Alte affermazioni d'italianità alla Camera austriaca

Alte affermazioni d'italianità alla Camera austriaca Alte affermazioni d'italianità alla Camera austriaca L'on. Pitacco denunzia il pericolo slavo su Trieste Il deputato sloveno Rybar smentito - Le virtù dell'operaio regnicolo. (Servizio speciale della STAMPA) Vienna, li, notte. Ieri v* ho inviato il discorso pronunciato da Rybar contro gli italiani di Trieste. Oggi innanzi ad un pubblico imponente lla Camera di Vienna il deputato italiano Pitacoo di Trieste, ha risposto con un lungo e poderoso discorso ove ha tracciato ti grandi linee il problema degli italiani in Austria. 11 deputato ha detto: « Nella votazione definitiva sulla risposta al Presidente dei Ministri sulla interpellana per la nomina delia Commissione amministrativa in Boemia noi rappresentanti itaiani non potevamo non votare contro l'apertura della discussione ne astenerci dal partecipare alla discussione stessa. Nella dicussione sulla violazione della costituzione n Boemia eravamo mossi da considerazioni di principio, dal dovere di tenere conto dei entimenti più sacri del popolo nostro che si è sempre dimostrato fra i più convinti sostenitori dei diritti dell'autonomia. Noi cravamo però mossi anche dal bisogno di approfittare dell'occasione, nella quale i pariti parlamentali, profondamente commossi, dovevano assurgere finalmente alla difesa contro la minacciata violazione della Costituzione e muovere lagni avanti al Parlamento e ai partiti contro le continue lesioni della autonomia, anche uerchò di queste offese alla Costituzione noi siamo stati vitime. E' la verità, o signori. Noi italiani siamo da decenni il terreno sperimentale di ogni illegalità costituzionale. ì casi di Pola « Noi ci siamo bensì opposti con tutte le nostre forze — continua l'oratore — ma restammo sempre isolati e abbandonati per incuria dell'opinione pubblica che dimostra di ignorarci completamente. Si cerca anzi di spingere il Governo, già troppo volenterosi, a misure anche più severe contro di noi senza punto preoccuparsi se con ciò si fflda e si infranga la costituzione. Un contegno indifferente e passivo dimostrò pura l'oninione pubblica quando venne di-' sciolto con provvedimento illegale il comune italiano di Pola e quando furono emanate le disposizioni ministeriali che toglievano alla citta, dì Gorizia le attribuzioni d«U'ftutonomia. Kppurc. o signori, queste misure reazionarie applicato contiti comuni italiani, non potevano essere comunque spiettnte e tanto meno giustificate con la realtà dei fatti, perchè le insinuazioni di sospetti portate dai cani clecli avversari politici risultarono csere esagerazioni e cnlùhniè alle nuali, in qualunque altro Stato, non sii sarebbe prestato fede. Qui trovarono invece compiacente diffusione e valore indiscutibile I decreti di Hohenlobe e la minaccia slovena « Del resto abbiamo appreso anche ieri dal discorso d'un oratóre di patte slovena, l'on. Rybar, come le opere pubbliche Gii co muae di Trieste siano affidate preferibilmente a regnicoli, come le costruzioni delle nuove cascimo triestine siano assunti; da regnicoli, tome persino i posti dei richiamati sotto le armi siano stati occupali da regnicoli, come, migliaia di padri debbono emigrare da trieste perche i regnicoli tolgono loro la possibilità di guadagnare il pane quotidiano! Ci siamo sentili insinuare., o signori, come Trieste sia in balìa dei regnicoli turbolenti che partecipano a tutte le dimostrazioni politiche!; A che cosa Vmda tutto questo è evidente: i malaugurati Decreti del Luogotenente che ebbero un'eco protonda nell'opinione pubblica non solo dell'Austria, ma di tutta Europa, sono notoriamente da attribuirsi precisamente all'influenza degli sloveni di Trieste ir. Il debutato Mandic, interrompendo: -- Questa eco era artificiale! Pitacco {jironlo) : — Ciò non 6 esatto perchè i giornali francesi, svizzeri e scandinavi non possono certo essere influenzati! Quindi l'on. Pitacco continua: « I rappresentanti dei partiti sloveni si sono gloriati pubblicamente dei Decreti ed ordinavano l'allontanamento dei regnicoli dalle a«iende industriali del Comune: dicevano anche che questa ora una concessione fatta loro e segnava l'inizio di una più intensa persecuzione dell'elemento italiano indigeno. Le dichiarazioni fatte ieri dall'on. Rybar che accennò alla posizione, alla importanza ed alle conseguenze economiche derivanti dal numero dei regnicoli ,a Trieste in modo veramente tendenzioso e non corrispondente a realtà sono atte ad eccitare la massa, particolarmente nella presente crisi di lavoro. Ciò è tanto più deplorevole in quanto che le stesse esagerazioni portate da un cosidetto giornale governativo di Trieste diedero luogo ad una dimostrazione innanzi al Consolato del Regno d'Italia. Tutto questo è una prova eloquente di ciò che veramente si voleva ottenere coi notori decreti. Noi ne facemmo oggetto di una interpellanza e non ritenemmo nostro dovere di più oltre parlarne. Ma noi siamo costretti, tanto più che per stabilire la verità dei fatti è necessario rettificare tutto quanto ieri è stato detto dall'on. Rybar. Le virtù del lavoratore italiano « Occorre premettere — continua l'on. Pitocco — che da decenni, direi da secoli, sono domiciliati a Trieste cittadini regnicoli, migliaia dei quali vi sono nati e vi hanno fondato famiglia, i quali non hanno faito uso del diritto nel 18GC di opzione per il cambiamento della cittadinanza. In aiano loro ci trova una grande parte, del movimento di affari elio l'Austria, ha con il Regno d'Italia e che ascende a circa 117 milioni di cova¬ ne all'anno. Occorre premettere che por le epeciaii attitudini, per la capacità, "per ilsenso di risparmio, per la sua temperanza,il lavoratore italiano ò più particolarmenteadatto per lavori di sterro, per le grandi co-struzioni ferroviarie, per le opere stradalibér traforo di gallerie; tutto questo, fa doue«to lavoratore fl più ricercato pioniereneP.'indefessa attività umana per tutto ilmondo Gwi vero sentimento di orgoglio narenale ho potuto ammirarlo sui ghiacciadella Jungfrau, mentre perforava l'ultimotratto della gola che conduce alla cima ec-"tga s «-Negai ultimi anni — dice Pitacco —rrtówte ha' preso .uno sviluppo straordliiariodi lavoro, ^questo svituBpo ha ziebiua^oS^cóiSderèVale mantflftpera. IajbS&P i'opera slovena della Carinola non basla più. Per questo sono state assorbite correnti di emigranti regnicoli. E' tipico il fatto che mentro ci si vuole accusare di richiamare «peivii regnicoli, le stesse imprese slovene iranno assunto al loro servizio squadre di operai regnicoli; infatti le costruzioni della grande «Banca boema», della «Scuola slava», della società'dei Santi Cirillo e Metoctto sono state compiuto da muratori iialianìl Così si spiega anche l'aumentò avvenuto' negli anni 19(10-1011. Del resto, giusta i risultati del censimento, i regnicoli erano 15,200 maschi, li.300 femmine, quindi non 40.000 come si è sostenuto. Calunnie « Ohe i regnicoli siano turbolenti e pren ano parie alle dimostrazioni, si deve escLudore .per il fatto che la polizia è solita a procedere alla s.picciola.ia, tanto che si mantono al contine anche coloro che furono sorpresi mentre per caso si trovavano in mezzo a coriei. Per esempio, dopo il recente comizio per l'Università Italiana si è arrostato un uomo che .attraversava la strada, insieme ad un bambino; egli non aveva -udito le intima'.ioni fatte alila folla di disperdersi. Da una statìstica risulta che nell'anno 1912 sono alcoli citat.i banditi TU regnicoli, da gennaio l'ottobre, e che nel 1913 altri 463 regni vennero puro espulsi. E' pure da escludere ?!ie i regnicoli usurpino il lavora degli indigeni, perche, di solito, vengono impiegati in lavori per i quali a Trieste non si trovano gli elementi addati!. Cesi vi sono regnicoli impiegagli come spazzaturai e come infermieri al Frenocomio. «La concorrenza — osserva l'on. Pitacco — viene invece dagli onerai sloveni imniigrati. favoriti dalle Società che li sussidiano in ogni merlo. Precisamente questi slavi chiamati dalla Camiola, hanno fatto.una concorrenza ben più pericolosa agli operai di Trieste, nelle ferrovie, nei cantieri, nei' lavori portai*! militari, ecc. Anche -l'asserzione che il comune conceda i lavori pubblici e municipali ad intranrenditori regnicoli affinchè questi assumano openi regnicoli è assolutameoite destituita da ogni fondamento. Giacchè, come è noto, ogni Comune ed in specie quello di Trieste, sta sotlo il controllo così rigoroso della Luogotenenza e non può aggiudicalo senza il mezzo della pubblica asta. Avviene talvolta che a pubblici concorsi siano aggiudicati dei lavori in grazia all'offerta, più favorevole a qualche regnicolo che 'pur ha diritto idi partecipare alla gara. Cosi le due gallerie che uniscono i quartieri della città interna, sotto le coAimo, seno state aflid'ito per in eostruzione ad una impresa regr.ico'la, con un risparmio complessivo per il emnune, di oltre £20.000 corone. «Invece, gli stloveni — dice il Pitacco — hanno importato a Trieste perfino dei montenegrini. 1 mcnteiiegrini sono slari, ma stranieri, e non sudditi austriaci. Ora naturalmente non ve no sono più perche hanno preso parte a'ila guerra. Ma prima che scoppiasse la guerra molti montenegrini erano occupat 'niolki costruzione delie strade e delle ferrovie attorno a Trieste. Abbiamo perfino dovuto prendere delle misure igieniche per preser vaici dalle epidemie. Ad Opcina si sono dovuti costruire anche delle baracche! Dunque deve a questa immigrazione slava se, secorJdo le ultime cifre del censimento il numero deùle sloveni a Trieste ha avuto in confronto dell'aumento dell'altra popolazione un aumento dal 26 por cento al 130 per cento. Asserzioni false « Non. meno infondata e la asserzione fatta che il comune occupa per la costruzione delle caserme operai regnicoli. Mi limito a rilevare che la costruzione è affidata all'impresa «Union» detto, costruttrice di Vienna. Il Comune non ha. alcuna ingerenza nell'assun zione degli operai ed è pur assolutamente falsa l'asserzione fatta, con tanto effetto, che stano stati allcntanati dal servizio comunale i richiamati sotto le armi e sostituiti con re gnicoli! Il Comune ha confermato al loro posto tutti i richiamati e non ha assunto da molto tempo regnicoli neppure nei servizi provvisori, dove gli addetti regnicoli sono nove nelle aziende municipali. Invece si deve rimproverare al Comune di occupare nei la vori di manutenzione stradale gli operai alo veni : essi sono 300 e ne abbiamo tutti i no mi. D'altronde l'assunzione di stranieri ne gli fitabilimenti municipali in eruanto che non sieno Joro affidati pubblici uffici, non è con tro Ita legge, polche non v'è che .questa alternativa: o gli addetti in questione sono da considerarsi pubblici funzionari, ed allora sarebbero per diritto sudditi austriaci in base alle disposizioni che sono tutt'ora in vigore nel codice .civile; o non subentra in forza del loro ufficio questo rapporto di sudditanza ed in tal caso non, sarebbero da considerarsi tra 1 funzionari pubblici per i quali si devono applicare le leggi fondamentali dei3o Stato. Il comune di Trieste, anche prescindendo dalla questione di diritto, non aveva motivo di dubitare della legittimità d'un simile impiego di regnicoli, poiché questo era avvenuto con conoscenza della Luogotenenza, e per quanto riguarda il. direttore dell'ufficio del Gaz, perfino ccll'approvazione del luogotenente stesso. .Perciò è da attendersi che i Decreti non abbiano a portare altre conseguenze. Lo stesso on. Rybar non intende permetterlo perchè, secondo il suo avviso, ciò equivarrebbe a capitolare davanti alla opinione pubblica italiana e perchè l'Austria deve sentirai abbastanza foite per non avere bisogno di mostrare paura di fronte all'Italia. Accenni politici « Ma — esclama il deputalo Pilucco — questa opinione si devono opporre le 'preoccupazioni di tutti coloro che sembra no avere avuto dalla guerra balcanica: a 'questa opinione si deve opporre la convin zione della necessità per l'Austria delia tri plice alleanza, necessità più che mai slrin'gente nell'ora presente: aver rapporti sini ceri ed in nessun modo offuscati coll'Italia e e il primo interesse dell'Austria. Bisogna l pensare alle conseguenze che, altrimenti, -. potrebbero derivare alla Monarchia. Si cai j pisce pero bene elio noi campo d'un partilo o animato da violento sentimento di odio con- tro 1 Italia a tal punto da scagliare volgari calunnie contro il valoroso esercito dell'al- — lenta durante la guerra libica, appaia buco na ogni circostanza per versare olio sul fuoco. Però, contro la tendenza contenuta P nei Decreti che risulta chiara dalle dichia- razioni del capo degli sloveni e dall'opuscolo in tedesco, ma ispirato dai circoli sloveni, che proprio ieri venne distribuito aisignori deputati), tendenza che mira ad op-m^^ZSm^bHZ popolatone" ìt£granerà ma0gioimeme la popolazione «»-stenza nazionale, economica c civile, respingerla dal suolo della questa tendenza che du lesala al grande pubblico appunto in segui- to a questi decreti, poco C1 fu dato leggere nella stampa viennese «E vero, o signori! Ma il pubblico au-JiSw«à»^wiJNS.» lPan^L iTÌn?£2£ « r. vero, o signori: ma n puuuiicc. au-stnaco d altra parte non si può curare del- e nostre miserie. La nostra voce per quan- lo moderata e ragionevole non era altroche una voce al vento. I popoli dell'Ali- stria non erano con noi ma contro noi. Esprimemmo già ripetute yoko le cause dei nostro malumore e della nostra pro-fonda indignazione: ed abbiamo anche m modo particolare fatto presente il pericolo che potrebbe minacciare i tedeschi delaMonarchia se si continuerà da parte dello stato e dei suoi organi a favorire ogni ten-a di espansione sul Mare Adriatico de- denz gli sloveni meridionali, come avvenne nora. « Noi abbiamo richiamato spesse volte l'attenzione della Camera anche sulle ripercussioni che l'attività spiegata contro di noi doveva esercitare sui nostri connazionali del Regno che pure sono preziosi alleati della Monarchia, Ma ora, come in passato, abbiamo poca speranza di essere ascoltati. Non si è ancora trovato un ministro austriaco che abbia avuto il coraggio di sostenere come fece ieri il presidente dei ministri ungherese Titza che l'elomonio italiano nell'Adriatico deve essere rafforzato. UGoverno austriaco — conclude l'onorevole Pitacco — aiuta piuttosto quelle agitazioni che favoriscono l'unione dei popoli slavi meridionali. « Signori! Di fronte a un Governo cosi poco previdente la violazione della costituzione e quindi il voto del popolo possono diveiVre asisài pericolosi. Noi italiani lo sappiamo benissimo, perchè lo abbiamo troppo esperimentato a nostre spese. ( Applausi).

Persone citate: Giacchè, Mandic