L'avventura del custode di un Oratorio

L'avventura del custode di un Oratorio L'avventura del custode di un Oratorio composto d'una chiesuola, d'un sotterraneo aS uso leatrino e di un vasto cortile, ove si radunano molti ragazzi per la ricredono. Giorni sono la quiete del modesto edificio e stata turbata da una serie di circostanze più buffe che dolorose, ma clic a tutta prima avevanò assùnto delle proporzioni veramente ■ii^ustòde dell'Oratorio. Emilio Frezet, di anni 31. abitante in via Madama Cristina, 1, tornando il 17 agosto scorso, dopo alcuni Kioini d'assenza, aveva la triste sorpresa di constatare che nei locali ad esso affidati erano penetrati i ladri. Costoro, forzando: la Dorta del cortile, erano passati nella.stanza del buftettista, rubandovi dieci lire in moneta ed ima morsa di ferro, che si trovava in un ripostiglio attiguo. Del fatto fu subito informato il commissario di pubblica sicurezza di Borgo San Salvarlo, il quale dispose per la ricerca dei colpevoli, ordinando ai suoi agenti di intensificare la vigilanza notturna in quei paraggi. Dnl ranto suo, il Frezet rinforzò le chiusure delle porte, raddoppiò di zelo e di oculatezza fermandosi ogni sera fino a tarda ora al può posto nell'Oratorio. 'Ma il mattino del 23 njrosto, mentre il custode rientrava.per la pulizia, vedeva ancora aperto l'uscio che dal coitile mette nella sacrestia, e non vi trovava nemmeno la serratura! In mancanza di meglio, i ladri si erano impossessati di quella povera cosa arrugginita, del valore di trenta soldi! l-na settimana dopo lo stesso scherzo fu constatato nella porta del teatrino: questa volta i bricconi avevano portato via due lampade elettriche situate al lati del palcoscenico. II povero custode tornò alla Sezione di pubblica sicurezza, e al delegato, aw. elaiopoli, raccontò minutamente le vicende delle scorse notti. Più d'ogni altra cosa, impressionava il Frezet la sveltezza e l'audacia che dimostravano i ladri nel compiere le loro gesta. Cinque minuti soli d'assenza bastavano allo scasso, all'invasione ed al furtol iLa serratura fu rimessa, catenacci e lu chetti furono esaminati con cura: tutte pre cauzioni inutili! Il 29 mattina la porta era aperta e. l'ingresso ostruito da una campana di bronzo. La mattina del 30 la porta era addirittura, scardinata e delle campane ne avevano messe due... Era tempo di finirla. Lo scherzo passava limiti. Il custode si armò d'una vecchia sciabola e d'una più vecchia pistola carica 8 polvere. Nella notte dalla domenica al lunedi si appostò in un bugigattolo in fondo al cortile, ad attendere. Giurò di non muoversi fino a che ayessn ottenuto completa soddisfazione. Nelle vicinanze gironzolavano pure due guardie, inviate dajla Sezione di San Salvarlo. Il poveruomo tendeva l'orecchio ad ogni rumore, aguzzava lo sguardo nell'oscurità, accarezzava il suo sciabolone. quasi per lice venie coraggio e pazienza. Finalmente, poco prima della mezzanotte. l'u9cio fa un piccolo movimento, stride, si apre... e compare una ombra, che si ferma, un istante In ascolto. Il Frezet si alzò dal suo nascondiglio, prese la rincorsa, puntò la pistola e sparò: nello stesso tempo alzò lo sciabolone e menò un colpo sulle spalle del ladro; ma un colpo incruento, da non lasciare tutt'al più che una lividura! Tutto questo durò un istante : pochi secondi dopo l'ombra, abbandonati in terra i" parapioggia e la scatola dei cerini, correvi rasente il muro di via Saluzzo, si nasconde va accanto al portone della casa segnata col NI -41. e vi entrava a precipizio. Il custode, lasciate cadere le armi, rin corse per un po' lo sconosciuto; ma vedendo che da solo non sarebbe riuscito a nulla chinino al soccorso. L'udirono gli agenti di • pubblica sicurezza appostati poco lontano, i quali fecero avvertito il delegato Ciampoli. Il funzionario, con le indicazioni avute, recò alla casa di via Saluzzo, N. 41; volle essere informato degli inquilini che vi abitavano, e saputo che tra questi era appunto un ex-allievo dell'Oratorio, lo chiamò in Questura e lo sottopose ad un lungo interrogatorio. E' costui il fabbro Giovanni Canova, d'anni 19. che negli anni scorsi faceva il macchinista teatrale nel teatrino sottostante alla'chiesa di San Giuseppe. Dopo molte ripulse, dopo una infinità di tergiversazioni, il Canova, fini per confessare che suo scopo era quello di fare una burla!... Però le lampade elettriche furono vendute ad un rigattiere e la morsa ad un calzolaio. Ora è alle carceri. tcaalcrfdlgr l o , le n , e o, ie ri oi, mc h

Persone citate: Canova, Ciampoli, Emilio Frezet, Frezet, Giovanni Canova

Luoghi citati: Borgo San Salvarlo