Dalla Libia

Dalla Libia Dalla Libia m i ; a nell'Ultimo scontro al Merg (Nostra corrispondenza particolare). Bengali, 26. Sullo scontro avvenuto ab Merg il 18 corrente, nel quale, come ricorderete, fu ucciso un ufficiale egiziano, ho potuto avere altri particolari da un ufficiale di quel presidio, giunto di questi giorni a Bengasi. Nelle prime ore del mattino del 18 corrente, il quindicesimo giorno del Ramadan, cioè, la' festa della Ekehira, i ribelli, sia per solennizzare tale festa con un attacco in piena regola, sia per obbedire agli or- SWT,S0' SP*?! lerCkè sapevano cne parte del presidio di Merg era sceso a hengasi onde partecipare all'azione di Sol-luk, (due battaglioni del i.o fanteria, la batleria Leoncavallo ed uno squadrone dicavalleggcrì del reggimento Piacenza), mos-se.ro all'assalto delle nostre posizioni, fa-centuno 4i quegli attacchi che da un meMic e più non si avverava. Le nostre sentinelle scorsero subito i ri-belli, che su quattro [orti colonne si avvt-cinavano alle rido'tte e diedero l'allarme. Un battaglione di alpini si trovava nellaforesta di Zorda a far legna ed una campa-m,in Hi „,.•, • =»«*««* << » F" (,ma di ascari eritrei era andata poco lun-gì a provvedersi di acqua. Entrambi i re-parti vennero avvisali con gli eliografi del-l'attacco imminente e nello stesso tempovenne loro ordinato di tenersi pronti ad entrare in azione al momento opportuno. Il restante del presidio lasciò giungere gliassalitori a seicento metri dai reticolati,quindi li copri con un uragano di ferro., Molti ribelli caddero, fra cui il loro capoMohamed Ben Salek El Mas lami, detto EVMeccani cioè, originario detta Mecca, co-lui che ha il privilegio di portare il coloreoerde, il colore del Profeta. El Meccani, giovanissimo condottiero, aveva fatto assai rapida carriera nelle fila smussile. Era particolarmente caro al Gran Smusso di nùrlXa'aZZ ^ " "^^colare, era adesso una specie di delegato, At tempo slesso era condottiero di truppe e capo del campo di Gsur. Valendosi della.sita pratica di ex-ufficiale dell'esercito eai-zia.no, aveva sapulo regolarizzare e disci-plinare i suoi, formandone uno scelto Cor- pò di cavalleria. Egli cadde gravemente ferito e fu separato dai suoi dall'onda dei nostri alpini, ed ascari contr'atlaccanti, per cui, per l'impeto nostro e per lo scoraggiamento di non vedere più il loro capo caracollare superbamente innanzi a loro, i ribelli si die-dero alla fuga, perseguitati dagli alpinidel battaglione Feltre, che era stato avvertilo coll'eliografo di tagliare la ritirata al nemico. 1 ribelli lasciarono sul terreno una cinquantina di cadaveri, mentre riuscirono a trasportare via moltissimi feriti. El Meccani, .che era caduto a poche centinaia di metri dalle nostre ridotte, fu scorto per le sue magnifiche vesti di seta, per il suo burnus azzurro che lo avvolgeva misteriosamente e per il cordone di seta verde che gli attraversava il patto come insegna di comandante, da un buluk-basci eritreo, che si diresse alla sua volta sopra il suomuletto per catturarlo. Il ferito ebbe però la [orza di sollevarsi e di spianare contro il nostro soldato eritreo una magnifica doppietta americana, ma l'ascari fu più pronto e fini il capo arabo con una rivoltellata. Oltre alle magnifiche vesti, allc armi e vane carte, e ad un piano *di^UaZrdelMerg, si rinvenne su ii lui un plico cont nenie sette lettere di Sidi Amed El Scerif ai vari capi degli Ailet, degli Abdea, degliOrfa e dei Grassa dimoranti nella regione di Merg. Il contenuto di tali lettere è inte- ressante. In una lettera, diretta allo Sceik Omran,il supremo capo dei Brassa, egHdice: «Rispettate e riverite il mio caro EliMeccaui come mio rappresentante e capo supremo delle forze della vostra regione ». E più innanzi rimprovera Omram di pi- grizia, e dice: «Ma perchè, o Sceicco 7ion™t -ìL.vhaì • • . „'.' mi riprendi quel mio castello di Merg, che mi preme più di ogni altra cosa almondo?». In un'altra lettera, diretta adun capo degli Orfa, dice: «Sappi tu e faisapere ai tuoi uomini ed a tutti gli armati„,,„ ,„ „.,.„ „ ., , j ., . che per le mie preghiere il ferro ed il pioni-oo dei cristiani si convertirà in fumo edacqua, molto innocui, perciò assalta senzatimore queste truppe italiane ». SuEl Meccani venne rinvenuta anche una lettera, che un cavaliere gli aveva por-tato poco prima del combattimento. Essa era di quattro capi di un piccolo Ailet dcgliOrfa, detto Ailet di Salatila, che era coro- posto di trecento tende e che era situalo adun chilometro dalle nostre posizioni.^ La lettera informava El Meccaui che essi non potevano partecipare al combattimento, perchè sotto il tiro dei cannoni italiani, ma dichiaravano di parteciparvi in spirito e di rimanere fedeli al Gran Senusso. figiorno successivo, come vi comunicai il generale Torelli, circondato il campo diSa-lauta, lo incendiava completamele. I dumi non opposero alcuna resistenza e sidettero alla fuga verso oriente. 7 due fortunati combattimenti ci dannoa sperare un po' di tranqiàlUtà, ma il f^vore ancora dimostrato da tali ribelli, me- \rita ^'ultima lezione salutare ed a questa1 penseranno presto i nostri braci ascari \eritrei i V. illustra il dissidio con Aziz Aly e chiarisce le intenzioni degli akuan ; Roma, 29, notte. La Tribuna riproduce dal giornale La Bourse Eyyplienne del Cairo una intervista-, avuta con Adel Aziz Abou Caram, segreta-rio del Senusso Sidi Hai, intorno al dissidio sorto fra il Senusso ed Aziz bey, che fu già capo delle forze turco-arabe e che anzi, dopo la partenza di Enver bey, assunse il comando delle forze nemiche innanzi a Derna. Ecco i brani essenziali dell'intervista. Dopo la battaglia dell'uadi El Aini, lo Sceicco Senusso si diresse colla sua scorta verso la re- gione di Bicara. Lungo il viaggio incontrava f comandanti Rachid Jarcan bey ed il luogo" .tenente Ramzi Maldoi che tornavano dal | campo- di Bengasi alla testa delle loro trup'pe. Questi due ufficiali dichiararono allo iSccicco che per ordine telefonico di Aziz he^!,avevano abbandonato Ie posizioni senza Maffini £J£5^%^lESS j senza colpo ferire. -; \,/l7 (.„,. tAllf„ i „„„„ -ì A£ÌZ leiUiV 18 rCbil \ Questa notizia, inaspettata, sconcertò pioa Ifosamente lo Sceicco, che non riusciva a -\. 3 CaUSr del,a voI,OI?taria £iU" ,rata. fcece chiamare d'urgenza Aziz Alt bey, - per chiedergli spiegazioni su quello strano - > ordine a farsi portare i cinque cannoni che -1gli arabi avevano preso agli italiani nel-o j l'ultimo combattimento. Aziz Ali bey, accompagnato da due aiutanti di campo, arrivò ad Abubira dove lo attendeva il Senusso.' Prima del suo arrivo Aziz bey era andato ad incontrarlo e mi pregò segretamente di d . i , | parlare al Senusso intorno alla sua intenzio-■ jne di intavolare trattative di pace col cornar*-? o dante delle forze italiane. Gli risposi che VÌsh- Iie ,?.0Ye.va Parl"Jc direttamente "Ho. - ^^^^Xrt^T * e Quando Aziz boy fu alla presenza dello' Sceicco, gli comunicò la sua intenzione al -fare la pace cogli italiani e gli disse che da Questi ultimi aveva ricevuto propostegli, tale ?cnso etl allc seguenti condizioni: 011.ita- ^S^ trentamila lire in cambio dei prigionieri ita liani presi dagli arabi negli ultimi combatti*menti. Vi diro, fra parentesi, che fra questi: ìprigionieri vi è un ufficiali» molto simpatico\n f|uale non lual|Sia che delle uova e rifiuto, «ffolutamente di mangiare pane o qualsiasi altro alimento. - Aziz Ali bey dichiaro poi che la mancanza di danaro e di munizioni rendeva impossibile la resistenza e che era meglio cedere.. 11 Senusso rispose ad Aziz bey.: « Figlio mio, fate almeno quanto è possibile per riprendere Ghegab e Sceac. Noi abbiamo ancora più di 400 caricatori di cartuccie, più. tardi, quando avrete fatto tutto il vostro dovere, Allah non ci abbandonerà! ». Dopo di! che Aziz Ali bey parti sotto il pretesto di ri-i prendere Ghegab e Sceac, ma lasciando ini tutti l'impressione del più profondo scetticismo. Per via tolse il meccanismo ai canno-' ni che gii erano stati consegnati e li fece trascinare dalle truppe. Contemporaneamente Aziz Ali bey mandava un distaccamento di 70 soldati coll'incarico di impadronirsi colla forza dei 22 prigionieri italiani che si trovavano nella Zauia El Azuzia, a dieci ore di distanza da Derna. Poiché gli arabi si rifiutavano di liberare quei prigionieri, ne nacque una mischia tra i soldati e gli arani fedeli allo Sceicco Senusso. Durante questa , ] \mischia feroce tre turchi e due arabi furonD feriti. I tre soldati turchi sono stati condotti all'ospedale di Alessandria per essere curati. "Voi siete dei traditori,, Saputo questo fatto, lo Sceicco Senusso non ebbe più dubbio sul tradimento di Aziz Ali bey e fu allora clu il Gran Sceicco mi ,mlin(ìò ?*Aziz P«r consognargli la se j ^^2° cap^ d^ tl^ jturco-arabe: ""fpa ] «Siano rese grazie ad Allah e le preghie ■1-8 siano indirizzate a colui dopo il quale '>non esiste profeta. Noi servitori del signore ? • ì1?0'^11},7\Scel?f Senusso, al fratello ^^^^^^ isioni ed il comando in capo delle nostre I truppe. Vi avevamo elevato più in alto che |noi stessi e avevamo proclamato dovunque <la vostra gloria e la vostra grandezza, spinìtrl,da^ mostro sentimento patriottico e dalla fiducia che ci avevate ispirato. Dopo tutto) questo voi avete tradito tutti i mussulmani! l\e noi perciò vi rinneghiamo. Voi non siete d'più dei nostri, e non vi è più alcun legame: i'tra vo* e noi- Di conseguenza vi destituia- i11}0 dalla vo.stl'.a fun2Ì0I!C e ,vi mterdiciamo -di occuparvi ulteriormente degli affari, per- - Lhò la nostra patria e una cosa sacra e ci d'i stata affidata, dal nostro augusto sovrana a.il Sultano. Quanto a voi, andate dove vi . piace. Abbiamo già fatto conoscere le no* ^^T^ - ; naad 1331. (sotto il timbro del Senusso) Quando gli presentai questa lettera Azi* ìAli si degnò appena di prenderne cognizio ne e con gesto di collera me la restituì. Il \Gran. Senusso 1111 aveva conseguato pure una lettera indirizzata al Mudir di Tobruk,: per avvertirlo del tradimento di Aziz bey* " Resisteremo fino alla morte „ Vedendo ch'era stato smascherato, Aziz bey compreso che il suo posto non era più ltra noi. Allora volle imbarcarsi su un pi moscaio italiano, ma lo Sceicco Senusso gli ìf(;C6,colupiender? che «naie mussulmano e t^^S^^^C i sero potuto vantarsi che anche il coman j dante dello forze turco-arabe in Tripolita- nia era caduto neUe 'oro mani. Dietro que^Z^^i^ SungereijT a i Turchia. L'intervistatore ha poi domandato al segretario del Gran Senusso, quale fosse lo stato d'animo dei suoi compugni darme di fronte agli italiani. Egli ha risposto: ««Contrariamente al chiasso fatto intorno alla conciliazione fatta da Aziz bey, posso

Luoghi citati: Abubira, Allah, Bengasi, Derna, Libia, Piacenza, Roma, Turchia