Uccide l' amante con un colpo di trincetto

Uccide l' amante con un colpo di trincetto il delitto di un aleoolista Uccide l' amante con un colpo di trincetto I/arresto del colpevole Un delitto ignobile e bestiale è stato compiuto ieri nel pomeriggio, in regione Pozzo Strada o, per essere più precisi, in via Oulx: una via per modo di dire perchè si compone d'un gruppo di case e casupole prospiienti un vasto prato. E' al N. 19 che il dramma ha avuto il suo volgimento improvviso, nell'abitazione di cera Antonia Romano, vedova Gennaro, d'anni tò. Costei è la vittima. La disgraziata aveva re Agli: Telesforo, d'anni 22, Mario, d'anni 19 e Francesca, d'anni 17. Mentre si dice assai bene della ragazza e del Aglio mUnore, si sa he il primogenito si trova attualmente nel relusorio di Saliceta San Giuliano a scontarvi quattro anni di pena per spendita di moneto alse. La vedova per parte sua, aveva stretta elazione con un calzolaio abitante sulla trada di Lanzo 297, tal Domenico Brunetti del fu Francesco d'anni 47, il quale e decritto da chi lo conosce come un individuo volgare e brutale, dedito più all'ozio che al avoro, n Brunetti si ubbriacava spesso e voentieri <.'<\ appunto ha compiuto il delitto n un accesso di furore che l'alcoolismo ayeva anche notevolmente accresciuto. I rapporti tra la Remano ed il Brunetti duravano da un pezzo c non erano dei più pacifici nella loro irregolarità: le liti si suseguivano spesso violente e la donna, quasi semprei, finiva) pfcr essere percossa dall'amante. Malgrado ciò non pareva disposta .ad abbandonarlo, poiché si racconta che un giorno avendo egli preso dimora a Limone, la donna si sia recata a trovarlo e l'abbia indotto a ritornare a Torino. I due non facevano adesso vita comune, ma si vedevano sovente. Per lo stato di ubriachezza dell'omicida non è stato possibile con un interrogatorio minuzioso scoprire la causa precisa del dramma; da quanto il Brunetti ha sconclusionatamente narrato sembra che un altro motivo di dissapore fosse sorto tra il calzolaio e la sua amante. Un altro individuo — secondo il Brunetti — stava ora per sostituirlo nelle simpatie della donna, che a dir vero non aveva alcun fascino, da giustificare la gelosia. Comunque il Brunetti si rodeva, fors'anche perchè egli, spesso disoccupato, trovava presso la donna un soccorso di vitto e di danaro quando le sue tasche erano completamente asciutte. La prima notizia 11 dramma è stato Ieri fulnwneo. 11 Brunetti, che si era come d'abitudine ubbriacato, si senti più che mal assillato dalla gelosia e dal desiderio di trarre vendetta e nel pomeriggio, alle ore 16, si recò in via Oulx. all'abitazione della Romano : una stanzetta umilissima, a terreno, con un letto, un modestissimo sofà di ferro, un tavolo e pochi utensili da cucina. La vedova Romano era in casa, e come si vide comparire dinanzi l'uomo ubbriaco, congestionato in volto, e l'udì formular subito una minaccia, tentò di calmarlo con buone parole. Ma era come dar la testa nel muro. Il calzolaio si eccitava sempre più, gridando alla Romano: « Sei una vigliaccaI • come un ritornello. D'improvviso il Brunetjti trasse di tasca un trincetto affilatissimo e urlando come un ossesso si gettò sulla donna. La disgraziata tentò farsi schermo, ma l'uomo la colpì sotto il petto con furia cieca. Ella potè tuttavia uscire, invocando aiuto dalle vicine: — Donne! donne! aiutatemi! Mi uccide! Alcune donne accorsero spaventate e, poiché già il calzolaio s'allontanava dopo aver gettato via l'arma, esse apprestarono alla Romano qualche cura, sorreggendola per farla rientrare e deponendola poscia sul sofà, seduta. Le slacciarono le vesti, e videro sgorgare il sangue e soltanto allora compresero che il Brunetti l'aveva non soltanto percossa, ma ferita. Certa Agostina Gosso, abitante in via Mattie, corse allora a cercare le guardie municipali che hanno la sezione in corso Francia, ma giunta in via Borgone s'imbattè in un agente che andava in giro distribuendo certificati. In poche parole l'averti dell'accaduto, e la guardia — che si chiama Giovanni Dellavalle — s'accompagnò alla donna fino alla casa di via Oulx. La Romano frattanto si sentiva venir meno, e l'agente provvido a chiamare un medico municipale. Mentre attraversava i prati, il Dellavalle Bcorse il Brunetti, ch'egli non conosceva, e siccojne il calzolaio s'era rivolto come insospettito, pensò che potesse essere l'autore del ferimento. Volle accostarlo, ma il Brunetti prese la fuga, quantunque l'ubbriachezza gli avesse un poco intorpidito le gambe. La guardia lo raggiunse, lo interrogò e lo trasse in arresto, accompagnandolo alla Sezione. Fu l'pffare di pochi minuti, ma in questo intervallo la Romano era spirati ira le braccia delle vicine. La notizia del dramma fu comunicata alla Questura, e sul posto si recò immediatamente ;i vice-cornmissario della squadra mobile Orsini, con alcuni agenti, provvedendo ad avvertire il giudice istruttore. Il dottor Gi.'jha, giunto a sua volta alla casa di via Oulx, non potè fare altro che con statare la morto della Romano, rilevando che la lama del trincetto'era penetrata profondamente, ledendo i (polmoni. Solo a tarda ora. dopo la visita del giudica istruttorii, il cadavere fu trasportato agli Istituti Universitari del Valentino. Già dicemmo che poco o nulla si è potuto ricavare dalla sconclusionata narrazione fatta dal Brunetti. Costui fu consegnato poi agli agenti di pubblica sicurezza e tradotto in carrozza alle Carceri giudiziarie. Dinanzi alla casa dove il delitto avvenne sostò a lungo una piccola folla, specialmente di donne, sbizzarrendosi in infiniti commenti. La palla al piede Questa la prima notizia che abbiamo pubblicata nella nostra edizione di ieri sera. A completarla verremo ora narrando 'i particoari che l'urgenza del tempo non ci consenti di far noti subito. Già dicemmo che il Brunetti è dipinto come un volgarissimo e brutale individuo, omo di media statura, obusto. Quando la guardia Dellavalle lo trasse in * i Carso Francia l'omraa PfegicododefaischhaBchdfomlucamli cilaalglabd'e vinopociinzotiasIlmSmpni pbtrfuacasoelaarmonercprrdamdvcfdvdtqsudasmcdraeaacfdudednipcE' un asciutto di volto e lL micida non lece alcuna resistenza. Egli ignoava di aver uccisa la sua amante e continuò a pronunciare ingiurie all'indirizzo di leu. Puzzava come un otre di vino e nella sua diesa mostrava l'ostinazione e la cocciutaggine propria degli ubbriachi. A sentirlo pareva che egli fosse innocente come un agnellino, anzi una vittima della donna che l'aveva mal ripagato — diceva — dell'aiuto dartele per allevare degnamente la amiglia In seguito, per le indagini fatte dal giudice struttore avv. Donati, si è potuto mettere in chiaro molte circostanze, alcune delle quali hanno dimostrato, che per quanto ubbriaco, il Brunetti aveva atteso a compiere il delitto he la sua vittima fosse sola con lui in casa. La Romano-Gennaro era rimasta vedova dieci anni fa — molti credevano che il marito fosse in America — e si era. unita irregolarmente al calzolaio, recandosi ad abitare con ui a Grugliasco. Il Brunetti si era manifestato subito di un carattere insopportabile e facile alla violenza: maltrattava i figli della sciagurata e talvolta i picchiava spietatamente. Malgrado tutto la Ramano non sapeva decidersi ad abbandonare l'amante e trascinava a palla che volontariamente si era saldata al piede. Dopo aver abitato qualche tempo a Grugliasco, la donna e il suo amante andarono ad abitare sull'antica strada di Rivoli e la vita d'inferno continuò. Il Brunetti lavorava poco e s'ubbriacava molto e quando era preso dal vino diventava anche più brutale. Un giorno alla vedova capitò una eredità: non molto vistosa in verità, ma sufficiente per poter tentare un qualunque piccolo commercio. Il Brunetti profittando del suo espediente ndusse la donna ad aprire una modesta calzoleria in via Monginevro e per qualche setimana la nuova vita parve renderle meno aspro ed arcigno. Fu una breve sosta di tranquillità e di pace. Il calzolaio trovò che se il lavoro nobilita l'uomo era pur sempre gravoso e preferi scialarla. Se aveva qualche lira la spendeva regolarmente alla bettola e quando n'on possedeva più il becco d'un ouattrino obbligava la donna a procurargli altro denaro. Una vita simile non poteva durare. Anche i figliuoli, adesso che erano cresciuti, com prendevano e si lagnavano con la madre, ri bellandosl al giogo che il Brunetti — un intruso per essi — voleva loro imporre. Allora fu decisa la separazione. La donna sarebbe andata ad abitare coi figli e 11 calzolaio si Cercasse pure a sua volta una casa. Ma dopo che furono divisi, il Brunetti tornò soventissimo presso la donna, ed ogni volta erano scenate d'una violenza impressionante. Un giorno il calzolaio minacciò di buttare la donna dal balcone; un'altra volta urlò che avrebbe decapitati i figli di iei a colpi di scure- Queste minacele egli fondulava special mente allorché voleva ottenere dalla donna o cibo o denaro, e la disgraziata non osava neppur più ribellarsi. Era quella la crudele espiazione della sua colpa di donna. Tre settimane fa il Brunetti, briaco, si era recajto a notte tarda all'abitazione della vedova che si trovava in casa con la figlia ed aveva preteso che gli venisse aperto. La donna si rifluito .recisamente, ed allora l'energumeno ruppe i vetri delle finestre, facendo un ca' del diavolo. Dopo questo incidente la Romano si rivolse all'Autorità di Polizia: il calzolaio fu chiamato ad « audiend'Um verbum » e minacciato di severi provvedimenti. Poi la donna non volle più sporgere querela contro il Brunetti e costui tornò più spavaldo di prima. Come ai svolse il dramma In. questi ultimi giorni il calzolaio si era formato il convincimento che un altro uomo dovesse prendere l'antico suo posto presso la vedova e divenne più furioso che mai. Quando ieri egli ricomparve nell'abitazione della Brunetti, nella modestissima stanza a terreno non c'era che la figlia Francesca, la quale rimase assai impressionata dal contegno spavaldo di lui. Il calzolaio saputo -che la vedova non c'era, usci, dopo aver brontolato tutta una serie di minaccie, ma deciso a ritornare, lasciò ad arte, sopra una seggiola, il mantello. La ragazza, come colta da un sinistro presentimento, usci a sua volta per cercare la madre e trovatala, le suggerì di tornarsene con lei a casa e chiuderyisi dentro. Purtroppo la precauzione fu inutile. Le duo donne erano appena" rientrate, che il Brunetti ricomparve. Como sempre, aveva bevuto, e adesso chiedeva del suo mantello dimenticato. La vedova cercò di calmarlo, presentendo essa pure una sciagura. Il calzolaio, certamente con la speranza di allontanare la ragazza, domandò che s'andasse ad acquistargli un po' di vino e offri trenta centesimi. Fu la vedova stessa che usci per far la commissione, ubbidendo ad un'occhiata d'intesa con la figlia. Ma il calzolaio voleva ad ogni costo trovare un pretesto all'ira che gli rodeva il fegato e diede ancora in escandescenze, urtando stufa e mobili e'battendo dei gran pugni sul tavolo. La ragazza impressionati'ssima, pensò allora di correre a chiamare una vicina, che già altra volta aveva potuto calmare quel forsennato, e usci per dare una capatina fin sul corso Francia, non lontano. Ormai il Brunetti e la Romano erano soli nella stanza. Fu in questo momento che il dramma avvenne, rapido e terribile. Il calzolaio, dopo aver urlato ogni vituperio contro la donna, estrasse il trincetto e la colpi sotto il costato con indicibile violenza. Come narrammo, la infelice donna fuggi ai- liccbilalaplasBcirrilppeptmqntotspdqazdulcblilsnnelnsritFavatC, l'aperto e si rifugiò sotto un portone vicino invocando soccorso, ma già 1 ignobile suo fe- ritele non. ensava ad inseguirla, ma soltanto pili ad allontanarsi. Un istante dopo ritornava la figlia con la vicina, ed un ragazzetto, certo Giuseppe Vaira, che era stalo richiamato dalle alte grida della donna, corse incontro alla ragazza avvertendola: — Badai C'è 6tato Menico ed ha ferita tua madre! Per oco la povera giovane non cadde sve- nuta. Alcune "pietose donne dovettero P^dersi cura, di lei. mentre altre vicine traspor- tavano in casa la Romano. Quando, venti minuti dopo, arrivammo noi pure sul posto, trovammo l'infelice già morta, Era seduta sul sofà, col capo reclinato sullaspalla destra: pareva addormentata o soltanto Altri particolari ancora sono poi venuti in luce. Prima di rosavi all'abitoywty «laUasvenuta. L'uccisore stringe la mano al figlio della sua vittima a e o n e a o a e a a o , e d a e o i e . o i e a r a e e a . a o i l o i i- Romano, in via Oulx, il Brunetti era andato sulla strada di Rivoli, alla casa n. 126, a cercarvi di un tal Michele Brolatto, un giovane che era stato allevato con i figli-delia disgraziata vedova. Costui non era in casa e fu sua moglie che parlò col calzolaio. Appariva eccitatissimo e quando seppe che il Brolatto era uscito, esclamò, con una bestemmia: « Quella' carogna! Lo cerco perchè voglio fargli la pelle! • E se ne andò allora a cercare la sua vittima. Hi Brunetti quando ebbe compiuto il delitto, attraversò in fretta il prato dinanzi alla casa e si recò in via Borgone, che fa angolo con via Oulx, alla «Trattoria del Solei, dove bevve un bicchiere di vino. Lì presso, in un gioco di boccio, si trovava il figlio della Romano, Mario, e l'uccisore si accostò a lui, saltandolo. Gli strinse anche la mano e gli domandò se avesse del denaro per pagargli da bere! Un istante dopo s'allontr \ e fu allora che l'intelligente guardia municipale Dellavalle lo arrestò. A tutte le domande de vice-commissario Orsini e dei giudice istruttore avv. Donati, il Brunetti aveva sempre risposto che il trincetto l'aveva buttato via, non sapeva dove invece gli agenti di pubblica sicurezza Cassarlno, Micca e Querelante, facendo minuziose' ricerche nella casa dell'assassinata, scoprirono l'arma intrisa di sangue in una cassetta deposta sotto la finestra Manco a dirsi, la notizia del delitto si è* propagata in tutta la regione di Pozzo Strada e Borgo S. Paolo con grande rapidità e vi ha pi edotto molta impressione. LtELSItECod/Chiassate in un caffo-concerto Da. alcune sere, le rappresentazioni nel «Teatro-varietà Maffei », venivano turbate da clamorose chiassate per parte di parecchi frequentatori della galleria. Ogni « numero » veniva accompagnato da un Inarmonico concerto di grida umane e... bestiali e da fischi in tonalità acuta. Contro tali manifestazioni disturbatici protestavano i frequentatori delle poltrone, ma le proteste conseguivano l'effetto dell esca sul fuoco. La Questura avvertita di quanto avveniva, incaricò il vice-commissario avv. Russo, di intervenire; e ieri sera il funzionario, dopo, di avere invano ricordato ai disturbatori che si esponevano al pericolo di una contravvenzione, per violazione dei regolamenti sui pubblici spettacoli, fini col procedere, con un giovane impiegato, il quale, benché avvisato, continuava a emettere grida lncomposte, servendosi delle mani come di imbuto alla bocca, per rendere più tonante la voce. Dopo l'allontanamento del disturbatore, lo spettacolo è continuato senza altri incidenti. I due ladri L'altro giorno, in corso Regina Margherita, n. 191. ignoti malfattori si erano introdotti nell'alloggio di Vincenzina Ferrerò, mentre essa era assente, e vi avevano mbato tre orologi d'argento, tre catenelle e un po' di denaro. Furono inziate indagini e gli agenti scelti della squadra mobile Fortunato e Boz riuscirono a. scoprire é ad arrestare gli autori del furto. Sono -; due pregiudicati Giovanni Ellen, di {Franchino, di anni 20. e Francesco Notari, di Antonio, di anni 19. Essi avevano tentato, scorgendo le guardie, di salvarsi con la fuga, ma erano stati rincorsi ed acciuffati entrambi dopo un non lungo tratto. In tasca furono loro trovati gli oggetti portati via dall'alloggio della Ferrerò. Ora i due messeri sono sotto chiave alle Carceri Nuove, in attesa di essere giudicati. »*« Certo Plassa Bartolomeo denunziò il furto di una bicicletta che aveva lasciata incustodita all'esterno della rivendita di sale e tabacchi in via Beccaria angolo corso Principe Eugenio. Ignoti penetrarono nell'abitazione di Appendine Francesco in via Corte d'Appello e vi rubarono varii indumenti usati. Un biglietto da cinquanta lire. Una povera donna; certa Rosso Camilla, al servizio domestico presso la signora Rainero in via Perrone, 3, incaricata di fare alcune spese di casa con un biglietto da 50 lire, si recò prima in via Cernala e poscia in corso Palestro. Durante il tragitto smarrì -ia biglietto non sa precisamente in qual punto. La povero donna si raccomanda vivamente alla persona che l'ha trovato per averne la .restituzione, potendo ciò metterla in gravi imbarazzi per le conseguenze. La coltellata del collega. Certo Valsecchi Ermete d'anni 25, da Arena, abiitante in via Madama Cristina 37, fucinatore in un'officina a Novalesa, dopo di aver girato parecchie osterie del paese con un compagno di lavoro, certo Allotti Michele, venne con questo a lite per una questione di mestiere e ricevette da lui un colpo di coltello alla mano sinistra. Venuto a Torino si recò al San Giovanni ove fu medicato dal dottor Costerò che lo giudicò guaribile in dodici giorni. Infortunio sul lavorò Il falegname Mario Bertazzi, di anni 16, occupato presso il fratello, in una fabbrica, in via Principe d'Acaja, N. 37, veniva condotto all'Ospedale Martini per essere medicato di una ferita lacero-contusa alla fronte, prodottagli da una sbarra staccatasi da una macchina. Il dottore Caligaris, che lo visitò, lo dichiarò guaribile in 16 giorni. Sotto una. carrozza Il ragazzo Minoia Giuseppe di Claudio, di anni 7, abitante in corso Oporto, N. 55, stavx giocando in corso Vittorio Emanuele, nei pressi del N. 104. Una carrozza a due cavalli lo investiva, causandogli la frattura del femore sinistro. Il cocchiere è rimasto sconosciuto. Il raggozzo venne accompagnato dalla madre all'Ospedale San Giovanni. Venne medicato e ricoverato. La frattura è giudicata guaribile in giorni 80. Tentato suicidio > Nella sua abitazione in via San Paolo, 39, l'operaio Guglielmo Vereese, d'anni 26, in un momento d> esaltazione tentò di suicidarsi tappando uscio e finestre della'sua stanza e aprendo quindi il rubinetto del gas. I famigliari se ne accorsero, abbatterono l'uscio e trasportarono all'aperto il giovanotto che fu poi affidato ai militi della Croce Verde e condotto all'ospedale Martini. II dottor Caneparo gli prestò le cure opportune e lo mise fuori di pericolo. Caduta per le scale datiRfopcodsegnddFpmRsaeacqefvadrDcdsiecnsflMentre saliva le scale della casa a 9 di via Guastalla, dove si era recata per visitare un suo nipote, certa Cecilia Gay, d'anni 78, abitante in via Regio Parco, 4. cadde mala mMne Droducendosi la lussazione complicata e- della mano destra. Trasportata al San Gloo vanni, ebbe le cure del dottor Jachia. che la | giudicò guaribile in novanta giorni. a

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