L'Anticristo

L'Anticristo LETTERE DRUDA RUSSIA L'Anticristo (Nostra corrispondenza particolare) il titl di C lt C iii dii PIETROBURGO, novembre, asFra i realisti da una parte e i simbolisti'—daM'altra, lontano dai primi come dai se- j racondì, Demetrio Meresh.kowaky occupa senza mdubbio oggi il posto più cospicuo e interes- desante della letteratura russa *contempora-| tuttavia di quanti romanzieri ha prodotto finla Russia in un secolo di travagliosa atti- sività spirituale egli, è senza dubbio colui egche ha avuto la visione più complessa, più co6Ìntetica, più essenziale di questo secolo e chdi questo travaglio. Tolstoi, ben più ma-1 l'aschio di lui in molte pagine di Guerra e jIIpace, rappresenta pur sempre l'ultimo aael-1 di10 di una catena i oui anelli precedenti si rachiamano Turghenieff, Cekof, Garscine, Ler- pemontoff, Dostojewskv, Gogol, progenie di rupsicologi e di realisti. Il suo romanzo offre Mproporzioni scenicamente più vaste di altri,Itoma risulta dalla somma degli stessi elementi.!coAl centro della ribalta sta Levine; e Le-'dvine è ancora l'individuo, il privato, il caso dedi coscienza, il dramma e il processo a porte dchiuse, come nei romanzi di tutti quei rea- colisti e di tutti quegli psicologi. « Non si è © ne sublimi nè granui perchè si pensa inces-,msantamente all'ignoto e all'infinito », dice ilpMaeterlinck: ed ecco una piccola doccia cofredda che potrebbe ridurre di molto la età-'■ smtura di più d'un personaggio russo, non e-l'esoluso un principe Muishkine o un Ippolito clTerenz'ieff di Dostoiewsky e più d'una crea-'".tura dell'autore di Padri e figli. Dall'altro zi■ canto, li pontefice dell'adolescente simbo-ldilismo, l'Andreief, se allarga il giro del p*»-jcrprio orizzonte, l'allarga troppo, esce dai li-,Samiti del contingente per disperdersi, le veleI"spiegate, nell'astratto, nell'universale, nel-1 nl'eterno. Egli invece, il Mereshkowsky, non aè nella sua speculazione nè troppo limitato 6 nè troppo diffuso. Come artista vale certo qmeno di Tolstoi e di Dostoiewsky,. e forse °anche di Andreief : ma su tutti costoro ha uli vantaggio di comprendere più cose nello ; nstesso tempo. Vede meno in fondo, ma per- mcliè sta più in alto e ha più fretta di arri-'pvare. H dramma individuale lo interessa e Ncosì pure il problema generico umano, ma s*entrambi solo di passaggio : ciò che lo inte- cressa di proposito è l'insieme di molti dram- fami individuali* e i contatti che fanno di tessi un dramma pubblico e i contatti di pa--tereochi drammi pubblici. La sua visione è'.Rstorica, consta di grandi gruppi di fatti, bnon contempla che i moti di masse. E' co- gme una felice forma di miopia A questa "miopia egli deve di non aver conosciuto i rproblemi russi nel loro piccolo guscio verista me nemmeno nella loro fodera metafisica; ma cdi averli per la prima volta abbracciati con Locchio di storico, inquadrati nell'assieme de^ Pproblemi europei, misurati ciascuno secondo c11 proprio valore relativo. , sAllo studio del problema russo giunse do- po una lunga escursione pensosa attraverso Cle maggiori fasi della civiltà europea. Noi °conosciamo le due prime parti della trilogia rruella quale i centri di raccordo di questa escursione vennero fissati, La morte degli Dei m■e La resurrezione degli Dei, «scito or è squalche' anno in italiano in una ottima ver- asiorie della Romanowsky. Sono l'opera ~di sun umanista e di un eclettico. La sua pista, tquella dell'eterno, universale dualismo fra cil principio esaltante la vita e quello de- rprimente la vita, fra l'idea pagana e la gcristiana, che egli coglie in tre momenti ti- Tpici-: la riforma di Giuliano l'Apostata, il nRinascimento italiano e il Rinascimento rus- ueo di Pietro il Grande. Al fondo della con- ncezione v'ha un programma sincretico, con- pciliobivo. Per il crepuscolo rWl'eAenismo ci dieciotto libri della storia- di Ammiano iMarcellino gli ■ offrivano il bandolo a lun primo compromesso fra Cristo e TAn- cticristo. Alle soelie del Rinascimento, ! vGiorgio Gemisto Pletone, che i dottori cat- ctelici accusavano disvoler resuscitare l'an- stica dottrina eretica dell'Anticristo doma lin Giuliano l'Apostata, gli apre più larga Mta strada con la profezia che « pochi anni dopo la sua morte, un'unica verità regnerà msopra tutti i popoli e lo genti tutte si voi- ggei-anno a un'unica tede ». E su questa atra- sda passano figure d'uomini i quali davvero asembrarono conciliare in sè il Paradiso e sl'Olimpo, il divino e il terreno, il santo e il diabolioo con armonia perfetta: Leonardo Kda Vinci, che dipinge il volto della Medusa re quello di Cristo, disegna progetti di po- striboli e di mausolei pei- gli Dei; CJesare Borgia, incarnante il Principe * del Machia- velli, regnante con la spada della giustizia e la clava della violenza, da uomo e da be- stia, « secondo l'insegnamento lasciato ai principi dagli inventori dell'antichissimo mi- to greco i quali favolewiarono che il gio- vinetto Achilìe e molti altri eroi venissero affidati alle discipline del centauro .Chirone, mezzo uomo e mezzo bestia ». Nell'epoca moderna il tentativo di riconciliazione rico- mincia per la terza volta con Pietro il Gran- de, riconosciuto per l'Anticristo dalla setta dei vecchi credenti, il finale sogna di fon- dere iitflRussia l'oriente con l'occidente e riempie la sua capitale di statue pagane e ammazza il figlio Alessio per domare la re- sistenza degli inconciliabili. * ! li concetto era largo ed armonico — un Fausto dell'ottimismo — certo quanto di più largo ed armonico si fosse ancora pen- sato da mente russa, e riesciva finalmente a tagliare al popolo di Rurik un posto nella carreggiata maestra dei grandi popoli, di Europa, a costituirgli, per così dire, quei ti- tici di parentela con l'Europa che soli po- teano metterlo seco sopra un piede di egua- glianza. In Pietro ed Alessio il Mcre-hkow- eky ripigliava, in fondo, letterariamente e umanisticamente, la vecchia idea russa della i terza Roma », vestiva a nuovo le aspira- zioni nudrito dalle sfere auliche, della Mo- acovia sin dal tempo della Dieta di Worms a ritenersi eredi • legittimi delFImpero ro- mano nonché della Chiesa -Universale. Non aveva il metropolita Macario, scrivendo sul- la metà del Cinauecento la sua vita di San- ta Olga, scoperto un Pruss, fratello di Au- gusto, che sarebbe stato l'antenato diretto di Rurik, il Romolo o l'Enea russo; e non a- vevano ancor prima di lui i cronisti slavi del Duecento e del Trecento riallacciato i bulgari Assanidi a una illustre famiglia quirite e i Nemanitch serbi alla progenie dell'imperatore Costantino? Il gesto impe- riale di Pietro doveva ricordare al Meresh- L>wsky quello di Ivan il Terribile quando assumeva il titolo di Csar — leggete Cattar pr'— con l'aria evidente se non esplicita di va j raccogliere e mettersi in capo la corona ro- l'o mana caduta a Costantinopoli nella polvere le degli eserciti di Maometto. m| Ma l'inoltrarsi nello studio del mondo rus- no finirono col modificare il tenore del suo pen- tra siero. Scritta l'ultima pagina della Trilogia, ac egli si accorse che in Russia c'era qualche de cos'altro oltre quanto ci si aveva veduto, e pa che l'idea della i terza Roma • quale egli pr1 l'aveva intesa, rassomigliava ad un sofisma, gr jII suo spirito per natura curioso e spregiti- co1 dicato aveva sino a quel punto, fra il Pa- m radiso e l'Olimpo, secretamente parteggiato bu- per quest'ultimo. A differenza dei classicisti soi russi, poeti per lo più, Derjavino, Pushckine, coe Maikof, nei quali il paganesimo non era sta- mIto che una maniera letteraria, egli ci aveva le.!con invincibile compiacenza ripetuto il grido gn-'di Giuliano: « L'Eliade è la divina bellezza deo dell'uomo rispecchiata sulla terra; essa si dee desterà un giorno e quel giorno guai ai si- corvi galilei ». Accanto a descrizioni di cose'finè © persone pagane vergate con la commossa is-,mano con cui il Nietzsche scriveva di Dio- rilpiso in Al di là del bene e del male, si era laa compiaciuto dipingerci figure di monaci oc-'■ smunti, di sottodiaconi visitanti in stiva- la-l'etti dai tacchi porpurei le scuderie e le san.-1 coo cliere dell'Ippodromo, di imperatori che'de-'".recitano con matematica precisione le ora-|alo zioni prescritte e fanno il numero prescritto ' te-ldi segni di croce e di inchini »: tutto il m-jcristianesimo corrotto della Chiesa di Bi- ev-,Sanzio, quello onde nascerà il formalismo^ eI"turistico della Russia ortodossa. E nel Ri-.ve-1 nascimento italiano le sue simpatie erano gln andate, quasi macchinalmente, a Leonardo | o 6 ai Valentino più che al Savonarola; in qo quello, russo a Pietro più che ad Alessio, e e °Ta> ^ dubbio lo assaliva. Il contatto con ga u,Qa realtà che gli si trovava più vicina, e po ; nella quale poteva penetrare meglio, gli di- b- mostrò come la conciliazione dei due grandi la-'principi! antagonistici non si fosse avverata, ege Non si era avverata in Russia e forse non lia s* .erai avverata nemmeno in Europa. Quella sc- critica dell'Anticristo che egli non aveva an- fatto nè per Giuliano nè per Leonardo, Pie- coi tro lo. costrinse a farla. Le schiaccianti con- l'--te-addizioni in balìa delle quali la morte del siè'.Riformatore 'aveva lasciato l'Impero lo tur- o, barano come il destarsi dopo un sogno so- ' e - gnato nel proprio studio. Il paganesimo va "f880 di occupare per lui il primo piano, sìi rinculò nella penombra delle realtà mera-, da mfnte storiche: ciò che rimase in luce fu ti|i a cristianesimo, il ; cristianesimo ortodosso.'dn L'europeo, l'ecetico ridiveniva russo, oa- de^ P^va cne la conciliazione è contemplativa do come è estetica, ina che per agire bisogna s , soegl'iere. E la sua domanda d'ora innanzi so- una sola: Con Lui o contro di Lui? do C°n l'Anticristo o col Cristo? Con la ragione zoi °. ctxn la fede" Con l'occidente o con l'o- pa riente?. ma Nessun romanziere se l'era ancora chiesto,'zei ma. a partire dal 1840 una folla di profes- tè sor" 6 di giornalisti non aveva pensato J. ! sr- altro. H Mereshkowskv si trovò ad un tratto pdi sprofondato in un fiume di eloquenza scrita, ta e parlata, in un incartamento che oca cupava migliaia di pagine. Tutto il pensiee- ro russo era lì. A sinistra stavano i reprobi, a gli « occidentalisti » nati da Bieiinsky e da i- Tciadaief, quelli che erano con Luì, che il negavano l'esistenza di una cultura e a* s- un'arte originali russe — « I russi non hann- no 'inventato che il samovar, dice un n- personaggio di Turghenieff — che impreo cavano al mir, quest'aroa santa delle patrie o illusioni sociali, come alla causa prima deia l'inferiorità agraria ed economica del paese, n- che rinfacciavano all'ortodossia di non ao, ! vere saputo evi-tare alcuna delle colpe del t- cattolicismo: non l'amore dei beni terreni, n- se nell'Impero aveva potuto impiantarsi su a larga scala il latifondo ecclesiastico e il solo ga Monastero della -rinità sedeva sin dal Cinni quecento di un reddito di due milioni e rà mezzo di rubli, somma fa.volosa dovuta in i- gran parte all'usura; non la corruzione, a- se i conventi erano' stati e<i erano così spesso ro asilo di scandali e di turpitudini. A destra e stavano tutti gli altri, quelli che erano con e tro di Lui, i discepoli dell'Aksakof e del do Katkoff, gli o slavofili », coloro che si glosa ravano di non aver conosciuto i ceppi del o- feudalKsano nè le onte del Papato., di avere re raggiunto col mir il comunismo quattro sea- coli prima elio in Europa si cominciasse a ia parlarne, di aver posseduto un'arte, nazioe- naie fin dal dodicesimo secolo, di essere un ai popolo eletto, beniamino di Dio. ; mi- Questi ultimi erano i più, e la nazione o- era con loro. Ma la nazione era con loro nou ro perchè fossero i più o perchè i loro abili pae, negirici l'avessero sedotta, bensì perchè dalca ]a loro parte stava la fede. L'idea della « tero- za Roma » che essi, prima del Mereshkowsky, n- avevano ripreso e tentato fissare, deformanta dola, suonava cristiana e romantica, non pan- gana e classica. E il Mereshkowsky dovè ri e conoscere che solo la prima di tali versioni e poteva essere chiamata a vivere in un paese re- il quale fino al Seicento aveva ignorato i ! classici latini e greci. Considerata ora dal¬ un l'interno della cultura russa, la propria coudi cezione dell'Anticristo gli parve frivola e n- dilettantistica. Tanto più frivola e dilettan a tàstica quanto più appassionante, sincera e1 la drammatica rivelavaglisi l'esperienza spiri di tuale di un uomo che nei Rimiti di quella ti- stessa cultura aveva palpitato di ansie idenpo- tdche alile sue, la tendenza leibniziana al ua- sincretismo, l'ideale della conciliazione del w- principio divino dell'oriente col principio u e mano dell'occidente: Vladimiro Solovioff. ! lla II Solovioff era partito, come tutti gli sia-: ra- votili, non escluso il Dostoiewsky, dalla porMo- suasione che la Russia fosse destinata a pCrms tare nel mondo il suo spirito cristianp, poiro- che solo nell'ortodossia — dimenticavano essi on Francesco d'Assisi, Giovanna d'Arco, e i ul- mistici tedeschi? — risiedeva il principio din- vino puro. E agli inizi della sua carriera fi u- losofica, fra il 1874 e il 1881, era giunto di sino a sperare che per opera della Russia a- si sarebbe effettuata l'unione delle Chiese e avi il riordinamento del mondo sotto la forma o i dello Stato teocratico: il Regno di Dio in lia terra. Senonchc, lungi dal rinchiuderlo conie mo tanti della sita generazione in un fauape- tismo religioso-nazionalistico, codesta speransh- za lo aveva costantemente tormentato rapdo presentandogli la necessità di trar fuori quel principio divino dal tabernacolo ove dormi va, di corazzarlo e di armarlo, di fare del- l'ortodossia lina ragione di attività e una leva della vita. D'indole intraprendente e mobile, il cattolioismo lo attirava col fasci- no dol proprio spirito militante. Egli si ri qdzPk trai ; e il suo concetto dello Stato teocratico accostossi in modo singolare all'ideale oal deggiato pochi anni prima proprio da un papa Leone XII. Guarire l'ortodossia dalla propria impotenza pratica: ecco il suo pro gramma. Ma il paese, che aveva salutato con giubilo il Solovioff quando, giovanissi mo libero docente all'Università di Bietro- burgo, partiva in uifesa del messianismo rus so, della a Santa Russia », non lo seguì su cotesta strada; ed egli stesso, di mano in mano che la maturata esperienza sfrondava le sue illusioni, si rassegnò a vedere il « Re gno di Dio » ritirarsi in una loHtananza in definita, risolversi nella solita chimera russa dell'anarchia ideale, disperò dell'ortodossia sino a chiedersi se non fosse preferibile con'finarla in un regime separatista, finì per isolarsi in un compito puramente dottrina rio: quello di fare per la Russia quel ■•primo lavoro di revisione che era stato fatto in occidente dagli scolastici e dai teologi, darle la sua piccola Summa theologiae. E tracciò i contorni di un <r idealismo positivista », chiedendone la materia alla religione e insieme alla filosofia e alla scienza, tentando, in at tesa di meglio, di introdurre nel cristianesi mo ortodosso il nerbo di una sorta di teoria evoluzionistica, quella del Cristo-Adamo: ^ Verso l'uomo tendeva tutta la natura, .verso l'Uomo-Dio tendeva tutta la storia de gli uomini ». | Era la profonda inclinazione russa, di questo popolo di falsi mistici, al concreto e al positivo, l'inclinazione di tutti da Go gol al Sollohub, la quale affermavasi nel suo primo filosofo. Oggi il Lopatine, che col Tril betzskoy dnvide gli onori di rappresentare la filosofia nazionale, non vuole forse anche egli, per altre vie, raggiungere' un «.idea lismo positivista »? Non presenta la cono scenza, sia pure rudimentale, come verità anziché illusione e la filosofia idealistica quale conoscenza positiva: non metodo logico per l'esposizione di date teorie individuali ma sistema di verità oggettive, obbligatorie per ogni essere dotato di intelligenza? Artista ' e non teologo, il Mereshkowsky non si av venturo per queste strade : ma dall'esame di sì ingente fatica di pensiero estrasse, valen, dosi della propria esperienza' nell'afferrare |i contorni salienti delle cose, due b tre punti 'di massima che si appropriò e applicò imme diatamehte. Cessò di rivolgersi delle doman de, per non farsi che una risposta. E la ri sposta fu : Contro di lui. Il più forte in Rus- sia era Cristo. Tutto doveva dunque attem dersi da Cristo. Per l'altro, per la concilia- e zione, i tempi non erano maturi. Le statue - pagane erette da Pietro il Grande avevano mostrato di essere di stucco e non di bron- 'zo. Non Alessio era morto ucciso, ma Pie- tro. Alessio era rivissuto in Alessandro, e ! sarebbe rivissuto ancora. L'avvenire sfava to per lui. .fffivudpcmcasftdnqidmsh E' una conversione. La ragione, il tikOTOì fpensiero, tutto quanto il Mereshkowsky ave- Uva ammirato nell'ellenismo e nel Rinasoimen- to eli diviene sosnetto- dacché non è riuscito a risolvere le contTaddizioni in cui si dibatte ™la Russia, aJ contrario le ha aggravate. BL'Anticristo, che nella prima trilogia rap- mpresentava il principio benefico dell'amore galla vita e del progresso, come il iiucitero del jjRapisardi, rappresenta ora il principio ma- dletico del regresso, dell'aridità morale, della Ì• t- - i»A t- -_4. ™„„„., ;i mreazione. La e 1 Anticristo ove manca il ve- nro spirito cristiano, vanto degli ortodossi: dquindi nella reazione negatrice del 'diritto edel popolo alila felicità, e anche nella rivo-i Vazione quando sia razionalistica ed atea. Ma la rivoluzione, a differenza della reazione, non sempre è razionalistica ed atea. Può anche non esserlo. Secondo il Meresh Citha..,„v ■ flkowsky deve non esserlo. Prima di lu^quan- se a i o o e e à e r a r a i e i pms.. avevano avuto legami con lo slavofilismo, Bfossero pur giunti a dichiarare che la pro-jtofr.„j« „„ki-;„„ rUn= p,,™;, x lfonda aspirazione politica della. Russia e ui anarchia, avevano sempre tradito per la rivoluzione, per l'iniziativa pratica diretta, una ripugnanza invincibile. Da veri orto-, ., . r a .^ddossi, non erano militanti: erano anarchici, cplatonici. Chi aveva agito, ad esempio i ni- j dcliilisti, era stato più o meno ateo. Pel Tiut- ; Pm>F io ';„„!„„•„' .„„(.„jj;„mn „Bcef, la rivoluzione contraddiceva addirittura uai cristianesimo. E benché storicamente quo- zsto fosse un assurdo, poiché'il cristianesimo Cfu esso medesimo una rivoluzione^ per giun-| è^ta una rivoluzione economica, ne 11 uso quoti- |pdiano era sempre passato per verità, appro-, vfittando di una disposizione mentale par ago-' Q• . . ,.' , mnabile a quella ue.i nostri neo-guelfi, della bquale 'Valtronde era contemporanea. Anche qil Polosioff, per quanto nella sua larghezza v,. ... ' ™ ., -f t i vdi spirito non potesse non ammettere il feno-|smene rivoluzione, si era fermato a mezza1 tstrada, dichiarando che i la rivoluzione a hav, -li vinl«n*A « di -o+tAnfji+i rimi», i nriti-l sDase di violenze e ai attentati ricusa i prin lcipi teologici e l'idea del valore assoluto del- rla persona umana, aboliti i. quali non resta, snell'uomo che la bestia ». Il Mereshkowsky, ti • *i. i -,. ii • i • mlui, passa ì ponti e benedice alla rivoluzione j nel nome di Cristo. I^d ecco il "esto nuovo tentato da lui : riallacciare l'ortodossia al processo storico nazionale, assegnarle una funzione attiva nel movimento in avanti, difenderla dal credere nel più aborrito dei vizi del cattolicismo, quello d'essere conservatore, par non dire reazionario, farne al contrario un nuovo elemento di progresso. L'attività sincretica che aveva appena ripudiata come vana e quasi sacrilega additavagli ancora una volta la via. Non che incompatibili, rivoluzione e religione si integreranno, alimentandosi l'ima dell'altra. La rivoluzione e voluta da Dio per rigenerare lo Zarismo. Uccida pure, pur che sia per amore, a fin di bene, come direbbero i gesuiti, brandendo accanto al pugnale la croce. La Imi "a pratica delle conciliazioni l.fra la saggezza del serpente e il candore del- la colomba acquistata ual Mereshkowsky!nella frequenza d'eli'Anticristo non cessava di, . j -r i v i • ' esser feconda. La sua fede recente vi aggiun- : geva lo zelo del Crociato. Egli si accinse co-!sì affla seconda Trilogia, portando sullo scudo l'insegna di jvl-azzimi : Dio e Popolo. CONCETTO PETTINATO.