Atto di giustizia

Atto di giustizia Atto di giustizia gIl Ministro della Morino, ammiraglio Millo, nel presentare a S. M. 11 Re i provvedi- menti disciplinari decisi m seguito allinea-glio della San Giorgio, ha dato agli italianied agli stranieri una perfetta dimostrazionedelia elevatezza della educazione politica ita- liana e dell'altissimo sentimento di giusti- zia che governa lo vicende del nostro paese. La Marina italiana oggi non solo si con- forta per la vittoria ottenuta sul destino che le ha restituito una delle sue importanti unità navali, ma sente con il dolore pel sa- criflcio di un valorosissimo ammiraglio, la profonda soddisfazione di avere alla testa un uomo, jl Ministro Millo, che sordo agli innumerevoli motivi che potevano influire in favore di una decisione troppo clemente, apparve come l'interprete del sentimento che da venti giorni vibrava ansioso nel Paese, in attesa dell'accertamento delle responsabilitàAncora una volta l'Italia è stata compensata della serenità, degna di un grande popolo, con la quale, mentre si operava il salvataggio della San Giorgio, ha saputo fiduciosa attendere. Come osservava il nostro Bassi, il fatto che gli uomini che condussero la nave presso la perdizione, sono i medesimi cher impiegando le loro migliori energie, seppero, dopo venti angosciosi giorni di lotta, ridarla alla marina, rende sempre p|b sentimentalmente simpatiche questo figure, e ci fa deplorare con più profonda malinconia il loro caso, la loro in (spiegàbile momentanea dlssen natezza. Mane questi sensi, nòli dolore che tutti i cuori italiani provano vedendo privato del suo comando l'ammiraglio più popolare e intrepido della nova Italia, l'uomo che ha scritto pagine leggendarie nella storia dell'ardire, della perseveranza, della genialità nostre più esaltanti e più durature; potevano bastare per salvare lui e con lui gli altri chiamati a condividere la gravissima responsabilità. Raramente gli eventi, governati dalla fatalità - moderati dalle volontà umane più degne di esaltazione, si sono armonizzati in un equilibrio cosi perfetto come in questo avvenimento pieno di dolore e denso di conforto. Bisogna risalire nella storia dei popoli dominati da esaltazioni creatrici di grandi cose; bisogna evocare la rettitudine immortale e inimitabile delle leggi militari dell'antica Grecia o di Roma per trovare un paragone che riproduca la commozione nostra nel considerare nel complesso questa tragedia della San Giorgio. Lo. commozione nostra, diciamo, dinanzi all'epilogo venuto rapido, immediato, subito dopo il salvamento della nave, a colpire coloro cui la Patria, concedendo dopo il fatale errore, l'onore immisurabile di togliere la nave dalla secca <jove l'insipienza di un istante l'aveva con-ficcata, offriva la più magnifica delle espiazioni. E questa espiazione, Imprescindibile, necessaria, voluta da un Paese dove il sen : timento della giustizia ò sovrano di tutti glj altri, accresce ancora, anziché offuscarli, i meriti non dimenticatali degli alti ufficiali colpiti. Cè nel loro destino, e specialmente in quello dell'ammiraglio Cagni, un lampo' torughiano, condannato ad essere fucilato- dopo aver ricevuto la medaglia degli eroi &\<**' Ca^ *uand0 8ul W* deUa San Giorgio che vanamente con la forza delle 0tu»h« nmunH A, „ . . ej8Ue eltcn8 POsaenM, tentava di svincolarsi - dalla perfida stretta della terra, misurò Ir to . r i e l d o , i l i é ¬ vrebbe colpito, che lo doveva colpire. Lo si è quasi accusato di aver operato nella speranza di riuscire con il brillantissimo disincaglio ad allontanare da sè le conseguenze dell'errore suo e degli altri. Chi pretendeva di conoscere l'uomo che per la seconda volta ai impegnava a restituirci l'incrociatore sfortunato, chi sapeva della sua singolare posizione nella Marina, aveva gridato che si tentava il salvataggio non della nave, ma dell'ammiraglio. — No. — La relazione del miniatro della Marina è lì per convincerci che ben diverso è stato il retroscena ignorato sino ad oggi dal secondo incaglio della San Giorgio. L'inci dente era avvenuto in guisa cosi deplorevolmente e dolorosamente semplice, che il giudizio sulle responsabilità doveva essere scaturito immediato e inoppugnabile ha~,a^to^r>tacagUa^"con la" sue" soie maccnine> u ostinato deirammlra. gH<J d- V£jersi de]raiuto de| rimorchiatori ne, momento decisivo deHo re8gere riaBetto ft fftr navigare l'incrocia- ^ C0Q ]e SU(J ^ ap6rtef a bandiera spIegatttj dam,0 a^pr^ del «dvatag- gio un carattere di C09i a,ta brezza, che „ nofltro animo ^ riempie „, do,oref pen. che fe ,nlj „ sa]vatorc> quello cn0 de. V'egsere immolato. L'ammiraglio Cagni non comanda più la L'ammiraglio, conscio di quello che lo aspettava, aveva soltanto domandato che gli si lasciasse l'ultima, la suprema soddisfazione della sua avventurosa e ammirevole carriera: quella di salvare la San Giorgio. Egli l'avrebbe saputa salvare. All'esplocatore artico, al salvatore di Reggio Calabria, al conquistatore primo di Tripoli,' al marinalo, cui fino a venti giorni or sono e domani ancora, forse, l'Italia avrebbe affidato parte della fortuna delle sue armi sul mare, si doveva concedere l'alto onore. E Cagni fu vittorioso ancora. E lo fu con una perfezione, con una eleganza, che basterebbe da sola a formare la fama di un uomo di more. Il fatto che la San Giorgio più agile delle divisioni navali nostre. Ma i marinai non devono dimenticarlo. Egli ha lasciato loro esempi cosi luminosi, che nessuno dei marinai italiani certo Io potrà dimenticare. Egli ha lasciato loro, sopratutto un esempio altissimo di quello che è il vero sentimento del dovere militare. Conscio che 11 suo inspiegabile errore, che tanto danno ha recato alla Patria, che pure egli ha amato, che pure ha servito con lealtà e con abnegazione, doveva fatalmente essergli imputato, egli non ha esitato un momento a dare tutte le sue energie, tutte le sue forze di mente e di cuore, per salvare quella nave che egli aveva perduta, per ridare alla Marina la San Giorgio che le aveva tolto. Freddezza d'animo meravi gliosa, esemplare .coscienza del dovere ciftjLancora rimaneva da compiere. E' davvero doloroso che il destino si sia così atrocemente abbattuto su questa fibra. Ma giustizia doveva essere fatta, e fu fatta. E forse, malgrado l'amarezza dell'ora, il primo ad esserne lieto per la sua Marina sarà l'ammiraglio CagnL Egli ha dimostrato con tutta la sua vita di essere capace di questo supremo olocausto! Commenti romani Rama. 11, notte A proposito delle misure disciplinari prese dal Ministro della Marina in seguito all'in chiesta sulla San Giorgio; la Tribuna scrive : « La nave è stata liberata ieri, i provvedimenti sono in data di oggi : non si è perduto tempo e non ai è esitato. Nell'intervista che il Ministro ha avuto con un nostro redattore è detto che tutti, dall'ammiraglio all'ultimo marinaio, avevano dato luminose prove di quanto si possa quando intensamente si vuole. Nel primo incaglio la San Giorgio è rimasta sugli scogli trentaquattro giorni, mentre ora si è liberata In poco più di diciotto, sebbene non vi fosse un Arse naie a pochi chilometri di distanza. Si sa che in questi giórni Cagni e Cacace non hanno dormito: sono vissuti soltanto per salvare la loro Nove. Cagni aveva perduto due dita al Polo ed a Tripoli, dopo il combattimento della Bu Meliana, noi l'abbiamo veduto stendersi nella sua coperta sotto un albero alle cinque del mattino quando le prime barelle portavano fra le trincee i feriti del nemico. Cacace ha tenuto il coman do del porto sotto il fuoco dei turco-arabi, dopo aver seminato la morto nelle loro file coi pezzi della Carlo Alberto. (i Sono due ufficiali tra i più cari al Paese che crédeva in loro, che aveva fede nelle loro attitudini come nel loro coraggio. E' giusto che per primi paghino il loro errore se hanno commesso un errore, ed il Paese si renderà conto, da questo primo provvedimento, del proposito che il Ministro ha di colpire inesorabilmente se è giusto che si debba colpire. Come avverte però anclie il Ministro, questo non è un castigo; la disponibilità è la posizione dell'ufficiale idoneo al servizio collocato temporaneamente fuori dei quadri e non. provveduto d'impiego, ed è speciale agli ufficiali generali, agli ufficiali ammiragli o di grado corrispondente dei Corpi militari della Regia Marina ed' al comandanti di Corpo ed ai capi-servizio. La disponibilità o applicata per decreto reale in seguito a deliberazione del Consiglio dei Ministri. Il giudizio è ora al Tribunale militare ». Una Commissione di tecnici per accertare i danni Rohm, 11, notte. La Tribuna reca: Una Commissione composta del maggior generale del Genio Navale Angelo Carini, presidente, del capitano di Vascello Simion, dèi colonnello del Genio Navale Traversi, del capitano di fregata De Bcllegrade e del capitano del Genio Navale Pagazzani, è stata incaricata di procedere alla perizia dei danni subiti dalla San Gioraio- .

Luoghi citati: Grecia, Italia, Reggio Calabria, Roma, San Giorgio, Tripoli