Una colazione di Bonaparte

Una colazione di Bonaparte Una colazione di Bonaparte qsfosabngugmtrpdi a - e e argl,12,noe. Il Gaulois de la Dimanche pubblica un interessante, articolo di Edoardo Gachot, il noto storico, che si dedica alla ricerca di documenti intorno a Bonaparte. v Egli narra in questo articolo come Venne a .conoscenza di una interessante relazione intorno ad un déjeuner di Bonaparte, relazione che egli trovò presso un certo ■Mastro Giacomo, vignaiuolo a Castelnuovo, presso Rivoli, invano Edoardo Gachot aveva cercato di comprare dal ricco vignaiuolo;,-,U raro documento. L'uomo opponeva alle prò.-' poste poche, ma inflessibili parole : « Catte di famiglia; eredità da trasmettere a .mio Aglio ». Dinanzi a questa indefettibile ragtoj ne, Edoardo Gachot si rassegnò ad ottenere (nsoltanto l'autorizzazione di copiare il mano?' scritto, che porta per titolo: «Colazione di Bonaparte ». Ed ecco pertanto quanto nel1 vecchio documento è scritto: ■ «Il 4 agosto dell'anno dell'era' cristiana 1796. tra Sant'Eufemia, piccolo villaggio, ,ei bastioni di Brescia, città Veneta, vi era una piccola osteria. Un Corpo di truppe austriache, comandate dal Quesdonovic, si era avanzato il giorno innanzi fino a quella osteria. Il padrone, mastro Gusnér, era un austriaco, e detestava i francesi, che si battevano in quelle contrade. Fu perciò contrariato molto dell'arrivo, di 4 agosto, verso lo 10 del mattino, d'un gruppo di cavalieri francesi. Tra una scorta di guide e di ussari, un uomo di circa 85 anni, inagrissimo, dal viso giallo, dagli occhi cerchiati di bistro, appena appena si reggeva in sella. Alle curo che di lui avevano gli ufficiali, stretti in gruppo atr torno a lui e dietro di lui, si indovinava che egli era il capo, il'generale in capo, cioè, dell'armata d'Italia, che correva sulle tracce di un nemico vinto il giorno innanzi e messo In fuga. Tutto lo Stato Maggiore pose piede a terra. Berthier entrò per il primo nell'osteria e domandò quali provvigioni si potessero trovare. —- Qui non c'è niente da mangiare — rispose il taverniere, non nascondendo il suo cattivo umore. — Neanche della polenta? — Niente, niente. La miseria è generata da questa guerra, che non finisce più: sortite! E mostrò la porta all'ufficiale, come uomo che si crede padrone in casa sua. Berthier ordinò alle guide: — Perquisite questa casa, dalla cantina al granaio. In quanto a voi, buon uomo, calma, calma... I perquisitori trovarono in cantina, in un barile di cemento, cinque bottiglia di bazzalucco, una mezza, forma di mortadella e del vecchio pane ammuffito. Altri trovarono nel pollaio una vecchia gallina, che, abilmente manipolata, diede ancora un uovo: magroj bottino per alimentare quindici uomini^ Men~ tre una fascina bruciava nel camino, Bonaparte misurava a larghi passi il coitile,,.dava degli ordini, parlava di Wursmer. di uri'armata austriaca da battere verso Castiglione, e, divorato dalla febbre, domandava da bere. — Volete dell'acqua? — offri il taverniere. Ricevette in cambio un colpo di scudiscio. Si trovò dietro ad un vasto armadio un c„vdorcio di forme, rispettabili, che conteneva del vecchio vino, e che aveva attraverso il tempo guadagnato in forza ed in bontà. Due bicchieri di tal vino soddisfanno 11 generale, che, bevuta l'ultima goccia, si mostrò più tranquillo. La'voce'formidabile de> cannone risuonava nella vallata veronese e si-ripercuoteva con eco violento contro Monte Baldo. — Che cos'è che ci minaccia? — gridò Bonaparte. Un reggimento austriaco si dirigeva verso il centro dell'armata, francese, che si trovava in una difficile posizione. E Napoleone aggiunse: uè| f| smvttespsnajbntjcusgsomel| ii —necessario chiomrenaconoquello che avviene di straordinario. Rotto a tutto le fatiche, avvezzo a tutte le sorprese di guerra, Bonaparte ordinò che gli fosse condotto 11 cavallo che era già stato dissellato e ricoverato sotto un capannone. Un alutante di campo condusse il bel corsiero bianco, che era avvezzo alle frequenti speronate del nuovo Alessandro. E dopo poco un gruppo, dèlio Stato Maggiore galoppava per una strada incassata, tra i filari di viti rigogliose. Il plotone fece tre leghe in trenta minuti. Presto, giunto ad uno spiazzo pietroso, potè dominare il "lago di Garda ed ti panorama di Brescia, formando il più leggiadro auadro sotto i raggi del sole, Il cannone 6i ' j (non dava più verso le grandi alpi, che dei ?' l1 i a o n a r e e o e o , l l e oj n~ aa re, e. . . n ncbbcòipi rari e" che di minuto in minuto sembra- „„„ _„,._,,„_„_, „.__- ,» r-n i-aiuto vano allontanarsi verso U nord. ^J^»» del suo cannocchiale Bonaparte «raziono "el o ce, ù e ro. o a ulto il terreno, attraversato da filari di gèlsi da qualche ruscello. — Vedo un cavaliere — disse Berthier è l'aiutante di campo di Masseria. | n suo cavallo nero, coperto di schiuma, fermò davanti al capo dell'armata d'Italia. | — Cittadino generale, il nostro campo è stato attaccato da un Corpo considerevole che minacciava le comunicazioni di Mantova; l'invincibile 38.o mezza brigata ha caricato a testa bassa ed in venti minuti ha potato mettere in tuga delle fòrze tre volte superiori al suo contingente! pr- Sono rassicurato; andate a dire a Massena che Bonaparte è contento di' lui. Adesso noi potremo far colazione senza tema che 1 aignori austriaci ci invitino al dessert. j.E io Stato Maggiore riprese la sua corsa rabidissima verso Castelnuovo. Joubert, un generale, aveva fatto cucina e preparato là tavola. .... I Leclaire, un altro ufficiale, scriveva 11 menu j-Entrée: Mortadelle de Bologne. ! Deùxieme service : Un oeuf à la coque. ! Plat de risisten.ee : Poule à l'eau. 'Boisson: Viri rouge. j Paté: Padn bis. ! Omeri: Raisin noir. I L'uva era stata raccolta dagli ussari in un jjiccolo brolo dietro all'osteria. Berthier annunciò prima di mezzogiorno a voce stentorea, di un primo maestro di cerimonia: « Voi siete servito; cittadino generale in capo ; Bonaparte si sedette alla estremità di un grande tavolo : il suo Stato Maggiore si dispo sa ai suol fianchi. Poiché il generale faceva onore al pranzo, gli ufficiali gli lasciarono la mortadella, l'uovo, una parte del pollo, l'uva e. distribuendosi qualche piccolo avanzo del là- gallina, si strinsero il cinturino dei pan talloni. iBonapariè. che aveva mangiato con gli occhi bassi, si accorse ad un tratto delle privazioni che ali ufficiali avevano fatto-per lui, s4. Irritò, ordinò di vuotare le bottiglie dii vino domandò dei biscotti ai cavalieri di scorta. Gusner, l'albergatore, avrebbe meritati venti colpi di bastone. Bonaparte, invece, gli elar| gl un luigi prima di dare al plotone il segnale di rimontare a cavallo, per correre in rico> ignizione verso l'ovest, dove Quesdonovic ave va abbandonato del cannoni e qualche centinaio di feriti ». Questo giornale o rapporto data dal 6 ago sto 1796 ed è segnato Luigi Bonaretto guida. Edoardo Gachot conclude Ja sua citazione domandandosi se-il fatto dei déjeuner bonapartiano davanti a Brescia sia verosimile. Afferma che negli archivi italiani non ha potuto trovare documenti precisi di conferma in proposito, ma ad ogni modo a suo avviso iil rapporto per la sua originalità era degno di essere reso pubblico.

Luoghi citati: Brescia, Castelnuovo, Italia, Mantova, Rivoli, Sant'eufemia