Attacchi vibrati alla politica di Berchtold discussa alle Delegazioni austriache

Attacchi vibrati alla politica di Berchtold discussa alle Delegazioni austriache Attacchi vibrati alla politica di Berchtold discussa alle Delegazioni austriache (Servizio speciale della Stampa). Vienna, 21, notte. Oggi- sono, cominciate le Delegazioni ungheresi colla discussione sul discorso del ministro degli esteri, conte Berchtold. La discussione è stata preoeduta da un breve incidente, provocato dalla espulsione di uno dei delegati ungheresi, il signor Stefano Rakovszay, appartenente al gruppo dell'opposizione dei deputati al Parlamento di Budapest, il quale è uno di quelli colpiti dall'esclusione dalle seduto per i noti fatti del mese scorso. Quindi, dopo un breve discorso del dott. Nagy e del relatore, si sono iniziati i discorsi dei diversi delegati sulla crisi, tutti ispirati da critiche piuttosto acerbe sulla politica del conte Berchtold. Ih sostanza, si sono ripetute le stesse osservazioni che già vi partecipai ieri. Anche le critiche e le osservazioni dei delegati ungheresi meritano tuttavia di essere note in modo preciso, poiché riguardano ì punti più Importanti della politica austriaca e delia situazione balcanica. Prinoipil ohe non reggono Il conte Caroly accenna all'osservazione del conte Berchtold, secondo la quale la crisi balcanica si deve considerare una necessità storica. «Se il conte Berchtold, — dice l'oratore — sapeva questo, perchè si è lasciato sorprendere 4aTia orisi e perchè non ha egli formulato un programma preciso sul modo di comportarsi durante la crisi stessa? 11 ministro ha affermato che i due principi! tradizionali della mostra politica balcanica sono lo < statu quo » e i Balcani ai popoli balcanici. Questa è una combinazione di teorie opposte simile all'altra combinazione affermata dal mt-riistro della nobtru amicizia tradizionale con la Turchia e della nostra amicizia per gli Stati Balcanici. Io non credo però che nessun uomo ragionevole si lascerà vincere da queste forinole; anche nel Balcani nessun uomo può obbedire contemporainaameinite a due padroni. Con particolare abilità il ministro ha tralasciato d.r| toccare tutti quei problemi, che sono per noi di particolare interesse, ma nei quaGnon ab biamo avuto alcun successo. Egli, per esempio, ha parlato dal problema della revisione diri Trattato di pace di Bukarest, come se in esso rion avessimo assunto nessuna attitudine particedare. Non ha il ministro degli esteri saputo che - durante ■ la guerra rumeno-bulgara, la Russia appoggiò in i ogni modo la Romania? 10 non mesco d'altra parte a capire come il ministiro degli estetri parlando dei nostri rapporti colla Russia li ha definiti corretti e amichevoli durante tutta la crisi. Perchè dunque la Russia ha allora mobilitato contro di noi e prrche noi abbiamo mobili itato contro la Russia? Il ministro ha pure esaltato la lealtà dalla Germania verso l'Austria, ma da un tale leale amico ci si poteva almeno aspettare che esso non ci abbandonasse nel momento critico. Quando questo momento è venuto, mentre sor- Seva il problema della revisione, la Germania a appoggiato la pace di Bucarest contro la nostra tesi mettendosi completamente dalla parte della Russia. E' impressionante la fredda riserva con la quale ti ministro degli esteri ha parlato della Repubblica francese. Questa, secondo quanto posso io sapere, non ha avuto altra colpa che nuella di rifiutarci dei denari che dovevano servire a scopi miJitari che dovevano servire contro di lei. Un'altra osservazione voglio fare sul problema balcanico. Il ministro .vuole sperare,., con ottimismo direi quasi infantile, che dopo la conclusione della crisi noi avremo tutti amici nei BaAcani-, non solo i turchi ma anche i serbi, i bulgari e i romeni per la attitudine dimostrata durante la orisi Mi dispiace di non potere avere un simile coraggio infamile per credere a queste grandi amicizie dopo tutto quanto è" awe mito •. Il conte Giuseppe Mai late, osserva che si Impongono dei nuovi aggravi militari alla Monarchia é domanda, al ministro perchè, se egli dà tanta importanza alla indipendenza dell'Albania come una garanzia per avere libero il passaggio nel Mediterraneo, non ha fatto valere sin dal principio della guerra questi postulati. L'oratore domanda spiegazione sull'attitudine del ministro a proposito della pace,di Bucarest,' e infine.domanda spiegazione sulla questione del Sangiaccato di-Novi Bazar, per sapere se 11 ministro aveva veramente pensato ad una Tnmvn rwv"iinn»ioTie nuova occupazione. Rt Raooonto schematico _ , . „ T . ,. . Parla dopo 1 on. Lodovico Windischgraetz, membro della Camera dei magnati. Egli pronuncia un lungo discorso di critica al- l'exposé del ministro. Comincia coU'osserva- re che il discorso del conte Berchtold non si stacca per nulla dalle solite dichiarazioni che si sono sentite gli anni scorsi, benché i più recenti avvenimenti abbiano mutato completamente la nostra posizione nèll'Eu- ropa e sovratutto di fronte agli Stati vicini .11 ministro degli esteri - rttoe doratore - fòg&fiSS SaMSemdi una "endice esposizione storica retrospettiva. Io non posso approvare :i discorso tanto dal ministro. Egli non ci ha dato che un racconto schematico dV danze politiche che seguiranno nell'avvenire. n«»nto Boivhtn.H' hn mftssn im rttlpv-n r»l snn conte BercntoM na messo un ruievo nei suo mare; 3.o l'aver rondato uno stato albanese in- dipendente; *.o aver curato le buone relazioni con g,l£ alleati e con altri Stati. Bisogna con- ^cfrt^T^^t BEGA dilte Sa^^dcco^SMSto^a?chto radente sempre3 una ^ite'p^iflc^SmS possono comprendere 1 grandi preparativi mi- litai ' che aPea^dhaè^t0colSo^i Kdegli Esteri, noi dovremo ancora attivamente armarci. L'im^rresa Ubica non è costato tanto all'Italia. Con la spesa che afebiamo «attoìnoi gli tialian! avrebÉero potuto rare due o trejslSSSV-ÌSm%m.?^Uì l^fSS&J^À^9nSSSS!*->nelj Adriatico, le dichiarazioni del ministro la Serbia ha appoggiato li Montenegro solo per poter meglio far valere le sue pretese per|l'uso dei porti montenegrini. « Purtroppo il conte Aehrenthal ha pinunaliato all'articolo 29 del trattato di Berlino, che a noi dà il diritto di mantenere l'ordine nelle! .MrT1^» chia soltanto se si spingono i serbi sul mare rraggiungendo questa loro metà dell'Adriatico Sol abbK fatto d°i rttomper°daS,aegg^aÌ serbi, i quali hanno potuto assicurarsi 1 loro astringerla con to~viol «Sto IJg*? J9}*; » »> dannoT-anost» vergogna tutto .r^^'nviiiiMita d«l erimato d*i nn. i^n.L/JS ^^dSJWb! «irTuri annoia Sl^ìS«?*J?»ff52S?^S?S^ MITni 52S"S« «Hm^?V£ h?S.Ki& StVte ffi oo^^e.^sTsl0*1^ quello che temevamo L'Albania problematica «La fondazione dello Stato albanese ha 00- stato grande fatica alla nostra diplomazia du- mute l'inverno, ma il conte Berchtold non ol ha detto in che cosa questo Stato possa essere v noi vantaggioso. Sinora l'Albania non ol eoatata 'an Lui«ia> aaitlnl 1 gljwrtwfi* apesa, Finora lo Stato albanese esiste solo sulla tebbono impedire i popoli balcanici nelle loro guerre, le continue lotte fra gli albanesi e i, nerili e ì ^eci manterranno Jn perpetua de- d«olezza ì popoli balcanici. Egli deve ricor larsi che anche la nuova applicazione d luesto principio del «divide et imperarsi] te di Izagabrte," oppureff^ Friediung, ' sino all'ultimo governo dei cosacchi in Zaga- bria? Devo forse io parlare della politica ispi- rata dal Ministero in Bosnia, che pur troppo dura da lungo tempo? La politica del nostro ministro degli esteri manca in realtà di oon-l può facilmente tramutare in arma pericolosa, diretta contro gli interessi vitali della Monarchia. Oggi è impossibile fare una jpolltlca estera senza avere riguardo alle condizioni interne dello Stato. Io domando perciò al ministro se egli ha chiara conoscenza degli avvenimenti che si sono svolti negli ultimi anni ai nostri confini e delle conseguenze che hanno prodotto. Devo forse io ricordare al Ministro degli Esteri t torbidi croati che cominciarono con il famoso processo di alto tradimen- seguenze e di logica. I successi dell'Italia -Il conte Berchtold ha parlato pure della rinnovazione della Triplice alleanza. Io sono Ia Galliziia sarebbe caduta sin dal primo giorn,° nelle mani della invadente armata russa S"°* sJf*^ JSSSmJS^^^. :Z Bisogno di in sollecito consolidamento economlc0i pojcnè tanto l'Austria quanto l'Untrhe- ria, si trovano in una sciagurata condizione finanziaria e lo Stato deve pagare il 7 per cento per i suoi prestiti ' a:arta> Gli manca tutto ciò che può conferirgli m;!S^Go^^.BlStf & WS «.icppure delle scuole 0 almeno ha delle scuole :ho il nostro ministero ha costruito e nelle juali si insegna la lingua italiana. Pur troppo .1 conte Berchtold ha sfiorato solo .supern- cialmente il problema albanese, cosicché a ■ il Irt A IlVil to ¥\a Dilli A enrinti'i Halln trina fi n3iTlflSG. mò dubitare sulla serietà della idea albanese, sje^il conte Berchtold ha pensato che «»J» sincero fautore di questa Alleanza, ma deside rurei che il nostro Ministro degli Esteri avesse saputo sfruttare completamente i vantaggi cue si sono assicurati con questa alleanza, infatti si può affermare che l'Alleanza sussiste nonostante la nostra politica estera, piuttosto che ui conseguenza della nostra politica estera. Le nostre buone relazioni coll'Italia sono attualmente più vantaggiose alla politica italiana che a noi. I legami che vincolano l'Italia in Libia riducono sensibilmente la sua utilità per la Triplice Alleanza, lo ho avuto già occasione in altra epoca di discutere alle Delegazioni dei nostri rapporti coll'Italia e ne 110 parlato non mosso da antipatia, ma semplicemente col vivo desiderio di chiarire internamente i nostri rapporti con la vicina meridionale. Noi non armiamo più contro l'Italia (veramente le ultime notizie che si hanno parlano di nuovi arma» 1 Trentino), ma le molte centinaia di miurmi che abbiamo speso contro l'Italia sono semplicemente il risultato della nostra politica estera disorientatali conte Berchtold discorrendo dei nuovi rapporti coll'Italia non è riuscito a precisarne il punto di vista vitale. Noi vorremmo invece domandare una incondizionata preminenza per i nostri interessi balcanici. Sarebbe stato facile ottenere jl riconoscimento di questa nostra priorità in occasione della rinnovazione della Triplice e l'utile risultato di ouesta chiara domanda sarebbe stato che noi eviteremmo per l'avvenire ogni nuovo urto con l'Italia sui problemi balcanici. Vorrei in proposito ricordare, solo ricordare al ministro degli esteri quelle ore, poco per lui piacevoli, quando negli ultimi mesi conversava col suo collega italiano In tono molto eccitato sui problemi che si riferiscono alla occupazione dell'Albania. Attualmente i nostri amichevoli rapporta coll'Italia risultano semplicemente dalla tendenza albanese dell'Italia, tendenza che l'Italia persegue a spese nostre. «Pur troppo la crisi balcanica ha avuto per conseguenza anche dei contrasti call'Impero tedesco. Questo fu per noi tanto più spiacevole in quanto che abbiamo veduto che il iioRtr» cammino che ci metteva in conflitto colla Germania era falso, mentre il punto di vista tedesco si dimostrò giusto. Abbiamo allontanato da noi la Romania, perchè abbiamo accolto le insistenze della Bulgaria, di questa nostra amica. Senza dubbio i riostri rapporti colla Bulgaria non hanno sofferto, ma noi non potemmo impedire la rovina della Bulgaria benché l'Austria coll'abile appoggio del nostro ministro a Sofia, abbia fatto di tutto per aiutare la Bulgaria in questo difficile frangente. Anche colla Russia non ci siamo dimostrati conseguenti. Di fronte al «bluff, della Russia per le misure militari prese al nostro confine, noi non abbiamo risposto con energia e decisione, ma ci starno accontentati di prendere misure cosi difettose che in caso di ufi serio attacco „„_'. „,,„„„.... J. , 0omMa* categoriche *11 disorientamento della nostra politica e &8J3?*0,"l??!22S5S.J5t2Dj$ooteas'0 ^ntra^o^nT steli6 peTnofuli2 %ofco& del nostro mercato finanziario e una maggiore difficoltà per il nostro credito. Oggi non possiamo ricevere denaro da nessuna parte. Nella decorsa ultima crisi si è potuto anche apfi^gj ^ìàTmail^^mor^L^Vi gggf^ %*JSg»? i£narttre tìFoMvì! ggj Dredsa?anon^doI^toi^Ser^a*1^« dTsezu&ee come i^ avventò sne^ Jdèv? semnltcemente àlll mten^Stì SSTf Svenire di sua innati™ SS^^.nJ "Mervenire ai sua iniziativa aia inizio dPlla guerra fra g.u stati Balcanici onde ottenere una pacifica soluzione del problema balcanico? 2.o Per "itali ragioni, nel momento in cui ^guar^i^ SJ^^armanta^si£r£lS?n^H g~e ™"jS5~£S, ììt? J^lJ**', 58* tS^TS&gE&S. mente una vLa di comunicazione e <ìi .libero f^^^^t^^^i^ * SVi V6nir-e 1 unl?ne d?Ua Serhla «0l Montenegro' ^S»,!^ Mi £™JJ *à°nroblema d^S^dSin J?.» ir^-SJS? a^aitoie^uSS» u rivS^n SnSfTolies» ouX di vSta?^n rhmtÀ^To '^f1 t3i1,peSfraPrG^ine.m di vi*™? «.a! SSm ndriRUSrt dXinfu?urad divistone delta influenza nel nuovo Stato albanese? 6.0 Come ò f, m<nJstro snieirare e aiusilflcare i rnm balcanica e ouella de-H'Imnern tBdpwn?. limca "^«a"10» « oueua aew impero teaescor. Il più grave errore Prende poi la parola il delegato conte Andrassy, il quale osserva che i risultati Werra balcanica sono molto sfava revoli alla Monarchia, ma egli pensa che la politica del conte Berchtold non è stata ta 16 da P°ter n0aDChe UD mtoim° cesso. ~ *!S?.«Ì52&*,1?. ™*-n«<>™ bob «* ai potrà nuovam giacché è rimasti poter dire risoltt L^^^^^i canteo, non è assicurata e molti problemi rlmangono non chiariti e già fra qualche mese * P°trà nuovamente sentire parlare di guerre Placche è rimasta troppa materia esplosiva per loSsco^cbW0 U Pr°Nema ba,CaSl0?- *»■ cattiva condizione di non essere capace di vita. Deve deplorarsi che il Sanglaccato 6ia stato diviso fra la Serbia e 11 Montenegro Anche questo errore è da ascriversi alle diret tive generali della nostra polisca estera. 11 primo errore è stato compiuto quando non abbiamo scelto il momento giusto per far valore i nostri punti di vi*ta. Il secondo errore e etato compiuto quando noi nel momento cba' , Questa ultima domanda del conte An drassy ha fatto profonda impressione nelle n . * . . JT r Dlii si sparava il primo colpo non avevamo ancora una idea chiara del modo di compofTarci di fronte alla Serbia e al Montenegro. Ci siamo fermati al principio dello < statu quo » e questo rappresenta il nostro più grave errore». Il conte Andrassy dichiara poi di salutare con simpatia il mantenimento della Triplice Alleanza e propone al ministro di mantenere buone relazioni colle Potenze della Triplice intesa, e saluta contemporaneamente la visita dell'Arciduca E redi tarlo a Londra Con ciò sarà possibile stabilire una armonia tra l'Inghilterra e la Monarchia austro-ungarica L'oratore rimprovera al ministro di avere parlato troppo trèdda- mente <feila. Francia, e conclude rivobren « al ministro degli esteri queste domanda , n ,^^0 esteri, sollevando il dto-I blema del trattato di Bucarest, sapeva che IT- iaJi& e la Germania non sostenevano questo punt0 dl vista? Se lo sapgy^ perchè ha voluto stesso doniandarne la revisione? Se non lo f?nnn*m ^ l, x 1 : i 1 sapeva perchè ha iniziato nuesta azione sen- za prima accordarsi,con i suoi allea*?». I

Persone citate: Lodovico Windischgraetz, Nagy, Seva, Zaga