Parecchie persone avvelenate con una scatola di sardine

Parecchie persone avvelenate con una scatola di sardine Parecchie persone avvelenate con una scatola di sardine V: necessaria una premessa: iLwmzIa Borgia, ohe aveva qualche volta il brutto vezzo di attossicare t suoi commensali, non c'entra neppure conte termine di paragono, perdio non v'è stato nel disgraziato caso che narrijinio alcun tentativo criminoso. ILO cause devino ricercarsi, invoco, nell'Incuria — sempre colpevole del resto — di chi ha manipolala la scàtola dello sardine o. sia pure incoscientemente, l'ha mossa in commercio. Eliminata cosi ogni probabilità di equivoco, ecco per quali vicende parecchie persone si sono trovato, dopo una festa, in pericolo di soggiacere ad un intossicamento. line giovani sposi, Luigi Manfroni e Teresa Covati, orano venuti ieri a Torino, da Genova, in viaggio di nozze, ed avevano tatto visita all'incisore Massimo Mare, d'anni 5*. loro congiunto, abitante in via Lagrange. 47, al terzo piano. L'improvvisata era stata accolta con grande giubilo, e poiché gli sposi dovevano essere trattati festosamente, l'incisore pensò di invitarli a pranzo in trattoria. Fu pmseelta quella detta del Piccolo Torino, in vìa San Francesco da Paola. 4, dove l'incisore era stato già altra volta a pranzo, con sua completa soddisfazione. A mezzogiorno si trovarono dunque' riuniti a tavola col Massimo Mare, sua moglie Eugenia, i suoi figli Candida d'anni 31; Leandro, d'anni 1?; 'Vincenzo, d'anni 14, i due coniugi Manfroni e un altro loro congiunto, tal Vincenzo Bussolino, d'anni 53. iFu un onesto pranzo di buoni borghesi, di carattere casalingo, inafflato abbondantemente dal vino e smaltito con un appetito invidiabile. Il trattore aveva servito in tavola anche una scatola di sardine, una sola, ed 1 convitati, tranne qualcuno; ne avevano assaggiato, senza pensare certamente che quei pesciolini in olio celavano un'insidia. • Insomma, era stato un modesto, ma lietissimo convito in onore degli sposi, e la famiglia dell'incisore, quando usci con i suoi ospiti per fare due passi di digestione poteva essere invidiata per la sua giocondità. Ahimè! l'allegrezza doveva molto presto affievolirsi di tono e sparire. Qualche ora dopo il pranzo, infatti, la sposina cominciò a sentirsi male ed a provare strani capogiri e violenti dolori. La comitiva rincasò, ma trascorsero pochi minuti e già un medesimo malessere, dl molta violenza, colse l'Incisore ed i suoi tre figli. Non v'era più dubbio: qualcosa dl velenoso doveva essere stato inghiottito durante il pranzo. Il malessere si accentuò, provocando un grande allarme, ed allora si mandò per il medico. Giunsero pochi istanti dopo il dottor Foa ed il dottor Bianchi, e. dal Municipio, il dottor Ferraris, i quali constatarono che la Teresa Coven, l'Incisore ed i suoi figli presentavano chiarissimi i sintomi deU'intossicamento. Anche il Bussolino si sentiva indisposto per il medesimo motivo. Intervenne anche un graduato delle guardie municipali, ed 1 medici fecero del loro meglio per prestare soccorso ai disgraziati, che gemevano e si contorcevano spasmodicamente. Le lavature allo stomaco, compiute piuttosto energicamente, ebbero un buon risultato, e gli avvelenati furono messi fuori dl pericolo; la Teresa Coven era in condizioni più gravi degli altri, ma, a quanto sembra, i medici non hanno preoccupazione per il suo stato. Del fatto si provvide a dare avviso alla Questura Centrale, ed 11 delegato Adabbo si recò in via Lagrange. a interrogare l'incisore ed i suol congiunti. 1J Manfroni soltanto non aveva risentito alcun disturbo, e si potè stabilire ch'egli non aveva mangiato le sardine. Un'inchiesta rapidamente condotta comprovò che proprio la scatola delle sardine aveva provocato l'intosslcamento, perchè la portinaia Costanza Pollio, d'anni 63, abitante in viaSan Francesco da Paola, 10. essendosi recata per faccende alla medesima Trattoria del Piccolo Torino, ■ aveva mangiato una mezza sardina avanzata dai commensali, ed era stata anche essa còlta da vomito violento e da acuti dolori, tanto da rendere necessario l'intervento del dottor Galliari. Anche alla padrona della trattoria sarebbe toccata la stessa brutta sorpresa.' lUn graduato delle guardie municipali, recatosi al Piccolo Torino, sequestrò la scatola vuota e la portò all'Ufficio d'igiene, per la opportuna analisi, atta a stabilire il genere del tossico che aveva guaste le sardine. Il delegato Adabbo, a sua volta, interrogò il proprietario della trattoria, il quale dichiarò che possedeva quell'unica scatola di sardine, acquistata espressamente dal salsamentario Musso, in via Principe Amedeo. 13. Essendo il negozio di questi chiuso, in omogio alla lègge sul riposo festivo, il funzionario non potè sapere dal signor Musso quale 6la lo stabilimento che gli spedi per la rivendita la scatola di sardine infetta. L'Ufficio dl igiene, per conto suo, procederà ad una verifica. Certo è fuori di dubbio la buona fede del trattore e del salsamentario. In ogni modo, il funzionario ha comunicato ogni cosa al giudice istruttore, che si occuperà personalmente della faccenda. E' inutile aggiungere che 11 caso d'intossicamento ha prodotto molta impressione, specialmente tra gli inquilini della casa abitata dall'incisore Mare.

Persone citate: Bussolino, Costanza Pollio, Ferraris, Foa, Galliari, Luigi Manfroni, Massimo Mare, Teresa Covati, Vincenzo Bussolino

Luoghi citati: Genova, Torino