Il geom. Stampa ricorda alle Assise di como come uccise la fidanzata

Il geom. Stampa ricorda alle Assise di como come uccise la fidanzata Il geom. Stampa ricorda alle Assise di como come uccise la fidanzata la curiosati del mibhUico per questo processo passionale che ha alla dito.su. l'on. Enrico j Peti* ed alla V. C. per la memoria della «li .1 L'aula. Como, i9, notte, delle Assise 6 aitoltatiissima. tamia razluta giovinetta 'assassinala, l'on. Gemili zio Mentitali. L'on. Ferii entra nell'aula alile ore !),:«), accompagnato dagli avvocati Rosati, P.mizzera e Noseda. che siedono pure alla Difesa. Al banco della P. <:.. in attesa dell'onorevole Bernini, siedono gli avvocati "Bedtraniini e Uiiorgetti. Presiede il presidente del tribunale avv. Pastini e sostiene l'accusa il procuratore del Re cav. Melfi ni. L'accusato Stampa. Ersiliu Achille fu Giuseppe e di I3odio Teresa, geometra, resiliente a Oravedona. detenuto dati l.o dicembre l»K, a'.ede dentro la Rabbia nel primo banco. Vesle di nero ed ndossa un 'Paletot .nero. Si copre la faccia con un fazzoletto o piange. Compiine lo formalità preliminari e composta la Giuria, il presidente contesta all'accusato le imputazioni del oapo d'accusa che sono di omicidio premeditato e di due distinte contravvenzioni, quindi iil cancelliere Candiani legge la sentenza di rinvilo e 'l'atto di accusa. Vengono quindi introdotti i testi ed asnmonìti e. licenziati. Si costituiscono le perizie, e cioè prof. Grisafulli per la P. C. prof. Falciola per lo. pubblica accusa, prof. Victoria e dottoressa Liia Noseda per la difesa. La- P. C. dichiara la sua costituzione per la signora Margherita Nodale ved. Mancini, madre della disgraziata vittima. L'interrogatorio dell'imputato Lo Stampa si alza al richiamo del presidente e si appoggia alla sbarra. Egli piange e il presidente lo stimola a calmarsi. Narra i precedenii del delitto. Racconta come fu che si fidanzò con la Mancini e i vari tentativi latti per procurarsi una posizione stabile, specie dopo che ebbe abbandonato l'UiUcio tecnico di Como, dove, per altro era stato assunto in qualità di avventizio. Dr.ee poi come fu che entrò nello ditta del dott. Mattoni, nella anale doveva, portai» seimila, lire che ali erano «tate assicurate da una banca che Poi uoin gliele diede. Dieluso, si inecò a. casa della, sua fidanzata, era sconvolto e 8a madre di Ilei- irli richiese che cosa avesse. Raccontò che la promessa sovvengane dii seóanila lire gli era mancata. La signora Mancini fini per offrire essa hi somma e lo Stampa, accettò Ebbe così le cartelle, che jwrtò alla ditta, ma disgraziatamente gli attori degli apparati elettrici andarono subito male. L/accusato narra lungamente e lentamente le tnaversie_della ditta e le disavventure di certo Soannagatta, che entrò netta ditta. Mai toni. Gli affari andarono male. L'accusato dice che dovette fare un nuovo versamento di Lire cinauemila. che ebbe pure dialLla signora Mancini. Intanto continuava, ila relazione con la signorina Mancini. Nei luglio 1912 continuando gli affari ad andar male, la ditta pensò alila 1-iauidazione. ma. una proposta presentata, fu giudicate disastrosa. Allora — dice l'accusato — la signora 'Mancini, con minaccia di troncare il fidanzamento, mi fece accettare auale liauidatore (fi signor Aristide Lucca. 11 liquidatore si insediò e prese come inpiegato lo Scannagatta. L'accusato si diffonde a narrare i suoi rapporti commerciali con Da signora Mancini ed Il rinvio del mniipmonio. Aggiunge che la sua fidanzata gli disse che la madre le aveva consigliato di non fatisi vedere con lui perchè poteva capitari*; un partito migliore. Presidente — Questa è una circostanza nuova. Ve 5o disse la fidanzata o vi fu raccontato Me lo disse la mia povera cx-fldanzata. Del resto nelle lettere ve ne sono accenni. I 'rapporta fra la isignoila; JYHa.ncÌni e .lo Stampa divennero freddi. 'Lo Stampa dice che Mt s'onora Mancini lo imputò dj avere sottratto una cambiale. Presidente — Anche questa circostanza è nuova. Speclflcaite. Io era ospite della oasa Mancina perchè la mia fidanzata quando andavo a Congo non voleva che andassi da' miei parerutl. Una mattina, mentre mi stavo vestendo, entrarono nella camera la signora Mancini e la figlia e mi accusarono di aver sottratto urna cambiale. — Quale ? — Oueflla da me rilasciata in bianco, delle lire 5000. P. M. — Non cli'ieiJeste spiegazionli? VI acquetaste cosi all'accusa? — Dissi che io non avevo preso nulla. Intanto però mi allontanai dalla casa della Mancini, ma con la mia fidanzata mi trovavo a casa de» miei parenti. L'accusato narra come pose alia sua fidanzala una specie di ultimatum e aggiunge che il 17 novembre si trovò con la signorina nella casa del cognato ed ivi. nello studio del cognato stesso fu sorpreso in grande intimata. All'indomani la cosa fu risaputa ed allora l'imputato scrisse la lettera alila madre narrandole l'accaduto. Presidente — Che scopo avevate? Accusato — Lo scopo di continuare la relazione. Come avvenne il delitto L'accusato a questo punto devia dal suo racconto e accenna alla sua malferma salute di quel tèmpo: mal di testa,, stanchezza, inappetenza e insonnia, fenomeni.... « Quando avvenne la rottura del fidanzamento — dice — vagai per tutta la notte non' so dove, poi scrissi alla signora Mancini ». Narra poi che se ne partì da Dongo coll'iiitenzione di tornare all'estero, ma tornò la sera del primo dicembre a Dongo ed ivi apprese come la signora Mancini dicesse che aveva abusato della sua fiducia. L'accusato in quella sera scrisse due lettere, al parroco di Dongo ed al Rettore del Seminario per indurli a interporsi per riallacciare la sua relazione con la fidanzata. Pres. — Poi che cosa avvenne? Acc. — Mi affacciai alla finestra e vidi la mia fidanzata in compagnia di Olimpia Mancini. Temendo che esse si recassero a qualche appuntamento, invitai mio cognato a svendere con me. Non volle. Scesi solo, ma non andai verso la fidanzata, la incontrai mentre tornavo verso casa e le domandai spiegazioni. Mi disse che non sapeva nulla e accompagnò le parole con un riso sardonico. Allora macchinalmente posi mano alla rivoltella e sparai. Pres. — Ma inseguiste la signorina anche dentro la tabaccheria e sparaste li dentro... — Aco. — Non ricordo. — E si inette di nuovo a piangere, ripetendo elio.-non ricorda più nulla. — Quando vi consegnaste ai carabinieri, non diceste: «Mi sono vendicato 1 •»ì — Non mi ricordo. II presidente muove nuove contestazioni all'imputato alle quali egli risponde con franchezza difendendosi strenuamente. Le contestazioni vertono sui rapporti d'affari dell'accusato con la signora Mancini e sull'arma. Pres. — Perchè indossaste il mantello ed il berretto del vostro cognato la sera del primo dicembre? Acc. — Per fare più presto e per non farmi riconoscere. Che vi disse la signorina quando le foste vicino? — Mi disse: « Io non ne so niente». — Ma questo sorriso sardonico donde è uscito? C'è un teste che afferma il contrario di ciò che dite. — Ce ne sono altri di testi che dicono circostanze completamente false. — Quando foste dentro la tabaccheria che diceste? che vi disse la signorina? — Non ricordo, non ricordo nulla. P. M. ~ Chi vi consigliò di scrivere al parroco 7 Acc. — Non ricordo precisamente; credo sia siala la signorina Greppi. Avv. Beltramini. — Come mai il rag. Camparolo è venuto a conoscenza del colloquiol e a r a , aù o o -i jintimo dell'accusato con la Mancini? 1 Acc. — Mi disse di averlo saputo da certo Rumi il quale a sua volta ci aveva veduti a traverso .1 vetri dello studio. — Voi sapevate che dalla strana si poteva vedere ? — Non lo sapevo, ma siccome c'era il lume... •Lnvv. c.iorgetti presenta l'originale della lettera spedita dallo Ptampa-alla signora Mancini. L'accusato la riconosce. L'on. Ferri domanda rome l'accusato fu ammesso nelle ferrovie e l'accusato narra che una prima volta, in seguito alla visita medica, fu scartato. Dopo la seconda vislln fu ammesso. Domanda ancora 1 on. Ferri se nellatto del »aanza™ep- |" sii_parlo] di dote e ^accusato jlicertjej^uin Mini.* rriii/.iDii! (lunari, quiimi. scorse le 13, l'udienza e folla e rinviata alle I testimoni del fatto nre ti. Nell'udienza pomeridiana il cancelliere dalettura della perizia necroscopica dei sanitari clie procedettero all'autopsia del cadavere del- l'uccisa c quindi dell'epistolario dei protajjo-nisti del fatto. Quindi incomincia l'interrogatorio dei tetti* moni. Prima ad essere chiamata è la madTe della Mancini, la quale parla dei rapporti avuti dalla Agita con lo Stampa col quale essapure ebbe dei rapporti di interesse per anticipo di denaro e per sovvenzioni di vario genere. Olimpia Mancini, cugina deiruccisa, ripete le minacce pronunziate dallo Stampa verso laflilanirati, vm.ili^ D^.m»,V,lnl Ii>1m,..i,Ì. jTM,fS.^^«.W>™^lf »1!uiìm?'.™£™ ^^^ift^f«WSt6rfiìtii timi tre- colpi eh rivoltella contro la Giù-ditta Mancini, uccidendola, descrive la tragicascena, alla quale assistè anche una guardia chenero fu imYihraiihnitntn net infprvonVro tinta inrapidità Kùi'tas^ teste assicura che lo Stampa sembrava atoba-stanza .almo quando compi l'atto e simile dì-chiarazione fa anche l'Olimpia Mancini riohia-mata dal presidente. Per queste contestaStontl'on. Ferri e l'avv. Noseda della difesa insor-gono protestando vivacemente. Mori Giuseppe, altro teste, il primo "dicem-bre quando sii svolse il fatto, era carabinierealla stazione di Dongo. Egli accorse ed arrestòin Stampi, il quale consegnandogli la rivolteli aavrebbe detto: «Mi sono vendteaitol». Ancheso questa circostanza, e sul contegno, dell'as-sassìno al momento dell'arresto, là difesa il sorge ed alla discussione prendano parte gli avvocati delle varie parti e la dottoressa Noseda. I^v seduta, pomeridiana termina con l'escussione del fratello della vittima. Quindi l'udienza è tolta e rinviata a domattina alle 10.

Luoghi citati: Como, Congo, Dongo