Verso Zavia Ania

Verso Zavia Ania Verso Zavia Ania (Dal nostro inviato speciale) APOLLONIA, 15 ottobre, notte. Sono stato costretto, per spedire il telegramma con il racconto della conquista del campo di Bu Scemel, a recarmi a Bengasi. Sono, poi, subito rifuggito dalla capitale della Cirenaica con tutto il gusto che può (avere un cronista di guerra riprendendo là via dei uoghi ove a compiono avvenimenti degni di osservazione « di descrizione, ab- bandonando il luogo dove di questi avveni- menti non si produce che il commento, la cr^ica* .. „ . ... ... ,, E respiriamo l'aria migliore di Apollonia,' 7, . . .,1 ' ne la breve «osta di attesa per ritornare a . , , „. . . respirare le pure brezze di Cirene. Qui tutto è semplice: l'ufficio non è che una capanna: colla capanna va unito molte volte il cuore, il buon volere, l'idealità, non il protocollo, la preoccupazione della carriera, l'ansia della ricompensa. Qui si lavora proficuamente e seriamente ; e si ha l'ardore e l'orgoglio di quello che si fa. Qui iStato Maggiore Carletti, per citare la fi gura più significativa, che sono stati a Tripoli a Bukamez a Zuara a Bu Sceifa a Tolmita, e che nutrono ancora schietto vivo intero l'entusiasmo dei primi giorni, o efie vi parlano del presente come di una vittoria, e che vi parlano dell'avvenire come di una promessa. Qui non discussioni non dubbi hoh scetticismi: qui coscienza di forza e sincerità di fedi. Con meno ordine, ma con più laboriosità, con meno ostentazione, ma con più ingegno, con poca gente, ma con molta buona volontà, qui, nei posti che per speciali riguardi si possono dire avanzati, si viene veramente preparando e compiendo là conquista del paeee, si fonda la colonia avvenire. Io tento, in queste note, di significare l'impressione che si prova allontanandosi dal centro divenuto in troppo poco tempo troppo ufficialmente burocratico di Bengasi, e venendo a ritrovare uria più fresca una più spontanea una fattiva vitalità ■nei luoghi dove le condizioni di vita non sono ancora facili e inducenti all'assopimento come nella capitale. Questa impressione, che io già avevo provato altra volta ma che non avevo osato esprimere così eeplicitamente, è già stata accennata da al tri miei colleghi, è quella di tutti coloro che oggi si muovono in Cirenaica. Io non voglio più a lungo insistere su di essa: cerato essa dimostra che vi è qualche cosa di manchevole, molto di errato nella organizjzazione della colonia quale la si è inizia|ta, quale la si prepara e la si svolge a IBengasi. Noi stiamo là facendo una prima 'esperienza, che è logico sia difettosa per- ichè è Imprima; ma che è anche logico'eia fruttiera d'insegnamenti e di rimedi | Probabilmente l'insegnamento e il rimedio ! saranno questi: meno uffici, c più 1 abori oiBità; non teorie, ma senso pratico; non |troppi protocolli, ma qualche uomo di chiairo ingegno e di buona volontà: sopratutto -lasciamo.in Italia, ove perlomeno la giudichiamo e la condanniamo in famiglia, la nostra burocrazia, ch'è davvero grottesca e 'malsana. Apollonia, e non Mòrsa Susa Su Apollonia imperversa stanotte un uragano di vento. Il mare urla e romba frangendosi rabbioso contro gli scogli del se jmi&istrutto millenario molo greco. Le cajpanne della nuova città, da noi costrutta [in legno e in lamiera, fremono e cigolano ; all'urto della bufera. Sibili e lamenti e rug Igni e tuoni si espandono nella notte, fred ida notte velata di grandi nubi nere che corirono rapide il cielo a nascondere ad ora |ad ora le stelle, a offuscare ad ora ad ora Ila Luna. Le rovine dell'antica città, esperete da secoli di tempeste, sorgono con impegnante saldezza imperitura, nel lume lunajre e nell'ombra, e acquistano forme titaniche, sagome bizzarre, aspetti paurosi... A ìpollonia, sì! non Marsa Susa. Il generale [Tassoni, che conquistò all'Italia la terrajcalando giù da Cirene con pochi nuclei deiIla sua famosa IV Divisione dopo la gran •corsa attraverso la Cirenaica centrale, s'compiacque di ridonare a questi qui radu Inali solenni avanzi di una civiltà defuntae di attribuire alla città che la nostra ci.viltà avrebbe qui forse riedificato, il nome classico. Il generale Tassoni, come tutte -persone di reale chiaro ingegno, ha. spie cato il gusto delle cose belle. In qualchrapporto ufficiale e nei timbri postali — due cose che, in genere, mancano nel modo più 'assoluto di spiriti classicheggiatiti e di buon 'gusto — è continuato a essere registrato -il nome per metà barbaro di Marea Susa ;Ma nelle carte della IV Divisione, nelle relazioni e nelle lettere di questo Comando, il luogo ha rinnovato il nome di Apollonia. E pare che anche al Ministero delle Colonie ci si sia convinti che questo è l'uinico nome che si conviene alla piccola città, per ora soltanto costrutta in legno e in zinco, che sta sorgendo accanto alle grandiose rovine della greca e romana e bisan tina Apollonia, memore di bellezze e di fastigi e di glorie immortali. Ecco, segnato iga, una linea di gialli' e bruni scogli che i : marosi flagellano e coronano di spume, jil porto donde salpavano le triremi e le i galee gravi d'orzo e di grano e di silfio jche la Cirenaica ferace produceva con inesausta abbondanza, a cui ritornavano reicando da Anzio e da Ostia, per zavorra vile, la pozzolana, che noi oggi riconosciamo ■in qualche frammento di questi ruderi, maljta dell'edifìcio pomano tenace nei secoli ; lecco le mura, di enormi macigni quadrati [imposti senza malta l'uno sull'altro — e le (intemperie e i litofagi hanno solcato cor;roso perforato la pietra, ma non hanno fecossa la compattezza della costruzione ; etico le colonne di marmo cipollino, abbattujte, c«niarterrate, segnate dalla croce bisantina a testimonio della gloria cristiana :dell'impero romano d'oriente; ecco l'anfiteatro, aperto «limare, coi gradi in.pai-tecavati nella roccia del monte, demolite l'orchestra e la scena — e nell'assiduo romba ire o mormorare delle onde insonni essIriodt, nel deserto della sua desolazione, liBBftiea senza uguale vasta delle strofe d• di Euripide... Apollonia! dal beore del dio dal Sole e del cap ,!... Sapremo noi, nel suo noite ricostruire? p) l e ò à La nuova impresa della colonna Latini Ha raccolto oggi, arrivando ad Apollonia qualche notizia sulla nuova impresa in cui è impegnata la «colonna nera» del colonnello Giulio Latini. Avevo avuto qualche ini discrezione su nuesta impresa già a Bcn- gaBl wM breve sost ^ troppo - iogiche di assoluta discrezione mi trattena nero da]lo aCTÌVcrnc_ Si è pensato ciie giovava completare l'o- ,' _„ M P • „•,,,. . ' pera ai epurazione dei ribelli e di assoKKet a )]lmm(. „„ , . . ; „ f~88ci. . tamento delle popolazioni nella regione oc i ,,ìh„,+«i„ *„.,, , * a- <-« lidentale della zona di Cirene ; e per questo si è deciso di impiegare la colonna Latini rinforzata da qualche riparto di truppe bianche. La colonna Latini, che, ricorde a l a i rete, era rimasta a Bu Scemel, partì di làf) il giorno 11, lasciando a presidio della posizione e specialmente delle fonti, che co istituiscono tutta la ricchezza e donano par- ia i o a oni a ro oi, seere si mnetà on pista eal ro on rdi za a a r- battaglione eritreo, comandato dal maggiore Guastane. Nei due giorni precedenti, vale a dire il 9 e il 10, un altro battaglione della colonna, il VII eritreo, comandato dal maggiore Di Benedetto, si era provvisoriamente dislocato a Mara, e di là, pei- la valla del Sèrsera, aveva scortato il generale Mambretti fino a Sidi Garba, sulla via del ritorno verso Derna. Tornato il 10 a sera da questa escursione, l'il mattina anche questo battaglione partì con la colonna per tornare a Cirene. Con la « colonna nera» .tornò pure il tenente-colonnello Vaccari, direttore dell'Ufficio Politico di Beh gasi, il quale affidò la reggenza dogli affari politici c la continuazione delle trattative avviate colle popolazioni dei dintorni di Bu Scemel al capitano De Vita. Da Bu Scenici il IX eritreo, rimasto a presidio staccò un riparto a Gubba, a guardia di quelle fonti, La colonna Latini giunse il 12 a Cirene riposò il 13 e il 14 ; e stamane, rinforzata da un battaglione di fucilieri e da una sazione di artiglieria da montagna, provvista di una stazione radiotelegrafica da campo è mossa per la nuova azione nella regione di Zavia Beda e Messa e a Za.via Arila. La colonna risulta, dunque, per questa operazione composta dei seguenti riparti: VI battaglione eritreo (capitano Radini-Tedeschi) VII eritreo (maggiore Di Benedetto), bat teria eritrea (capitano Verdiani), squadro ne Savari (capitano Bonati), un battaglio ne del 26.o fucilieri (maggiore Billia), una sezione di artiglieria da montagna. Il comando della colonna è affidato al colonnello Giulio Latini, che ha per suo Stato Maggiore il capitano Amari, aiutante in Ldecapaprdicstaè depogalisil chdi criprtotini mraDeradisuricndtepnuhddtipriaLbcRsevl'trvrbdpgl'v10o, ri „ capitano di stato Maggiore Quii i 1 o on ao ia e ane ata no g d rra ra reaniA ale a, eian si u ta, cime ie he let, il tenente Danese, il capitano-medico Zara, direttore del servizio sanitario, il sottotenente Balena, in qualità d'interprete, il tenente Kingsland, dei lancieri Firenze, e il sottotenente Pecorini, per la direzione del servizio automobilistico, e il sottotenente Coro, dei carabinieri. Con la colonna Latini è partito pure il tenente-colonnello Vaccari, che spera potere da Messa rinnovare le trattative già felicemente iniziate in altri tempi dal. maggiore Bianco — quando la divisione Tassoni attraversò la Cirenaica centrale — con qualche influente capo della belligera tribù dei Brassa, e stabilire da Zavia Ania accordi coi capi della tribù dei Dorsa. Oggi la colonna Latini dovrebbe avere rioccupato Zavia Beda ed essersi spinta, colla maggior parte delle forze a Messa. Domani dovrebbe giungere a Zavia Anìa e riconoscere la marsa dello stesso nome, che dicesi ottima pel riparo o per l'ancoraggio di bastimenti di piccola e di media portata. Probabilmente l'occupazione della viarsa sarà protetta e sostenuta dal mare dalla nave Agordat, che verrà da Bengasi; e probabilmente da Apollonia, pure per via di mare, muoverà il capitano Carletti, direttore l'ufficio d'intendenza di base della IV Divisione speciale, con due rimorchiatori carichi di rifornimenti non indispensabili, ma confortevoli per le truppe della colonna Latini, rifornimenti da sbarcarsi appunto a Marsa Ania. Pare però che il mare non voglia permettere questo speciale servizio nro gettato dall'ufficio d"intendenza: nella notte romba e mugghia furioso, così da non lasciare troppe speranze che domattina i rimorchiatori possano salpare. MARIO BASSI cStunchdinuaicoa stesdqdpAcaalabrdtapoisiddmsrsvinctbndMvpptn