La solenne commemorazione di Giuseppe Verdi in Campidoglio

La solenne commemorazione di Giuseppe Verdi in Campidoglio La solenne commemorazione di Giuseppe Verdi in Campidoglio (Per telefono alla Stampa). solenne commemorazione «eiuw..», ^'"•"-'T.T dal Sindaco di Roma. L'ampio scalone aei palazzo del Conservatorio era adorno di piante ornamentali. Prestavano servizio d onore i vicill in alta uniforme ed i vaUetti capito- 0 . . _ _. » _ -nln r\\-a iq fP~ nome, 21, sera. Stamane in Campidoglio ha avuto luogo.la solenne commemorazione verdiana, promossa hni'iìeUo'storrcò"costume.~La~ sala ove la cerimonta si è svolta, era pure adorna di piante c fiori. In fondo, dinanzi al monumento di Papa Innocenzo X, era stata posta la tavola intorno alla quale presero posto il vice-presidente del Senato, on. Blaserna, il ministro della P. I., on. Credaro, il sottosegretario, onorevole Vicini, il sindaco Nathan, il sen. conte Di San Martino, presidente dell'Accademia di Santa Cecilia. Alla sinistra del tavolo, su di una colonna; era stato posto il busto di Verdi, opera dello scultore sen. Monteverde. Al busto era stata appesa una corona d alloro con bacche dorate. La sala era gremita di scelto pubblico, tra cui molte signore. 11 Corpo diplomatico era al completo. Tra i presenti si notavano i sindaci dl Busseto, cav. Carrara; di Parma, sen. Mazzotti; di. Tonino, sen. Teofilo Rossi; il prefetto Anàrratone, i maestri Arrigo Botto, Mascheroni, Sgambati, Fano, Manlcello, le Autorità dl Roma, il rettore AntoneUl, in rappresentanza degli Istituti artistid nazionali ed esteri di Roma: il comm. Rousseau, per 11 Comitato del centenario verdiano dil Parma; numerosi consiglieri ed assessori comunali -m Roma. _, l'Ha preso per primo la parola 11 conte Di San Martino, Il quale ha detto: «La più antica Accademia musicale del mondo si è potuta unire a queste onoranze che la Capitale diltalia ha tributato al grande Maestro, offrendo il busto di Giuseppe Verdi, che rappresenta 11 genio delle arti italiane. L'Accademia di Santa Cecilia è orgogliosa di vedére collocato sui colli capitolini il busto del grande maestro, poiché Roma è il simbolo dell'italianità ed esso attesta come la Patria sappia onorare i suol grandi ». Il conte Di San Martino è stato vivamente applaudito . Indi ha parlato 11 ministro della P. I., onorevole Credaro.. Parla il Ministro '« L'arte del Verdi — dice il ministro — fu ei è, come disse il Carducci, esaltazione in cospetto delle genti della Patria risorta. In lui scompaiono confini di regione e differenze di classe. Lui intendono e vivono 1 tenaci abitanti della pingue valle Padana e delle aspre e maestose Alpi e gli agili coltivatori delle soleggiate terre del Mezzogiorno e delle Isole; e "quelli che oltre Alpi e oltre Oceano onorano col lavoro la Patria; Lui Intendono e vivono i fortunati della coltura e gli orbati della luce dell'alfabeto. • « B Verdi, nato povero, in povero villaggio, com'ei soleva dire, del lavoratore ebbe per tutta la vita la semplicità e la forte, sincerità ; egli sempre volle avvicinare l'arte sua edir catrice e purificatrice alla moltitudine, e nella grande anima popolare trovò risonanza diffusa e profonda. La purezza e la schiettezza del sentimento proletario che in tanti secoli di storia italiana, sotto straniero do minio, si erano indebolite, ma non spente ripresero novella luce e più fervido vigore non appena l'armonia dell'arte verdiana scosse i figli d'Italia, richiamandoli a una fede e a una- speranza concorde. ' «tCtai. può dire quante anime furono svegliate dall'arte, del Verdi?, quanti cuori accesi a) desiderio della ribellione contro l'ingiuria nazionale?, quanti Italiani ritrovarono sè stessi nelle potenti armonie del sommo compositore? « Giuseppe Verdi nella solitudine del cam pi, nel culto della natura educatrice, nella pace delle domestiche pareti, sempre aveva la mira al suo ideale, sempre senti la responsabilità del suo solenne ministero e scelse la via cara alla moltitudine per giungere al l'alta mèta: «Io sono, fra 1 maestri Italiani tra i: maestri passati' e presenti, 11 meno eru dito di tutti ». « L'arte che manca di naturalezza e di semplicità non è arte. L'ispirazione sta necessariamente nel semplice». « Egli come. 1 più grandi filosofi, poeti e artisti dell'antica Grecia, di Roma, del Rinascimento italiano, come i creatori delle grandi letterature nazionali moderne, intuì la pe rennltà che è nei sentimenti fondamentali dell'uomo sotto tutti i cieli e in ogni ora del la storia: e a quei sentimenti diede un pai pito. una parola (profonda ed espressiva, seppure inartinolp*-' che era uno sforzo pos sente per disvelare a sè stesso e agli uditori l'incognita eterna che accompagna la coscienza e la vita. E fu umano; e perchè umano fu eterno tsdfbnlEPodlMsdl«Mai nessun nostro artista ha asseverato con maggiore forza la necessità di man tene re pure le tradizioni artistiche nazionali.1 La sua concezione dell'avvenire dell'arte è tut- t'una col l'ideai e e coli'ammirazione della Pa- trla. Da Dante al Manzoni egli vede una unità che non solo si impone al rispetto teorico, ma rappresenta un esempio e una guida, fuori della quale l'Italia perderebbe la sua anima storica. Rispettare la tradizione nazionale i vuol dire rispettare noi stessi. Se qualche «Hriimitava f n narro ì nrr\dtacci tar»n1/»i r*no . da imitare (a parte i progressi tecnici che non sono, come C Verdi dimostrò coi fatti, un privilegio dl alcuno), è .sopratutto la loro costante preoccupazione di esprimere con sin- cerità il genio della loro stirpe, lo spirito na- zionale dl cui essi si sentono parte. Il pensiero di lui intorno olla riforma degli studi musi cali, è in queste parole: rispetto e ritorno alla tradizione dell'arte nostra, che è « arte grande a nessun'altra seconda»; fiducia In ogni «energia individuale retta da una volontà disciplinata e tenace». II.Sinistro conclude dicendo: « II- Sindaco di Roma riassumerà e chiuderà oggi, con calda e dotta parola, le onoranze che le città d'Italia in nobile gara hanno celebrato In questo primo centenario della nascita del. Verdi. Il Governo plaude a quanti altamente sentirono il proprio dovere, rievocahdo.le benemerenze di un grande, che della Patria e dell'arte fu decoro e gloria . « Ora ohe alle rinnovate fortune d'Italia si apre il varco di novello glorioso cammino. sia' l'arte, quale 11 Verdi la volle e l'onorò col suo genio, possente stimolo di generosi sen- tirnantl- sia commento luminoso di sicure vit- torie^Ua via della civiltà nel nome grande di Roma ». >1 ministro segue il sindaco dl Roma. Il discorso del Sindaca t&rtpfdalla na^tta dlciuseppe'vlrdf\^ rendi g] e* affascinata lui traendo a sè per subirne la potente ispirazione, volle compendiaresu" lo storico colle del CtunpldogUórnVltaSu f I onoranze delle cento città italiane ». Rievocando pagine di storia patria 11 sindaco Nathan narra: «Dal '47 al '48. quando Mozzini chiede a Verdi di musicare l'Inno militare scritto da Goffredo Mameli, egli di gran cuore aderisce, invia lo spartito da Parigi. • augurando sia presto cantato nelle pianure lombarde ». E quando, sembra una burlette oggi, nel '61 si chiede plebiscitariamente la revoca della condanna capitale che grava sulla testa del grande esule genovese, egli. Verdi, che per Mazzini professò sempre « tutta la venerazione », invia tosto la sua adesione, e la motiva: « L'Italia che si fa, deve essere riconoscente verso Colui che, modello, se non unico, raro, di immutabilità nei principii politici, seppe con costanza, non fiaccata mal dall'avversità, tener sempre desto In noi l'odio contro la straniera dominazione ed accese il desiderio di costituirai in Nazione una». «Scriveva quelle parole nei tempi in cui fu deputato, partecipe nella vita attiva pubblica, non per volontà sua. Conobbe Cavour, ne intravvide le grandi qualità, s'accese per lui di vivo affetto, di profonda ammirazione. Ed il Grande Statista, sollecito a radunare al Parlamento ingegni forti, più che politicanti od avvocati esercenti, tanto fece da persuaderlo a lasciarsi eleggere a San Donnino, de ludendo le speranze di. altro candidato, u Mingheli-Vainl. a cui, per proposte e propositi da questi esternati, disse, in uno scambio dl lettere, franche, ,se non lusinghiere parole ». L'oratore flniBce la figura, diremo cosi, politica del Verdi, con questo accenno alle convinzioni dell'età matura: «Seguace devoto di Cavour in seguito te sue simpatie in politica quotidiana si cristallizzarono intorno agli uomini di Destra; l'arrivo della Sinistra al potere nel '76 fu salutata da lui con triste prognostico, e visse sempre -più appartandosi, quantunque senatore, dalla vita politica specializzando l'attività sua -ell'arte e nelle occupazioni campestri pure Intensificando nel foro suo interno, come balena dl tempo in tempo il sentimento, l'aspirazione dell'italianità, sogno dei suol giovani anni ». La cerimonia è terminata alle ore 1*. La "Messa di Requiem,, all'Aueusteo Roma, 21. notte. Stasera. all'Augusteo. promossa dal Comune e dalla. Accademia di Santa Cecilia ha avuto luogo da commemorazione Verdiana per cui vivissima era l'attesa. Per l'occasione è' stata solennemente eseguita la • Messa di Requiem». Hanno preso parte all'esecuzione, altre all'orchestra del concerti sinfonici accresciuta ed ampliata un coro di 250 vOoi.espressamente formato per la circostanza. I quattro solisti sono stati Alessandro Bonci. Giannina Russ, Virginia Guerrinl e Nazareno De Angeles. Ha diretto il maestro Edoardo Mascheroni. La sala dell'Auguste©, sul fondo della quale spiccava sul coro un busto dl Verdi, era gremita dl pubblico ed offriva lo spettacolo delle grandi occasioni.