Uno scoppio nell'antico "ciabot" pirotecnico di Cavoretto provocato da un vagabondo

Uno scoppio nell'antico "ciabot" pirotecnico di Cavoretto provocato da un vagabondo Ultime di Cronaca Uno scoppio nell'antico "ciabot" pirotecnico di Cavoretto provocato da un vagabondo il pregiudicata Cipollina muore tra le macerie Ieri sera venivamo informati che sulla strada desi! Alberoni, che sale a Cavoretto, In un lociiJe anticamente adibito a laboratorio pirotecnico, era successo imo scoppio di polveri, pel qua.le un giovane sconosciuto era rimasto •ucciso. Ci siamo subito recati sul posto, dove abbiamo potuto raccogliere precisi particolari sul tragico avvenimento. Era assai conosciuto tra le borgate ed i paesueol! della regione di Cavoretto e specialmente sulla collina che 6 percorsa dalla strada degli Alberoni, un vagabondo a nome Glovaurli Cipollina, quasi ventenne, abitante in via dei Itonchi,- n. 204. che ha 1 genitori sordi, e che da tempo viveva fuori di casa, evitato da tutti, dagli stessi suol famigliari e dagli iamici, perle sue peripezie ladresche e segnato a dito corno individuo pericoloso. Nei gliomi scorsi erano andati specialmente facendosi frequenti nei cascinali di Cavoretto, furti, che avvenivano in circostanze strane e dei quali non si riusciva a identificare l'autore. Si sapeva che era un individuo solo, sunza complici clic scassinava le porte o forzava le finestre, entrava nelle stanze, si serviva'di quello che trovava —indumenti, oggetti, bibite e vettovaglie — e poi se ne andava tranquillamente pi<ima che chiunque avesse potuto rincorrerlo o farlo arrestare. La voce pubblica, pur non sapendo con precisione dett¬ quasi tutte al famigerato cipollina. _ ^ ^ !Il fatto di Ieri sera — se veramente U ladruncolo dei giorni scorsi era il Cipollina — è stato l'epitlogo di questa serie di furti. Fu il Cipollino, che da se stesso si punì, e dovette la sua punizione alla sua mania di scassinatore. La giornata di ieri era umidiccia; le vie de'i colli erano fangose. Tutto invitava a rintanarsi sotto un tetto quaiunque, dove si potesse riposare riparati dallo intemperie, accendere un boi fuoco e malgari mangiare castagne. Verso sera nelle villo della collina si erano accesi i fuochi consueti, ed ogni contadino se ne stava rinchiuso in casa sua. Soltanto Cipollina — il randagio — non trovava tetto e scorrazzava poi sentieri fangosi a i prati umidi in cerca di ricovero. FLnalmento sulla strada degli Alberoni, al n'umefQ- Gi trovò una casupola rossastra ermotieOmento chiusa, che da tempo solleticava la sua curiosità. Egli sapeva che quella ca* supola, chiamata nel dintorni col nomignolo di «ciabot », era stata sino a due anni or sono .11 .laboratorio del pirotecnico Luigi Beimondo, e che, morto lui, il proprietario dello stabile, Lorenzo GaHea, l'aveva chiusa a chiave, lasciandola disabitata. Così aveva formato il divisamemto di occuparla lui e di farne un rifugio per le sue notti. Ma, per quanto la casetta sorgesse fra folti cespugli in un luogo solitario, non aveva mai trovato il momento opportuno per penetrarvi furtivamente. Ieri però, deciso ancho dal tempo cattivo, stabili di entrarvi. Attese il tramonto e in un momento in cui la stradetta degli Alberoni appariva deserta, forzò la serratura della porta, già poco solida, premendovi contro tutta la persona. La porta cedette ed egli si trovò nell'interno, che è una semplice tettoia. Qua e là, sparsi tra i rimasugli dell'antico laboratorio esistevano tubi, che un tempo avevan , ucwuto^ess,er ripieni di polvere ed alcuni r5zzI.; Quel,V? cne. accadde nell'interno, dopo il Cipollina vi entrò, nessuno lo può dire, Si constatò to seguito ' che vi erano ancora dei razzi carich'i e perciò si suppone che il Cipollina abbia acceso un fiammifero, forse Ser vederci meglio o che questo abbia prootto la accensione e lo scoppio. Fatto sta che un forte rumore fu udito dalle vioinanze e che i coloni più vicina videro il fuoco uscire dal tetto del « ciabot ». Primi ad accorrere furono Giuseppe Palandello e Giuseppe Rublati, che trovarono la casupola in fiamme ed id corpo dea Cipollina disteso al suolo boccheggiante. Contemporaneamente certa Caterina Visconti, edotta dell'accaduto, telefonava alle guardie civiche del Pilonet» e ai -pompieri. La telefonata da questi unici veniva comunicata alla Questura, ed ai carabinieri della Barriera di Piacenza. Il maresciallo dei carabinieri di quella sezione, il maresciallo del ione, u mareMiatio oei- le Guardie civiche, e l'agente di P. S. Veglino della sezione Borgo Po si affrettarono sui posto contemporaneamente ai pompieri. Questi arrivarono cci due distaccamenti, e, lasciati i corri sullo stradale di Cavoretto, raggiunsero a piedi il « ciabot » cho era tutto In fiamme. L'opera di spegnimento fu semplice. Poco dopo l'arrivo d,ei vigili le fiamme erano domate e ogni pericolo di incend'io era scomparso. Erano andati distrutti 50 metri quadrati di tetto. Intanto il Cipollina era stato dalle guardie civiche del Pilonetto, coadiuvate dal primi accorsi, trasportato in una vettura che era preparata sullo stradale e con questa condot-to all'Ospedale di San Giovanni. Egli era gra-veniente ferito .al fianco destro. Un pezzo di pietra mosso dallo scoppio gli era penetrato come un proiettile nel corpo e gli aveva prodotte irreparahill lesioni interne. Watti nel tragitto il Cipollina spirò ed i medio! non ebbero che a constatarne la morte. I iponvptteri, compiuta l'opera loro, sì allontanarono, ma sul posto rimase ancora per le successive indagini, il maresciallo dei carabinieri coi suol mllitf. Poco dopo giunse dalla sezione di P. S. di Borgo Po il delegato Ghisi coll'agente Paolillo. Il funzionario escluse che il movente dello scassinamento del «ciabot» avesse potuto essere li furto, polche il Cipollina doveva sapere che ta quell'edificio f»bandonato non vi era nulla da rubare. L'umica ipotesi possibile è quella cha egli sia là entrato per passarvi la notte. Lo scoppio, ancho a nuanto ritiene H fun z"ionario non può essero avvenuto che per laaccensione di un fiammifero. Evidentemente ilS&l^eSiMWii^fà*0- del razzl^toA&dWS, venne er- melicamente chiuso e le chiavi vennero^rat- tenute dall'autorità. La serratura.forzata dal vagabondo fu sequestrata dal maresciallo deicarabinieri. Dapprincipio, stando a certe parole pronunciate balbettando dal Cipollina, che mormorò il nomo « Giovanin d'Cavoret », si credette che vi fosse un complice, ma poi il d-elesrato Ghisi si convinse che con quel nome Cipollina voleva indicare sè stesso. H fatto ha prodotto nella vallata di Cavoretto un certo scalpore, ma nessuno eSDrime il malcontento che Cipollina, il ladro più temuto dei dintorni, abbia avuto dal destino la sua giusta punizione. Spogliando le pratiche del Cipollina in Questura, è risultato che agli era uscito soltanto fi 12 settembre dal carcere, dove aveva SMBr talq ggg oondanoa par furto.... ;>;.-■- =2fc :?SL^. ■•ostro di musica itrale, fornendo 1 connotati dell'individuo che e egli sospetta autore della sottrazione. Mortale investimento Ieri mattina, verso le ore 7, su una veiTura dell'Ufficio d'igiene e accompagnato da una, guardia municipale, veniva trasportato al Sii Giovanni un vecchio apparentemente settantenne, il quale si trovava in condizioni gravi1A per una frattura complicata della scatola craV.-j nica. La guardia narrò che poco prima in via: Ponte Mosca il poveretto era stato investito da una vettura tranviaria della linea Ponte1 Isobeflla. In tasca non gli furono trovate carte ! dottor Costerò lo giudicò in pericolo di vita-' e lo feoe ricoverare nella sezione Fantino. ! Tutte le cure furono vane, purtroppo, ed il vecchio mori alcune ore dopo. . ; Pare osso da uno sconosciuto '"x'r-.[ Il manovale Bonifacio Balesio, di anni 34,: abitante in corso Palermo n. 8, fu percosso per futili motivi presso la barriera di Francia' da un tale che conosce solo di vista, e riportò contusioni ed echimoel all'orecchio sinistro. Medicato ai San Giovanni, vi ' fa giudicata' guaribile in 6 giorni. è e i i e e e. o o o I II portafoglio dal I Ih via Madama Cristina il maestro di mu-' Slca.£ìrl? Graziani-Walter, abitante in piaz-F za Vittorio Emanuele, a, era salito sopra1 una vettura tranviaria, che dal Ponte Isabella' andava alla Barriera di Milano. Egli aveva intenzione di recarsi alla sua abitazione e'.> non pratico della città, Ignorava che la car-ì.;rozza tranviaria avrebbe preso tutt'altra dire-I r zwne. Nel sospetto, aveva chiesto indicazioni ad un Tizio, che stava sulla piattaforma po-r steriore della tranvia, ma costui s'era affrettato a rassicurarlo e ad aiutarlo a salire. Fu oerto una premura interessata, perchè dopo pochi minuti lo sconosciuto discese, ed il maestro, accorgendosi d'essere giunto In piaz-' za Castello, anziché in piazza Vittorio Ema-i-; nuele, saltò a terra a sua volta. Fatti pocbfu ••' passi, si tastò la tasca intema della giacca, ér con dolorosa sorpresa constatò ch'era vuota, t'Era sparito il portafogli contenente tre biglietti da cinquanta lire e altre trentacinque lire In biglietti da cinque e da dieci lire, insieme od una, tessera personale di riconosci-1' mento. Wm Al Grazlanl-Walter non rimase che la con-'i solazlone, ahimè! molto magro, di denunciare il borseggio sofferto al vice-commissario av-:|vocato Olivazzi. di guardia alla QuesturaCen-;.'

Luoghi citati: Borgo Po, Cavoretto, Milano, Mosca, Piacenza