri del gruppo socialista riformi- sta mi aveva detto, con suo grande ram- marico. che era già stata presa la risoni- -ione di non permettere che si arrivasse al to. — Il presidente — replicavano taluni «lla maggioranza - non avrebbe dovutojdere alla violenza; avrebbe dovuto msi'ere nella votazione. — Avvenuto — repli"^aN* deputato di Estrema — lo scontro all'emiciclo, la sospensione della seduta ^'era inevitabile. — Certamente, — soggiungeva il deputato ministeriale, — ma, -ripre1 sa la seduta, doveva essere ripresa la vo- fazione al punto in cui era stata interrotta per forza maggiore. - Ma - ribatteva 11 primo — come poteva aver luogo la vo fazione con la ripresa dei rumori assordanti? — Il presidente — notava il secondo — avrebbe dovuto applicare il regolamento singolarmente ai più rumorosi e non limitarsi al richiamo all'ordine-puramente platonico: avrebbe dovuto colpire i più rumorosi, ma con la esclusione temporanea dalle sedute A onesto nunto un deputato, eletto nellaA questo punto un f^l^>^^"^°elezioni'generali del 1871 a costantemente rieletto, il quale, oltre ad essere uno del più autfaui, è anche uno dei più eminenti parlamentari, ha detto: — Piano "con la. esclusione dalle sedute. I colpiti, apriche obbedire, si sarebbero ribellati alla pana loro inflitta ; non sarebbero usciti dall'aula, non ri sarebbe stato altro da fare a n e i d a è e o o a ; e n o! che ricorrere alla, forza pubblica, come fu fatto con Enrico Ferri. Ma Enrico Ferri era uno ; ora i colpiti avrebbero dovuto essere parécchi. Poi in Dalia non è possibile imitare gli esempi dell'Ungheria. Nell'aula di Montecitorio non si può fare entrare'la forza pubblica. — Ha quindi fatto bene Alessio a rinviare la seduta a domani? — No, No! — ha esclamato l'eminente deputato anziano. — Ma che avrebbe potuto fare ? — Ecco che avrebbe dovuto fare, avrebbe dovuto opporre la più grande tenacia all'ostruzionismo ; avrebbe dovuto dichiarare, appena ripresa la seduta, che era risoluto a far continuare la seduta per tutta la notte ; avrebbe dovuto far votare un deputato, e poi aspettare pazientemente il momento opportuno per farne votare un altro, anche nel caso che fra l'uno e l'altro avesse dovuto passare mezz'ora, magari un'ora. I socialisti, vinti dalla fame e dal sonno, avrebbero dovuto finire coll'abbandonare il campo. — Ha ragione, l'impresa sarebbe stata possibile, perchè, durante la notte, alla poltrona presidenziale avrebbero potuto sue- e';cedersi i quattro vice-presidenti ed il presil j dente e gli otto segretari avrebbero potuto n|farc altrettanto. La maggioranza avrebbe a resistito. - ~ Invece — ha concluso il deputato an -iziano — e avvenuto ciò che non era mai -1 avvenuto : la minoranza, una piccola minoi'ronza, ha imposto la sua risoluzione vio■; lenta, e la Camera non è stata messa in ij&rad° di resistere alla violenza: - Ed ora lasciate che io vi faccia qualche previsione per la seduta di domani. Un deputato eletto nelle elezioni generali del 1874 e rieletto costantemente ed un altro depu - tato, eletto nelle elezioni generali del 1876 e a costantemente rieletto, entrambi cx-mini- sip< sono stati concordi a dirmi che doma- ni> allc 1*, appena avrà preso posto, il prea sidehte non dovrà fare altro qjie • ordinare e 'a continuazione della votazione per l'apl Pe"° nominale al punto in cui è stata in- terrotta ; perchè la votazione, una volta iniè ziata, non può essere interrotta in nessun l modo e per nessun motivo. Essi sono stati -,tailto recisi nella loro opinione,Tda esclu dere che si possa iniziare la seduta al sory"*0 modo, cioè colla lettura del processo o'\erbaile della seduta precedente che sarà e l'odierna. Con tutto il rispetto dovuto a deo- Potati tanto anziani e tanto eminenti, io mi e permetto di avere un'opinione diversa. Io i-'"credo che la seduta di domani dovrà essere si inJ?iata conie tutte le sedute colla lettura e. del processo verbale, perchè non si tratta a- della continuazione della seduta odierna, e ma di una seduta nuova. Ciò risulta dalle a- stesse ultime parole del presidente, il quale u- na detto : " La seduta è tolta ! », come dice a- tutte le sere, e non « la seduta è sospesa ! ». a Trattandosi di seduta nuova, essa dovrà si essere iniziata coll'inevitabile lettura, del aiprocesso verbale, perchè l'approvazione del l- ìProcesso verbale della seduta precedente è r-!cowWio sine 1ua non Per l'inizio di quala;slast seduta. a, I Ammesso dunque che si debba cominciai-lre coUa ottura del processo verbale, è leo-!cito sperare che la notte porti consiglio? E' ù :lecito sperare che, prendendo la parola sul a Processo verbale, gli autori dell'odierno oa- i struzionismo provochino dal presidente u-^P^K82»011! soddisfacenti e che, in seguito ai !ad esse' sia abbandonato l'iniziato ostru lia u zionismo? E' vero che la notte porta qua si sempre consiglio e sono innumerevoli precedenti di votazioni per appello nominale interrotte in una seduta e riprese al o ! 1,inizi°. della seduta seguente ; ma io temo e- mo,to che Questa volta non accadrà ciò che ti è scaduto tante e tante altre volte. Lo te o 'm0' non soltanto per il modo con cui è prò a- ! ceduta la prima settimana di discussionein vianco- sull'indirizzo in risposta al discorso della Corona e per la passione politica che ha animato l'odierna discussione, ma ben anche perchè corre voce a Montecitorio che socialisti ufficiali siano tanto risoluti a per sistere nell'atteggiamento odierno da cerca re alleati negli altri gruppi di Estrema Si nistra. Da chi è in grado di essere bea© infoi- n mato> mi è stato «ferito che i socialisti ufè, ficiali contano già sulla solidarietà dei ree- Pubblicani per il fatto che il Pacetti, il quai- le ?Sgi e stato il duce di coloro che hanno m- sostenuto la contestazione dell'elezione, è i- un repubblicano. I socialisti ufficiali, se io al sono stato ^ne informato, hanno anche ni tentato di avere la solidarietà dei socialito,8ti riformisti; ma questo tentativo ha troiiro a neo- vato un ostacolo insormontabile nell'onorevole Bissolati, il quale, anziché aderire alla continuazione dell'ostruzionismo, deplora ' l'inizio di esso. Perduta la speranza di avere la solidarietà del gruppo riformista, conterebbero, stando sempre alle notizie del mio informatore, sul concorso di 'alcuni riformisti meridionali e dei sociali- ta ; l^*!^!^^^ o n— presa nella riunione che i socialisti ufficiali terranno domattina, alle ore 10.

Persone citate: Enrico Ferri, Federzoni, Pacetti

Luoghi citati: Pavia, Roma, Ungheria