DALLA LIBIA

DALLA LIBIA DALLA LIBIA macco Mino ilio Mi vigorosamente respinto Il nemico lascia trenta morti B*R|19 diffida!.). Giunge notizia da Merg che ieri mattina circa 600 uomini, in parte montati, si avanzarono da sud verso la piazza. Il generale Torelli attese a far aprire il fuoco che i ribelli fossero giunti a circa 800 metri dalle nostre trincee. Quindi li contrattaccò di fronte mentre un battaglione alpini, opportunamente avvisato, si avanzava da Zorda contro il fianco sinistro dei ribelli. Questi ripiegarono precipitosamente inseguiti per circa sette chilometri dalle nostre truppe. Essi lasciarono sul terreno trenta morti.'' Da partenostra nessuna".pèrdita* (Ag. Stefani) "' U sequestro dei beni di un notabile bengasino sotto processo per alto tradimento Il disservizio postale fPtr ttlegr. dm ano dei notiti inviati spettati) Bengasl, 18. ore 19. Nessuna novità dai presidi della Cirenalca-, la tranquillità più assoluta regna in tutti i settori, dove continuano le sottomissioni di capi' e di gregari. Ieri la città araba solennizzò l'undicesimo giorno del Ramadan; detto Kebira, con copiosi e rumorosi pasti notturni. Nessun incidente si è avuto a lamentare. Desta oggi vari commenti tra gli italiani gli'indlgeni il sequestro dei beni mobili 'ed immobili appartenenti al notabile bengasino Senussi Giaber, che recentemente era stato nominato dal Governatore, su proposta del presidente del Tribunale, giudice assessore. Il sequestro è avvenuto per un ordine emanato dall'autorità militare. Il Senussi è imputato di allo tradimento ed è Stato deferito al Tribunale di guerra. Il Senussi però non si trova più a Bengasi. Si dice che egli sia presso il capo dei senussi, Sidi Ahmed el Sccrif. Il processo •verrà fatto egualmente per accertare la sua responsabilità. In ogni modo è slato favorevolmente accollo ovunque questo atto energico e tutti si augurano che l'Autorità non si arresti a questo primo caso di energia. Dalle varie guarnigioni della Cirenaica pervengono continui lagni per il disservizio postale, che è ora disimpegnato in parte dai piroscafi, ed in parte dalle torpediniere. Ufficiali e soldati si lamentano di ricevere la' corrispondenza delle loro famiglie con un enorme ritardo. Al Merg, a Marsa Susa, a Tolmetta tardò a giungere la posta perfino 25 giorni! Anche il servizio di intendenza pare che non funzioni più come una volta. Occorre assolutamente che il Governo provveda affinchè questi inconvenienti cessino; occorre che le comunicazioni per mare colle basi minori di Marsa Susa e Tolmetta siano più frequenti; occorre che siano inviati altri impiegati postali che lavorino e non alti funzionari. V. DA MISURATA n rimpatrio ili db Militi» del 50° e dell'89° fanteria (Hostra corrispondenza particolare). Misurata, 14 igoitt. Orai è giunto ordine al battaglione del 60.o. di presidio a Misurata, di rimpatriare. Il battaglione che rimpatria è comandato dal tenente-colonnello 'Pescara. Gli 'altri due battaglioni • del 50.o fanteria, che per ora non ei muoveranno, sono di presidio l'uno, comandato dal maggiore Nodiis di Pollone, a Sliten, e l'altro, comandato dal maggiore Sacconi, ad Homs. Il Comando del reggimento per ora rimarra anch'esso in Libia. Da Homs rimpatria i'89.o fanteria col comando, di reggimento, colonnello De Albcrtis. Il 50.0 fanteria parti, come è noto, da To rino nel novembre 1911. Questo primo battaglione, che ora rientra alla sua «ede, è dunque in Libia da Quasi* due anni. La.partenza del 50.o da Torino inaugurò la serie delle commoventi esplosioni dì patriottismo che affermarono la ferma volontà del popolo Italiano di venire a oapo della grande impresa a prezzo di qualunque sacrificio. Allora il 50.o parti da Torino composto essenzialmente di piemontesi, tanto che a Tripoli (6 chiamavano il « reggimento torinese • Ora vi ritorna composto di soldati di tutte le e o o i a e regioni d'Italia ; sono tutti uomini che hanno tenuto alto l'onore del reggimento dalle gloriose giornate di Menni, di Ain Zara, di Gargaresch, di Zanzur. dt Busceifa, di Misurata, del Ghevan alla rapida, quasi trionfale occupazione di Sliten, sono tutti uomini che attraverso tanti e tanti combattimenti, durante tanti e tanti giorni di intenso lavoro intorno ad opere civili, hanno pensato a Torino, che molti conoscono solo per fama dai racconti dei compagni. Torino non mancherà di ricevere degnamente di suo reggimento, che ritorna decorato della medaglia d'argento al valore per l'eroismo dimostrato in tante battaglie, La stazione radiotelegrafica Sotto la direzione del sottotenente Sebastianis, del 3.o genie, comandante il drappello telegrafisti e specialisti di questa zona, si sta alacremente lavorando alla trasformazione della stazione radiotelegrafica di Misurata da semi-permanente In permanente. La stazione radiotelegrafica era già stata trasformata da eventuale in semi-permanente nello scorso dicembre dal tenente del gwnio Bonamico, quegli stesso che, si può dire, ha provveduto al servizio radiotelegrafico di quasi tutta la .Tripolitanta, avendo egli diretto rimpianto delle stazioni radiotelegrafiche di Beni Ulid, capoluogo della regione degli Orfella, e della lontana Ghadames. Ora, desiderandosi mettere Misurata in comunicazione radiotelegrafica diretta con Sirte e con Sokiia, nostra ultima conquista, la stazione radiotelegrafica di Misurata diverrà permanente. Le antenne saranno elevate all'ailtezza di 3G metri, opera solo questa non indifferente, data la naturale modestia dei mezzi esistenti sul posto. La portata della stazione supererà i 500 chilometri. L'ospedale — Fervono pure i lavori per la costruzione dell'ospedale di Misurata, lavori diretti dal capitano del genio Romano, ospedale che sarà un modello del genere, dotato di tutto 11 comfort possibile. A ciò concorrerà anche il prossimo impianto di una colossale macchina per la fabbricazione del ghiaccio. Come vedete, nonostante la calda stagione, a Misurata ferve il lavoro, e nuove opere civili vanno di giorno in giorno accrescendo il numero e l'efficienza di quelle già esistenti, per cui non è errata la previsióne che, entro breve tempo, anche Misurata diverrà una delle più ambite e più comode sedi della nostra nuova colonia. Gli ospedali e le infermiere continuano a mantenersi assolutamente vuoti, e sono già moltissimi mesi che non si verifica più alcun caso di malattia Infettiva. Di ciò va data ampia lode al direttore del servizio sanitario, maggiore Boggiolera, al capitano Foce, capitano medico del 00.o fanteria, ed a tutto il personale dipendente. La lingua Italiana e gli arabi Uno del fenomeni, lieto sotto molti rapporti, al quale ogni giorno assistiamo, è la sempre crescente conoscenza che vanno acquistando della lingua italiana gli arabi, i quali comprendono la convenienza ed i vantaggi che possono ricavarne. E ciò è indizio sicuro che essi si sono resi' ragione che tutto hanno da guadagnare dal nuovo dominio, perseverando nei loro commerci, favorendo gli scambi, dandosi all'incremento dell'agricoltura. Ulta opere queste, che, mentre da un lato concorreranno sempre più al risorgimento economico di queste regioni, dall'altro vanno cementando sempre più i rapporti di sottomissione. Tuttavia questa maggior conoscenza della lingua italiana che gli arabi vanno acquistando, rende anche necessaria una maggior circospezione da parte degli Italiani nel conversare in pubblico. Opportunamente quindi il Comando si è reso interprete di questa necessità, emanando un ordine brevissimo ma chiaro nella sua laconicità: « Molti arabi comprendono Oggi abbastanza bene la lingua italiana. Ciò abbiano presente tutti i militari nel loro conversare in pubblico ». Il Tribunale Civile e Penale Un altro indice che in Tripolitariia si va ognor più procedendo verso un assetto completo e definitivo è 11 fatto che in moltissime località, fra cui Misurata, nel prossimo settembre comincerà a funzionare' il Tribunale Civile e Penale. -Non si conoscono ancora i nomi dei funzionari che vi saranno destinati, ma già si stanno prendendo tutte le disposizioni necessarie al buono e completo funzionamento. Cosi è stato fatto l'obbligo u tutti i Comandi di denunciare .all'Autorità giudiziaria -tutti quei fatti, infortunii. sinistri;, ecc., che per avventura avvenissero in locali militari, e che possono ascriversi a dolo o colpa di persona. E ciò perchè l'Autorità suddetta possa, come di dovere, eseguire con prontezza le induginl cui è tenuta. E cosi, oltre dare immediata notizia all'Autorità giudiziaria, di fatti consimili, i Comandi non dovranno ostacolare In alcun modo l'accesso dell'Autorità giudiziaria nei locali dell'Amministrazione militare ed Li compimento delle sue operazioni, e dovranno comunicare ad essia il risultato delie indagini, in quanto possono derivarne responsabilità penali di diritto comune. Pei reati Duramente militari continuerà però a funzionare l'attuale Tribunale Militare, che è presieduto già da molti mesi dal te: nente-colonnello Martinez. d'artiglieria, col capitano Milla, come avvocato fiscale militare, e col sottotenente Petragnanl, come ufficiale istruttore. Questi, anzi, di questi giorni si è fidanzato con la signorina Gabrielli, nipote del famoso Gabrielli, che fu per molti mesi prigioniero dei turchi. « > V. IndeTzptsazSrlfdcsmgsnsnqvzp'aspdtbsicpmsqc Il ira ili li liii nelle nuove residenze Chi ne fu l'organizzatore (Dal nostra inviato special»), Tripoli, «lotto. Apprendo con molta compiacenza come nei rapporti che giungono dalle varie sedi dell'interno i residenti non si stancano di elogiare gli zaptiè inviati dalla Scuola d Tripoli ed il loro veramente lodevole servizio. Ed è giusto che anche il pubblico sappia quali buoni risultati ha dato questa isti tuzione, che, venuta al mondo in modestis sime proporzioni nel febbraio 1912, ha ora assunto un posto importante tra le organiz zazioni di truppe indigene. La storia della Scuola è come la storia di tutte le cose che riescono: è una rapida ascensione dal nulla al. molto. Quando, poco più di un-anno fa, il capitano dei carabinieri Nemor* Mo da, di Giaveno — un piemontese dal saldo carattere, di quelli che, assumendo una missione, giurano a sè stessi di condurla a termine a qualunque costo — ebbe dal maggiore Caprini l'incarico di prendere solt<V'la sua tutela la Scuola allievi zaptiè appena nata,'questa vivacchiava in un gruppo ineschino di casette arabe, alla Darà, ed aveva novanta allievi. Ora gli allievi sono oltre quattrocento, senza contaro quelli già in viati alle residenze e che funzionano da zaptiè regolari col successo che ho più so pra rilevato; la scuola occupa una vasta area e attorno al primo nucleo di casette sono sorti vasti, ariosi, capaci edifici sulti po delle nostre caserme. Il capitano Moda, dando alla Scuola per dodici mesi consecutivi tutto sè stesso, senza un momento d'abbandono, senza un minuto di tregua, è .riuscito a fare di questi giovanotti arabi, rozzi, ignari, incapaci, un Corpo vero e proprio di carabinieri indigeni, che hanno l'intuito perfetto del loro mestiere, sanno un po' di Codice penale, hanno .sopratutto una ottima istruzione pratica, sono attivi, svelti, disciplinatissimi, e pieni d'entusiasmo per quella divisa, che il capitano ha ideato e che dà loro, disegnando le linee robuste del corpo, una certa quale eleganza ed una simpatica elasticità di movimenti Accanto alla Compagnia degli zaptiè a piedi, egli ha fatto sorgere, pensando agli inmuine'revuli servigi che avrebbero potuto rendere nell'interno, gli zaptiè a cavallo, i quali ora formano un intero squadrone. Gli esercizi di questi, le loro evoluzioni, i loro giochi di ginnastica, le loro manovre in ma: eggio, la loro istruzione in caserma, costi tuiscono uno degli esempi più interessanti d'educazione delle truppe indigene: ed un esempio sopratutto originale, a cui il capitano Moda ha saputo dare una forte impronta personale. Non contento di istruire i suoi allievi militarmente, egli ha pure vo luto che imparassero, sia pure in forma rudimentale, ix parlare, a leggere, a scrivere un po' d'italiano. Ed ecco nella Sscuola sorgere «rfalWsv S*uoft?,^c#é^uest'i*gru3sl ragazzoni dai volti terrei avvezzi a maneggiare la carabina e le manette, seggono nei banchi come ^antFlanrìuIlF d'asilo, tengono in nmno la pènna e si sforzano di leggere sul sillabario. Un maresciallo che siede sul la cattedra accanto ad una grande lavagna fa da maestro a questa strana scolaresca di nuovo genere. Ho visto coi miei occhi uno zaptiè risolvere su quella lavagna un prò blenietto prima in cifre italiane, poi in ara bo : una piccolo, meraviglia. Ma la più (pittoresca creazione del capitano Moda è stata la fanfara, che sotto la guida paziente e costante del trombettiere Visalli, eseguisce ora. marcie e canzoni, sia la sera in caserma, sia il mattino .quando la compagnia è in manovra, fra l'entusiasmo inesprimibile di tutti gli zaptiè. II capitano ha persino scritto un inno per gli allievi zaptiè, ohe essi eseguiscono con molto slancio e con visibile sussiego. I frutti di questa scuola curata da un capo intelligente con diligenza straordinaria si vedono e si vedranno. ancor meglio più tardi, quando avremo maggiormente allargato i nostri possedimenti. Lo zaptiè è il vero gendarme del deserto, capace di percorrere chilometri e chilometri per raccogliere un'informazione o cercare una traccia, orgoglioso del suo lavoro, appassionato, vigile, pronto. Aiutarono in quest'opera degna e proficua il valoroso capitano, il tenente Angelo Scalfì e il sottotenente Giuseppe Artale. Ora il capitano Aloda ha ceduto il comando dell'aumentato Corpo ad un tenente colonnello ed è in Italia a godere il meritato riposo. Ma egli porta con sè, oltre la riconoscenza e l'affetto degli allievi, l'elogio ambito del Governatore. GIOVANNI CORVETTO.