La Phalène,, di H. Bataille dramma in quattro atti

La Phalène,, di H. Bataille dramma in quattro atti Il folletto di Westminster Qualche secolo fa, il caso giuoco ai buoni inglesi un tirò assai birbone quando attirò il Inghilterra la famìglia ugonotta dei L>abouchère, fuggiasca dalla Francia- meridioinale, e preparò i natali di quetì'irtiverente ometto dalla barba mefistofelica e dal sorriso sardonico,' che si acquistò una nomea straordinaria sotto il nomignolo di Labby pigliando a scappellotti ogni cosa britannica, il Padre Eterno incluso. ; Un nipote di quest'ometto, Algar Thoirold, ne ha pubblicato or ora a Londra, pei Itipi dell'editore Constatole, un grosso voIvan» biografico sotto il titolo: La vita di Enrico Labouchère. Ma il titolo è troppo scialbo e ortodosso per il contenuto, che è il rovescio. Se Labby in persona avesse scritto la sua vita, giurerei che vi avrebbe posto questo sottotitolo : < ovverosia la fortuna di essere uno straniero nel proprio paese ». E né sarebbe saltato, fuori un lavoro semicelliniano, nel quale gli inglesi avrebbero avuto la peggio su tutta la linea, e lui solo, Labby, avrebbe trionfato da cima a fondo come trionfa Benvenuto nel capolavoro della Bua bellissima faccia tosta. Tra, gli inglesi, Enrico Labouchère fu in verità uno straniero dal giorno della nascita, avvenuta nel '31, a quello della morie, seguita l'anno scorso a Firenze. Vari secoli di acclimatazione non bastarono a sottrarre dal suo sangue l'inestinguibile 'francesismo che vi gorgogliava. > V'insinuarono, bensì una quantità di qù*!Ì© attitudini filistee di cui ■'l'Inghilterra fu gelosa cultrice ed energica maestra; ma, per tutto il resto. Enrico Labouchèro nacque più francese a Londra di quel che avrebbe potuto veder la luce in Guascogna. Cioè, ultra-francese; francese alla Cyrano senza la poesia, ma con le beffe, la spada e la tenerezza occulta del sire di Bergerac; guascone da capo a piedi tra un esercito di materialisti sornioni è d'idealisti rugiadosi; una specie di Tartarin sulle Alpi del decoro e dell'ortodossia inglesi. In Inghilterra Labouchère si trovò sempre come un. pesce fuor d'acqua. Malfece di necessità virtù. Boccheggiando da mattina a sera, egli torse le labbra'a un sogghigno, ■e trovò che la risorsa lo divertiva mezzo mondo. Non l'abbandonò più. La gente lo guardava saltellare per il padule con dei corruschii d'argento; gli faceva cerchio intorno; diceva ch'era un enigma; talora lo ammirava, talora lo deplorava; ma lo temeva e in fondo lo rispettava sempre, come si rispetta uno che professi delle opinioni contrarie alle nostre e ce le sputi in faccia senz'ambagi. E la sua vanità n'era appagata. Egli giunse probabilmente a ringraziare gli Dei d'averlo fatto nascere delfino sopra un bassofondo di foche. L'intiera vita sua fu un saltellamento corruscante contro tutte 1© caratteristiche, le fedi e le convenzioni dei suoi compatrioti fortuiti. Si divertì a pungerli, a strabiliarli, a profanarli, a invelenirli. Belle loro sorti nazionali e imperiali egli s'infischiava. Della loro ascensione intellettuale e morale non gli importava niente. L'Inghilterra, per lui, era una gigantesca roiilette allestitagli dalla sorbe per le puntate, «el suo spirito caustico e della sua indole da motteggiatore impenitente. Per apasso, egli vi puntò delle enormi somme di talento mordace contro il banco di tutt'i tesori che gli inglesi reputavano intangibili. Non una istituzione ci fu, alla cui demolizione egli non giuocasse. La Costituzione e A regime fondiario ; ' l'esercito e la flotta, la Chiesa e finanche la Corona passarono continuamente pel setaccio della sua critica sarcastica, che non si stancò mai di proclamarli grotteschi ed assurdi. Nel frattempo, egli si sbracciava a smascherare quegli ipocriti della vita pubblica e quei farabutti della vita commerciale che l'organamento di Westminster e della City non poteva a meno di generare e di coprire al margine dei suoi"eccellènti prodotti d'educazione civile., é d'onestà mercantile. Li smascheravi non con animo di apostolo o di riformatole, giacché gli entusiasmi morali ^non trovavano asilo nel suo temperameaito dialettico' e scettico. Li smascherava piuttosto per vibrare colpi di fioretto in tutto il piastrone della vita inglese, e per appagare il suo disgusto verso ogni forma di finzione, anche se sporadica, insignificante e innocua. Naturalmente, tutto restò come ; prima. Uno scoiattolo può saltare sul dorso di un elefante, graffiarne le croste, sogghignargli nelle orecchie che è ui opaco pachiderma e che le sue zampe son lorde di fango. L'elefante muove la coda tra arrabbiato e divertito, ma rimane quel che' è, sopravvivendo allo scoiattolo per legge, di natura. Pure, Labby ebbe la magnifica soddisfazione di veder la coda del pachiderma a giitarsi a più riprese quando lo punzecchiava. In fondo, non chiedeva di più. Ottenne tutto quel che chiedeva. E visse certo più felice, morì più contento che se fosse nato tra .eguali in terra di 'Guascogna. Cominciò a punzecchiare, e. a trovarvi un gusto matto e una fortuna insperata, fin da ragazzo. In mezzo nWà plomb 'universitario di Cambridge, tra le paludazioni del -più greve decoro inglese, si avanzò con la calotta goliardica sulle ventitré e con una tunica i s brandelli. Non era per povertà : Enrico Labouchère fu sempre assistito da una dovizia che gli permise di essere sè stesso senza remore. Era per beffa. Il Rettore, un L'espulsione gli regalò un lieto soggiorno mondano a Londra nel fiore della sua. insolenza giovanile. La'società inglese d'allora praticava rabbioeamcste, al di fuori, una inesorabile catasta' di virtù. Labouchère si diede a giuocare d'azzardo, a praticar bettole di mezza fama, a imitare apertamente Voltaire nei suoi rapporti con Dio, e a dare spettacoli d'irriverenza d'ogni genere.. Non risparmiò uè se stesso ne i suoi. Tutti posavano a di più; egli, per contrasto, prese a deprezzarsi, a blagare in senso inverso, a pretendere d'aver perpetrato dei mucchi di scempiaggini e di gagliofferie im- TJna caricatura, di Enrico Laboucnere disegnata da Halkett. maginarie che raccontava intorno a tutto spiano, oon la massima solennità. In Guascogna si sarebbe vantato altrimenti : nell'Inghilterra d'allora, sentiva di doversi vantare così. Arrivò, di fronte alla carità filiale che della vita inglese era la chiave di vòlta, alla sfro.ii tata empietà verso, la stessa memoria di suo padre, morto da qualche anno. Un imbecille, un giorno, lo scambiò per, il figlio di Lord Taunton, e gli disse di aver udito uno splendido discorso tenuto da suo padre, la sera innanzi, alla Camera dei Lordi.:.' — c Alla "Jamera dei "Lordi? fece Labouchère. — E io non ero mai riuscito a capire dove clamine fosse andato ,a ficcarsi il babbo dopo 'la sua morte! » — Altrove gli avrebbero rotto il muso, tanto per salvargli l'anima. Qui, per la regola dei contraria, gli sbarrarono gli occhi in faccia, e lo trovarono sacrilego ma brillante. Non c'è da sorprendersi che, poco di poi, Laibouchère sia entrato nella carriera diplomatica. La diplomazia in ga-ere, e quella inglese1 in ispecde, lo attraeva come l'iatitazioaa da, dileggiare per eccellenza. Egli vi s'inoltrò appunto per regalarsi delle scorpacciate di risa e dea tiri al bersaglio dall'intorno della roccaforte. La carriera gli fece fare il rimbalzello per qualche anno, come addetto d'ambasciata, da Pietroburgo a Costantinopoli, da Franco forte a Washington. Dovunque si adoprò attivamente a seminar ridicolo sui diplomatici e sulla diplomazia, — « tutto carta ed inchiostro, inchiostro e carta, niente dLtro », — pretendendo di aver avuto consenziente anche Bismark nella lieta campagna di demolizione contro il più solenne dei feticci iiglesi; dovunque si spassò a impiantare piccoli intrighi, a praticare la trascuranza del vestire, a promuovere ironiche maldicenze, e a pigliare in giro il Foreign Office. Questo tollerò tutto il tollerabile, -abbacinato, nel suo olimpico decoro, dallo scintillìo delle insolenze di cui il piccolo' subordinato lo faceva segno. Una volta, Labouchère, ricevuto l'ordine di partire immediatamente per una legazione inglese sperduta nel sudAmerica, restò per un anno a diarsi bel tempo in Italia, pappandosi lo stipendio ad ufo; e poi, rintracciato a gran fatica e richiesto di spiegazioni-, rispose che era dolente di non aver potuto recarsi nel posto assegnatogli perchè ne aveva cercato invano l'ubicazione nell'atlante. Ma, da ultimo, anche il Foreign Office trovò il coraggio per una risoluzione eroica di fronte a .una letterina ohe Labouchère inviò al Ministro degli Esteri dalle bagnature di Baden. .— a Eccellenza, in replica all'annunzio che sono stato promosso a segretario .d'ambasciata, con sede a Buenos Aires, posso a|eicurarvi che sarò ben lieto di accettare tanto onore, qualora le relative mansioni possano venift-e disimpegnate qui a Baden-Baden ». — Seguì, oon tutta cortesia, uno sfratto definitivo. E questa può sembrare una sfortuna ; ma in Francia, nella patria del suo spirito, Labouchère ne sarebbe stato afflitto nel secondo giorno di servizio agli ordini del Quai d'Orsay. con l'intenzione di ferire per contraccolpo l'augusta sicumera dei suoi decorosi colma' zionaM. Narrò di averne iatte di tutti i colo' ri:' — da essersi battuto a Monaco per dimostrare come un inglese abbia il diritto di ricusare un duello; di aver vinto le ritrosi* di, una bellissima lavandaia che serviva l'ambasciata inglese di Pietroburgo e ohe divenne una preziosa targàtrice di. segreti, di Stato .pel tramite del marito, tipografo' governativo; idi aver fatto bere all'ambasci&toro britannico di Washington la favola di un'impresa mineraria da ispezionare' in 'Flòrida, per strappargli una missione il cui scopo reale era di seguire la cavallerizza di un piccolo circo equestre in giro per gli Stati negri. Narrò di essersi scritturato nel circo stesso come clown saltatore, per tenersi il più vicino possibile alla.formosa Dulcinee per sopperire alle lacune del bilancio 4 di aver vissuto sei mesi sotto la tenda con untribù di Pelli Rosse per fumarvi e per ginocarvi alle carte in pace; di essersi sorpresuna volta, a Boston, carico di fame 0 senzun soldo, ma di avervi sbafato un pasto i. una trattoria irlandese facendosi passare psf un patriotta esule... E,-armato di questo miecug-lio di verità e d'invenzioni, che lo diffamavano ma lo rendevano interessante alla pleiade degli ingenui, Labouchère s'inoltrò prima di- tutto per la via dell'arte, accaparrandosi l'impresa d'un teatro drammatico. L'esperimento gli acquistò il diritto di -proclamare, in faccia alle convenzioni, che in fondo all'arte c'è soltanto la pagnotta, e ohe non s'era mai imbattuto ii un attore, in un pittore o in uno scultore il quale per la così detta 'Arte fosse capace di sacrificare un centesimo del suo. Dopo di che, si risolse a traslocare la sua perpetua mordacità ned due campi che l'attendevano da tempo : quello del giornalismo, e quello deUa politica. Da giornalista, Labouchère esordì come redattore finanziario del World; e, ai suoi lettori della City, — ginocchioni agli altari della Finansaa eretti nel tempio dell'Onestà Inconcussa, — egli si presentò semplicemente come c un gentlemen il quale, promuovendo società mistificatrici, lanciando azioni senza valore, e usando altri espedienti da imbroglione, ma strettamente legali, si era guadagnato una modesta competenza finanziaria. Egli dimorava in una villa a Oliapham, andava, a messa ogni domenica con esemplare regolarità, ed era il centro di un rispéttatoilissiino' circolo di amici. Molti dei suoi antichi associati si tenevano 'sempre in contatto con lui, che, in tei modo era - in grado di sapere tutto quel che succedeva nella Cit^y ». Présa così alla sprovveduta con uno stile in punta di penna' e prodigata a Gladstone e a Chamberlain, che egli non poteva comprendere, una bella filza d'insolenze tra cai la minore fu la taccia di bambini, — tornò a spassarsela e a imperare libero e leggiero nei corridoi più temuto e più carezzato di prima, tornò ad essere il semplice Labby, un Labby ottimo e massimo ad onta dell'unto della sua palandrana, e a dispetto dei pasti economici che soleva fare in un ristorante a prezzi minimi nelle vicinanze della Camera. •% Otto anni fa, peraltro, si accorse non solo di invecchiare, ma anche dell'allarmante mutarsi dei tempi intorno a lui. Ormai gli inglesi cominciavano a capire che il suo vero segreto stava nell'esotismo del suo spirito, nella sua facoltà d'impresalo lare a cóntrariis. Mangiavano la foglia. Le guasconate, -le uscite voltairiane, lo scetticismo elegante, le spiritosità irriverenti, il dileggio dell'autorità principiavano ad apparire piuttosto a buon mercato e col vuoto sotto, vvestminster chiedeva qualcosa di più solido e sostanzioso, o domandava almeno un- diversivo nei metodi deli'abbiidolamento parlamentare. E Labouchère trovò prudente una ritirata in .buon ordine. Ripiegò, come sapete, a Firenze, nella villa Ohe Michelan gelo •resse sui colli di San Miniato. E fu a Michelangelo in persona che il vecchio schermidore, d'idee lanciò la freccia del Parto. Voleva buttare all'aria, ultimo attentato, la bella villa ; spalancarla, rammodemarla, impiantarvi tanto di luce elettrica. — c Ma fa temi il piacere ! — replicava a chi lo dissuadeva. — Quell'antiquato di Michele non sapeva niente delle comodità di adesso, ed è ora che le impari ! ». SIR KODAK. NOVITÀ* TEATHAUI PARIGINE La Phalène,, di H. Bataille dramma in quattro atti . (Per telefono alia Stampa). Parigi, 17, notte. Da una quindicina di giorni gli attori del (eatro Vaudeville si sono sottoposti, con volontario fervore, a una traordinaria disciplina di:studio e di lavoro: tutte le mattine e tutti i pomeriggi essi provano e riprovano atti interi o scene separate del nuovo lavoro La Phalène. che Enrico Bataille ha affidato alla loro interpretazione. La répétition generale è imminente e gli artisti sperano di poter dare del nuòvissimo dramma dello scrittore Illustre una interpretazione degna, misurata e spontanea, efficace e sicura. L'autore di « La Vierge folle », di « Femme nue't, di « Flambeaux », ha voluto che intorno all'opera sua sulla quale attende, con placida serenità, il giudizio del suo imponente e severo pubblico, fosse evitata qualsiasi indiscrezione di giornali e ha imposto a tutti gli interpreti 11 più rigoroso silenzio. Gli artisti che- recitano nel dramma tanto atteso, ina che non vi hanno una parte principale, sono stati invitati durante le prove a lasciare il palcoscenico non appena finito l'atto, nel quale agiscono o recitata la scena loro assegnata. Non solo: ì reporters teatrali.dei maggiori fogli parigini, che pure hanno fama di astuti e di abilissimi scopritori del misteri del pài coscenico, non hanno potuto varcare la vietata soglia del Vaudeville. Henry Bataille è rimasto sordo apche alle affettuose insistenze di parecchi amici illustri letterati e commediografi, che avrebbero desiderato assistere, nel la penombra della sala a qualcuna delle numerose prove d'assieme Solo oggi ho potuto conoscere, nelle sue linee generali e schematiche, l'argomento di « La Phaiene ». della • misteriosa laienp. ». come la chiamano i cronisti teatrali della capitale. 11 dramma è vissuto, dal non numerosissimi) personaggi, a Parigi (l, 2 e A atto) e in una delle più caratteristiche, calde e bianche città della nostra Sicilia (3.0 atto). . Vrenne de Brau e una figura enigmatica: finn atteggiamento impensabile, la City leoje.Loariza« ad un principe, s'abbandona, nel can- e discusse Laibouchère per il lungo e per il largo, un po' ridendo e un po' aggrottando le ciglia, ma fabbricandogli la prima rinomanza. Senonchè il World permetteva di rovesedare malignità sopra la sola City,- mentre Labouchère ambiva ormai, a possedere « un bel paio di scarpe sue proprie per sferrare calci tutto intorno ». Onde nacque il famoso settimanale Truth, che principiò a scalciare in tutti i sensi, irrispettoso di tutto ouanto. La gente si guardò in faccia, deplorò o ridacchiò, ma comprò e lesse. Se .non altro, era qualcosa di diverso : un diversivo allo zenzero, scoppiettante di uno spirito e di un'aggressività unici in Inghilterra. Sfido, io ! Nel campo della politica, Labouchère entrò con la stessa risorsa della malignazione brillante e stupefacente. Non occorre dire che radicaleggiò subito. Egli proclamò che bisognava buttar sottosopra ogni cosa, ed abbracciò a volo ogni causa coincidente con questo assioma esotico, compresa quel-la dall'home rule. I liberali sotto Gladstone travidero comunque in lui un voto di più, e gli procurarono un collegio che beveva grosso e che lo mandò a Westminster. Qui, entro l'aula dei Comuni, Laibouchère non fu preso sul serio .da nessuno ; ma l'ometto mefistofelico, pratico del mondo, zampillante di frizzi, appassionato degli intrighi e senza peli sulla lingua, divenne presto una potenza nei corridoi. Sempre sul posto, sempre acoeso di mente, sempre accerchiato da frotte di ascoltatori ammiccanti, si rivelò entro breve capace di rompere le uova n^l paniere anche al Primo Ministro. Poco alla volta, venne quindi considerato come un tiragli insuperabile, un uomo da temere e da cattivarsi, una specie di folletto tra benevolo e maligno che possedeva la bacchetta magica per mutare una situazione con un tocco, abbattere una difficoltà oon un motto, mandare all'aria qualunque piano coi un buffetto, •tenendosi sempre in retroscena, sempre tra le quinte. La politica, che gli altri rispettavano o .fingevano di rispettare come una cosa seria, era per lui, apertamente, un grande scherzo profanatore, un delizioso giuoco di destrezza. Egli non assumeva pose, lasciava trapelare senza timore il suo sincero cinismo ; e questo insolito, incredibile processo da flaneur' latino gli procacciava un 'influenza reale superiore a quella di mezzo il Gabinetto. Seppe assaporarla da buongustaio perfetto, lasciandosene traviare soltanto in due! occasioni L'afflizione, in realtà, fu nulla. Labouchère aveva insolentito ormai a suffi- giorno; se ne stufò. .— « Labouchère,. vi sembra quejsto il modo di tener su la dignità 1 accademica? » — Lo studente ne fu rag-icienza gli istituti diplomatici della sua pagiante. Bisposs : < Mi spiace, Sir, ma dovete tana d'adozione, e il giuoco principiava ad rivolgervi al mio sarto! » E continuò a lor-,annoiarlo. C'erano in Inghilterra dèlie istidare con i suoi stracci il secolare decoro di | turioni ben più importanti e più amene per Cambridge, col vantaggio di esservi con-;le sue dilettazioni marcatrici. Cori Labou «derapo un enfant terrible. Se lo espulsero più tardi daH'univenrità, fu solo perche, solleticandolo il rischio di questa gloria suprema, egli si diede addirittura a far cose d« pani. chère, arrotando i denti allegramente, tornò a Londra più fresco che mai, portando seco, dai suoi anni di pellegrinaggio, un sacco e una sporta di storielle tra collimane e tartarinesche, canove-Ite » pvoprio danno dorè spirituale e appassionato della sua giovinezza a questo schietto e primo amore. Ma sono in lei segrete ansie, intime angoscie. Ella è malata: soffre le conseguenze di una terribile pleurite che aveva minate, la sua florida giovinezza un anno prima: il suo corpo è vigilato dalla .Morte e la sua anima è avvolta in .un lugubre sudario bianco, di vergine mo ritura. Al suo dolce aprile Yvonne cantava con la voce fresca e bellissima: ora la sua voce, un tesoro squillante, si affievolisce ogni giorno: non di rado è presa dal soffocamento terribile che le annunzia il mutismo, la morte Yvonne si trascina di terrore In terrore e non crede a chi le dtee che guarirà, che il feno meno è passeggero. Un giorno, decisa a tutto, desiderosa di conoscere l'atroce verità, eludendo la vigilanza dei suoi cari indossa gli abiti della cameriera e si presenta in una clinica, — Io sono — dice ai medici — una povera donna: io temo di attaccare il mio male a mio marito. (Ditemi sinceramente se il morbo è Insanabile.... I medici dopo averla visitata con molta attenzione le dicono l'orrenda verità, come si usa coi poveri, n male è grave : la etisia di terzo grado intasa e corrompe ormai gli organi vitali. Non c'è speranza, ormai Con parole pietose la consigliano, trattandosi di una malattia contagiosa, di vivere isolata, per l'amore di suo marito e dei suoi cari. Tornata a casa Yvonne, che ha avuto cura di trasformarsi In un'elegante signorina, scende dalia sua eameruccia bianca nella sala, dove l'attendono il principe fidanzato e la madre. Senza tremare, con un coraggio eroico, ella annunzia all'amatissimo fidanzato che non vuole, perchè non ló può più, diventare sua moglie. Invano la madre e il fidanzato che. sbigottiti, non sanno renderai conto dell'improvvisa, inattesa decisione di Yvonne, la interrogano, la calmano, la coprono di tenerezze. Messa alle strette, non sapendo che cosa-rispondere, non volendo rivelare alla madre e all'amato suo la verità atroce, lascia intendere che si tratta per lei di una questione d'onore. Piangendo, pallidissima, investita dalle supplici voci dello sposo e della madre, Yvonne ripete la sua semenza Credimi, Paolo, io ti adoro: per questa adorazione 10 non debbo diventare tua moglie. Yvonne 0 un temperamento singolare: educata a severa indipendenza ella fa quello che vuole. Rotto il fidanzamento, la bellissima e infelice creatura cambia sotto gli occhi della debole 0 incerta vecchia madre, il suo tenore di vita. Prima era austera, amante della solitudine e delle abitudini raccolte e signorili. Per aprire l'abisso tra lei e l'ex-fidanzato si lancia nelle pazzie più equivoche della vita notturna parigina: tra lo stupore scandalizzato delle sue amiche. Yvonne frequenta, balli, feste, saloni equivoci: è, ora, l'emancipata amante del fasto inebriante: i- frequentatori Un momento di malinconia gli:461 ca6ar?l* ***** ,la v^an0 tuttf, tó "E* j non ii- • j. j. sempre più pallida: le cortigiane di profesfece progettare dopo 80, limpranto d'un.slone 1&\alatfin0_ Una notte (<masl per ren gran Ministero radicale e catastrofico con : ^re la sentenza da lei pronunciata inappelChamberlain alla testa: il Chamberlain labile), dopo aver preso parte al ballo saiurrepubblicaneggiante della prima età. Allora.naie dei Quatr'-t-Arts dove appare seminuda Labouchère lavorò per undici mesi a tentar!» avvolta in acuti profumi, si abbandona, j> j 1 „ „... , :oon intimo disgusto, nelle braccia di un nei- d'accordarlo con Gladstone, perchè lo so- mnDUStomimbecfUc cne 1 aveva invitata a cena, praflacesse subito dopo e mutasse la faccia. n mov8j,e. principe, devotamente fedele alla deH'Inchiliterra. TJn momento d'aberrazione gli fece poi ambire un portafogli in un Gabinetto Gladstone, oppure la nomina ad smbaswìàtote in America. Tutto andò male. Ma la malinconia e l'aberrazione trascorsero rapide; e il folletto di Westminster, — rimesti in burletta g poterà e la ddplomaz», infedele misteriosa, che la segue da lontano, che non credendo alla verità, assiste, fremebondo, alle avventure cortigianesche di colei ch'era «1 austera e pura, esce dal cabaret notturno pieno di romori orgiastici, dove Yvonne è Marma e corre dalla madre, per narrarle la rovina La povera signora, atterrita. «00 riesce a spiegare e a giusti fica re la condotta della sua figlia: e non volendo credere alla verità, invita il principe ad attendere Q ritorno di Yvonne. La povera creatura rientra nella casa materna in uno stato pietoso : il suo bel volto è segnato dall'orrore del sagriselo e dell'orgia notturna. ■Il principe l'Investe con parole terribili! • Vi ho veduta, Yvonne!... Vi ho vedutal.... Ballavate seminuda come quelle altre!... Ho veduto 11 vostro amante di un'ora, ebbro come voi.... Yvonne, .senza scomporsi, dritta, fiera, fred da come un'assente, non si giustificai ma spiega: dice che tutto guanto ha detto il Principe è la verità. E alla madre in lagrime che la scongiura, che la prega di giustificarsi, che quasi la maledice per l'onta e l'orrore, risponde: « Non maleditemi, mamma: ho fatto la mia volontà ». E scompare: ritorna nella sua cameretta di fanciulla, in preda a un'ansia di morte. Rimangono nella sala la vecchia signora e il Principe: si svolge tra loro una conversazione violenta prima angosciata poi. La madre tenta giustificare la sua perduta Yvonne : — Che volete? Io nulla capisco... Vorrei giustificare mia figlia.. Come posso?... Però, pensando al passato, si può spiegare la strana, inqualificabile condotta di mia figlia. Ella fu colpita circa un anno fa, da una grave malattia. Voi non lo sospettate. PrincipeI Ecco: Yvonne fu malata di una grave.pleurite. Guarita nel corpo, ella deve essere ora ammalata di mente... Solo ritenendo demente mia figlia posso comprendere la sua condotta Yvonne, più franca, più fresca, ridiscende nella sala: al cospetto dei due dolenti, dei due disperati, dell'ex-fldanzato che ama sempre e della madre che adora non ha più il co raggio di mentire: Ebbene — dice —vi confesserò, o Principe, tutta la verità. Mia madre, forse, vi ha detto una parte di questa verità: non ha potuto dirvi quello che ella ancora ignora Non vi ha detto che io sono la fidanzata della morte medici hanno pronunciata la sentenza più terribile: fra poco tempo lo morirò di un morbo contagioso, la tisi... *"* - La Sicilia accoglie poi 1 due ex-fidanzati: sono In pace, si vogliono bene. La raffica parigina li ha resi quasi calmi: l'ardenza del loro amore è sempre grande. Il cielo e il mare di Sicilia danno alla moribonda l'illusione della vita. I baci del due amanti non hanno più il sapore e la freschezza dei baci dei due fidanzati d'un tempo: il Principe sente che il bel corpo si sfascia lentamente ma invincibilmente. Un giorno Yvonne, rassegnata, dice al Principe: — Non negano: tu ti allontani da me: 10 ti comincio a ripugnare. Il mio male ti spaventa... Il Principe rimane muto e guarda negli occhi di Yvonne, desolatamente. Yvonne vuol morire a Parigi. E ritornano in Francia l'uno e l'altro recando negli occhi e nel cuore un po' di sole, un po' d'azzurro, un po' di profumo dell'Isola del poeti e degli eroi, degli Innamorati e delle Sirene. Yvonne e il Principe, alcuni giorni dopo, ricevono, nel loro salotto parigino, gli amici accorsi a salutarli. Mentre le conversazioni sono animate e brillanti, Yvonne, che dichiara di essere molto stanca, si ritira in un angolo semibuio del vasto salone e si sdraia sopra un divano. Cogliendo il momento in cui nessuno la vede si fa una puntura, con un potente ve leno. Pochi istanti dopo, fra l'angoscia del convenuti terrorizzati, ella spira tra le braccia del Principe. Su una consolle, prima di suicidar!, Yvonne ha deposto una lettera, nella quale spiega le ragioni del suo sacrificio. Questa scena d'orrore e di morte chiude il desolato dramma di Henry Bataille. CAMILLO, Giornali e Riviste \ Alla ttnè d'ottobre usciranno, in una son-tuosa edizione di una celebre casa db Lipsia le memorie della celebre cantante 'Lilll Letamami. Ouesto librò — dice il Temps — iaVintitolato La mia vita e contiene un enorme numero di ricordi storici e di episodi di vi-: ta teatrale, e artistica: il giornale pubblica due 'interessanti lettere di Riccardo Wagner^ dirette, all'attrice stessa. La prima è datai»? da Bàyreuth, 21 marzo 1839 e dice: « O. mla> migliore di tutte le mie Lilll 1 La messa -in -, scena del Parsifal richiede ancora qualche riflessione. La partitura è terminata e tutti'; coloro che vengono a casa mia possono sentirla, dalla .prima all'ultima nota, nell'esecuzione di Rubinsteln. Ma, come vi ho detto, ci vuole ancora un po' di riflessione I. Ma la ,0J*»j -. KapelLmetostern » Lilli vedrà presto assai quello che dovrà fare: la-vostra parte, cara Lilli, sarà, a quel chff mi pare, molto difficile, ma io sono sicuro che farete bene. Senza Lilli, l'incantamento di Kllngsor sarebbe impossibile. Oh quanto avrete "da cantare! Venlite, venite perchè, dovete dirmi molte, cose. (Noi lavoreremo insieme, assai a lungo. Ricordatemi a mamma e a vostra sorella e ricaidatevi. Li-ili. 'del vostro vecchio e buon Riccardo Wagner ». L'altra lettera, pure scritta da Bàyreuth, ha la data del 28 génnajo 1881. ET ©onfldenzlalisslma. Dice: « Mia: carissima piccola LOili! Sareste voi ancora un .po' buona? Vi sarei grato assai. Ecco- uv: na specie di partitura per plano della scena delle Fllles Fleurs nel secondo atto del. Parsifal. Esaminatela attentamente. Non è una? vanità, la mia Dopo l'esame di questo brano potrete giudicare che io non .posso permettere la rappresentazione di questa operaIn tutti 1 teatri. Non mi occorrono meno di sei cantanti di primo ordine, di voce alta, pastosa, educatlssima: queste attrici' debbono essere, per le necessità sceniche, alte, fisicamente slanciate, ben fatte. Di più sono ne-, cessarte dodici o sedie! giovani e belle coriste eccellenti e brave. Giudicate. Volete vof aiutarmi nella ricerca? Volete, potete voi es^. serrni d'aiuto net dipanare rimbrogliatlsstma' matassa? Datemi, mia piccola «na buonat' risposta. Le prove incominceranno nel giuri10 ««.Prossimo anno: le rappresentazionr sono decise per l'agosto. Ma, senza Lilli, che- fólMIlle ^ttuose cordialità dal vecchio che. *f£w£ «01 semPre, con commozione. — Piccamo Wagner,. Altre lettere, affettuosi», sime e familiari sono nel volume: esse d». cono che il Creatore che parve irato al numi, alle donne e agli uomini, aveva un delicato e sensibilissimo cuore. Cor cordium... L'Istituto di Credito agrario per la Liguria Da alcun anni nelle Indie fiorisce la mala pianta dell'assassinio politico; già molti funzionari inglesi sono caduti vittime di attentati organizzati da alcuni gruppi di fariattcL che vorrebbero sottrarre la loro patria al dominio britannico. Questi attentati — dice Minerva — sono preparati ed eseguiti con gran- • dissima abilità, cosicché fino a poco tempo fa nulla si seppe delle associazioni che a) organizzavano. Solo ultimamente, nel caso d* un processo svoltosi a Barisal. a carico di alcuni nichilisti indù, le Autorità inglesi sono riuscite ad avere qualche notizia in proposito. Si conoscono ora i mezzi ai quali ricorrono 1 terroristi del Bengala per formare il loro tesoro di guerra Dei gruppi di anar- ■ chicl girano per le campagne, entrano mascherati nelle case dei coltivatori più agiati, terrorizzano gli uomini minacciandoli con ri-^ voltelle e pugnali, e obbligano le donne a consegnare i loro ornamenti d'oro e d'argento, e a mostrare il luogo in cui è sepolto il ' peculio della famiglia. Di solito queste imprese sono compiute di notte. I loro fautori i sono sempre giovani dotati di .cultura supe- :-. riore. Il denaro ricavato da tali atti di brigantaggio serve a condurre la lotta che le società segrete -, hanno intrapresa contro il dominio inglese. Uno d'egli accusati del processo di Barisal. Interrogato sulle ragioni che lo avevano spinto a entrare a far parte di una banda di « esproprlatori », rispose che lo a-\ veva fatto perchè l capi della sua associa- • zione gli avevano Insegnato che « per proteggere la.religione indù, era assolutamente ne- ■ cessarlo Instaurare una sovranità Indù». La Polizia è riuscita a scoprire le regole della società segreta, a cui appartengono gli • accusati di quel processo. Per ogni distretto vi • è un'» organizzazione ». che deve anzitutto accertare il numero delle scuole inglesi esistenti nella località., e poi cercare; di conquistare alla « causa » rivoluzionaria almeno uno studente di ciascuna classe. Gli studenti prescelti devono diffondere l'idea fra i loro condiscepoli. Quando gli associati non potevano radunarsi pubblicamente per trattare degli interessi del sodalizio, si raccoglievano in piccolo numero, col protesto di compiere delle cerimonie religiose. L'organizzatore dt> .' strettuale deve cercare di mantenersi In relazione con tutte le classi della popolazione; perciò deve studiare un po' di medicina, d'ingegneria, di commercio, ecc. Agli emissari non si deve mai permettere di prendere co- ' pia delle regole dell'associazione. La propaganda deve farsi sopratutto fra gli alunni v delle scuole, perchè « i giovani n»n animo-, gitati sono i depositari dell'energia, dell'entusiasmo, dell'attività e dello spirito di abne* gazione ». Tutti i giornali inglesi e americani hanno esaltato, narrando gli episodi del terribile | naufragio del Volturno, la provvidenziale, ! meravigliosa invenzione di Guglielmo Mar-, coni. Se il telegrafo senza fili non avesse funzionato, nessuno dei disgraziati ospiti dei Volturno avrebbe potuto salvarsi. La teoria di Righi, messa in pratica dal giovane scienziato italiano, ha trionfato sugli elementi e sulla procella... L'invisibile tragica parola dei morituri è corsa nell'aria e fu raccolta dà dieci navi, che hanno drizzate le prore verso la nave in fiamme... Viva, dunque, Marconi! — scrivono tutti i giornali del nuovo e. del vecchio inondo... Tutti' Non tutti, veramente., In un articoletto della Presse, intitolato:-. . „ La lecon d'une catastrophe », si leggono, tra le altre amenità, anche le seguenti: « Se i passeggeri del transatlantico non sono tutti periti, il merito è della telegrafia senza filala geniale invenzione di un francese. Senza il rapido arrivo di una diecina di navi, chiamate dalle onde hertziane, il Volturno sareb- ; be andato perduto, con tutto il carico di uomini e di derrate. E' vero che sono degli nme— rleani e degli inglesi che hanno applicato j commercialmente la scoperta, ma è a un pio-e fessore dellTUniversità cattolica di Parigi che*, si deve la scoperta, al prof. Brnnly. Non sa-.; rebbe opportuno — conclude seriamente la. Presse — che tutte le Nazioni civili si riuV ; nissero per offrire al dottor Branly una rii i compensa internazionale ? Questa . ricompensa sarebbe molto opportuna ora, che si, danno concessioni che arricchiscono Compagnie industriali e particolari ». Queste parole si leg- Roma. 17, notte. E' stato approvato con regio decreto, su proposta del ministro dell'Agricoltura, Industria! gono. stampate In nero su carta -bianca, nella e Commercio, on. Nitti, lo statuto dell'Istituto prima pagina di un quotidiano francese. .La. di Credito agrario per la IJauria, creato dalla carta, è vero, non arrossisce; ma la menzoiegge 6 luglio 1912. L'Istituto ha sede a Porto «na è cosi grossa e italofoba. che valeva la Maurizio ed estenderà la sua azione nella prò- Pena. ** rilevarla, cosi, per passatempo de», vincia di Genova. Sorge con 11 capitale iniziale lettori italiani. di lire 500 mila conferito dallo Stato e aumen- „ ,,, _ D„.,„„ H. „ in concessione di sussidi ai danneggiati aelle ^^vite^^Sr'S maini! ' S^n'Ma.WiSSr. eqUpaodr^ ^tSl^'dSTSSft causSTeSa: m^m^^sL&^T«^^i&. difficoltà del viaggio, benché sia una delle più zìoni alISStoè ^Tvl^r^Zo. ì^<tf^^$& parecchi gìornt come intermediari presso gli agricoltori, di visitareHaTuia m^Suolt "loKrt Casse agrarie o di Consorzi agrari e rurali, ecc. vedl_^Vvedere SaroW che. sèS di cui promuoverà la diffusione nella regione. Jf. ^.^J^oadS?b^ravfca^ «cSni ligure. La costituzione del Consiglio di Amml- 2n\icito?ece buoni' amici romani mi vi connistrazione. per il quale si attende la determi- S nazione del Consiglio provinciale di Genova e ^^^^^^^^uÌ,ac^. ^Jl^^1^^^^^^^ «^ffiSSS&SSSSu palazzo*^ u3ft»nftl? SESStoS?^ •er'1»-W^;'lì lussuoso: il lusso stonerebbe, puerilmente, iniziera le sue opzioni,^ , neUa M)jltuaine .che lo CircoD<ia: ma ora l'in La conferenza oraria internazionale a Riva di Trento terno è abitabile. Io ho cercato del nuovo pro, prietario : era assente : è un americano che ; adora Roma.' Ho dormito nella stanza del cardinale Alessandro Farnese, ampia, solenne mentre 11 silenzio della casa antica era. tiel' l'alta nòtte, interrotto dal conto di una fonDal rifugio dei Farnese, in automobile. Trento ; 17, notte. A Riva sono ghintt i Delegati delle varie tana Società ferroviarie europee convenuti cblà a su ftrade ^l!' J°,,f^n, ciSE? Castellana, tenere l'ultima adunane deMa Conferei f**L J^C^i1^'ftruscne Pe romtne erti un oraria ^.ntenjazlonale svoltesi a Vienna negli >• J^**"0 futiestate dallo fdbreT dalla de. scorsi giorni. A Rava i convenuti, circa 70. tempo erano_funestale o.iim "[«"J,^,^ nffr|_ *iva 1 convenuti, circa 70. re™P° e"X„ uanrèì nota la rinascita agrispeciali.accoglienze. li ^%ne-J^^fònf fatale ed, evocando^ Municipio offri loro un ricevimento, segui, cola di a"e"?,>,°7a morta bellezza e la trai autootfuna gite magnWca sul Garda La coni P^V"^^^^ eoa fereroa venite poi chiusa ed i delegati sono montata g^ezf,anu'0^ Halico tarlor^il vtt* riparti*. I risultati delte discussioni relative giustizia buona il nuovo alte modificazioni orarie da introdursi nelle che regna ^Je^8™^n«™.2f&3SÌ fmOlii Orari« OH. <l»ruuun>l lltue ~.7„ ^.r^annaa Ai un m«n» comunicazioni internazionali saranno trasmes- nità anusa ma desiderose di un BM*1lnl|a«& ■Si atte singole Società ferroviarie. ! avvenire. . .,