Il Sindaco e la Giunta ritirano le dimissioni

Il Sindaco e la Giunta ritirano le dimissioni Il Sindaco e la Giunta ritirano le dimissioni in seguito alla riunione consigliare Me ioli di maggioranza risolvono una questione di correttezza costituzionale AUe ore 16, nella sala dell'Unione Liberale Monarchica ti è riunita ieri la maggioranza consigliare convocata dal Sindaco, senatore Rossi, per apprendere la deliberatone di dimissioni della Giunta. E' superfluo aggiungere che la seduta tra -segreta e che ai cronisti dei giornali cittadini non fu accordata la facoltà di assistervi. Erano presenti i consiglieri Al%erUhl, Amar, Avezzano, Barberis, Bocca, Bona, Bonelli, Bonino, Bosso, Bruno, Cattaneo, Cauvin, Cavaglià, Ceriana, Cerri, Cibrario, Corsi, Daneo, Depanis, Ferraris, Tino, Florio, Frola, Giovara, Geisser, Gomene, Gribaudl, tnvrea, Lavtnt, Laclaire, Maschio, Marocco, Miglioretti, Molinari, Vasi, Negri, Palberti, Pagliani, Pia, Pomooj Batti, Bey, Binaudo, Bossi Angelo, Sincero, Timossi, Usseglio, Vlcar] e VignoloLulati. La riunione fu presieduta dal Sindaco senatore Bossi, Il quale comunicò alla niaggioransa consigliare che la Giunta, dopo il risultato delle elezioni politiche favorevole al partilo socialista, aveva divisato di rassegnare le sue dimissioni. La maggioranza, di conseguenza, doveva 'deliberare se fosse il caso di accettare la deliberazione e di dimettersi In massa. La discussione si svolse amplissima e vivace. Parlarono i consiglieri Geisser, Depanis, Invrea, Frola, Nasi, Daneo, Bossi Angelo, Avezzano, Bocca, Molinari, Bosso, Cattaneo, Bruno, Corsi, Sincero, Cavaglià, Bar beris, ecc. '. Nel corso della discussione si delinearoTono due correnti: da una parte.si sostenne che l'amministrazione, non essendo ormai molto lontana l'epoca delle nuove elezióni, non potrebbe affrontare alcun problema importante ; dall'altra si osservò che non vi sarebbe alcun fondato motivo perl'attuale amministrazione di dare le dimis sioni, poiché il « gesto » a parecchi mesi di distanza dalle nuove elesioni scompaginerebbe l'unione delle forze costituzionali e farebbe ti gioco degli avversari. • Inoltre vi fu chi espresse il parere di prender tempo a dare le dimissioni per modo che non sia superato il termine dei "tei mési stabiliti dalia legga pes. ilmCommissario regio, ma"cóntfo^qiiksia tesi altri osservò che se si, volesse venire alle dimissioni, bisognerebbe prendere immediatamente tale deliberazione. Per lo più gli oratori si mostrarono contrari al ritiro dell'amministrazione. L'avv. Cavaglià ha sostenuto che le dimissioni, date in questo momento, potevano apparire come un gesto di puntiglio, e che, se esse dovevano essere presentate, bisognava che la piattaforma delle motivazioni fosse tale'da \attirare la simpatia della cittadinanza e da impedire che Vallo detta maggioranza consigliare potesse essere interpretato come una fuga. Egli sostenne quindi che si doveva continuare ad amministrare, per cadere soltanto quando gli avversari avessero insidiato la situazione. In seguilo alla discussione, là questióne 'delle dimissioni della Giunta e del Sindaco venne per còsi dire conglobata con quella delle dimissioni di tutta la maggioranza consigliare. ■ La proposta quindi delle dimissioni del la maggioranza stessa, comprendendo per necessità di cose Sindaco e Giunta, fu messa in votazione dal Sindaco, e l'assemblea la respinse con 22 voti, contro 19 favorevoli 'alle dimissioni. ' Dopo questo risultato fu approvato altre ti il seguente ordine del giorno presentato ■ dall'avv. Cavaglià per quanto riguarda puramente la Giunta: « Ritenendo che sarebbe dannosa la so spensiono della vita amministrativa per quasi un anno, senza che ragioni sostanziali abbiano dimostrato menomazione della pubblica fiducia nell'Amministrazione comunale ; che la responsabilità di questo grave provvedimento dovrebbe ricadere su ehi vi dtne causa artificiosa, delibera di respingere le dimissioni della Giunta». : La votazione diede questo risultato: 24 favorevoli e 14 contrari. Alle ore 21 di {eri tera la Giunto st radunò in Municipio, tolto la presidenza del Sindaco* Mancavano gli assessori Bozzolo e Chitoni, perchè indisposti. La seduto è durata fino alle ore 23. Si 'discusse sui risultati della riunione della maggioranza e quindi sulle dimissioni pretentate dall'assessore avv. Cattaneo. Questi s'è riservato di spiegare in una letterale ra gioni che io inducono a ritirarsi: ragioni puramente personali che non hanno a che lare con l'amminittrazione e con l'esito delle elezioni di Torino, La Giunta de Utero quindi di accettare 'VmrMm *>i giorno votato dalla maggio twif* 17almqqtiurangdcopsicomcocociqbnleseQtinpnmpunpnchseduSqacchsecdlelpnlelanrvmamrsnarpGsctcesusnlblqtidsclbnsctidAlturcaniunvvcerlh r e o u i 4 l i a Dunque una tenue maggioranza (24 contro 17: una maggioranza che ormai, davanti al corpo elettorale, non è più tale), vuol rimanere al suo posto parendole, ha detto qualcuno in suo nome, che le dimissioni, in questo momento, e per la loro specifica motivazione, possano essere interpretate come una fuga. Posta male la questione, è nata rale che venga .malamente risolta. Nel caso nostro non si trattava già di considerare gli effetti superficiali e del tutto contìngenti dell'andarsene o del restare ; ai trattava di considerare una grossa questione di ordine politico superiore; si trattava di vedere si possa o non si possa rimanere e in quali condizióni. Ora, che sia possibile» dignitosamente e con autorità rimanere di fronte al corpo elettorale chiaritosi avverso al partito costituzionale che detiene il potere in Municipio, non v'è alcuno il quale possa con qualche ragione affermare e sostenere. Abbiamo detto e ripetiamo (perchè pare che ve ne sia bisogno) che niun governo' è possibi le, o politico o amministrativo, senza il con senso della maggioranza del corpo elettorale. Quando questo consenso vien meno, è intuitivo che coloro i quali sono al potere debbo no lasciare il posto e invocare in nuovo appello il giudizio degli elettori. Dice qualcuno che non conviene confondere i fatti amministrativi con gli avvenimenti politici. Ri patiamo : sì, ouesto poteva dirsi e sostenere un tempo quando i due corpi elettorali, il politico e l'amministrativo, erano separati; non può dirsi nè tanto meno sostenere ora che la riforma elettorale ha posto come base dell'elettorato amministrativo più dea 9 decimi dell'elettorato politico. Quando le elezioni politiche a suffragio universale danno la prevalenza di molte mi Slittiti di voti al partito socialista, e quando queste liste sòìlo per 9 decimi le future liste amministrative, noi non riusciremo mai comprendere come si possa sostenere la tesi che hanno sostenuto parecchi oratori nella seduta di ieri. E che la loro tesi sia dirli cile a sostenersi, nonché comprendere lo dimostra l'esempio di tutta Italia. Da tutto le amministrazionil grandi e piccole, da Milano, da Napoli, da Genova, da Roma ai più piccoli comuni d'Italia, questa questio ne di dignità e di correttezza fu risolta col le dimissioni Questioni come questa delle dimissioni del la Giunta e del Consiglio, una volta poste, non si risolvono che ad un modo; in modo radicale, vale a dire nel senso a cui volgevano, il pensiero e la sensazione nel mo mento in cui venivano concepite e proposte anche in questo caso li primo moto dell'ani mo era il più sicuro e il più sincero. Venne ro soltanto dopo i sofismi e le sottigliezze e cavilli; ma il pubblico, che assiste a questi pentimenti, non può non avvedersene e non dire: « Avevano visto il meglio e si attengono al peggio ». Pertanto la deliberazione della maggioranza del Consiglio (24 contro 17) e tanto peg. peggio la deliberazione di ieri sera della Giunta di attenervisi non ci trovano consenzienti. Quando il Sindaco e la Giurata di una città come Torino, sentono, carne hanno sentito tutti i colleglli che si trovano nelle identiche condizioni, ohe il rimanere non è possibile, e presentano le dimissioni, queste non possono, non devono essere ritirate se anche una tenue, maggioranza di tre consiglieri di parere contrario. Con quale autorità si potrà ancora amministrare, quando è noto che Sindaco e Giunta, e molti consini furono dell'avviso di non avere più la fiducia del corpo elettorale? ' Come si potrà affrontare il colossale problema della finanza che ora si impone netla sua linprorog abilità? Quali impegni a lunga scadenza e con quale autorità potrà assumere un'armaiti "straziane, che volere o no, è stata messa in minoranza dal corpo elettorale? E quando anche, per una fatale cecità, l'amministrazione si assumesse il grave incarico, è concepibile che possa recare a compimento l'opera sua? Non è nè concepibile nè possibile. Perchè l'antica minoranza costituzionale, che ebbe finora a compiere opera di sana critica, sarebbe Indotta, per necessità di cose, oltreché per dovere civico, ad accentuare vieppiù la propria opposizione traendo il corollario dalle promesse fatte, per chic dere poi essa stessa il giudizio degli elettori Adunque, fuori dell'aula un corpo elettorale avverso ; dentro, un'opposizione altrettanto tenace quanto convinta di compiere un dovere preciso: Quale governo può sperare la vecchia maggioranza di dare, in tali condizioni, alla nostra» città ? Decisamente, anche nell'interesse del partito costituzionale, bisognava rimanere fermi al primo impulso, al primo pensiero. Se le nuove urne avessero detto ai liberali coetituzio nali di riprendere il potere, il partito lo avrebbe ripreso in condizioni migliarate e vantaggiose ; se no, avrebbe avuto il potere chi l'ha da avere e avrebbe fatto 11 suo esperimento. A conti fatti, si sarebbero tirate le somme e dato il giudizio definitivo su tutto e su tutu. Ma il rimanere, specialmente dopo aver sentito che bisognava andarsene, è il peggiore consiglio. E naturalmente è quello che prevalse. el'emasdatatasCemte£rasi d™£ccscrcuUgddpdcdVfGKniietsdAlffgmSrPacteuzucpgvdqnosdfldphtfopemBlMvC

Luoghi citati: Genova, Italia, Milano, Napoli, Roma, Torino