Il pelo dell'orso

Il pelo dell'orso IiETTERE Dfllilifl RUSSIA Il pelo dell'orso PIETROBURGO. novembre Non si vìve por otto mesi dell'anno dentro una pellicci» russa, spessa come quattro pellicce europee, lunga sino ai talloni, con due manicotti al poeto dei paramani e un collo entro cui affonda oltre alle orecchie e al naso anche la cuspide del berretto, senza pigliarne, in capo a qualcuno di tali anni, un che d'ispido e di selvatico, contrarne qualche abitudine ferina. Passando lungo i negòzi, d'inverno, le vetrine vi rimandano obliqua sul biancore radioso della strada una figura d'orso bruno dall'andatura goffa e incerta, che è bene la vostra, sì, ma che alla lunga finisce col farvi dubitare della vostra identità umana. Vieta voglia, quando il ghiaccio è più liscio e il vento più tagliente, di metterei carponi a ululare o bramire come belve nella foresta. Il tempo passa, torna l'estate, e le pellicce, purtroppo, perdono il pelo : ma un po' del vizio contratto, del vizio dell'orso, rimane al dosso di coloro che le hanno portate. D'agosto, come di gennaio, qualcosa di pesante e di aspro, di primitivo, sembra parlare nel russo di secoli di vita alla macchia, di caccia grossa, di lotta con gli elementi. Le sue visibili simpatie pei ruvidi contatti fisici, pel pigiarsi di molti corpi, si direbbero ricordo della vita in branco, dei lunghi inverali nella steppa assiderante. Ben di rado si avverto qui, anche fra individui di ceto elevato, quel prepotente ribrezzo della promiscuità forzata che fa arricciare le nari a noi sibariti d'Occidente. Nei pochi luoghi ove l'assembramento è lecito, nei tranvai, nelle chiese, nei battelli, la gente urtasi • mescolasi con soddisfazione innegabile. Un ttomo assai bizzarro ma molto tipico, V. BoBanof, fra i letterati russi uno di quelli che si sono negli ultimi tempi maggiormente ocoupati di misticismo e di psicopatia, ha scritto pagine interessantissime in elogio della folla sotto il riguardo sensuale, e si può dire che nella religione egli non veda se non jla voluttà strana dell'accalcarsi in^ chiesa jdurante le funzioni sacre, aspirando, più forte che l'incenso, il caldo, greve odore umano. Robusti, sanguigni, massicci, i corpi medesimi dei russi si direbbero refrattari al ribrezzo, se non addirittura alla, sensibilità fisica. Le donne, escite per lo più tutte d'un blocco dallo stampo di Diana oacciatrioe, perpetuando la spavalda tradizione delle leggendarie polienitzi, le amazzoni-nazionali, escludono i classici preconcetti da noi annessi al cosi detto sesso debole. Anche le meno formose, le piccoline e le pallidine, celano muscoli e salute d'acciaio. Sempre in moto, sempre sveglie. Capaci di lasciare all'alba senz'ombra di sonno o di stanchezza una festa ove hanno ballato tutta notte. Le strade bianche, livide, deserte, che metterebbero i brividi ad un esquimese, non danno loro se non un senso di animazione. — E' tanto bello! Come si può andare a letto? Invece di andare a letto si monta in slitta — ora non si trovano quasi più te belle troike elastiche piene di' sonagli e di nappe , - . .~ , ■ _ che un tempo aggiungevano tanta aUepia» simili scappate — e via a briglia sciolta pel Kamenuovstrovsky o pel parco Petrovsky. Di lì a cinque minuti il colore è tornato sotto i grandi cappucci di lana rosa delte signore o sotto' te mitrie pelose degli uomini : e rieccoli gli uni e le altre freschi quasi si levassero allora. E non si dorme più, si ripigliano senz'altro, alle nove, le occupazioni di tutti i giorni. In certe stagioni dell'anno, tutti i giorni, o tutte le notti, così. Sembra debbano cascar morti: invece trovano sempre a propria disposizione nuove riserve di forza, di slancio. E ve n'ha di consunti dalla tisi — purtroppo, ad onta della generale vigorìa, molto frequente nel settentrione dell'Impero — i quali ancora non si danno per vinti, si spendono follemente nelle attività più varie, come presi da una frenesia di bruciare fino all'ultima gocciola di cera. Nessun popolo meno esigente di questo, in fatto di agi materiali. Ben che il bisogno — bisogno morale — del banchetto rumoroso, della solennità sastronomica, dei sei o sette piatti al ristorante scicche, con le leccornie care e la sfilata dei vini e la sbornia si tradisca con certa frequenza, il più sovente i russi sono sobri, vivono di nulla, capaci di non andare a pranzo perchè si annoiano a mangiar© o perchè viene loro in mente che mangiale tutti i giorni è stupido. Dormono sopra letti da asceta, corti, stretti, duri, i quali ss hanno l'elastico mancano della materassa, e viceversa. Le lenzuola, le coperte, grandi quanto due fazzoletti da naso, scappano da ogni lato. Occorre cacciarvisi sotto vestiti o fasciarsene come quando si pernotta nella tenda, sull'erba. Sono letti per dormire nei quali è d'uopo aver fatto trenta chilometri a piedi e ritrovato il sonno dell'infanzia. Il sonno dei giusti non è sufficiente. Ma i russi si accontentano anche di non averli. So di signorine dall'umore un po' fantastico te quali preferiscono passare te proprie notti su una pelle di belva stesa sul pavimento o su un semplice tappeto. E tutto il resto dell'arredo domestico inspirato a sensi analoghi. Il centro delle stanze sgombro, per aver agio di muoversi, correre, ballare: i mobili, pochi, necessari, allineati contro te pareti quasi in un tentativo di fuga. La linea della semplicità dappertutto, nelle cose come nelle abitudini, nelle abitudini come nei rapporti sociali. Gli appellativi comuni di « fratello », di « padre », di « colomba », di « diletto », sottolineano pittorescamente la pronta familiarità, l'esiguità delle barriere sociali, l'abbondanza deH'in teresse reciproco. Non esiste al mondo gente più incline a improvvisare conoscenze, ovunque e quandochessia, con chiunque capiti : in treno, in tram vai, dal dentista, algiardino pubblico. Un'occhiata rapida, di«otto in su, per orientarsi; poi l'osservazionecomune, quasi simultanea, sul tempo che fa,sul caroviveri, su un altro argomento di circostanza : e il discorso si avvia, animato, cordiate. Dopo un quarto d'ora eccoci due interlocutori al corrente dei rispettivi individui;«tato, famiglia, età, malattie. Hanno subitoscopi rio che un conoscente dell'uno sa del-l'ainico di un parente, di un concittadino dell'allro, o per lo meno che entrambi abitanolo stesso Quartiere, o hanno il medesimo gusto, la stéssa opinione riguardo a una datacosa. Ed è già un vincolo stabilito. A sentirli, par gente k quale non abbia altro dafare che discorrere piacevolmente, scambiaré delle idee. Domani, divenuti vecchi amicinon ©siteranno, a intrattenersi a voce stentorea e con la massima disinvoltura in cospette, di estranei dei più Intimi «WM* de*)* IJspèfctiva vita privat»- Oon questo, eccessi nel Benso opposto, crisi zdi albagia e di brutalità, smanie di « pare- Zre », i quali non aunóstrano che meglio come dquella dei rapporti sociali sia qui materia sancora in fusione, in infanzia. Non avviene tpiu, come due secoli addietro, che una prin- fapessa, Kozlowsky si diverta a far battere gle proprie serve sui seni ignudi appoggiati ca una mensoletta di marmo. Ma nell'esercito,: dove di regojìa la nota della patriarcalità nel-[dla discipffina è abbastanza spiccata, gli atti ddi violenza e gli abusi di potere ricorrono di rcontinuo. Le sevizie a danno di soldati per mopera di sottufficiali formano tuttora una qquotidiana lungo i ranghi schiaffeggiando in. ppersona i propri uomini, l'uno dono i altro, t qSuperfluo dire suite punizioni di ordine ©'ddeus intemperanze di linguaggio. Queste ed j raltre angherie vengono in generate tollerate con rassegnazione non molte minore che ai tempi della principessa ^.ozlowsky : ma, a lai» fetenza ,di allora, non passa anno che in ogni reggimento non si verifichino suicidi. Il Kuprine, il quale prima di mettersi a scrivere romanzi faceva l'ufficiale, ha fornito in proposito documenti impressionanti. E cesi nei servizi pubblici, negli uffici, a una cortesia che invano si cercherebbe in paesi reputati civilissimi sì alternano inciviltà, durezze singolari. Molte consegne stupide con cui i re- effi* affliggono . cittadini 8pe-!ÌS KrttiS*1* ! Ch°j°?° ìl?™* più odiosa perche più immediata, delW^lutasmo, raddoppiano di odiosità per la sofie id entusiasmo talora posto nel farle rispettare. In quanto al culto delle apparenze, .chi lo esercita su più larga scala è lo Stato, mescendo con pazienza da alchimista il riformismo alla tirannide, e spiegando quali paraventi innanzi all'Impero in disordine le sue j due capitali sontuose. Il paese rivela ancora, j a dir vero, in materia una inesperienza commovente. La sua grande manifestazione di spagnolismo eono gli apritori di porte. Inoalàolabile il numero di braccia impegnate in Russia in un gesto così semplice. Non v'ha barbiere da strapazzo che non tenga all'uscio il suo e svizzero I clienti, i quali possono fare a meno di una quantità di cose, adattarsi alle mie lacune del benessere materiale pubblico, non saprebbero rinunciare al pizzico d'incenso grossolano contenuto nella scappellata e nell'inchino servili, che pagano quasi volentieri col profluvio di .mance gravanti il' bilancio privato della nazione. All'infuori di qui, l'innocente, innocua e spicjciola smania di « parere » dei provinciali, dei mercanti arricchiti, degli impiegati in berretto d'ordinanza e guanti gialli, delle ragazze venute dal fondo della Siberia e dal Caucaso a Pietroburgo a studiare da maestra, da medico o da dentista, le quali fanno te loro prime armi nella civetteria investendo il proprio mensile in calze traforate, stivaletti col tomaio bianco e collane di false e'**» haw"*«v v BUttmamHiM Hai cono e » ^ braoda mezzo j&attótó di ta che ametiste, versandosi indosso un'intera botti- glia di profumo e spalmandosi sul collo esi vede luccicare a distanza Nll'i ziwiH, dei Paniatowsky, dei Krasinski, dei Zamoiski, sembra impressa sopra ogni cosa, dalle facciate degli edifici agli abiti delle signore. I centri propriamente russi, Pietroburgos Mosca, Kieff, più vasti e più profondi, sembrano mon compiuti, non corretti, grezzi. Riboccano, per esempio, di donne incantevoli, di .una bellezza spesso smagliante, di uno spirito non di rado pieno di faccette, di bròllori, di imprevisto: ma a queste loro donne si direbbe manchi il più delle volte un ritocco, l'ultimo. O piuttosto, ciò che loro manca e dò che loro cresce. Hanno sempre qiM!lcosa di troppo. Se sono belle accecano, lepeeiicolaVavrncoceegEpirotecnica. Se hanno cuore, quasi sempre, cadono in traspo e ne hanno trasporti folli, per- dono la testa. Il loro riserbo tende a diverare sussiego. La loro naturalezza familiarità e tralasciatezza. Nell'abbigliamento, nelle abitudini mondane ci ai offrono altrettanti documenti di ootali particolarità di carattere. E' la stessa moda di Parigi : le sarte, te stoffe, i modelli vengono da Parigi. Ma arrivando in Russia tutto sale, per così dire, di ,un tono. H nastro di color vivo si fa più vivo; la foggia marcata si fa più marcata. Si va volentieri verso le tinte audaci. TJn tocco diventa tutta una pennellata. Una scollatura avanza, davanti e da tergo, indefinitamente. Si abusa di diademi di fronteli ricamati, di pennac- chi nei caPe^ di fiocchi, di sciarpe vistose, ^ tipo medesimo della donna russa sofctolinea queete mil,uzi^ Bast» un gesto lieve mente sguaiato, un soverchio rilassar della schiena, un tawppo disinvolto accavallar -el ndgoaprmisavdmile gambe per diffondere nelle riunioni di società — già spesso di sapore cosi intimo, così lontane dalla stringata prammatica occidentale, durante le quali le signorine anche più rispettabili non esiteranno a ricevere gli amici nella propria camera — una tinta di disordine, a dir vero tutt'altro che antipatica, ma per noi singolare e tipica. Osservate te signore russe a un ballo, o, meglio, a una fiera di beneficenza. La loro bella, sana vivacità finirà per trionfare del contegno più sorvegliato. Se stanno a vendere a un banco finiranno oon l'entrare tanto nella parto da divenire un po' marchandes à la toilette, leveranno la mano per segnalare coi diti bianchi il prezzo degli oggetti, vanteranno ad alta voce la merce, giocheranno d'occhi per attirare i clienti. Simpatiche, gaie, « naturali i, ma rivelanti amenamente sotto i loro diademi autentici, un minuscolo retrobottega di sartina o di pettinatrice... Eppure tutto ciò ed altro ancora, tante inesperienze, mancanze, difetti o colpe, degli uomini come delle donne, dei singoli come della collettività, non toglie che un tessuto per così dire di pensosità raccolta, di viva umanità rivesta di segreta seduzione anche le cose, gli aspetti, i modi di essere più discutibili. Pur contando fra i paesi che inse- e gitano di meno, la Russia è forse quello che 'dopo il proprio si ama e rimpiange di più. La casa russa, specie la casa di campagna, significativa per la vita locale almeno quanto il cottage per la vita dell'Inghilterra, è nella sua rusticità spiritualissima. Così piccina tutta di legno, piena di finestruole e di verandine, appare spesso un po' negletta, un po' frusta : ma attraverso il suo frusto si avverte una attività di sentimento ben più ricca che non quella spirante dalle ingegnose co¬ se la vita ruvida ed elementare dei suoi abi- ! ticdvzqsaAdalbesnIAbscmvBodAbttmcgpbmbpccclsr< rlfmldrntln.medita del domicilio anglo-sassone. E' come j più profonda verità si riconosce iti Russia: che la civiltàj ' i comodi e I© eleganze non sono tutto al ra„nj„ -r i0 ,-.naSònn +aeitam<»nt* la ma- monco. £j ce io insegna tacitamente la ma grazia di uno di questi salotti di cam-i poma, modesti, con appena Qualche mobile: deHa metà dei secolo scorso, il pavi-;!mento di abete traversato dalte oaLatrie d'i ' mfnl° di abete traversato dalie passatoie di tela a righe che i ragazzi si tiran dietro coi lp^ j vetri le loT0 tendine non più di. bucato, fuori dei quali si veggono al medesi-1 '[-. i:Z.n_ io „^™n,;? „^n„ „„ V • . £• ^ nella neve az- » zurrognolaei tironchi nero-argentei delle be-' a tulle. D'estate, l'aria appena odorosa sem- ,„ ; f^isegrete e sorda men^ soie scivolando sulle siepi piene di bacche vi stampa cauto le sue orme d'oro che si direb- bero oscillare sui silenzio come macchie d'olio a fior d'acqua, marezzandolo a guisa d'un a- ù e cose più semplici, la tovaglia bianca sulla ta- à vola, la barba del padre, gli occhi teneri della - -— v -.—'—.—-7. i fiorii nel vaso, te lampada innanzi ali icona ' a madre, il muso lustro del cane, il mazzo di i fiori nel vaso, te lampada innanzi all'icona , acquistano un'espressione, speciale e indefini-.bil© di intimità, di santità, di purezza i Una purezza la quale, come il pelo, non è più ohe degli orsi. C0N0ETTO PETTINATO. sistrpvcNell'assieme, questo strano miscuglio di semplice e di caricato, di dolce e di crudele, di aristocratico e di plebeo apnare fondamentale e necessario, in Russia. E' quasi nel© tradizioni storiche. La Corte non fu estranea a darvi origine, e almeno in oiò essa è ben nazionale. Caterina I non sapeva leggiere nè scrivere; e avanti di divenire mo- glie di Pietro il brande-si chiamava Marta smproprio accampamento, ove la florida tedesca vveniva a rendere ai prodi guerrieri servigi' da ogni sorta. La grande favorita delPimpe- rar,i,tn-io« Anna TWn/Un» l„ „„„,,„ mrata-ice Anna Ivanovna, la Juschkof, aveva imaiato la propria carriera facendo la sguat- tera e la fini contando tra i propri uffici presso la padrona quello di recarsi la matti-!na nella sua alcova a fncrlia™ = t.,- -, „i „' na neuiia sua alcova a tagliare a tei e al suo tamante Uuhr©n le unghie dei piedi. E' di-lvertente osservare al lume del protocollo aulico odierno queste figure sovrane di ieri.'[Anna Ivanovnàprima di salire al trono. V Mif+o„ ri. oT, i • al,saure.aI trono» » Mittau, passava le giornate seminuda sopra una pele dorso. La sua passione le cacce,,i fucili. Ne aveva sempre a portata di mano. Quando, d'estate, dallo finestre vedeva passare uu uccello, afferrava uno schioppo e giù un colpo. Poiché alle sue dame toccava imi tarla, pieni cione. di Maria Teresa, tutta la vita della corte r,UJ?_a a tali esempì La. specialità ri; r<a+^v,="T o i t -,- ui oatenna i, stava nei tracannare grandi della principessa Anastasia Galitzine, dama di Caterina I, stava nel tracannare grandi gotti di vino, o di birra, tutti di un fiato, La sovrana a pranzo, per distrarsi, le rega-.lava dei ducati affinchè ella si lasciasse indurr© a dar spettacolo della propria valentia. I carteggi degli ambasciatori stranieri descrivono esterrefatti queste scene cui toccava loro di assistere senza batter ciglio. Che avrebbero detto quegli eccellenti uomini se, avessero veduto te dame raffinate lavarsi ancora alla metà del 700, con un infuso di certo legno medicinale © di' acquavite, e berselo dopo l'uso col massimo gusto? 1 E' a cotali lombi magnanimi che riattaccasi la nobiltà russa contemporanea. E non si tratta- di « lungo ordine », di usi e costumi risalenti a cinaue secoli fa, si tratta del secolo XVIII, degli avoli. Oggi la «classe si è messa alla pari delle consorelle di Europa, © i salotti di Pietroburgo © di Mosca vanno a buon dritto fieri dell'elemento che albergano e della cornice che gli prestano. Ma il pelo dell'orso, il plasma del sangue :rud® di questa società nata fra i due crepu ^°li della Russia^diJMichele^ Feodorovitc Romanof e della Russia di Pietro, fra il rombo déile campane moscovite e quello delle colubrine alemanne, tenuta indietro con le verghe e rimasta a battersi nelle anticamere, in gran parte spuria, formata di uomini i nuovi e incalzata da presso dalla recentissima - Pseudo-borghesia rampollante con lo svilup-'p» dell'urbanesuno dal cuore della plebe, rio rima.%, ad onta delle frizioni e dei guanti, cu- raosamenite visibile disotto le trine e l'amido, a E' la prima originalità nazionale. Anche dove - l'istinto patrizio o la frigida sostenutezza bora ghese risultano evidenti, si tradisce sempre - qualcosa di abbandonato, di facile, che ai, tr°ve si chiamerebbe forse democratico. Di -.tutto l'Impero, solo a Varsavia la marca di - un* distinzione perfetta e perfettamente J^P00*»1»6** 001* seco}»» ed avita dei Rad

Persone citate: Anastasia Galitzine, Anna Ivanovna, Benso, Caterina I, Krasinski, Maria Teresa, Robusti, Vieta