La San Giorgio si strappa con un estremo sforzo dalle sabbie di Sant'Agata

La San Giorgio si strappa con un estremo sforzo dalle sabbie di Sant'Agata La San Giorgio si strappa con un estremo sforzo dalle sabbie di Sant'Agata (Per telegrafo dal nòstro inviato speeiale) I, 10, ore 16,5. 'Alle ore undici e dieci di stamane, l'incrodatore corazzato San Giorgio si è liberato dalle sabbie e dalle roc eie della spiaggia di Sant'Agata, e ha ripreso il mare coi propri mezzi. Il sole ha folgorato col suo più lucido e più caldo splendore sulla bandiera d'Italia, che al momento' del disincaglio è stata issata sull'albero di poppa. Il mare, dolcissimamente azzurro,. ha riaccolto la nave nel suo più vasto specchio, increspato solo dà una'tepida brezza. L'equipaggio, con un plauso immenso di evviva, ha espresso la tua gioia, il suo entusiasmo, in Cospetto dei monti nevati della Calabria, dei monti verdi di uliveti e di agrumeti della 'Sicilia, dei villaggi sparsi biancheggianti sulle due rive dello Stretto. E al grido clamoroso dell'equipaggio che si sparse sul mare lungamente, fecero eco tutte le sirene dei piroscafi e delle navi che trovavànsi nello Stretto _ prossime e lontane dalla 7onUa~cte va i vincoli della sua prigionia. Poi, la San\Giorgio, dopo breve sosta nelle acque di\Sant'Agata, muoveva verso Messina, lenta^sòlenn'e, accompagnata.da un corteo di ri- marchiatori e di imbarcazioni. Alle ore 13 entrava in porto; alle quattordici attraccava alla banchina militare. Ultimi febbrili lavori il disincaglio è avvenuto con una manovra relativamente facile e breve. Si può dire chela nave abbia ripresa la sua libertà servendosi dei suoi soli mezzi, delle sue macchine soltanto. Infatti senza soccorso alcuno delle altre navi ancorate al largo, coll'unico appoggio di alcuni cassoni cilindrici, l'operazione è felicemente riuscita. JVet due ultimi giorni il mare tempestosissimo aveva rallentato o vietato i febbrili lavori, i quali anzi avrebbero dovuto essere accelerati per le possibili disastrose conseguenze del mare cattivo. Questa volta la fortuna ha aiutato la nave e con legittimo orgoglio possiamo registrare la lieta avventura. Durante la notte scorsa, essendosi relativamente placato il mare, i lavori furono ripresi con maggiore alacrità. I tecnici vedevano recidersi di ora in ora i paurósi legami che avvolgevano la nave agli scogli e, nell'attesa di allontanarla dalla riva fatale, con una rapida manovra, volevano essere sicuri che nulla diimprevisto avesse potuto intervenire compromettendo di nuovo le lunghe fatiche e la sicurezza stessa della nave. L'alba di stamane è sor: ta sopra un mare calmissimo e non ha trovato stanco alcuno dell'equipaggio della San Giorgio ne degli equipaggi delle navi venute in soccorso. Ufficiali e marinai sembravano freschissimi, malgrado le molte ore di strenua fatica e di nervosa attività. L'equipaggio di maestranza era in attesa dell'imminente avvenimento e i palombari erano ancora infaticabili, malgrado che durante la notte avessero molto lavoralo, tifandosi frequentemente per compiere l'af- fondamento dei cassoni e dei pontoni desti-[nati ad imprimere alla nave la spinta di gal- leggiamenio, la quale favorita dalla messa tu molo delle eliche avrebbe disincagliato la nave. \ Essendosi sparsa in città e nei dintorni fa notizia che stamane sarebbe stato rinnovato il tentativo di disincaglio, una folla enorme accorse trepidante alla spiaggia di Sant'Agata, da Messina e dai Comuni vicini. La folla innumerevole, ma silenziosa e disciplinala non ha atteso a lungo per assistere all'arduo cimento dei tecnici e alla liberazione della nave rimasta per parecchio tempo inutilizata nelle sabbie dell'itisi, dioso fondo marino. Alle 11 le caldaie di poppa erano alla massima pressione. Il grande momento si avvicinava, la nave sembrava ridestarsi da un lungo riposo. Tutti presi da un'ansia indicibile, seguivano conigli occhi attenti le manovre di bordo. Si udivano gli ordini secchi e recisi degli ufficiali. Erano le sole voci che rompevano U grande silenzio. Alle 11 e qualche minuto, le .eliche furono messe in movimento. Attorno alla poppa ai fianchi della nave l'ac- o i i e o n a o i , e i o qua agitata diffondeva per un vastissimo raggio una candida schiuma. Sotto gli sforzi delle eliche, spinte allo loro massima potenzialità, la San Giorgio cominciò ad avere come dei fremiti ; le oscillazioni aumentimi ano a vista d'occhio. La prua acquistava gradatamente la sua linea vertìr cale. Il movimento di rullio si propagava dalle fiancate ai pennoni... improvvisamente emersero, accanto alla prua, le matte rossicce dei cassoni che, èssendo stati vuotati dell'acqua, imprimevano alla nave la spinta ascensionale. Il miracolo compiuto La- parie prodiera ebbe un brusco e breveschianto. Essa si era scostata dagli scogli eagevolata dal rapido movimento delle eli-che — essendo stato dato orarne di macchi-na indietro a tutta forza — la nave scivolò_ sul fondo sabbioso, a ritroso, come per un v?ro- Spreta dall'elemento n\esta ritrovò immediatamente la sua stabilitài\e i comandanti poterono immediatamente^riprendere il comando del timone, allonta-- nandosi soltanto a qualche centinaio di me-3 tri àalla spiaggia infida; poi a tutto vaporee , . e a a I i e o o a : a a i e eeuf- drizzarono la prua verso il sicuro porlo diMessina. Queste ultime operazioni furonocompiute quasi in minor tempo che nonsiano Sttfle dette. La successione di questiarditi movimenti rese perplessa tutta lafolla degli spettatori, e quando si vide com-pinto il miracolo e si comprese che la naveera tornata definitivamente sul mare, unimmenso grido di gioia si levò dagli astan-ti. Coloro che hanno assistito a questo disin-caglio ne serberanno un indimenticabile ri-cordo. Al grido di gioia rispose l'Urlo dicento sirene che salutarono la nave salvata,Tutte le imbarcazioni issarono con prodigio sa celerità il loro pavese mentre si propagava il grido di « Viva l'Italia! » e « Viva l'Armata! » nella grande serenità del luminoso pomeriggio. Fino da ieri sera molti a, Messina avevano avuto la sensazione che il momento del disin-caglio della San Giorgio dalla spiaggia diSant'Agata fosse finalmente per giungere,ZI tempo ieri mattina tanto fosco ed ostileerasi andato rimettendo al bello. Il cielo an-davasi di ora in ora rasserenando. Il ventocadeva. li mare tranquiUavasi. Stamane iliole nacque sui monti della Calabria, tutticouerti di neve, tra poche sfrangiate nuvoleche indoravansi meravigliosamente come perun saluto augurale. Il mare dello Stretto splendeva tranquillo come norì'di frequente si vede in questa stagióne, su queste cotte.SuUa nave, guardando dalla riva, notavasiun'animazione insolita, unlavorare febbrileGiungevano a. terra voci di ufficiali che impartivano ordini, si-percepiva una certa ansia, una non dubbia .impazienza e il fervore di attesa che scuoteva tutti coloro che erano a bordo. Osservando la nave era facile avvedersi che tutte le opere predisposte pel suo disincaglio erano quasi compiute. Sottoi-[alle mensole incastrate a prua, erano stati l- posti i pontóni galleggianti destinati a sostea nere la parte anteriore iella nave e ad im-o ni na di ie sa ci, pnaeli ifiU o, tc- primerle una'nuova violenta spinta di galleggiamento. La fede non delusa Quasi al centro della nave erano statifissati dei cilindri idraulici destinati aduna funzone uguale a. quella dei -pontoniQuesti cilindri erano due-, unto da un tatoe l'altro dall'altro lato della nave. Riempiadi acqua, affioravano appena. Poi le pompeespressamente. adattate dovevano vuotaredell'acqua questi cilindri e rendente quindieccezionalmente .potente la spinta di ga1leg-giamentq, forza intesa ad agire contro ifianchi della nave. Trascorrevano le ore dellà mattina: il sole ascendeva nel cielo sereno, l'attesa delle pochissime persone rdccolte,, come in uno qualùnque dei giorni passali sulla spiaggia di Sant'Agata, diventavapiù fervida e più attenta. Intorno atta SanGiorgio andavano e venivano solcando velo-ci le acque calme i rimorchiatori e le barchea vapore. Poco.lungi vigilava la nave offù dna Vulcano. Sullo specchio di mare, che ampliasi verso Messina profilavansi oscure le regie navi Dandolo e Emanuele Filiberto. Verso le ore undidrt'animazione a bordo della nave incagliala ebbe, und tregua. Si vede l'equipaggio allinearsi a poppa e a prua, i rimorchiatori e le barche a valore scostarono di qualche metro dalla nave, sparpagliandosi intorno ad essa. Presto,air la nave, collegati saldamente ad essa, non rimasero che i due pontoni sostenitori dela prua, i due cilindri idraulici al centro, e verso la poppa un galleggiante con una piccola officina meccanica stabilitavi sapra quei nH giorni passati. Troppe volte in . giorni avevamo conosciuto momenti simili di ansia, di imminente attesa. Questo parve pfu iegU altri intent0 a ..«^ giornamft\quasi unici spettatori dalla riva di Santó|Agata delia manovra da cui la bella nav»attendeva la sua salvezza. Molti altri tete tatìvi avevamo veduto fallire. Ci tenevauna preoccupazione nuova, sentivamo che se anche questo tentativo corni i preceAenli fosse fallilOy l'ottimismo cheM maggior parte di noi aveva nutrito e. propugnat0 con fede sincera, sarebbe dovuto cadere, avrebbe dovuto necessariamente cedere il posto ad una non lieta conslde-. razione di un implacabile destino sospeso sulla San Giorgio. Peggio! Sentivamo che sarebbe dovuta -cadere la speranza con cui u-paese ancora considerava la sua nave, Dunq^e, proprio inane ferreo scheletro, triste segno una'fede delusa, essa doveva restare suUa remota spiaggia ove l'aveva condotta un momento di dissennatezza e m 00{,0 Aegn uomini che erano al suo governo, spogliata dei suoi stromenti di guerra, smantellata di ogni spoglia eroica? 1ARIO BASSI. Il comunicato officiale Messina 10 sera. La San Giorgio, dopo il disincaglio si è fermata al largo. L'equipaggio e la folla hanno salutato con hurrà! e con evviva' il movimento lento e preciso della nave. Stn dalla mattina erano stati applicati alla nave i cilindri al centro ed-i, pontoni a prua. Vuotati alle ore 11 i cassoni, la na ve si è sollevata a prua e fatto macchina in dietro, si è staccata lentamente dalla costa. I fanciulli delle scuole elementari di 9.- Aga ta e di Ganzirri, appena spelta la notizia, abbandonarono'la scuola e in colonna con bandiere si sono recati sulla spiaggia gri- dando: Viva la San Giorgio! Viva l'Italia! Gli i equipaggi, raggianti di gioia, rispondevano con evviva! Attorno alla nave eranodue torpediniere, il Vulcano e due trasporti militari che salutarono con le sirene., ■? Sull'albero della San Giorgio è stata inalberata la bandiera tra' indescrivibile entusiasmo- Alle 12,25 la San Giorgio ha lasciato le acque di S. Agata e si è diretta con le proprie macchine verso Messina, preceduta da uno torpediniera e seguita dai trasporti Quando è giunta all'altezza delia Dandolo e della Emanuele Filiberto ancorate alla spiaggia del Paradiso, gli equipaggi hanno fatto il saluto a voce e con le sirene. Alle 13 la San Giorgio è entrata maestosamente all'ioi¬ boccatura del porto di Messina. . Mentre la San Giorgio entra nel porto, gli equipaggi ^lle ^ da guerra emettono triplici hurrà! a cui si uniscono quelli degli altri éqUipaggi delle navi mercantili. Le sirene fischiano mentre la nave ammiraglia Benedetto Brin-saluta con la bandiera la san Giorgio. Da bordo del piroscafo Volpa raiso parecchie centinaia di soldati improv visano una calorosa dimostrazione di giu bilo. Alle U la San Giorgio raggiunge la boa-militare n.o 2, e compie tutte le opera noni ormeggio. La marina è gremita di folla plaudente. Numerosissime imbarcazio ni affollatissime si dirigono verso la San Giorgio, tenute a debita distanza dalle lan cie <jena r. Marina. (Ag. Stefani)

Persone citate: Emanuele Filiberto