Appunti sull'azione

Appunti sull'azione Appunti sull'azione a l a ò e e e o n a n a a i e a , li ne o e o , , e o a a a ' | a . -' La incruenta occupazione di Zauia Gsur, dalla quale i ribelli da tempo molestavano, il nostro presidio di Merg, parve dovesse; preludere a una lontana ritirata del nemico' ricercante eventi migliori per affrontare l9i fortuna delle armi. «■ E difatti era indubbio che all'attacco dS quella Zauia, distanto da Merg una quin-: dicina di chilometri, avrebbero preso parte/ non solo la colonna nera condotta dai co-1 lonnello Latini, giunta allora da Tolmetta,1 ma benanco le truppe bianche — tre bat^. taglioni alpini, alcuni reparti di artiglio-' ria, un plotone di cavalleria. — che ia Merg già stazionavano ed erano sotto ili' comando del generale Torelli, una forzai cioè cosi idonea all'offesa, cosi imponente» per numero, per organizzazione, per vaio»' re, da poter parare a qualsiasi ■ sottile in-1 siaia, da annientare qualsiasi disperata re-! sistenza-lncontrasse sulla sua via. Più. ini là, invece, la situazione sarebbe sfata al-! quanto diversa. Le truppe bianche avreb- } hero fatto ritorno alla primitiva loro sede, non convenendo che da Merg si allontanassero, oltre i limiti consentiti da una ra-; gionevole prudenza; la colonna Latini, so"-! la, coi suoi svelti quattro battaglioni eritrea e con le sue due batterie da montagna, ar: vrebbo proceduto verso l'altopiano drenai-1 co orientale a compimento del suo manda-! to, la ricerca cioè e la distruzione dei Varii Campi nei quali i beduini si sono raccolti ej consolidati, facendone base per la loro; osti-i nata sanguinosa guerriglia. - . Per di più, ripiegando verso orienta -r non verso sud ove sarebbero andati incon,-1 tro aU'inospito deserto — i ribelli avréb^j bero avuto più agio e più tempo di raduna-! re i diversi loro nuclei sparsi nello località! vicine o adibiti a molestare gli altri nostri) presidi e a tenderò- agguati alle carovane1 di rifjprnimento, iu modo dacostituire cost i una massa di ■ armati considerevole 'eùacv concia, se non a incatenare asè' là vittoria, ad. ostacolare più validamente, e'pitti durevolmente possibile l'avanzata della no* stra colonna volante. Niente di strano, quindi, cho da Zauia Gsur essi celermente si allontanassero quand'ebbero sentore cho la nostra azione) repressiva era sul punto d'incominciarei niente di strano, del pari, che tenacemente! si affermassero a Tecniz sia' perchè supponevano che i bianchi avrebbero già fattcr, ritorno a Merg, sia perche ivi avevano radunato forzo sufficienti e altrQ speravano: radunarne prima che l'attacco si pronunziasse, sia, infine, perchè, in previsione de«( gli eventi già da tempo preannunziati, avevano quivi organizzato una difesa che forV se si ripromettevano assai più efficace dj( quella addimostratasi poi coi fatti. Però lo truppe bianche non ritornarono a! Mcrg nò sostarono nell'abbandonato Cam-po di Gsur. Nò lo truppe nere cercarono» quel riposo su chi i ribelli forse contavano per meglio consolidarsi. O fosse contemplato nelle direttive ema-j nate dal Comando di Bengasi, o informa-! zioni attendibili dessero il nemico, assolu-j tamento deciso a una resistenza ad oltranza nella posizione di Tecniz, sta il fatto che; le -truppe biancho si accompagnarono.'allei nere, o tutte insieme, ripartite in. due sea-; glioni o in una riserva, senza indugiò mossero arditamente alla conquista .dèlia posizioni beduine, con uno scaglione' operante direttamente sul fronte, con l'altro avvolgendo con più,largo giro il 'fianco meridionale. Lo scontro fu rude; la resistenza oppostaì da quelle orde fiera e disperata. Lo si'de-^ duce dalle doloroso per/dite: da noisofferte, da omelie ancora più considerevoli ,chè. si| presume ha subito fi nemico. Lo. dichiara, del resto, in modo esplicito, il comunicato ufficiale, guando menziona ritorni offensivi, micidiali contrattacchi da una parte e daì> l'altra. Niun dubbio cho la colonna Latini, an* che da sola, avrebbe saputo infrangere o gni resistenza nemica. Ne affida la saldai sua costituzione. Ma il concorso delle truppe bianche, oltre,ohe di un valore .morale! Iin^sii,baà|"bilé, valso certamente a rendere la vittoria più piena e più fruttuosa, la lezione ! inflitta ai ribelli più duratura; cosicché le truppe nere — eritree e libiche — potranno oramai continuare nella loro missione con ancora più fondate : presunzioni di ogni miglioro successo. Abbiamo dovuto lamentare' perdite.par* licolarmente dolorose. Tra queste, in prunai linea, quella del generale Torelli, che desta uh rammarico tanto più profóndo, quanto pili essa èra meno prevedibile e meno attesa* Andrebbe, però, fuòri dal vero chi si lasciasse indurre a deduzioni di eventuali momenti difficili attraversati-dalle nostro truppe; e tali da- vichiadere l'intervento immediato, del comandante. Niente %di'ciò'. Questi, mosso da un alto sentimento del dovere e dalla generosità del suo carattere si spinse —' forse al di là dei limiti della prudenza — in primissima linea per rendersi meglio | conto-dello svolgerti dello scontro e impartire gli ordini che la situazione, di solito tanto ' mutévole, poteva richiedere. Fu cosi che, una palla nemica lo colpiva, spegnendo violentemente' una preziosa esistenza, non ufficiale prode, colto, intelligente, ca-| pace di rendere all'esercito e al paese altri l segnalati servizi, oltre quello di aver saputo condurre all'odierna vittoria le truppaj affidate al suo Comando. ab*. . -^^^ 1 i ,1 A Il duca d'Oporto a San Rossore PU«,17, notte. \lle ore li, ricevuto dal cerimoniere .di Córte,! conte Cito, è giunto il Duca di Qpòrto, che] con una berlina, di Corte si è recato a ÌUui. J Rossore, ove si tratterrà alcuni giurai, ;

Persone citate: Latini, Torelli

Luoghi citati: Bengasi, Merg, Oporto