"In Flemmerlanda,, di A. RUBINO - Musica di G. PIETRI

"In Flemmerlanda,, di A. RUBINO - Musica di G. PIETRI le opere nnove a Torino "In Flemmerlanda,, di A. RUBINO - Musica di G. PIETRI {.Teatro Allieti — 10 novembre 1913) L'opera placane veramente? Gli applausi, che sua e la echeggiarono per il teatro, affollato, toccarono il grado maggiore di intensità dopo il Anale secondo. E di esso si volle anche la replica, con due o tire evocazioni degli autori alla ribalta. Eppure, il dubbio è permesso, in. Vlemmerlanda giungeva tra noi preceduto dalla fama di alcuni buoni successi, conseguiti a Milano ed altrove. L'aspettativa poteva d'altra parte acuirai in chi apprezza in Antonio Rubino un ngegno bizzarro, e colto ad un tempo. Nondimeno, noi non trovammo mai, o quasi mal, fra la platea o il palcoscenico, quella corrispondenza da causa ad effetto, che rivela nell'artista il conquistatore. Ad Antonio Rubino ed a Giuseppe Pietri sor' rise — se non erro — un'idea geniale. Prendendo la mossa da una fantasia di Giulio Verne, — il dottor Ox, — essi vollero non solo liberare dal ferreo giogo dell'operetta moderna .viennese il foro lavoro, ma pensarono di risalire alle buone tonti offanbachlane, incanalandole per entro i rivoli dell'opera comica — come essi dissero: — o dell'operetta, oscillante sempre fra la polketta e la romanza, come diclamo noi. -Ma il loro tentativo falli in gran parte. Pro-, porsi di far ridere non è. riuscire al riso. La frase può sembrare alquanto Prudommesca, ma non è. Antonio Rubino si illuse credendo che l'ambiente grottesco; qualche bizzarra trovata e molte -freddure o molti giochi di parole potessero bastare all'intento. Ma il pubblico senti lo sforzo. E non rise; o rise raramente. Nell'inconsistenza, o, — se vogliamo essere più miti, — nella tenuità dell'azione non trovò quel tanto che gli sembrasse atto a giustificare lo sforzo durato dagli autori per tenere su lo tre parti, di cui si compone questa commedia musicale, r.n parve, anzi, che la comicità non sorgesse spontanea dalle situazioni, né dal carattere delle figure rappresentate : si bene si alimentasse di forme superficiali ed esteriori, raggruppate sostanzialmente intorno alle foggio del vestire ed al segni caratteristici delle figurazioni dei personaggi. La vivacità degli episodi; l'impronta di getto, che dà vita con pochi tratti ad un tipo; l'imprevisto, che ò tanta parte del successo in ima operetta; quel dilagare della gioia sul palco* scenico, che si riversa sul pubblico; quell'arte di tenere continuamente sospesa l'attenzione, mancano qui, o sono deficienti. Lo spunto è belio. L'artificio, con cui ò evolto, non le 6. Alcuni episodi gustosi sfumano in una nebbiuzza, a traverso la quale non vediamo cho bagliori e forme indecise. E il palcoscenico esige fermezza di contorni: la bella fermezza di contorni, che Antonio Rubino, quando disegna, sa dare alle sue fantasie. Eglii qui ealambiccato nel verso, come è a disagio nello svolgimento della trama. Vorrebbe essere originale, aristocratico, bizzarro. E non riesce a nasconderci lo sforzo ' continuo per dare una qualche consistenza, una qualche apparenza di vita allo Bue figure sceniche. L'Insistenza su certi motivi *(le campane, gli orologi-. ■ e via via), può avere un lato umoristico. iMa ad un patto : di non abusarne. Cosi si va Innanzi faticosamente, cogliendo a volo qualunque occasione di riso, per alleviare la fatica. E se qualche motivo musicale accarezza alquanto l'orecchio, allora lo si' accoglie coti festa, non- più pensando ohe è proprio qui che' l'originalità" è minore. Un tempo di valzer lento, nel duetto tra Papirio ed Alma, — che viene ripetuto nel preludio del terzo atto, — potrebbe figurare in qualsiasi operetta viennese di oggi. E costituì (forse perciò) uno dei momenti migliori della serata. Altrove furono forme .Puc.ciniane di romanza. Che volte dunque (1 Pietri, scrivendo questa musica? Egli non ebbo il coraggio di fare un passo decisivo. Senti come la musica a-jrebbe potuto dare varietà di atteggiamenti e vita alla bizzarria del libretto. Ma non osò; o non osò abbastanza. Cosi è un continuo oscillalo di forme nella sua musica. Di queste forme alcune peraltro rivelano il malestro, ohe non seppe, ma che può dauci ancora la musica originale, cho ci ripromettiamo da qualche operettista italiano. E non la parte sentimentale ci alletta in lui. Bensì quella, in cui egli si muore cen vivace libertà di atteggiamenti. Como è gustoso ad esempio il piccolo episodio degli orologi, ohe precede l'enfatica chiusa del 1' attol" ■E come un applauso sarebbe stato doveroso, dopo l'entrata di Papicius e di Zaccariusl Ed altrove la melodia si sferra vivace e gustosa dall'orchestra, e talora con atteggiamenti bizzarri, che si ripercuotono anche nello strumentale, colorito, vario e spesso elegante. Ma « il faut que une (porte soft ouverte, ou fersnéa». E 11 Pietri non seppe aprire onesta porta sul campi del grande riso offeabacliiano; nè seppe chiuderla alle carezze di un sentimentalismo .poco adatto. L'opera apparo cosi disuguale; non mal, o raramente volgare, ma anciie frammentaria, a volte cincischiata; a volle povera di ispirazione a di spontaneità. Certo il Pietri sa il fatto suo. Ma lo si può dimostrare, anche nella parte sentimentale, più con una a ciianson de Fortunio > che non con l'aria di Franz nel terzo atto. Cosi ti primo atto trascorre tw qualche applauso quasi timido di una parte del pubblico; e se nel secondo atto il successo si accentuò, esso perdette quasi ogni intensità nel terzo, tanto che alla fine dell'opera potemmo credere d\essero anche noi nella queta Finn merlali da. L'esecuzione fu buona; anzi qua e là ottima addirittura. Tina Ghirelll fu un diavoletto di Papirio, vivace, ricco di grazia e di spontaneità nel gesto, e anche lodevole per voce'; il Pompei, il Gargano, la Rosa gareggiarono in comicità di buona lega: la Peretta diede discreto risalto alla musica, e il Vannutelll can tb, al solito, con grande passione. Bene anche la Gianni e la Velluti. Che dir* della messa in scema? Vi si diedero tolo corde Caramba ed Antonio Rubino. Ciò che equivale ad una geniale ricchezza di trovate nei costumi: ad una ricerca di particolari originali e comici, ad un'eleganza così note vole nell'armonia delle tinte, da salvare qua lnnque snari ito. L'orchestra, guidata dal Ricci, fece miracoli con uno strumentale tutt'altrct che facile. Cori e scenari completarono lo spettacolo scenico, e bene. E in Flemmerlanda potrà forse piacere di più nelle prossime sere

Luoghi citati: Como, Milano, Pompei, Torino