La penetrazione germanica

La penetrazione germanica LA " STAMPA „ IN ORIENTE La penetrazione germanica {Orni nostro inviato annoiale) MERSINA, aovemfere. E' stato scritto che l'Inghilterra introSusse nella politica orientale la Germania, allo scopo di creare un secondo ostacolo alla poussie russa. E' infatti molto probabile che, durante le stesse discussioni ilei Congresso di Berlino, Bismarck, che eVeva affermato : « Gli affari d'Oriente non valgono la solida ossatura di un granatiere di Pomerania»; che aveva dichiarato: « Noi non possiamo dare che dei consigli generali; secondo me, la mediazione non consiste nel fare l'arbitro, consiste nel compiere l'ufficio di un onesto sensale, che riesce a condurre l'affare a buon fine»; è molto probabile che durante le stésse discussioni dei Congresso di Berlino, HiBnoarck abbia meditato sulla rivalità anglorussa, che poteva lasciare un giorno libero un così vasto campo di azione come l'Oriente di Europa, ed è incontestabile che, per cruento disposto a compiere solamente le funzioni << del buon sensale », Bismarck di fatto si trasformò nell'arbitro di tutte le difficoltà, e tutte le risolse in modo da preparare l'intervento della Germania in Oriente. Bismarck al Congresso di Berlino ha adunque spianato la strada a Guglielmo li. Ma è certo che, anche senza Bismarck e lenza il Congresso di Berlino, anche se la Germania non diventava, per la meravigliosa chiaroveggenza del suo Cancelliere, la beneficiaria principale della crisi orientale del 1878-79, l'Oriente europeo sarebbe diventato ugualmente l'oggetto dei più robusti disegni del nuovo imperialismo tedesco. Bismarck lasciò una Germania territoriale agricola, forestale, feudale, che bastava a se stessa. In dieci anni una delle più stupende rivoluzioni che la storia della civiltà registri fece della Germania una Nazione industriale, commerciale, marittima, mondiale. L'eccesso delia produzione le Impose la necessità di espandersi e di conquistare nuovi mercati. L'imperialismo germanico fu la conseguenza della trasformazione economica del Paese. Giunta tardi, quando la spartizione del fiore del mondo era avvenuta, la Germania raccolse con buona volontà le bricciole éel banchetto, rimaste sulle coste dell'Africa e nel Pacifico. Ma nè 11 Togo, nò il Kamerun, né le Colonie dell'Est e del Sud-Ovest dell'Africo, nò la concessione di Kiaucian, nò l'Arcipelago di Bismarck, nè le isolo' Samoane, Marianna e Caroline, coi loro lì milioni di abitanti complessivi, potevano bastare alla necessità dell'industria, del commercio, della vitalità germanica. Altro bisognava cercare. E che altro si poteva trovare se non l'Asia Minore, priva di civiltà, immensa e traboccante di ricchezze dormenti? L'Asia Minore apparteneva ad una grande Potenza europea, era Covata dallo cupidigie della Russia, dell'Inghilterra, della Francia, poteva essere fieramente difesa nelle suo stesse frontiere dai legittimi proprietari. Non' era dunque possibile pensare ad una conquista militare. L'Asia Minore non poteva diventare una colonia germanica. Ciò che se ne poteva fare era una dipendenza economica, un mercato in parte esclusivo. Più tardi, yeri flcandosi la morte dell'uomo maialo, questi piani realizzati si trasformavano automaticamente in ipoteche politiche, in titoli di credito e di spartizione. Verso il 1895, quando concretava definitivamente il suo vasto progetto di penetrazione economica in A^ia Minore, la Germania possedeva in Turchia una situazione insignificante. Le migliori posizioni erano prese dall'Inghilterra, dalla Francia e "dall'Austria. L'esportazione della Germania in Turchia, nel 1897, era di -trenta milioni di franchi. .Le ferrovie esistenti nell'Impero erano francesi, inglesi od. austriache. La navigazione era in mano agli Inglesi, agli Austriaci, agli Italiani, ài Francesi. Tutto era da fare, e tutto fu fatto. L'impianto dell'egemonia germanica in Turchia 'è un capolavoro unico d'intelligenza più indipendènte che scrupolosa, di volontà, di tenacia e di metodo. Tutti gli altri avevano lavorato alla giornata. La Germania per prima si propose un programma di luugo respiro, coordinato in tutte le sue parti. I sistemi di improvvisazione, di isolamento e di avventura, seguiti dai concorrenti, furono accuratamente evitati. Tutto fu sottoposto agli stessi procedimenti di ricerca rigorosa, di deduzione esatta, di osservazione precisa, di organizzazione completa, I metodi, che determinarono la vittoria degli eserciti germanici, — la collaborazione logica ed ordinata di tutte le armi, — furono trasportati integralmente nel campo della lotta, economica. Gli effetti furono sorprendenti. L'atbassamcnto del prezzo, l'adattamento della mercanzia ai gusti del compratore, la facilitò del credito, l'imitazione dei tipi più richiesti e anche la contraffazione delle marche' favorite, lo sguinzagliamento di squadroni di commessi viaggiatori abili, perseveranti, sempre pronti a ritornare alla carica, — tutti i sistemi con cui il commercio tedesco si è fatto largo nel mondo, — furono naturalmente applicati in Turchia con cura particolare e con risultati eccezion?»]. Perchè il mercato turco è singolarmente adatto un'espansione del commercio tedesco. Le popolazioni dell'Impero Bono povere, Ingenue, ignoranti : di fantasia viva e puerile, hanno gusti incostanti, capricci mutevoli, sono tentate dalle mode europea, si lasciano magnetizzare dal lucente, dal nicheilato, sono incapaci di giudicare la materia, la finltura, la bontà intrinseca della merce. In breve, la paccottiglia a buon mercato della Germania non ha nel mondo un mercato ideale come l'Oriente, una clientela più proclive ad apprezzarne i pregi di apparenza e più inetta a scoprirne i difetti di sostanza, che i Musulmani di Torchia, I Tutto alò ut bastava. Fìm a quarte j punto la Germania agiva in Turchia come dovunque. Bisognava fare di più: svolgere un programma specifico, spiegare una azione più intenso, di netto e risoluto accaparramento. La penetrazione economica preso perciò un'andatura nuova: assunse l'aspetto di una silenziosa, ordinata marcia di conquista II grosso dell'esercito ebbe un'avanguardia: la Banca. La Banca ha roso e rende all'industria ed al commercio della Germania in Oriente, servizi incalcolabili. Esplora la strada, dirime gli ostacoli,, prepara le conoscenze, agevola gli affari, fornisce i capitali, propizia le Autorità. La Deutsche Orient Bank, fondata da un Sindacato di Banche tedesche, fra cui la Dresdncr Bank, la Schaffhailsenscher Bank verein, la National Bank tur Deutschland, ò l'anima della penetrazione germanica in Oriente. Più ansiosa di suscitarsi intomo energie ed intraprese che di realizzare alti beucflci, la Deutsche Orient Bank, che ha la sede principale a Berlino e' filiali a Costantinopoli e in tutte le città dell'Impero, è mille volte più attiva delle vecchie Banche di tipo francese ed inglese, come il Crédit Lyonnais, la Banque de Saloniqué) la Banque Imperiale Ottomane, che lavorano in Turchia, e che pure concentrano Intorno alle loro casse-forti la maggior mole degli affari. Questi Istituti si limitano ad una pura azione bancaria: la Deutsche Orient Banì; è invece una creatrico di industrio, una mediatrice dì concessióni, una promotri:.e di intraprese di ogni natura. Le Banche di tipo francese ed inglese aspettano comodamente gli affari ai propri sportelli: la Doulschc Orient Bank, la Deutsche PaItislina Bank e tutte le loro parenti, vanno esse stesse a snidare gli affari, ad assicurarne i benefici ai loro connazionali. LaBanca tedesca in Oriento, per questo suo particolare lavoro di pioniera dell'industria e del commercio, che assorbe capitali ed involge rischi rilevanti, dà utili molto minori che le Banche concorrenti. Non importa. La Banca tedesca fa in Turchia,un lavoro a lontana tendenza, e di ampie ripercussioni. Laijpra per. la Germania, lavora per l'avvenire. Quest'abnegazione della Banca germanica 6 possibile in quanto le iniziative tedesche non operano in Oriente isolate e disgiunte, come le altre iniziative europee, ma coordinate e solidali. I capitali e le energie tedesche impiegati in Turchia agiscono come le membra di uno stesso organismo: uno per tutti, tutti per uno. La Deutsche Orient Bank, come abbiamo veduto, è alleata colle principali Banche di Germania, la Dresdner Bank, la Schauffhausenscher Bank, la Nat lional Bank, le quali, alla loro volta, sono strettamente interessate colle grandi indù strio, 'coirtiIto commercio, c colla naviga zione germanica. Fra 1 vari organi della espansione germanica in Oriento esiste così un legame indissolubile. Ingranano l'uno nell'altro come le ruote di una stessa macchina. L'industria fa prezzi più bassi, perchè la Banca, il commercio, la navigazione, l'aiutano; il commercio può slanciarsi più arditamente, perchè la Banca lo sussidia, l'industria gli dà lunghi respiri, la navigazione noli favorevoli; la navigazione lavora magari a perdita, ma le Banche da cui dipende, non se ne lagnano, perchè san no che per questo modo resportazione della madre-patria può battere la'concorrenza, e l'industria nazionale vigorosamente'alimentata, può fiorire; la Banca, motrice e centro di questa ruota, so anche non guadagna direttamente come Banca, trova il suo beneficio finale nel beneficio dei vari organismi di cui sussidia l'azione, nei quali è direttamente o indirettamente interessata. L'industria, il commercio, la navigazione e la Banca di Germania in Oriente fanno pensare a quegli acrobati dei circhi, dei quali l'uno porta l'altro, e il più debole è in cima che fa i giuochi più rischiosi, e il più forte è a terra che sostiene sulle spalle tutta la compagnia. Tutta la compagnia, con questo lavoro, campa. L'iniziativa tedesca in Oriente non solo campa: si consolida e si estende ogni anno. Il commercio di apportazioue della Germania in Turchia, che era, come abbiamo veduto, di 30 milioni di franchi nel 1897. nel 1911 {Statesman's Ycar Book far IMS — Statistiche della Germania) ascendeva a MI milioui di franchi. Dall'ultimo posto, la Germania è balzata in quindici anni quintuplicando le suo vendite al terzo posto, a breve di stanza dall'Austria, che non tarderà a superare, trovandosi cosi fronte a fronte col la sola rivale che le resta nel mondo, l'In ghilterra. Questa stupenda organizzazione economica non è stata lasciata sola al lavoro. La politica l'ha poderosamente aiutata, e ancora l'aiuta gelosamente, giorno per giorno. Guglielmo II, che ha voluto la trasformazione della Germania da agricola in industriale, da territoriale In marittima, si è preoccupato di trovare alla maggiore produzione manufutturieru degli sbocchi, alla nuova flotta mercantile del noli. Bismarck gli lasciò aperta la via dell'Orien te: ma è vanto suo, gloria.sua esclusiva l'avere stabilito a Costantinopoli l'influenza, germanica. Guglielmo li comprese per tempo, prima di qualuuque altro statista europeo, l'importanza politica delta Turchia, ed i supremi vaneggi elio se ne po tevano trarre — sopratutto dalla Germania. Visto ciò, comprese essere dovere suo adoprare tutte le sue attività perchè la Germania conquistasse la supremazia nell'Impero ottomano. Per adempiere alla sua missione, pagò duramente di persona. Fu più che un ambasciatore, più che un ministro di Sua Maestà Imperiale: fu il coro messo viaggiatore dell'Impero. La materia, l'abbiamo veduto, era pron ta: non aspettava che lo strenuo lavorato re. Le vicende del Congresso di Berlino avevano attaccato la Turchia alla Germania. Bismarck, dall'onesto sentale che voleva essere, era diventato l'arbitro del Congresso. Beaconafleld gli aveva lasciato isdgTpsmtficlidrtePmpttAmtoiAc1 tusrzptmstmsspmqpssmtmipSftzqr•*ddrmsMAsdGmrBlmtHedaspYlaSSSfBciv1rrlaTdiTAislicgcfilvvtatdrsrcpztfl1AzlàG il prjmo ruolo, ed egli l'aveva esercitato sopprimendo con mano cauta i risultati delle vittorie russe. La Russia fu per lunghi anni in collera colla Germania, ma la Turchia si vincolò al giovane Impero con profonda riconoscenza. L'ira della Russia si placò. La gratitudine della Turchia rimase e si rafforzò col tempo di nuovi sentimenti d'amicizia rispettosa e di devozione filiale. L'ascendente della Germania sulla Turchia ha le sue origini nel Congresso di Berino. Prima non v'ara nulla. Le vittorie della Prussia sulla Francia avevano meravigliato la Turchia : ma non avevano deerminato una nuova orientazione della Porta verso la Germania. L'esercito ottomano aveva prima della guerra, francoprussiana otto ufficiali francesi come istruttori. Questi ufficiali furono richiamati sotto le bandiere quando la guerra scoppiò. A pace conclusa la Turchia cavallerescamente richiese al Governo francese il riorno degli otto istruttori. Per delicatejzà, l Governo di Parigi rinunciò all'onore. Allora la Turchia si rivolse alla Germania, che mandò quattordici ufficiali scelti fra migliori elementi del suo esercito : nel loto vi era Von Der Goltz. L'opera di questi ufficiali fu altamente apprezzata, ma i risultati non erano ancora visibili quando fu riunito il Congresso di Berlino. La sostanza dei benefici che la Turchia guadagnò, per l'onesta senseria germanica, col trattato di Berlino, e l'inaudito, splendore in mezzo a cui i delegati turchi videro Bismarck giganteggiare nel Congresso, costituirono lo prime basi dell'influenza germanica a Costantinopoli. Su queste basi Guglielmo II lavorò magistralmente. La Turchia dominio di un despota doveva appartenere a chi sapeva impadronirsi del cuore del despota, Guglielmo II mirò adunque prima di tutto a conquistarsi Abdul Hamid. Quest'opera di propiziazione fu compiuta con un così freddo senso di realismo politico, che Bismarck stesso non avrebbe potuto superare. Guglielmo Il si protestò l'amico del cuore del Sultano' Rosso. Il giorno dopo gli infernali massacri armeni, quando l'Europa guarda norridita a Yldiz Kiosk, in .attesa che vi piombi jl castigo di Dio, il Kaiser invia al Sultano il suo ritratto con lettera autografa, per significargli la sua inalterabile fraterna amicizia. In quel giorno la supremazia della Germania a Costantinopoli fu conquistata. La Germania diventa la tutrice dell'Impero ottomano. La politica di Costantinopoli *i volge istintivamente alla Germania-quando un pericolo la minaccia, quando una difficoltà le attraversa la via. L'Ambasciatore Marschall consiglia, conforta, dirige, comanda. Molte volte Berlino fa. per concessioni preziose, una pura vendita di fumo. Ma molte volte l'aiuto della Germania ad Abdui Hamid è efficace e potente. Nelle crisi per 1 massacri armeni, per la rivoluzione di Creta e. parzialmente, <-er la guerra colla Grecia .— l'assistenza prestata dalla diplomazia germanica alla Sublime Porta è di reale valore. Il Ministro degli Esteri Von Bùlow definisce così (1898) la politica dell'Impero verso la Turchia: «L'Impero germanico vuole conservare l'amicizia del Sultano ed evitargli qualunque noia». Abdul Hamid dorme i suoi sonni tranquilli. 11 viaggio del Kaiser in Palestina, Siria e Costantinopoli nel 1898 mette il suggello definitivo all'amicizia dei due sovrani ed all'alleanza delle due politiche. A Damasco, sulla tomba del gran Saladino, Guglielmo II proclama le suo simpatie per l'Islam: ad Yldiz Kiosk, colla sua esuberante personalità piena di magnetismo, finisce di legare a sè per il breve regno che gli rimane il Sultano insanguinato. Nel vecchio regime il Sultano è l'arbitro di tutte le concessioni. Sotto l'influenza della visita a Yldiz Kiosk fu ottenuta la concessione della ferrovia di Bagdad. Non basta. L'amicizia dei sovrani porta con sè la fraternità degli eserciti. 1 primi istnittori tedeschi avevano fatto ottima prova. L'esercito germanico, coi suoi trionfi 'del 1870, rimaneva l'esercito più glorioso d'Eu ropa- r metodi prussiani sembravano garanzia di vittoria. Ventine d'ufficiali eccel lenti vennero dalla Germania "in Turchia ad insegnare : ceutiuaia andarono dalla Turchia in Germania ad imparare. I mete di e le armi sono nell'arte militare fattori indivisibili. Adottati i sistemi di Moltke, i Turchi dovettero adottare, i cannoni Krupp. Armi, munizioni, forniture, panni, tutte le innumerevoli cose di cui un esercito abbisogna furono comandate dalla Turchia alla Germania; La Germania diventò così ge iòsa in questa materia che nuando la Tur chia dovette chiedere.un* prestito a Pari gi, ed il Governo francese lo permise alla condizione che larghe ordinazioni fossero fatte ull'industria nazionale, Marschall mise il veto a qualunque ordinazione di cannoni: la Francia provvide torpediniere e forniture varie; le armi rimasero alla Germania. Mentre l'industria germanica ritraeva vani aggi cospicui dalla clientela dell'esercito turco, mentre lo stesso bilancio déWImpero approfittava direttamente dell'amicizia ottomana rivendendo alla Turchia a prezzi d'affezione le sue vecchie carcasse da guerra destinato alla demolizione, il cameratismo degli eserciti costituiva un legame morale indissolubile fra la Germania e la Turchia. Gli ufficiali turchi sono bravi, semplici, leali. Conservano l'affezione, la devozione, la gratitudine a chi li ha trattati cortesemente, à chi li ha ammaestrati e beneficati. La ricerca degli scopi non entra nella loro psicologia. i Così è avvenuto che la rivoluzione del 1908, che ha abbattuto il potere despotico di Abdul Hamid, ha appena scalfito l'influenza della Germania a Costantinopoli. Perchè l'amicizia di Abdul Hamid era uno degli à touts ma non il solo, del giuoco della Germania in Oriente. La rivoluzione fu fatta dall'esercito, eh», come abttamo ve¬ dpnutctbtntbanmccrnmancesdPhrlmcrmdds duto, era legato da molti vincoli alla Germania. Dopo la rivoluzione, l'esercito rimase fedele con 1 suoi elementi più colti e più autorevoli alla Germania. Appena l'Inghilterra commise l'errore di manifestare la sua avversione al Comitato Unione e Progresso, il barone Marschall von Biebersteìn riprese a Costantinopoli la posizione che aveva sotto Abdul Hamid, quando eia il solo ambasciatore invitata all'Iftar ad Yldiz Kiosk durante il Ramadan. La~ guerra italo-turca danneggiò gravemente la Germania, da cui la Turchia ingenuamente si attendeva l'immobilizzazione dell'Italia. La nostra guerra fu forse uno dei primi colpi di piccone all'assoluto predominio politico tedesco a Costantinopoli. Ma un colpo di piccone non demolisce una fortezza. La crisi, bene o male, passò. Marschall cedette il posto tenuto con tanto onofe e tanta fortuna a Wagenheim. Venne la guerra balcanica, che fece dimonticare le delusioni tripoline e obbligò la Turchia a contare nuovamente sulla Gejmanta per aiuto politico e per assistenza militare. S'attenderebbe che le disfatte di Macedonia e di Tracia abbiano segnato la liquidazione dell'egemonia, ora essenzialmente fondata, l'abbiamo veduto, sul favóre dell'esercito. Non è cosi. La diplomazia tedesca è riuscita a convincere i Turchi che le sconfitte non furono determinate da difetti d'organizzazione. L'organizzazione c'era: c'erano viveri e munizioni per tre mesi a Kirkilisse, c'erano armi, cannoni, equipaggiamenti ad Adrianopoli, c'era tutto il necessario dovunque. I capi turchi hanno fatto le confusioni e f?H errori. Magazzini completi sono stati lasciati infatti, perchè i capi messi alla (testa dell'esercito all'ultima ora con inconsulti rimaneggiamenti ne ignoravano l'esistenza. Pare che queste ragioni siano giuste. Certo hanno soddisfatto i Turchi, che non fanno risalile alla Germania la responsabilità della guerra perduta. Così la diplomazia tedesca rimane predominante a Costantinopoli. Dal suo palazzo che rassomiglia ad un ministèro della Guerra, Wagenheim rimane l'ambasciatore più ascoltato dalla Sublime Porta. Sono tramontati forse per sempre i giorni alcioni! di Abdul Hamid, quando Marschall comandava a Stambul, come un caporale nrussiano in piazza d'armi; ma resta sempre difficile ottenere qualche cosa dalla Porta contro il divieto della Germania. Neanche j Giovani Turchi, che pure si sono fatta una corta esperienza di governo, e conoscono il peso delle vario Potenze meglio che gli ufficiali dell'esercito che hanno studiato a Berlino, neanche i Giovani Turchi osano sfidare il malumore tedesco. In ogni caso, il più è stato fatto. La penetrazione germanica ha raggiunto il cuore dell'Impero. La ferrovia di Bagdad corre verso l'Eufrate. GIUSEPPE BEVIONE.