A Bengasi si ritiene che la colonna Latina

A Bengasi si ritiene che la colonna Latina A Bengasi si ritiene che la colonna Latina si trovi alle prese ribelli del Gebel telegrafo dai nostri inviati speciali) BENGASI. 15, ere 18. • 'Molto - probabilmente,' altora- in cui vi telegrafo, la colonna volante di truppe indigene comandata dal colonnello Latini si è mossa da Merg e avanza decisamente verso il sud, verso i paesi più centrali della Cirenaica'. Avrà incontrato resistenza in questa marcia di oggi? E' da augurar* «ciò. lo credo che abbiamo tutto da guadagnare se il nemico- accetta il combattipento a cui noi lo provochiamo, se esso tenta di opporsi alle nostre mosse e contrappone al Corpo di truppe, che noi gli inviamo incontro, i suoi nuclei meglio cotiituitij il nerbo più soldo delle sue forze. In questo caso -la colonna Latini avrebbe ìnodo di infliggergli una o più sconfitte realmente per esso gravi e decisive. Come si era preveduto... Col rnungere a Merg, la colonna Latini ha.esaurito la prima parte, parte in verità più semplice, del suo compito, e la ha esaurita precisamente secondo si.era preveduto, il paese a nord e a nord-est di Bengasi, e quindi la via BengasirKoefia^Driana-Tocra-Tolmetta, era considerato pacificato e sicuro e nessuna resistenza avrebbe dovuto incontrare la colonna Latini in questo primo tratto di viaggio. E difatti la colonna giunse a Tolmetta senza sparare un solo colpo di fucile, ricevendo anzi, per parte di qualche beduino, la consegna di qualche arma e l'omaggio di sottomissione. Ugualmente era preveduto che la colonna avrebbe ancora proceduto indisturbata, quando abbandonando il cammino costiero a folmettà, sarebbe volta verso sud, e, valicate le due catene di colline che dividono Tolmetta da Merg, sarebbe uscita nella conc\t~dppunt-o di Merg. Cosi, ripeto, coli'àrr ■rivo A Merg, la colonna ha esplicato la prima parte del suo compito.^ Questa prima parte della impresa non è da considerarsi che come una dislocazione che truppe hanno compiuto dalla base centrale di Bengasi ai luoghi ove diviene possibile la immeiliolà'>yrcsa di contatto col nemico. E la prima presa di contatto, verosimilmente, potrà -avvenire tra Merg e Cavia Gsur. Qualche lettore ricorderà forse la descrizione del viaggio che io campii da Merg aZXivia Gsur, nel maggio scorso, quando mi -accingevo a seguire la Divisione del generale Tassoni in quella indimenticabile traversata della Cirenaica centrale, che a mio avviso resta pure sempre la più ardila, la più grande azione militare tentata in Cirenaica, e il più sicuro e il più glorioso successo ottenuto. Ricorderà forse il lettore che.io andai da Merg a Cavia Gsur, a cavallo, sole Mcom.pdgn-ana.omi. appena per un tratto di via con 'un^a carovana nìilitàre. Questo rievoco, per'dare, con precisione la idra della sicurezza con cui si. poteva viaggiare da Merg a Zavia Gsur. Il silenzio minaccioso Ma è avvenuto nel paese attorno e a Merg stesso, un fenomeno che si notò in tutti gli episodi della nostra conquista libica e che si ripete in genere in tutte le ffwc'rire' coloniali e di cui i francesi in Algeria ebbero spesso a fare dolorose esperienze. Davanti a una nostra nuova con- \qui sta di territorio, dopo una nostra ardita I Le fortunata mossa offensiva, il nemico scomparve dal-paese■ che noi avevamo appena occupato e per un raggio attorno di diecine e diecine di chilometri non si ebbe più nessun segno di resistenza, non si incontrò più nessuna traccia di armati. La situazione apparve tale da sembrare' che il nemico fosse completavxente Asperso, annichilito, che nessun territorio fosse così, sicuramente pacificato còme ■ quello che solo da pochi giorni avevamo occupato. Questo accadde prima a Tripoli, a Bengasi, a Dcrna, subilo dopo lo sbarco; questo si rinnovò, per la Cirenaica, a Tolmetta e a Merg, a Cirene e a Morsa Susa, a Mara e a Sidi Garbaa. E' che il nemico, che noi abbiamo di fronte, resiste meno di qualsiasi. éHlrc all'urlo di una audace offensiva; dilegua improvvisamente, poiché ha subito uno smacco. Cede in altre parole il campo, senza tentare una resistenza continuata, e ostinata, per cui gli manca lo spirito, la educazione e i mezzi. Quindi quella impressione di vuoto, di deserto che noi abbiamo in ogni paese, subito dopo la occupazione vittoriosa. Il nemico ritorna Sfa il nemico, che ha ceduto il campo, non ha però dimesso gli spiriti bellicosi, non ha abbandonato le speranze della rivincita l dispersi, appena trovano nuovi mezii per raccogliersi, appena sono istigati, eccitali, sedòlli a una riorganizzazióne contro-offensiva, questa compiono con rapidità e intensità. Ed ecco che il paese, ■ che ci era apparso deserto di armati, interamente pacificato, si ripopola di ribelli, rifermenta e brulica dì ostilità. Ecco che di fronte al'nuovo presidio, entro un raggio di dieci o quindici chilometri, sorge,-cresce il nuovo campo armato; ecco che dal campo armato si dipartono gruppi di ba/iidili, che tentano insidie contro qualche piccolo posto staccato, che preparano sorprese contro qualche esiguo corpo di truppe dislocato per ricognizioni o per lavori, che minacciano le vie che già apparvero sicure. La tranquillità, la pace del periodo iinmediatamente susseguito alla prima conquista, non erano che momentanee. Questo è accaduto, come dicevo-, quasi sempre durante la nostra guerra e si è ripetuto anche pel paese intorno a Merg, così come si è ripetuto per Cirene e Mara. Subito dopo la conquista del generale Tassoni, tutta la conca di Merg e i monti del Gebel Altdar, che, la limitano verso nord, e i monti del Gebel Abid Nehe, che la limitano verso sud, apparvero deserti di ribelli. Si poteva andare con sicurtà, meglio che relativa, da Merg a El Abiar, a Zavia Gsur, a Gerdes, a Tckniz; nessuna traccia di resistenza, nessun segno di ostilità, nessun attentato bri gantesco. Un mese'o «ri mése e mezzo dopo che il generale Tassoni aveva attraversato gloriosamente la Cirenaica, qtta e là, spo radici eccezionali prima, più frequenti poi, ecco qualche assalto di carovana, ecco schioppettate e insidie di malandrini, ecco finalmente attacchi veri e proprii di gruppi eMSSslaPdctpPicTcdbgNcmnnmoaGlSpcldiggdlppmqss armati. La riorganizzazione dei beduini Il nemico si era andato riorganizzan era, riorganizzato, riprendeva l'oflè Mentre il nostro Governo inviava al Senusso le ambasciate, i messi del 6r.t&k Senusso slesso avevano rianimato i dispera si, ne avevano rieceita'tt gli spiriti di ribeUlione, non mai completamente sopiti e et, avevano preparato nuovi atti di ostilità. Più'tardi lo stesso lavoro compivano net dintorni di Ghcgab e di Cirene e qui era ed ancora il Gran Senusso personalmente che conduce la propaganda di guerra; più tardi ancora lo stesso lavoro compivamo net paese a sud-ovest di Dcrna, tra Mara -e'' Priara e Mikili. Non conosco le ragioni, tornando al paese intorno a Merg, non conosco le ragioni par cui furono tolti i presidi di Zavia Gs\ir.e di Tekniz che il generale Tassoni, con quella chiara, acutissima visione della opportunità della guerra che gli é propria, aveva stabilito per dominare il paese e a guisa di guàrdie avanzate verso sud e verso sud-es%' Non. conosco queste ragioni, ma suppongo che siano stale ragioni di prudenza; si è tir muto, probabilmente, che questi presidi, c/ije non potevano necessariamente essere molf© numerosi, venissero a trovarsi, da un momento all'altro, data la nuova situazione di ostilità, esposti adatlàcchi di forze prepofc aeranti. Furono ' quindi ritirati! E Zavùt Gsur divenne un centro dei ribelli, mentte l'altro centro campale si formava a sud, di Sidi Rafa e di Zavia Beda per fronteggiare i presidi nostri di Cirene, Ghegab e Zania Faidia e un altro campo si .formava % B|iscimal, quindici chilometri a sud di^_Ma,ru, La colonna Latini in azionai*1' . Il compilo della colonna volante Latini, da cui tanto si spera e si desidera la più completa pacificazione della Cirenaica centrale, sarà dunque presumibilmente quello di attaccare e distruggere questi campi dei ribelli, dm cui si irradia per il paese intorno continuamente la ostilità e il brigantaggio, di soffocare questi focolari di guerra. La colonna è ora sul punto di prendere il primo contatto col nemico; [orse all'ora in cui vi telegrafo il contatto è già preso, poiché, secondo le mie informazioni private, la colonna si s~arebbc mossa stamane da Merg verso Zavia. Gsur. E forse, a quest'ora, la 2>arola della fortuna delle nostre armi, della nostra vittoria, è stala detta sul Gebel Abid dal cannone. MARIO BA88I. asdcf'fpavdpas[ep■pddsmtaielNvsaUn altro soldato prigioniero dei beduini Rema, 15, notte. Da indagini eseguite e da testimonianze raccolto risulterebbe che il soldato Giovanni Grasso, dell'87.o fanteria, scomparso nella giornata di Safsal (l.o luglio ,1913) sarebbe prigioniero dei beduini. Il fratello del soldato, Sebastiano Grasso, ha fatto- le seguenti dichiarazioni: «Giorni addietro, viaggiando sulla linea Mossina-Catania, un mio amico si trovò con alcuni militari che presero parte al combattimento, del l.o luglio e che vi rimasero feriti. Essi rimpatriavano' perchè guariti. Interrogati, se conoscessero- mio fratello, uno di loro disse di essergli oltre che compagno amico e di iPiilipateAvtatdngddnVpddra averlo visto cadere ferito leggermente alla coscia. Fuggendo, mentre si voltava per vedere a che distanza fosse il nemico, vide i beduini prenderlo sulle spalle e portarlo via. Questa notizia è abbastanza rassicurante ed è perfettamente eguale al contenuto d'un telegramma trasmesso tempo fa al Ministero della guerra dalla Cirenaica dal generale Vinai. Riguardo a mio fratèllo è da ritenersi quasi per certo, che si trova prigioniero al oampo nemico». La colonna Miani rinvia (Dal nostro inviato spedale). Tripoli, 13 settembre. Poche e sommarie notizie si hanno intomo alla spedizione Miani, diretta a Murzuk, e che si trova attualmente a Socna. il Comando si dimostra jiseriwtUsimo e. si rifiuta a. qualsiasi comunicazione, che non sia strettamente utf'fidale. Secondo quanto mi consta, però, da private informazióni e che sono da ritenere attendibili, l'avanzata verso il sud non avverrà che tra qualche tempo. SI vuol procedere colla massima cautèla e colla massima prudenza, il servizio radiotelegrafico, affidato a provetti specialisti o. che ha dato ottimi risultati, sarà anche perfezionato e reso piti [esteso. E' staio chiesto in Italia per due nuove stazioni. La colonna verrà, ■pure rinforzata di nuove truppe e provveduta di. altre mitragliatrici, a quanto sembra, dodici. ' Le condizioni sanitarie degli uomini, nonostante il clima torrido, sono soddtif definitisime. nel resto, nessuna misura igienica è stata trascurata. P\ir rimanendo, pel momento, di stazione a Socna, la colonna invia ed ha aia inviato, in vari sensi, pattuglie di perlustrazione e di esplorazione. Furono anche intrapresi, e con tinuano, colloqui ed accordi coi capi della località. Il paese appare calmo e le tribù, in genere, animate delle migliori disposizioni. Notizie rassicuranti vengono pure inviale dai vari residenti. Si conferma però che, a causa delle condizioni poco salubri di MurzuM, a capoluogo del Fezzan verrà scella un'altra località, più al nord. Ghodna. ERNESTO RAGAZZONI. il materiale I =fcfJU££; Ufi*"'*»» TSHtauIn Sì