Gli Alpinisti a Congresso

Gli Alpinisti a Congresso Gli Alpinisti a Congresso Idi-prima giornata - Da Saluzzo a Crissolo Il ricordo a Quintino Sella (Dal Mitro inviato speciale). Crissolo, 6, notte. I « La Drima aaì xlii ron eresse desìi ?«S&iffi%lffl^S%>teii.^£ SS5f2S~J Ila Nuova, con gli scongiuri contro il maltempo obe minaccia. Un centinaio circa sono i partecipanti a. onesta prima delle gite che si svolgeranno nella regione saluzzese e del Monviso. Pochi sono i giovani: la relativa facuita al Piano del He, alle Sorgenti del Po, alla Ca- Sna del Rio Martina, .al classico airo dei hi. o su «u, più audacemente, fino al Rifuaio Sella o alla vetta del Monviso (3841 m. sul livello del mane), permette che alla radunata ti partecipino coloro che del Club Alpino sono l «onerati e arami fondatori. In treno tacciamo la conoscenza o rivediamo con piacere i buoni padri dell'alpinismo nostro, un po' impacciati alcuni, ma tutti aitanti e giocondi, nelle assise alpinistiche, con gli scarponi ferrati. Vediamo accomunati negli stessi primitivi carrozzoni di erza classe, l'illustre senatore Lorenzo Camerano, presidente generale del Club Alpino, ratwvissimo conte Cibrario, segretario generale del Club e presidente della Sezione di Torino, 1 cav. dissenti, di Brescia, l'argutissimo Paoo Pedrettl, vice-presidente della Sezione Enza df Parma, Il oav. Brloschi, mecenate dell'alpinismo, creatore delia divisa veide, uno del Più nobili estimatori dell'Alpe: ecco una serie 01 veterani: il Cederna e lo SpecheV di Milano, II sen. Bhcarettl di Ruma, il comm. Boggio, il barone Peccoz, Beok che vive, innamorato dela sua valle, tutto l'anno a Gressoney, 11 caValter Vallino e il prof. Silvestri. A questo gruppo degli anziani che rappresentano il periodo eroico dell'alpinismo si aggiungono, nel rituale peUegrinaggio alle Sorgenti del Po, numerosi alpinisti provetti, alcune belle speranze giovanili: ricordiamo il Savio, il dott. Agostino Ferrari, Walter Laeng, il giovane compilatore pazientissimo della storia del cinquantenario del glorioso sodalizio, il cav. Borda ipresidente della Sezione Monviso, il dott. grande Ufflciale Abbate, vice-presidente della Sezione dl Roma. «Wt signore partecipano alla gita; una, la dottoressa Ernestina Fasciotti, della Sezione di Milano, ascende stasera, con la cotalliva degli audace», la vetta del Monviso, A Saluzzo col temporale À Saluzzo la comitiva arriva sotto un paiUdo sole temporalesco; c'è caldo e c'è odor di pioggia: il Sindaco e il presidente della Sezione locale « Monviso », cav. Borda, ricevono alla stazione i gitanti. La città, avvolta in una mite luce cangiante, ora d'oro, ora d'argento pallido, si offre solenne come un solo monumento di bellezza antica, religiosa, da fortezza. Dopo rapide visite alla Cà Cavassa e al Duomo, i gitanti si dirigono, tra i tuoni e i lampi, a Castel Soprano, dove nel parco della villa del cav. Ippolito Berrone, socio della Sezione Ligure, aperto cortesemente ai congressisti, sarà inaugurato ufficialmente il Congresso con un pranzo solenne. Ma i tuoni e i lampi si convertono in breve in un burrascoso temporale, e i congressisti vecchi e giovani raggiungono di corsa, dopo il rinlresco offerto dal Municipio a Cà .Cavassa, la villa Berrone Intanto, lassù, nel pianoro arborato di Castel Soprano, le tavole imbandite si ammollano tutte, i fiori sono distrutti, le belle vivande rovinate... Verso l'una la torrenziale pioggia cessa e gli alpinisti seggono atte mense coraggiosamente, consumando 1 resti abbondanti del pranzo salvati dall'inatteso diluvio. Alla fine parlano brevemente il cavaliere Borda, che inneggia al Club Alpino, alla memoria del fondatore Quintino Sella, all'avvenire della Istituzione patriottica e civile, cosi benemerita dell'energia nazionale. Gli risponde, con un'altra improvvisazione, il Presidente senatore Camerano, che, dopo aver ricordata la bellezza della città eroica.e antica, dimenticata, nel suo canto, dal Poeta, ringrazia tutti delle accoglienze avute nella regione, che è culla di cavalleria antica e di operosità moderna. Intanto, il sole apre uno squarcio nelle nubi: poi il sereno ritorna e il sole Illumina la vastità dell'orizzonte, pieno df incanti e di azzurro. Il ricordo a Quintino Sella Alle 15 si parte in tranvia per Paesana: si attraversa la più bella zona di castagneti della regione. I tòni verdi sono di una freschezza e di una varietà mirabile. A Crissolo i gitanti sono accolti da tutta la popolazione in festa: entriamo gloriosamente nella regione della montagna: il corteo dei gitanti è aperto dalle tre Autorità del luogo : il deputato on. Marga- gla, il sindaco Picca, 11 parroco Ricca. E i barnmi ci rincorrono... La folla di curiosi e i congressisti si raccolgono poi nella- località ove si. de ve inaugurare il ricordo a Quintino Sella. L'ertlgrafe dettata dal comm. Stampini è la seguente : « Quintino Sella— Il 13 agosto 1863 — Superate la vetta del Monviso — Prima di lui non tacca da piede italiano — Con Paolo e Giacinto Di Saint Robert — E 11 calabrese deputato Giovanni Barracco — Che scelse compagni nella rischiosa impresa — Volendo nel nome della rinata Italia — Affermare la gloria del vittorioso ardimento — Pensò dalle balze stesse 'Azi monte — La fondazione del Club alpino italiano — E questo — Solennizzando il suo primo cinquantennio — A ricordo del grande fondatore — Ne consacra il nome nel bronzo w- Quale infallibile augurio — Vi nuovi torti cimenti — Di sempre feconde esplorazioni identinche — Il settembre del 1913 ». II velo che nasconde il ricordo cade tra gli applàusi « il senatore Camerario prende la parola per la commemorazione ufficialo. L'Inno ai oonquistatori del Monviso - Fatta la laude del Monviso, simbolo di forsa, «1 bellezza e di ricchezza, il senatore Camerano cassa a tessere l'elogio dei primi suoi conquistatori: « Quintino Sella, Roberto Baracco, Giacinto e Paolo di San Robert, eoco — egli dice — II manipolo eletto dei primi italiani che salirono sulla cima del Monviso, che per tanti secoli era «fato anche dagli arditi alpigiani, che -vivono al suol piedi, dichiarato inaccessibile. Nerra Quntino Sella nella sua lettera a Bartolomeo Gastaldi: «Mi recai a tentare il Bal» meco, onde venisse a rappresentare l'estrema li Calabria, di cui è oriundo e deputato, su to questa estrema vetta delle Alpi Cozie, il Bab.racco. u quale fa già presso alla vetta del «ilioate Bianco, e che, per quel che io sappia, li fu 11 primo Italiano a salire sulla Hochste VSpitze deFMonrosà, non fu lungo" a persilaI» darsi, e la sera del 9 agosto partimmo per Sa>,' lùzzo, ondo visitare il conte di San Robert k a Verzuolo e proporgli di tentare in tutti 1 I modi la salita al Monviso In compagnia di r qualche ardito montanaro. Il conte di San ■ Robert, al quale'tu sai quanto stia a cuore V II Monviso, che fece tradurre e stampare t> nella C-nella di Torino la relazione di Tuc ìi kett sulla salita che aveva infiammato di enti tusiasmo noi e tanti altri, egli che fu insomk .Ma il vero iniziatore dell' impresa, non se lo k fece dire due volte >. « La salita non fu senza rischi e pericoli e nei discendere su ripidissimo lembo di neve, sdrucciolò un piede a Giacinto di San Robert, il quale dovette la sua salvezza alla guida GejHiux, col'quale era legato. Il Monviso fece profonda impressione su Quintino Sella. « At' orno a noi — egli dice — erano guglie telate a piceo, precipizi, orrori veramente sultani... Regnava quel singolare silenzio sepolerale, oae fa tanta impressione sulle alte .. Una sola penna avrebbe potuto gli spettacoli offerti dalla monta_quella di Dante». L'impresa fu coroni pièno successo. Verso le due pomerl•gU atomi «taglioni che nascondevano le furono superati ed il Sella fu preso da grancle ardore che, dimenticata la Stanis, si sciolse dalla corda e si pose a coragilità grandissima su per Ta scogliera, di tata fa il primo a toccare la vetta. " dono, il 15 agosto 1863, egli scriveva relaziona della salita, p«rpl*:i «Sismoriu- cVl««««li«■«•acSsgcpgvssem«««««<<«««««««««««««audladsPcbrdagcvLgts(gorartvdDdc5pep™ìvS « sciti; e una comitiva di italiani è finalmente ? ^J'14 Bul Monviso! •. Chiudeva la relaziono. I«»9**n«9. Videa di fondare anche in. «alia. come poco prima era stato fatto a Londra e a Vienna, un Club Alpino, che facesse conoscere le Alpi sotto tutti i loro aspetti, che « incitasse i « nostri giovani... a dar di piglio al bastone fer« rato e a procurarsi la maschia soddisfazione di « solcare in varie direzioni e sino alle più alte « cune queste meravigliose Alpi che ogni poli polo ci invidia. Col crescere di questo gusto « crescerà pure l'amore per lo studio delle ■ scienze naturali, e non ci occorrerà più di « veder la cose nostre talvolta "Studiate più • dagli stranieri che dagli italiani >. E prosegue : « Organizzatore della ascensione al Monviso e compagno di Quintino Sella fu, come ho ricordato, il conte Paolo Ballada di San Robert di Verzuolo, figlio illustre di queste terre. Il suo nome e indissolubilmente le gato a quella del grande statista italiano. Il conte Paolo di San Robert, soldato valoroso e professore nella scuola di applicazione di artiglieria e genio di Torino, scienziato di grande valore, che 1 più celebrati sodalizi italiani e stranieri si onorarono di Inscrivere fra f loro soci, fu alpinista fortissimo e la montagna amò entusiasticamente, profondamente. Sentite come egli ne parla: «Chi non ha mai passato « una notte all'aria libera, nelle regioni elevate « dèi monti, presso il limite delle nevi perpe« tue, lungi da ogni abitazione umana, non sa « quali impressioni grandiose può la natura de« stare nel cuore dell'uomo, l'alto silenzio .che < ti circonda, rotto soltanto di quando in quan- < do dallo scroscio di qualche sasso che giù « rovina dalle cime, il cielo di un azzurro in« tensó tutto tempestato di stelle che ti guar« dano amorosamente, ti inspirano alti pensle« ri e ti rapiscono In ' un mondo migliore di « questo che noi abitiamo... Nulla è più propi« zio a rigenerare la salute del corpo e dello « spirito della montagna... I monti sono stati « sempre ispiratori di idee elevate... Vorrei che « la gioventù italiana, scossa l'ignavia, si ri« temprasse in un maschio slancio verso le cose « ardite, perigliose e ardue. L'uomo non é « perfetto se non quando le forze del corpo « sono in armonia colle forze dell'animo ». Ricordate poi le figure maggiori degli altri alpinisti che ten-arono il Monviso, chiude con un inno al fiume fecondatore della Valle Padana. « Continua, nume tutelare e benefico, a largire l'acqua fecondatrice al campi, l'energia agli studiati ordigni moderni, potenti ausiliari del progresso umano ed alla nostra gente sii sempre inspiratore di ardite e magnanime imPah-la1»61' 006 e Per lft magfflor Storia della L'oratore ufficiale chiudo la sua commossa commemorazione tra gli applausi. Sono vicine le 19. L'aria comincia ad imbrunire e tutta Crissolo, per qualche momento rimasta silenziosamente raccolta nel pensiero di colui che primo scalò il Monviso, torna ad animarsi. La gala, pittoresca folla dei congressisti porta una nota di vivacità nel pio colo paese di montagna che ha offerto ai de voti delle Alpi ospitalità squisita e cortese. AVIAZIONE La squadriglia Bolla non e partita Là partenza della squadriglia Bolla per le grandi manovre, che non si era potuta effet tuare giovedì sera a causa del temporale eri stata rinviata a ieri mattina aMe ore 5. Ma i (eri mattina, nè nel pomeriggio la squad glia parti. Abbiamo chiesto notizie sulU oaiusa dell ancora ritardata partenza e ci fu rasposto che <per quanto il tempo nel pomeriggio fosse a Torino abbastanza rassicurante, le nottole "giunte di fuori non consigliavano 1 effettuazione di un Raid. Se tutto andra^bene, la partenza si effettuerà questa Due brillanti "raids,, di 350 km. del tenente Jacoponi Pordenone, 5, notte. Ieri ed oggi il Tenente Armando Jacoponi, della Scuola Militare di Aviazione di Avlano campiva su di un monoplano .Bleriot» 50 H. p. due brillanti raids. sui seguenti percorsi: Aviano, Udine, Pordenone, Avlano, e Aviano, Codrolpo, Spilimbergo, Avlano, coprendo il percorso di un complessivo di 350 ™ hi 3 ore e 30', ad una quota media di ìooo metri. Al termine 'della prova, l'aviatore è stato vivamente complimentato dai colleghi della Scuola. , CICLISMO Montagoi abbassa il "record,, dell'ora dei dilettanti Firenze, 5, notte. Stasera al velodromo delle Cascine, U corridore Attillo Montagni, del Club Sportivo di Firenze, .presente il commissario dell'Unione Velocipedistica Italiana, tentava di abbassare il record dell'ora del dilettanti, detenuto dal corridore Camillo Borio di Torino che lo stabili il 9 settembre 1909 compiendo km. 37,564. Montagni iniziò la corsa alle 18,30, campieri do in un'ora km. 37,935, abbassando cosi il record di 391 metri.'