Il lotto dell'Italia

Il lotto dell'Italia Lia in Oriente Il lotto dell'Italia (Dal nostro inviato speciale! SMIRNE, settembre. poteLa Reforme — un giornale di tendenze J Fgreche, che -esce a Smirne — pubblicava ; ripe 1 pericolo bulgaro. Essa di-1 scvenlu. indispensabile a più forte ragione necontro il pericolo che minaccia la stessa A- nnatolia. Uno sguardo attento intorno a noi, ahin questa stessa Smirne, basta a presua-jdidarci che la Grecia, se ha una missione da stsvolgere in Asia Minore, questa missione è aidentica a quella della Turchia, e cioè: La zareazione contro gli sforzi sospetti e già più,mehe evidenti di una Potenza... arnica, che queomincia per spiegare la sua retedinfluen- Bta in casa nostra, pronta a stabilirsi essa stoitessa in Asia, quando l occasione le «^^brerà propizia. La lotta.di tutto ciò ^\\^ottomano ed ellenico contro mestiet orai di. penetrazione sarà accanita in Asia ^tfen0Tre : , . ' » jj Y^Lu Potenza amica che commcia.a d - g*ventare inquietante a Sm rne è, o ^^|Sl'Iteha Non ra legnamoci a^ Jfnavl^ 4- 1 apparizione • un po' frequente della nostra bandiera nel porto di Smirne è stato necessario per mettere in allarme gli elementi Che in Oriente ci sono ostili. Speriamo di fare di più. - A Smirne ora si sussurra, si almanacca, .Si cabala sui nostri movimenti. Che vuole -l'Italia? Evidentemente rifare in Asia Minore le gesta di Tripoli. E, per scongiurare ■il pericolo, si invoca nientemeno che un'alleanza dell'ottomanismo e dell'ellenismo. A Smirne, sopra una popolazione totale di ol.•*re 400 mila abitanti, vi sono 250 mila- Gre'el, dei quali 70 mila sono sudditi di Re Costantino. I Turchi lo sanno: e, poiché non sono ingenui, non si lasciano commuoverò • da questa'subitanea tenerezza dell'ellenismo divoratore della Turchia per l'integrità dell'Impero. I Turchi diffidano dei Greci, .et dona ferentes : e sanno ciò che vuole l'Italia in Asia Minore, sanno che l'Italia non ha appetiti territoriali e non vuole altro che ScisusiaqucapcOlamrfancbdtievmmcontribuire al consolidamento ed allo svi ..luppo dell'impero ottomano, poiché nulla ?sarebbe più dannoso ai suoi interessi che una liquidazione della Turchia. .'L'Italia non si.lascierà adunque spaven tare dalle minaccie di alleanza greca, e continuerà serenamente per la sua via. E' una sanin-ICIO. DUIGlllllllLllH, £SWJ. A ti k^u» » AMI via chiara ed onesta: è quella che hanno «battuto gli altri prima di noi. Offriamo il dnostro capitale, la nostra iniziativa, la no- mstra capacità per la redenzione di un Cframmento dell'Impero. In compenso non svogliamo nulla che un giusto trattamento. CI Greci di Smirne non sono soddisfatti. E1 tla prova provata che la nostra collaborazione conviene alla Turchia. La scelta della zona a cui dedicare la nostra attenzione, non poteva essere molto laboriosa. Come ho spiegato nella lettera precedente, di libero non rimane più in Turchia, che la regione situata ad ovest della ferrovia di Anatolia. In questo grandioso blocco territoriale v'è posto per più che uno. L'Italia si è quindi guardata dal vagheggiarlo tutto quanto. La sua scelta è stata guidata, fino ad ora, oltre che dalla situazione degli altri, anche dalla sua situazione propria' Il possesso anche solo temporaneo del Oodecaneso, non può non influire sulla nostra orientazione. A nord- di Smirne, per quanto ricco ed attraente possa' essere il territorio, le concessioni esistenti e la mancanza di un punto d'appoggio rendono pel momento meno favorevoli le nostre probabilità di successo e moltiplicano le difficoltà di impianto. Viceversa a sud di Smirne, le minori' concessioni esistenti e la prossimità di quella meravigliosa base d'azione che è Rodi,- fanno la nostra prima penetrazione più comoda, più facile, di più certo successo. E' cosi che la prima concessione richiesta fu per il territorio di Adalia. E' ormai noto Che la concessione fu accordata. Il marchese Garroni che l'ottenne realizzò un successo del quale può andare orgoglioso: perchè la pace di Losanna fu firmata appena tsdbssnmpgsnszmsfszzrrpfmlqtossfllarroni prese-sun anno fa, ed il ™arc",^t" _el di tpossesso del suo posto aojtanto^nei m»ae .marzo scorso. Qui non sappiamo ancora se ,eull'argomento sia stata fatta in Italia una co mimica zio ne ufficiale: da ciò che appare nei magri 'telegrammi ohe si pubblicano nei giornali turchi non pare. Credo tuttavia, ora che la notizia in grosso è stata data, di non commettere un' indiscrezione precisando in òhe consiste la concessione ottenuta. Per quattro anni l'Italia si è assicurata nei Sanigiaccati di Mentescè (vilayet di Aidin), di ;Buldur e di Aaalia. (vilayet di Konia) la faicoltà esclusiva di fare studii per la costrujzione di una .rete ferroviaria. Nient'altro per ,11 momento. Non- si tratta adunque di una 'grande cosa. Ma è il primo passo, quello :che è più difficile a compiersi dsncrsdpdche, còsta pfù fatica. E poiché ormai è certo che 11 Governo se il suffragio universale neh ■ si inaugurerà macchiandosi del delitto di portare al potere tendenze opposte a quelle - che oggi dominano la nostra politica estera) è deciso a svolgere un ampio programma d'azione in Asia Minore, è dovere d'ogni buon Italiano di salutare con soddisfazione profonda e con viva speranza la concessione d'Adalia. Visiterò presto quelle regioni, e ne riferirò coscienziosamente ai lettori. Ora Importa stabilire bene questo: come la concessione di Adalia non è che un'anticamera. Adalia stessa non può essere che una tappa della nostra marcia. I tre SangiaccaU a cui si limita la concessione di studi per la ferrovia non sono adeguati alia nostra potenzialità, non possono soddisfare le nostre legittime aspirazioni. Altro bisogna cercare, alUro bisogna fare, senza fretta, con metodo, con continuità di volontà e di vedute. La prima cosa da tener presente è che tutto 41 blocco occidentale dell'Anatolia, quello che solo interessa noi Italiani, ha una pupilla, uno sbocco, un centro che si chiama Smirne. Smirne è la seconda città dell'Impero ottomano. Tutta la vita del litorale egeo dell'Asia Minore affluisce a Smirne e ne defluisce. Non si può svolgere ad occidente della ferrovia di Anatolia un'azione efficace senza interessarsi di Smirne. Interessarsi di Smirne non significa, come teme la « Reforme », volerla prendere d'assalto. Significa volervi esercitare un'azione legittima 'di civiltà. I Francesi, l'abbiamo veduto, hanno già fatto molta strada in questa direzione: hanno assolutamente imposta la loro lingua, sor.o padroni della bella ferrovia di Cassata, con l'importante prolungamento Soma-Panderma, sono padroni del porto, e per mezzo della Banca Imperiale Ottoma- na, della Regia dei tabacchi e dell'Ammini- stazione del Debito Pubblico — tre orga- nisrai sottoposti in prevalenza alla finanzafrancese — possono esercitare una consi-derevi0^ «fluenza locale. LItati, quando scqppiò 1* guerra di poh, aveva qui una situazione ohe non no- dteva certo rivaleggiare con quella della n J Francia, ma non era trascuràbile. In mate- fi ; ria di scuole, sopratutto l'Italia, aveva lot- nr-. — u1 scuole esistenti alila- benemerita Assooiazio- n ne NaaiomaJe per la protezione dei m'issio- i nari, in pochi anni si erano raccolte parec- n ahie centinaia di stami sotto la nostra ban- ljdiem, e si era resuscitato Tuso della no- m stira Jingua. Avevamo a Smirne circa do- r aicmula sudditi; im gran .parte orientaliE- q zaffi, che parevano Immemori dell'Italia: i,ma ohe dettero buona prova d'italianità g quando venne l'espulsione. Avevamo un z Buon commercio d'importazione (quinto no-:c sto) e la nostra bandiera, vanendo dopo rìn- t^^^8^ e. A austriaca non sfigurava i\^™^^^^^^Jaii^ q Oggi è co^ortanto il poter affermare, che ctfeg^^Wj^g*»» ^JT"? ( Y^'éM^^^^^^ ^^J^'^Sx 1 g*e*efatto un passo ava e cite darmi- d|S^ètìmim7m^^^i^72^ a s Sò t a a e Smirne abbiamo affidato, attraverso l'Asso-- ciaaone Nazionale, le scuole femminili alle 8suore d'Ivrea, le scuole maschili ai Sale siani. Le scuole femminili sono popolari e a pagamento. Le popolari, collocate nei quartieri operai della città, raccolgono circa 250 bambine: la scuola elementare e superiore a pagamento, posta nel centro della città, ha avuto l'anno scorso 119 inscritte, Oltre a 40 fanciulle che hanno frequentato la scuola elementare gratuita annessa al medesimo istituto. Questa scuola elementare- e superiore femminile ha una sede che fa onore all'Italia: un magnifico edificio nuovissimo, appositamente costrutto, che è costato mezzo milione di franchi ed è il più bello della città. . Le scuole maschili sono distribuite secondo lo stesso ordinamento logico. Nei quartieri, popolari della Punta vi è la scuola elementare gratuita, che ha circa 150 allievi: nel centro vi è la scuola tecnica e commerciale, che ha il titolo regio, ed è pareg moto J-a»l—« ... a ??™a.aSu istituti analoghi della metropoli, e ^uola che l'anno scorso ebbe 62 in- a . ' «w.-w ^uut, u*, 1X1- scritti e quest'anno ne ha già raccolti più ai 80, sebbene il periodo delle inscrizioni non sia ancora chiuso, ha oggi una sede insufficiente ed indecorosa; ma la costru- o «one di un nuovo grande'eSfi»i"/T i'T*" l decisa ed un terreno amtralSo *am - mq. è già stato acquistato » ™«tnfòj*? n Contemporaneamente anche 1» ÌLPn n scuole popolari della Punta sali ri««L Così fra un paio d'ann si olff™1^ 1 tnrA «™ mfo-iì^À -°ni_? _caìr°la « ospi a o e e e e e i e e a ù a to era . —a ...... ... li »a.\ vm|/l- tare un migliaio di alunni e di alunne desiderosi di imparare l'italiano in tre splendidi edifici nuovi su cui sventolerà la nostra bandiera, e che saranno un vanto per il nostro nome in Oriente. Ciò che è importante constatare è che gli sforzi del Governo, dell'Associazione Nazionale, delle coraggiose suore e dei valorosi, missionari sono coronati da un successe pieno di promesse. Si semina, ma si raccoglie. Il nostro' insegnamento è apprezzatissimo, e tende a radunare allievi sempre niù numerosi. La scuola tecnica ha dovuto respingere 35 convittori per mancanza di spazio. JLe scuole insegnano anche il francese, ma l'italiano è la lingua fondamentale. Lo spirito dell'insegnamento sovratutto è profondamente italiano. Chi passa per le nostre scuole di Smirne, impara ad amare l'Italia. Risogna avere ammirazione e riconoscenza senza limiti per queste sentinelle avanzate dell'italianità, che fanno un lavoro eroico per un puro compenso ideale. E' meraviglioso quanto rendono queste scuole in paragone a ciò che costano. Per seimila franchi all'anno, i Missionari salesiani si mantengono e fanno andare avanti tutte le loro scuole, che hanno quindici classi e quasi 250 allievi. Ho raccolto un documento luminoso del minimo aggravio che queste scuole rappresentano per l'erario: nella, scuola dei Salesiani è rimasto un solo professore che prima insegnava nelle scuole laiche: questo professore — degnissima pere-sona — riscuote 4800 franchi all'arino, mendi tre seimila franchi, sommati coi provento +nneo MV.i.„«-u. e a e ei a n n er ndi auer a o delle prime tasse scolastiche, che deve però servire prima alle spese della scuola, bastano per i diciotto, dico diciotto, salesiani che compongono la Missione. Anche le suore d'Ivrea fanno un lavoro stupefacente. Con 18,000 lire mantengono tutte le loro scuole. Questo risultato è ottenuto con sacrifici personali di cui nessuno di noi sarebbe capace. Ciascuna di queste pallide donne fa il lavoro di cinque maestri o professori. Dall'alba al tramonto sono allo pera, calme, vigili, operose, certe che nessuno fuor che Dio vede l'opera loro, paghe della coscienza del dovere 'compiuto, liete solo quando vedono allungarsi la lista deie, le inscrizioni, o sventolare sull'alto del loro e h di e a) a ni ne e emsa. a ui rnee, o, to he a, rro elete ce di eima ià na, sto in questa regione, l'impianto di una banco e italiana a Smirne è indispensabile. Oggi a- qui lavorano con esito brillante la Banca ni- di Oriente, ià Banca d'Atene, la Wiener a- Bank Vereln, la Banca di Salonicco, oltre za,alla Banca imperiale ottomana. Manchiasi-jmo solamente noi. Questo assenteismy non si comprende. Qui c'è posto per tutti, poi- H paese, è rkco, produttiva, susc«tfkttobell'edilìzio la bandiera della patria. Suore e salesiani, tutti i nostri missionari, mi hanno parlato con speranza dell'avvenire. Tutti sono certi, che quando i nuovi edilìzi saranno compiuti, la popolazione delle loro scuole aumenterà in modo considerevole. L'aumento è già visibile og gi, sebbene dobbiamo soffrire il boicottag gio greco: uno dei primi contraccolpi dei nuovi rapporti italo-greci. E infatti si è rivelato nelle nostre scuole di Levante, che hanno perduto letteralmente tutti i loro allievi greci. Ho domandato ai missionari se avevano proposte da fare per l'incremento delle loro scuole. I loro desideri sono questi: anzitutto, che le Ditte italiane che fanno affari con l'Oriente usino nella loro corrispondenza'la linguu italiana, come fanno gli Inglesi, i Francesi ed i Tedeschi : per tal modo le Case locali saranno costrette ad avere corrispondenti che conoscano l'italiano, e le nostre scuole, diventate più necessarie all'ambiente, godranno maggior favore. In secondo luogo è invocato l'impianto di una importante banca italiana che servirà da sbocco, direttamente e sopratutto indirettamente, per gli affari con suggello italiano che susciterà ai migliori alunni delle nostre scuole. Oggi le scuole francesi possono collocare i lóro licenziati in tutte le grandi amministrazioni pubbliche, che, come abbiamo visto, dipendono dal capitale francese : noi non abbiamo nulla alla lettera da contrapporre: questa non è l'ultima delle condizioni d'inferiorità in xui là nostra scuola' deve lottare con quella francese. Non solo per questa considerazione, che non può essere sufficiente, ma per dare una base allu nostra espansione economicaczsupnvtadcnedsnltdrlr d'immenso sviluppo. Il tasso legale del de- ag naro è il 9 0/0: quindi i margini del prò- ci fitto sono enormemente più estesi che de. sm noi, senza che aia più rilevante il rischio, la ucvraaenja poi suuuussu ui qualsiasi aa"» n nostra iniziativa in questa zona. In Oriente d ia banca è l'avanguardia della penetrazio- st ne economica : elimina le difficoltà, «piana n la strada, prepara lambì ente. I Tedeschi, te maestri nell'arte di mettere a valore l'O- h riente, prim adi muovere un dito in una ce qualunque sfera della Turchia, Vi hanno s impiantato una banca. Una banca maneg- v giata con intelligenza e con intraprenden-1 za in questi paesi fa miracoli: senza ban- fca> viceversa, non si fa nulla. Oggi «fU- n tuzione che a Smirne è più urgentemente c indispensabile, se véramente si vuol fare le qualche cosa di utile e di serio, è una pan- c ca aoMda ^ dirette Ho raccolto .in l (malch<5 amblente ,a Vd*> che è tomlnen*e "e 10 stabilimento a Smirne di una succursale C de, Banco ^ R che ha ià una filiale a a Costantinopoli ed una agenzia a Geni- s salcmm€. „.attra parte la notlzia mi fu s S?S& G*™^™L^L^^»^. * 1 Roma od altro istituto, non tarderà a d 80r8«re a Smirne un buon stabilimento di ti, e ù , o e . n a i e e e a, e to ò i . o e e e o o gi a er re an i- to i o i è e lo o iri no e e e n a a ao e ldi bna e a e e a credito italiano. . dLe nuove linee sovvenzionate d'Oriente, ini- eziate col mese d'agosto, danno già segni son- tsibili di riuscita. Ogni settimana Smirne ha vuna comunicazione italiana con Costantino- mpoli, col Pireo e l'Italia e còlla Seria. Le li- nnee sono battute per ora da navi troppo svecchie e sporche per poter imporsi senz'ai- $tro al materiale ottimo ó migliore del -Lloyd jaustriaco, della Khediviale, della Freissinet, pdelle Messageries, e delle altre Compagnie uche frequentano questi porti. Ma, come è pnoto, entro tre anni, tutto il materiale deve essere ricostituito. Ora, poiché questo è uno Sdegli elementi capitali del successo di un uservizio di navigazione, bisogna che il Cover- gno vigili perchè le Compagnie compiano il floro dovere, e, in difetto, le multi senza pie- Mtà. Ventisei milioni annui di sovvenzioni ddanno il diritto allo Stato di esigere il-rigo- croso adempimento dei patti contrattuali. ePer ora si può constatare con piacere che dla sola apparizione sufficientemente frequen- tte e regolare della nostra bandiera in questi lmari ha fatto una impressione per noi ec- pceliente. Alcune linee, come quella di Sorià, hche tocca Adalia ed altri porti finora trascu- «rati dalle altre Compagnie maggiori, sono già Fora, dopo pochissimi viaggi, un autentico hsuccesso. Questa ed altre linee renderebbero rdi più se si adattassero meglio gli orari alle pabitudini ed agli interessi dell'ambiente. Per aesempio : le grandi partenze da Smirne hari- ; cno sempre luogo di giovedì, vernedl, o saba- gto, perchè il caricatore può così, presentan- qdo alle banche locali la polizza di carico, aottenere l'anticipo che gli occorre per pa- Igare gli impegni, .che scadono principalmen- cte in fine di settimana; viceversa le nostre Fpartenze hanno luogo di domenica, lunedi e martedì, e quindi si limitano a raccogliere--quello che i concorrenti lasciano sulle ban- chine. Un ritocco generale degli orari in questo senso farebbe un gran bène. Maggiori affari sarebbero stati possibili per le linee di Venezia, se la Società Italiana dei Servizi Marittimi non si fosse lasciata méttere in sacco dal Lloyd austriaco. Gli abilissimi rappresentanti della Società Italiana a Smirne appena istituito il nuovo servizio, offrirono ai caricatori della piazza dei noli portanti riduzione del 50 0/0 sui noli del Lloyd, per batterne la concorrenza e impiantare le nostre linee solidamente. Improv visamente giunse dalla Direzione della So-' cietà l'ordine di sospendere, poiché si nego-. ziava un accordo fra Roma e Trieste. L'ac-1 cordo fu infatti raggiunto: il Lloyd si ob-: bligò a portare la merce a Venezia cortgun | aumento di 5 lire per tonnellata sui boli riPlla Srviptà Italiana- l'Italianas'imoe-nò uA ««.«E «.minto ^trasDotinTrte^^a'adeguale aumento pei trasporti a^1 rieste. Ma prima di concludere 1 accordo, che portava in una clausola il rispetto dei contratti in vigore, il Lloyd aveva offerto a tutti i cari- j catori di Smirne una riduzione dal 10 al I 25 0[0 sui noli esistenti per Venezia, con im-l pegno da parte delle Ditte di caricare esclu- sivamente per un anno sui vapori del Lloyd; i caricatorrfeUcissimi di questa riduzione,!che pioveva come la manna dal cielo, si af-1 frettarono a firmare gli Impegni: così oggi;la Società Italiana non può fare concorrenza i . un vapore rumeno sopra un vapore francese > Aai /-nt,,„« ». - al Lloyd per Trieste, ed ha perduto in favo re del Lloyd quasi tutti i suoi affari di Ve nezia. Ih questi paesi la competizione commerciale è asprissima: esige tutte le forze dell'intelligenza e della volontà : è da sperare che l'ingenuità della Società dei Servizi Marittimi, che fa poco onore alla finezza italianu, non troverà continuatori. Del pari è ingenuità tenere noli cosi alti, che diventino proibitivi. E' ciò che avviene sulla linea di Soria, che mette' capo a Genova. Ho veduto io trasbordare a Smirne da del cotone proveniente da Mersina e diretto a Genova, sebbente fra Mersina e Genova vi sia la linea diretta italiana. La ragione è semplice: il cotone, di cui parlo, ha pagato 15 franchi di nolo da Mersina a Smirne, 5 pel trasbordo, 30 di nolo da Smirne a Genova sul Freissinet, mentre il nolo sulla Marittima Italiana è di 66 franchi. Con questi sistemi, non solo si annullano i vantaggi della linea diretta, ma si perdono gli affari e si viaggia a stive vuote: non solo si fa il vantaggio dei concorrenti, ma si dà un triste saggio delle nostre attitudini commerciali. Nonostante questi tentennamenti, queste Incertezze e questi errori, è indiscutibile che le nuove linee hanno notevolmente migliorato la nostra situazione in queste regioni. Ora tocca alla nostra industria ed al nostro commercio approfittarne prima di ogni altro. Qui la nostra produzione è apprezzatissima. Vi sono grandi case estere di rappresentanza che si disputano i nostri prodotti. Ma poiché qualcuno fà questo per vendere la roba nostra, ed altri per tenerla in disparte, e far passare avanti la merce straniera, convlene-che i nostri esportatori si regolino con accortezza, dopo aver consultato il nostro Console e la nostra Càmera di Commercio locale. Il miglior sistema rimane ancora quello di mandare sul luogo buoni viaggiatori, già pratici o capaci d'impratichirsi rapidamente dell'ambiente. Poi è da raccomandarsi la serietà, la puntualità e la correttezza; poiché, pur troppo, pare che gli Italiani siano fra i pochissimi che qualche volta spediscono merce disformè dai campioni. La colonia finalmente, sebbene duramente provata dall'insufficienza dei sussidi per l'espulsione, in fondo non s'è disaffezionata alla madre patria. Fu un grave errore dedicare solamente 800.000 franchi ai dodicimila Italiani di Smirne, che dall'espulsione ebbero Ataai molto gravi. Poiché qui dobbiamo nostri nazionali viventi qui, che agire, nei ci avevano dato buona prova di patriottl smo lasciando in massa la Turchia durante la guerra, con diserzioni assolutamente tra- Invece, ridui soccorsi, ab- ni.uiio xrasiurmau i nostri nazionali in me ri dichi. S'è molto sofferto a Smirne per que sto trattamento: ma, poiché-la stoffa è buo na, è bastato che i Greci assumessero un at teggiamento di boicottaggio e di provocazio. he contro l'Italia, perchè le recriminazioni cessassero, si ricostituisse l'unità e coll'unità sorgesse la più decisa reazione agli eccessi verbali dei discendenti di Temistocle. 1 La coionia no9tra di Smirne ora va ricon fortata risollevata ricostituita. Per fortu na dopo una. Mrte' dl consoll non goddisfa cent} ubiamo ora nel comm. Tommaso Car lett; ex-governatore del Benedir, il console che 8l avocava. Intelligente, energico, ocu- lato, resistentissimo al lavoro, pieno di zelo, "e di' retta volontà,.in pochi mesi if comm. Carletti ha rimesso in carreggiata il con- aoIato che andava a rotoli, ed ha quasi e saurit'o senza incidenti degni di nota la Ai stribuziont dei soccorsi, che minacciava di . *""*■» « ^nis, °™ egli si accinge a ri- dare alla nostra colonia i suoi organismi a trofizzati: le società di previdenza e di soli- . darietà nazionale che la" guerra, l'espulsione e ja crisi» dei soccorsi hanno soffocato. In tanto ha incominciato con un'ottima iniziati va: mediante un tenue sussidio ha fatto in modo che fosse acquisito alla causa italia na un giornale che si pubblicava in france se, il Journal de Smyrne. Il Journal de $myrne dal 20 settembre si pubblica metà jn italiano e metà in francese: cosi per la prima volta la nostra,colonia avrà una voce, uno strumento per intendersi, per affiatarsi, pei- risDondere alle offese straniere, Questa è la nostra situazione attuale 4 Smirne. 'E' diffusa nell'aria là sensazione di una volontà presente e potente, tesa a mag giori cose. Cosi deve essere, perchè nulla faremo in quest'ultimo lembo libero di Asia Minore, se trascureremo Smirne. A Smirne dobbiamo lavorare con tenacia, con fede, con sacrifici, perchè Smirne è il cervello e il cuore dell'Anatolia occidentale. Ad A dalia abbiamo preso la prima nostra ipo teca. Fra Smirne ed Adalia deve svolgersi i l'opera nostra. Niente altro che questo, - poiché teniamo 1e isole che lo comandano, hn da essere il lotto dell'Italia. Ancora - «na volta dunque il destino ci mette fra à Francia ed Inghilterra, che in questa zona hanno .gli interessi dominanti. Esamine remo meglio più tardi' l'importantissimo e problema politico che ne sorge. Dovrò r allora mettere alla luce fatti che è bene - ; che il pubblico conosca, per - apprezzare - giustamente la nostra precisa situazione - quaggiù. Ora, per tutto l'amore che porto , al mio Paese, mi permetto di esortare gli - Italiani a non sorridere delle avances che - con così schietta gentilezza ci vengono di e Francia per un'intesa relativa al Mediteri raneo orientale: anzi a meditarle, e discue--terle con cortesia, poiché è assai tacile che - esse rispondano ai nostri interessi fonn do mentali, i GIUSEPPE BEVIONE.