Indescrizioni drammatiche

Indescrizioni drammatiche Indescrizioni drammatiche "Les Reqnins,, di Dario Niceodemi al " (Per telefono alle STAMPA) Parigi, 4, notteDario i Niceodemi si prepara a un'altra . grande battaglia di teatro e d'arte. L'au; tore di.« Il Rifugio » e di « L'Aigrette » è ! ormai considerato fra i maggiori e più originali- drammaturghi francesi ed è ormai v indiscusso signore delle grandi scene del 'boulevard. Il nome dello scrittore italiano che possiede perfettamente lo stile e che conósce le grazie dell'idioma francese, le |suo sfumature e i- suoi sottintesi, è messo [vicino a quello di Giorgio di Porto Biche, di Enrico Bataillo e di Enrico Bernstein. j Enorme è l'attesa'della prova generale: già alcuni giornali hanno potuto dare qualche breve'spunto del nuovo lavoro: i reporter teatrali danno l'assedio agli attori e alle attrici della troupe di Luciano Guitry che però mantengono un assoluto silenr.io sul , contenuto della nuova opera di teatro. Gli striscioni annunziavano oggi che.; salvo ca' si imprevisti, la répetition generale avrà luogo lunedi sei ottobre. Lunedi sera saranno al Gymnase, nella bella sala aristocratifca, tutte le personalità dell'arte, della letteratura, della mondanità che riconoscono in Niceodemi un artista singolare e originalissimo e che ammirano la grande virtù [scenica di Luciano Guitry, il maggiore degli attori viventi del teatro francese, che .sarà il protagonista di Les Reqnins. L'autore livornese che ho avuto il piacere di incontrare oggi stesso, mentre si recava a una prova, è sereno e tranquillo: egli che ha molto lavorato a questa nuova opera .confida nella buona stella che non l'ha mai abbandonato e nella grande arte dell'attore francese che ne sarà l'interprete e l'ahima- rtore. ! Posso darvi, nella scheletrica forma 'della, 'narrazione di alcuni episodi scènici, quella che gi suol chiamare la trama della comimedia: devo premettere però che il fedele e schematico resoconto non può mettere in luce la rapidità incalzante dell'azione, la commossa anima di certi personaggi, la .violenza tragica di molte situazioni che i possono sembrare illogiche e brutali. : L'azione del primo atto si svolge tutta nella casa di Gerardo de Graglin, a Versail| les. I personaggi principali sono, oltre Ge| rardo, la 'sua vecchia madre, Giovanna, sua ; moglie, Teresa, sua figlia, Bettina, un'altra ;sua figlia ma che egli presenta come sua nipote non avendola legittimata, Maurizio, suo figlio, e Genovieffa Lariège, moglie di un banchiere milionario, Claudio Lariège. L'atto si inizia con una scena semplice, familiare. La vecchia e sempre bella signora De Graglin segue la lettura, fattagli da un segretario dei giornali della sera. Quando il mellifluo lettore legge immotamente i nomi dei divorziati del giorno, la vecchia protesta contro la diabolica, detestabile istituzione: quando ascolta la cro;naca rossa dei delitti e quella nera dei furti deplora la tristizia dei tempi e l'infamia degli uomini. La vecchia signora però ha la fortuna del facile sonno: mentre il lettore continua la sua cantilena, ella s'addor; menta sulle turpitudini umane, tranquilla 'come un... poppante ben pasciuto. Entrano nella sala Teresa e Bettina, le due figlie di Gerardo che si credono, e il mondo crede, cugine. Fra Teresa,, la figlia legittima, e Bettina, la figlia naturale, c'è molta differenza di tendenze spirituali e di desideri. Teresa è bellissima: ama, nella fiorente giovinezza, le feste, i balli, i con' vegni- sportivi : Bettina invece, che non è bella, che ha un'anima pensosa, si prodiga, volontaria sorella degli umili, ad ' opere di carità : nella casa signorile tutti la venerano e la chiamano la piccola santa. Teresa, espansiva e gioconda, che ha partecipato la notte precedente a un grande 'ballo in casa di Giacomo Bémond, narra a Bettina un'avventura audacetta. — Sai, Bettina, — dice Teresa — il signor .Giacomo Rémond è un bel tipo: mentre eravamo soli, in un salotto, mi ha baciata sulla bocca! — E tu? — interroga, rossa in viso e in,genua, la piccola santa. — Io gli ho restituito il bacio. Ti pare strano?... Ho ventitré anni e so quello che mi faccio. Giacomo Rémond m'ama, vuole sposarmi. A me piace molto perchè è bello, giovane, elegante. Però non glie l'ho detto... Ho sottaciuto anche il mio nome : Teresa ,nou mi piace: è volgare: io adoro il tuo nome: è gentile e umile: è un nome che sorride; Bettina, Bettina, Bettina! Bettina, la piccola santa, ha un'anima materna e indulgente: consiglia Teresa alla prudenza e l'ammonisce, con molta dolcezza, a non fidarsi dei'giovani belli e eleganti... Il 'colloquio è interrotto : entrano Giovanna, la terza moglie di Gerardo, e Maurizio, ancora pallido e assonnato, reduce da una notte di gioia passata in un cabaret di Montmartre, insieme ad alcune mondane di grande stile. La vecchia signora è destata dal chiaccherio dei sopraggiunti e le due giovinette fanno molta festa alla nonnina. Ma interviene, seria e pensosa, Giovanna che, allontanate le due giovinette, si siede presso la suocera. — Vivo in ansie... — dice — Gerardo è molto preoccupato, agitato... la casa è sos sopra, mi pare. C'è un continuo, misterioso viavai di notaj, di avvocati. I conciliaboli si avvicendano alle riunioni: che cosa succede, che cosa avviene?... — Io' non so che cosa dire!... — esclama rassegnata la vecchia — Tu ' conosci Gerardo come me, meglio di me... La sua è una vita strana. Di tutti i miei figliuoli Gerardo è quello che ho capito meno: per lui ho sempre avuto gravi pensieri. Per questo, forse, ho voluto vivere con lui, quasi per proteggerlo. Anche tu, del resto hai subito il suo fascino. Fidanzata a Pie tro Legraiid, avvocato illustre, hai preferito sposare Gerardo, del quale sei la terza legittima moglie. Egli, tu lo sai, ha divorziato tre volte! La mammà di Teresa era un angiolo!... Dimmi sinceramente se ti. vuol bene! — No! — esclama, desolata — non mi ama! E tu, mamma, vuoi bene al tuo strano figlio misterioso? - — lo adoro. Te l'ho detto : non potrei vi vere'Senza di lui. Ma ho paura, ho molta paura che si rovini. Ho paura dell'influenza di una donna, di Genovieffa Lariège... —'Ma se è una sua cugina! —{interrompe Giovanna. — E poi è ricca e maritata... — Ma frequenta troppo la nostra casa: lo so che viene da noi perchè suo marito la trascura: è un bohème milionario che viaggia sempre! Ma, che cosa vuoi, la pie senza di lei mi fa paura... Entra, a interrompere il penoso dialogoGerardo, che abbraccia la madre, la moglie. Teresa e Bettina; dà alcuni luigi a Maurizio perchè li butti nei divertimenti, e duecento franchi a Bettina per. 1 suol poveri Teresa, buttandogli le braccia al collo, gli dice: " — gabbino bello, voglio, debbo parlarti! — Per... un marito? Vuoi aposarti?... — interroga giovialmente Gerardo. — Se sì, ti autorizzo alle nozze! Sei contenta?... Nella sala è entrata, inattesa; Genoveffa; Gerardo fa un cenno e tutti escono; rimane solo pon la moglie del vagabondo e milionario bohème. Tra 1 due s'inizia una conversazione molto familiare. Gerardo apprende che lo. strambo marito di GenoviefIa è al Cairo, con la sua amante, il' suo barbiere, il suo maestro di boxe è con un russo che gii- predice l'avvenire. — Povero bohème ,« milionario » —1 asclama Gerardo — vedrai che finirà bohème de cave! Se continua cosi il fallimento sarà a breve scadenza. Perchè non chiedi il divorzio?,... Che cosa aspetti?.1.. Genovieffa è pronta e interroga con una frase crudele: — E tu? Tu, Gerardo, che cosa fai?. Come è la tua posizione? — E', orribile, — confessa tremante Gerardo — è disastrosa! Il mio collega Perammines sta negoziando un grosso affare: se non riesce sono spacciato. Intanto ritardo la inevitabile rovina, vendendo, a prezzi infimi, i miei quadri. — E i figli? Che cosa farai dei tubi figli? Dimmi, Gerardo, quanti figli hai? — Non saprei dirlo! — risponde cinica mente, con amarézza profonda Gerardo. — gono troppi, troppi davvero! Ne ho a Niz za; a Nancy, a Bruxelles, a Londra.-: Ma , a a i i a a a a e l a è i a è e a r e a e e e , . a o e a eua i e ee na e è s o li ca e è li er r i, o e o era i n uo i a a pe a: to he e o, o a e ri; ora è finita: la gioia è tramontata: la ricchezza è sparita: comincia la quaresima atroce.... —■ E Teresa?... E Bettina?.., — Teresa è bella: troverà marito: Betiina è brutta e rimarrà zitella: si accontenta di nulla E' la piccola santa! Genovieffa allora gli parla della grave malattia di un loro comune e ricco zio. — Se morirà — dice e sarò io la erede, ti salverò col suo denaro. Gerardo le risponde con molta freddezza e con molta falsa serenità: — Può anche darsi che lasci a me tutta la sua fortuna. W l'ultima mia speranza : 10 non spero che in un colpo di fortuna e in un colpo di rivoltella! II dialogo tragico è interrotto dall'arrivo di Giovanna. — Che cosa vuoi? — chiedo Gerardo alla moglie. — Nulla! — E, allora — aggiunge Gerardo infastidito' — perchè sei venuta? — Per rimanere con te! — dice con una frase singhiozzante e amorosa .Giovanna — per rimanere sempre con tei ' E il velario cala rapidamente, interrompendo questo breve dialogo di passione. "' '.#"♦ Il secondo atto ha luogo nel gabinetto da lavoro di Gerardo di Graglin. Gerardo che' ha passato tutta la'notte al Circolo non è ancora rientrato. Teresa è in angoscia e fa telefonare a tutti i Circoli. Gerardo arriva finalmente e dice, indifferente, alla figlia:' — Sono in ritardo?... Troppo, non è vero? Scusami, piccina mia: ho fatto la noce! — Non dirò nulla: però devi promettermi di essere molto gentile con un... signore che verrà a parlarti. E' questo signore Giacomo Bémond. — Non lo conosco! — esclama Gerardo. — Avrò l'onore di presentartelo — dice mite e affascinante Teresa.. — Preparati a darmi la benedizione paterna e la... dote! — Ah! —; urla Gerardo terrorizzato. — SI... si, la dote! Sta bene!... Ma poi si ricompone e si domina Teresa lo abbraccia e lo lascia con Perammines, il suo socio, il suo uomo di fiducia. Il dialogo tra i due è rapido, incalzante. — Hai visto mio fratello? — chiede ansioso Gerardo. — No: deve però averti scritto. — Ho paura d'aver fatto un passo inutile. Mio fratello è un egoista E Barillet? — Barillet è un uomo prudente. Domanda garanzie, e le vuole serie, molto serie! — Sta fresco! — ghigna Gerardo. — La tua posizione — dice Con flemma Perammines — è un imbrogliò spaventoso. E c'è un miracolo : il Procuratore della Bepubblica non si è ancora occupato di te: tu eludf, con prodigio, le sanzioni penali. — Lo so, ; lo sol — dice Gerardo. — Sai perchè non sono in galera? Non mi sono mai compromesso colle cifre! Io debbo pagare ventimila franchi fra pochi momenti : 11 mio patrimonio, ora, non supera i seicento franchi. Ma bastano!... pago il viaggio fino a Milano e sono al sicuro..'. Mentre parla cerca sullo scrittoio, sparso di carte, la lettera, attesa, del fratello1. Finalmente la trova, l'apre febbrilmente e trova uno chèque. Respira, quasi esultante. — T'ha mandato i quattrocentomila franchi — domanda Perammines. — Macché! Mi fa l'elemosina di quattromila miserabili franchi! Avaro schifoso!... Meglio cosi, del resto: non gli dovrò neppure riconoscenza.. Entra, annunziato da un domestico, un agente della Società Generale. — Il mio direttore mi incarica di avvertirla ^- dice rivolto a Gerardo — che domani scade la grossa cambiale che ella sa essa deve essere assolutamente pagata. .— Sta bene — dice Gerardo, con molta correttezza. — Grazie. Ossequiate il direttore! L'agente esce, inchinandosi. Perammines, meravigliato, si alza, si avvicina a Gerardo e gli annunzia che una delle sue ex-mogli sta per riprèndere marito: essa però non vuol perdere i trentamila franchi di rendita elio Gerardo le ha assegnato all'epoca del divorziò. Essa è decisa, per tenersi i soldi, a fare all'ex marito un processo... scandaloso. —s Non ti capiscol — esclama Gerardo. — Non mi sembri più Perammines, l'amico astuto. Tu ora mi parli' di sciocchezze, mentre sto giocando la mia vita e il mio onore, mentre sto decidendo tra la fuga ignominiosa e il suicidio! Senti, Perammines: è necessario che tu parta subito per San Remo, con una mia lettera per lo zio Marigny : io aspetterò a Parigi un tuo telegramma... s ' Perammines obbedisce senza far motto ed esce, mentre entra Giovanna. — Scusami. Gerardo! Perdonami la sciocca mia gelosia: puoi dire a Genovieffa che venga pure da noi sempre, come per il passato. Io mi fido di te, di lei... — No. no! — esclama, dominato dalla sincerità Gerardo. — La tua gelosia era giustificata. Io dirò a Genovieffa di non farsi più vedere in casa nostra. Però, ora, Giovanna, tuo marito non è più pericoloso. Guardami negli occhi: io sono un uomo morto! — Che h'ai, che hai? — urla la signora dominata dal terrore. — Tu esageri: vedrai che tutto si metterà a posto. —vimvcmi sssldcpgsitsdfipnnrgtddtmndcucadudItecnard a ! e e a — ? ! a . : . i o : . e e. . n roa tva aaa è x o. o e, o a ir o ed ce il a a n a, o. o a e—• No, non esagero — dice, calmo,, freddo, Gerardo. — Ma hai molti amici... hai tuo fratello! —■ dice supplice e piangente Giovanna- — Non ho più nessuno : e mi manca anche il coraggio dei vili: quello di suicidarmi. Posso solo fuggire, come un ladruncolo! — No, no! non lasciarmi!- non andare! — supplica, con parola disperata, Giovanna. — La legge si impossessa di mei Io debbo fuggire. Tu sii la consolatrice 'della mia vecchia madre... Se non morirà di dolore, ila porterai a Parigi, in un piccolo appartamento con Teresa, Bettina, Maurizio... Biceverai, accoglierai volentieri nella povera casa, Giacomo Bémond. Gli concederai la mono di .Teresa, se vorrà sposarla anche i senza dote. Altri miei figli che tu non conosci verranno da te, per reclamare la pensione mensile che ebbero fino ad oggi. Dirai loro che non c'è più nulla, che il loro, padre, è fuggito. Ora lascia che ti baci: ti bacio chiedendoti 'perdono per tutto il toale che dovrai soffrire per colpa mia. Chiedo perdono anche agli altri: ma tu non piangere, per carità! non piangere, altrimenti io soffro troppo! abbi pietà ancora! . Giovanna, che ha ascoltato la confessione tragica e spaventosa, trova, in un impeto d'amore, una forza sovrumana e dice quasi serena: — Gerardo! Io ti adoro coinè sempre. Tamerò sempre Conta pure sopra di meftvl io ti sarò fedele e farò, religiosamente, tutto quello che mi hai ordinato. Giovanna esce ; e quando è sulla soglia scoppia in un singhiozzò convulso. Gerardo non rimane solo: entra nello stadio un giovanotto elegante, Luciano, uno dei figli di Gerardo. Viene da Nancy, vuol sapere dal padre le ragioni di una sua lettera nella quale gli annunziava che la pensione normale sarebbe stata ormai soppressa.' Gerardo accoglie il figlio, affettuosamente e gli chiede che cosa fa, lo Interroga sulle-sue speranze, sui suoi sogni. Poi gli dice, con. — Io non posso più nulla,- per te: ritorna, figlio mio da tua madre... — Mia madre è morta da quattro anni! — dice, desolato, il giovanotto. — Prima di spirare la santa mi ha detto: «Tu forse vedrai tuo padre: digli che gli ho perdonato!... ». Dal giorno della sua morte nessuno mi ha abbracciato. Che tristezza essere soli nella vita!... Gerardo, muto, spettrale, ascolta le parole del figlio mal conosctuto. Il soliloquio di Luciano è interrotto da un'altra visita: entra un altro giovane, Roberto, il quale aveva ricevuto una lettera come quella spedita a Nancy. Roberto è pure figlio naturale di Gerardo: arriva da Londra dove Tecita in una compagnia di varietà, sotto il nome di Bob Grovver: fa un pò' di tutto: l'atItore, il mimo, il down. Ha ventidue anni ed è bello. Gerardo, ostentando "una Strana calma, gli presenta il fratello. Roberto e un uomo pratico, è un giovanotto che sa vivere. Recisamente si rivolge al padre e dice: — Voglio sperare che non mi sopprimerai la pensione! — Ci sono costretto! — mormora Gerardo, disperato, convulso. ■ — No, non è possibile — dice calino l'attore-acrobata — La vita a Londra è costosa. Io ho bisogno di soldi: ho avuto un bimbo da Una ragazza che amo: io voglio sposarla... , U colloquio è interrotto dall'ingresso precipitoso di Giacomo Bémond — Oli siete? '— domanda spaurito Gerardo. . — Sono Giacomo Rémond: vòstra figlia Teresa vi ha certamente annunziata la mia visita... — Ah, si! E' véro... Sono' ai Vostri 'ordini. Passiamo in salotto. Mentre Gerardo e Giacomo sono a colloquio nella stanza vicina, Roberto e Luciano si parlano, si intendono, si comprendono, cominciano a volersi bene. — Come è bella questa casa! f— dice Roberto — Ma è la casa dei figli legittimi! noi no, noi siamo i reprobi! Questa casa non è per noi! — E' vero! — esclama Luciano. — Del resto io non soffro. Lavoriamo. Facciamo una bella cosa. Andiamocene! Vuoi Venire con me, fratello ritrovato? Mentre si svolge il dialogo delicato, pieno di ansiosa poesia e di tristezza pacata tra 1 due trovatelli, entra la vecchia madre di Gerardo, la mite donna pietosa e tremebonda. — Gerardo — dice — il mio Gerardo, vostro padre,1 mi ha' pregato di tenervi compagnia. Permettete? — Come siete buona? Come siete gentile, signora! Ci permettete di abbracciarvi? — esclamano a una voce i due giovanotti. — SI, — dice commossa la vecchia — abbracciatemi, baciatemi come se fossi la vostra nonna... Il maggiordomo entra ad annunciare che il pranzo è pronto : a tavola, per ordine di Gerardo, ci sono due coperti di più, per i giovanotti. La « nonna » entra nel salotto da pranzo additando al figlio i due nipoti fino allora sconosciuti e sorridendo li accarezza, con gesto santo e materno. « Ils sont charmants! — esclama la vecchia ■— lls sont charmants!... ». - ♦% . L'azione del terzo atto s'inizia nell'appartamento che Genoveffa occupa in casa Graglin, sempre a Versailles. Bettina cerca di consolare la sorella Teresa, che piange sul suo mancato matrimonio e minaccia disperate risoluzioni. — Tutto, vedrai — ella le dice amorevolmente — finirà per accomodarsi.. Giacomo Bemond non ha cessato di amarti... — Già! — replica Teresa scorata — Il suo amore, per. quanto forte, non arriva sino a fargli rinunciare alla mia. dote! Mio padre, fino ad oggi, ha'pensato soltanto alle sue amanti e ai suoi bastardi... Avrebbe potuto pensare un poco anche a me, eh?... Del resto, il matrimonio non è la cosa migliore escogitata. dai legislatori... Non posso essere la. moglie di Giacomo?... Ebbene, sarò là sua amante! • — Sei matta! — le grida la sorella; ma Teresa si mostra decisa a, quei passo ed esce, seguita da Bettina, per andare a scrivere al padre la propria risoluzione. Qui la scena ha dell'imprevisto : giunge, inatteso, il marito di Genoveffa, Claudio, reduce dal Cairo. Egli viene per intimare alla moglie di tornare nella sua casa, di riprendere la esistenza coniugale. Non le domanda forse perdono? Ha cambiato vita... Ma Genoveffa, che a questa strana intimazione, domanda al'marito se pei* caso egli non sia ubbriaco od uscito di senno, non si lascia commuovere alle ulteriori querimonie di Claudio che inutilmente piange la sua rovina e grida al disastro e protesta di avere assoluto bisogno del perdono, dell'aiuto, della pietà di lei... Questa scena tra Claudio e Genoveffa vuol essere tra le più forti del dramma. Ella getta in viso al marito tutto il suo disprezzo, gli rinfaccia tutti! suoi torti, gli grida tutto il suo odio, e quando egli spara l'ultima cartuccia minacciando il suicidio, implacabile ella ribatte: «No, gli uomini come.te non si uccidono! ». L'aspro colloquio ha una pausa inattesa: lo sguardo di Claudio si posa sulle carte sparse sullo scrittoio. Si avvici- dl ! ! . o a , a a e i e o o «a; la lettera che ha sott'occhio è di sua moglie — la riconosce dalla scrittura — ed è una lettera di amore, tutta di frasi ardenti, tutta infuocata di passione amorosa. — Hai un amante! — dice Claudio alla moglie — E che fuoco, perbacco! Genoveffa non' nega; anzi con veemenza confessa al marito il suo amore e caso mai egli avesse ancora qualche dubbio sullo stato d'animo di lei, gli porge la lettera che ella aveva appena finito di scrivere all'amante. — Prendila! E dalla pure, se vuoi, all'avvocato : • servirà per il processo di divorzio... " < L'amante — di cui Claudio ignora ancora il nome — è Gerardo,, e Gerardo entra in quel medesimo istante, sicché tra i due uomini ha luogo una scena drammatica. 'Ma nello prime battute c'è dell'ironia ostentata: — Se entri nell'appartamento di mia modica Claudio a Gerardo — senza glie ritte annunciare vuo1 dire cne ne hai il dt- — Saresti 'forse geloso? — ribatte beffardamente l'amante, che incalza ancor più ggnlmpr spietato: — Possibile che il tqo «russo» non ti abbia predetto-un tradimento coniugale?... Claudio risponde con-la dovuta violenza al cinico oltràggio';" ma poi "la* stia" innata viltà ha il;sopravvento ed ecco'che torna a piagnucolare: ;.» — Sono rovinato... Genovieffa mi respinge, mi nega ogni conforto... Tu, tu puoi venirmi in aiuto, Gerardo... Ecco qui una lettera di lei... una lettera ohe prova,la sua colpa. ìion so ancora chi sia;-il suo .amante; ma tu lo sai, certo, dévi"sàperiol.... — Vuoi saperlo davvero? — replica Gerardo. — Ebbene io l'amò, l'amo; ma non sono stato, non sono il suo amante! E ininterrottamente si rivplge a Genovieffa per annunziarle che finalmente ella ■ è, libera : lo zio è morto e ha lasciato a lei tutto il patrimonio. Un grido di vittoria, di liberazione, esce dalle labbra di Genovieffa Ora Gerardo reclama da Claudio la restituzione della lettera che Genovieffa le aveva dato inconsultamente. Claudio vede perduta la sua ultima risorsa e risolve.la esasperante situazione con un colpo di rivoltèlla: ferisce Gerardo ad una spalla, ma-.Gerardo anche mortalmente ferito riesce, in. uno sforzo disperato, a farsi, dare la lettera. Egli l'ha' già stracciata quando sopraggiunge Giovanna, ohe resta' come impietrata sulla soglia. E al braccio di lei, fedéle compagna, egli, Gerardo, esce barcollante da quella stanza tragica, per tornare a Parigi. Là vuole morire. OAMII.LO.

Persone citate: Claudio Lariège, De Graglin, Enrico Bernstein, Giacomo Bemond, Giacomo Bémond, Giacomo Rémond, Luciano Guitry