Solenne inaugurazione delle Esposizioni

Solenne inaugurazione delle Esposizioni IL CENTENARIO VERDIANO A PARMA Solenne inaugurazione delle Esposizioni Ila commemopaziofìc — Il discorso dell'on. fìitti (Per telefono alla STAMPA) ». 18. ter*. Le leste verdiane sono per cominciare. L'apertura del rinnovato teatro Farnese e delle diverse Mostre Verdiane, rinviata di qualche Storno per la preoccupazione del dilagare delle agitazioni sindacalista, età per essere fatta in forma solenne, presente il rappresentante del Governo, le rappresentanze delle Autorità locali e del mondo artistico italiano. La festività è in tutta la citta animatissima e resa gaia dallo sventolare di un numero enorme di bandiere, in tutte le case, in tutte le finestre il tricolore sventola festosamente. Il teatro Farnese deve essere aperto solennemente alle ore 9,30, e l'animazione aumenta nelle vie della città quanto più si avvicina l'ora dell'Inaugurazione. La ressa davanti al teatro è lmponentissima; l'entrata procede lentamente, perchè il Farnese non ha che una sola porta d'ingresso. La vasta sala può ospitar:) una grande folla di spettatori e le gradinate, rinforzate, sono prese d'assalto dal pubblico. Quando il teatro è al completo, lo spettacolo fe imponente, non dissimile, se si toglie la varietà! dei colori di questa massa compatta, a queJlo che, doveva presentare ai tempi dei Farnese, quando venivano rappresentate, con «cene del Bibbiena ed orchestra del Monteverde, colossali commedie musicali. Anche la platea e gremita d'invitati. Sul palcoscenico poche persone prendono posto. Esso è riservato alle Autorità, al ministro, alla rappresentanza della Camera ed all'on. Manfredi. Altri il palcoscenico non può sopportare, perchè in gran parte poco sicuro. Fra piante e bandiere domina un busto di Verdi, opera dello scultore Bazzoni. La commemorazione Terdiana Alle 9,30 precise il corteo entra nel teatro, accolto dalla Marcia Reale e da lunghi applausi. Nel corteo notiamo le Autorità cittadine, dal sindaco all'arcivescovo, i magistrati, i generali residenti in Parma, il prefetto, il comandante la Divisione,, il sindaco di Busseto, i deputati e senatori della provincia. L'onorevole Manfredi, opn a fianco l'on. Nlttl, è seguito dalla rappresentanza della Camera. Le autorità prendono posto ed il sindaco di Pai-ma, il senatore Merlotti, prende la parola: « Questo antico teatro — dice l'on. Mariottl — sorto come per Incanto in pochi mesi di febbrile lavoro nel primi anni del «ecolo XVU, si apre oggi a spettacolo di grande gioia. Ranuccio I Farnese, ospite di Cosimo II di Firenze, aveva assistito allo spettacolo del Dafne di Rinuccini: ritornato in patria, volle il principe magnifico dare al melodramma che allora trionfava un tempio che fosso degno doH'arte. Dopo aver ricordato quello splendido periodo dell'atto In cui in Parma convenivano l migliori ingegni chiamali dal principe Ranuccio, qui dove Claudio Monteverdo dettò lo prime leggi del melodramma, il stndaco ringrazia il ministro, i rappresentanti del Governo c della Camera e Giuseppe Manfredi, il quale ultimo, egli dice, con Giuseppe Verdi, rappresentò a Parma nei giorni più gloriosi 11 Governo ». Conclude mandando un plauso a Giuseppe Manfredi ed invita il popolo a rinnovare l'antico grido di speranza e di fede: Viva Verdi! Il senatore Mariotti è salutato da uno scroscio di applausi. Il patriota Segue il presidente del Comitato esecutivo, cav. Guido Tedeschi. L'oratore rileva come il presidente del Senato, senatore Manfredi„ potrebbe raccontare la lontana solennità dell'll settembre 1859, quando nella vicina sala dellftJssemttLea Costituente degli Stati Parmensi, dallo stesso Manfredi presieduta, Giuseppe Verdi proponeva all'unanime consenso dei rappresentanti del popolo l'annessione delle Provincie dei detti Stati al Regno di Vittorio Emanuele II; ed osserva che mai fortuna porse premio maggiore di quella musica di evviva che accolse la proposta del Maestro della rivoluzione. Dopo aver accennato poi all'iniziativa delle onoranze, all'appoggio datole dal Governo ed el gelici-aie consenso da essa incontrato, e ringraziato il ministro e le altre autorità per la loro presenza, l'oratore conclude: «In quest'anno, in cui, quasi a r inno ve) lare la centenaria giovinezza di chi la patria amò e tale amore nutrì nella eterna giovinezza del ca*hto, l'Italia, pur tra aspri cimenti, si sente più balda, più grande, più forte. Parma, piccola per ricchezza, ma grande quant'altra mai per radiose Idealità vivamente sentite, vuole prendere impulso dalla visione artistica di un passato non superato, per procedere volonterosa in una vita di lavoro che dagli inizi affida di poter tornare utile alla grandezza della patria >. L'artista Dopo il Tedeschi ha la parola il presidente della Mostra Storica del Teatro Italiano, cav. Molli. L'oratore premette che Parma, dando devoto omaggio di gratitudine all'immagine del suo sommo genio, volle che in un piccolo tempio dedicato alla sua gloria, grande gloria, nella Mostra storica del teatro italiano, idealmente si adunassero gli spiriti di tutti che nei secoli diedero al teatro entusiasmo di fede, febbre di sogni e di energie. «Sembra, infetti, che, rievocando cosi nel nome di Giuseppe Verdi la vita e le opere dei maggiori artefici del teatro nostro, tutta la gloria della Nazione rifulgente trionfasse, perette" veramente il teatro fu ed è il centro della vita nazionale ». L'oratore fa poi una rapida sintesi della storia del teatro Italiano, ponendola a raffronto con la storia politica e civile d'Italia c conclude rilevando che Giuseppe Verdi, nato quando un nuovo sogno di libertà illuminava lo spirito degli italiani ed il teatro partecipava al grande cimento, diede, secondo il canto dannunziano, una voce alle speranze ed ai lutti di tutti gli italiani, pianse ed amò per tutti. Fu come l'aura, fu come la pollai Fra le creature balzate dalla sua fantasia, il gran veglio, eternamente giovine, vive eterno. Prende quindi la paròla il senatore Manfredi. Egli ringrazia per la dimostrazione rattagli. Ricorda» quando Parma gettando da parte lo sdrucito manto di capitale andò a vestire la candida benda dalle città libere sorelle. L'on. ministro Nitti pronunzia poscia il discorso Inaugurale. Il discorso del Ministra • Aeatt Mio» - ha detto l'on. Ministro - è ■tata l'idea, festeggiandosi il centenario della nascita 41-Giuseppe Verdi, di fare anche una serie di «sparizioni di carattere «conoraico e agrario. Il più grande musicista dell'Italia moderna voleva chiamarsi agricoltore; nel sobborgo che lo vide nascere costruiva case coloniche, Introduceva macchine agrarie, si occupava con amore de He condizioni dei contadini. Gli uomini di genio non riescono a comprimere la loro attività in forme determinate. Come il divino Michelangelo, che è stato la pia pura e grande manifestazione del genio italico, intendeva tutte le manifestazioni dello spirito, e passava dalle' forme pure dell'arte alla modestia della decorazione, ed era insieme sommo nelle più diverse branche dell'attività, cosi Goethe dalle più alte manifestazioni della poesia, passava a indagare i misteri della geologia e non disdegnava le cure della politica di un piccolo Stato. Non vi sono che i mediocri che affettano indifferenza o disdegno par ciò che non entra nella loro arte e considerano come volgari tutte le forme dell'attività pratica; sono i super.uomini dei carie o dei piccoli giornali, che, in nome dell'arte, sorridono della politica o affettano indifferenza o disdegno per i lavoratori >. L'on. Nitti ha constatato con viva soddisfazione i progressi compiuti dall'Emilia, e sopratnito dalla provincia di Parma durante gli ultimi anni. Egli ha detto: «Nell'ultimo decennio, all'accrescimento rapido della «popolazione, russai più rapido che nella media generale del Regno, e alla diminuzione notevole della mortalità generale,, più grande assai che nella media del Regno, si è unito un aumento della produzione, sopratutto della produzione agraria, quasi senza confronto in Italia. Se ila naturale fertilità del suolo ha reso possibile la trasformazione, non bisogna dimenticare che l'Emilia è stata in materia meccanica agraria, di concimi, di irrigazione, antesignana sicura e costante. I progressi mirabili della zootecnica sono l'opera di lavoro assiduo, ordinato, diretto, non soltanto ad aumentare il numero dei capi di bestiame allevati, ma specialmente a migliorarne la qualità ed aumentarne il rendimento. I primi risultati del censimento Industriale stanno a dimostrare che se mirabili sono stati i progressi dell'agricoltura, anche l'industria ha realizzato In tutta l'Emilia 1 suoi primi trionfi, cui senza dubbio altri ben più larghi dovranno .seguire ». Esaminato poi in una rapida sintesi il problema sociale, l'on. Nlttl ha concluse: « Celebrando U centenario di G. Verdi, che fu nomo completo e il cui nome fu grido di libertà e presidio di unita, ipolitica, noi festeggiamo quanto di meglio ;ha prodotto il genio della nostra razza nell'età moderna. Ma noi festeggiamo il rinnovamento economico e civile d'Italia che fu traverso le sofferenze e il dolore, l'aspirazione e 11 sogno della generazione che ci ha preceduti ». Il Ministro ha dichiarato infine in nomo del Re aperte le Esposizioni e Mostre della città di Parma. Finita la cerimonia inaugurale, il pubblico incomincia a lasciare il Teatro e sciama sotto il portico grandioso della Pilotta e nelle vie adiacenti, dirigendosi al giardino, ove s'inaugura l'Esposizione. Il ministro è ivi' ricevuto da tutti i Comitati. Incomincia la visita dalla Mostra retrospettiva dal Teatro. tfspedscdtcSdniilttaplpslnpitlEncgT Il primo giro nelle Mostre Alla Mostra del Teatro il padiglione della Mostra del Teatro e un edificio sobrio di linee, elegantissimo, tutto bianco di stucchi, con pochi fregi a colori, con due bellissime ioggie sormontate da cupolone d'oro. In alto sul frontone vi è il gruppo della tragedia, opera dello scultore Spaluiach. L'interno, tutto tappezzato In verde con fregi di Londonio, è di una eleganza senza sfarzo o calma. La prima sala, quella d'ingresso, raccoglie la storia del manifesto, della macchina teatrale, della scenografia, del costume, degli strumenti. La seconda, è la sala della lirica. Nel centro è collocata una riproduzione dal vero dell'orchestra del Monteverde del 1609. L'orchestra è diretta dallo stesso Monteverde ed è stata ricostruita su modelli di Caramba. Le teste e le mani sono opera dello scultore Vedani e l'adattamento della Ditta Maggi, Piva e Peroni di Milano. Gli strumenti dell'epoca della Ditta Francioli di Firenze. La sala o completata da Mostre del Conservatorio musicalo di Parma c di Milano e dalla preziosa raccolta del conte Giusti di Padova, da costumi, ecc. La terza sala, quella centrale, è riservata alla Mostra individuale. Qui sono riuniti ì cimeli di Bellini, Donizzetti e Rossini, di antichi lirici e drammatici. Completa la sala il ricco medagliere del cav. Odoardo Mattel. La quarta sala è completamente adibita alla raccolta Rasi. E' indubbiamente una delle sale più ricche piena di stampe, quadri, autografi, oggetti personali di artisti, ecc.... In mezzo in apposita vetrina la collezione delle maschere Italiane. La quinta sala è dedicata a G. Verdi, E' una specie di santuario dominato dal busto di V Gemito e piena di ricordi verdiani, dal manoscritto all'abito, dalla lettera al vestito di Corte. La sala è vegliata da sei eroi verdiani, riprodotti magnificamente. L'ultima sala è quella dei teatrini. Sono ventlsei piccoli palcoscenici in azione. Ognuno rappresenta un capolavoro del teatro lirico e comico. Ecco l'elenco di tali opere: Lirica: 1. Intermezzo del 1589 — 2. Euridice. del Peri — 3. La caduta dei decemviri, dello Scarlatti — 4. L'Olimpiade, di Pergolesl — 5. La buona figliuola, del Pacini — 6. Vlmpretorio in angustie, del Cimarosa — 7. SarOius, di Paér — 8. Il Barbiere di Siviglia, del Rossini — 9. Norma, del Bellini — 10. Ama di Bolena, del Donlzzqttl — .11, Oberto di S. Bonifacio, del Verdi —12. Falstaff, di Verdi, Drammatica: 1. Àbramo ed Isaac, del Balcani — 2. Orbecch, del Giraldi —- 3. Calandra, del Bibbiena — 4. Le pazzie d'Isabella — 5. la finta pazza, dello Stazzi — 6. Aminta, del Tasso. — 7. Il Bugiardo, di Goldoni — 8. Turandot, di Gozzi — 9. Saul, d'Alfieri — 10. Nerone, di Cossa — 11. Una partita a scacchi, di Giacosa — 12. Goldoni e le sue le commedie, di Ferrari — 13. f mariti, di Torelli. Il ventisettesimo teatrino è la riproduzione del Farnese, compiuta dallo scultore Buzzoni, in questo antico palcoscenico sarà rappresentato: li favore degli Dei, una vecchia opera del 600. Il ministro, seguito da una folla numerosa ed accompagnato dalle Autorità, s'intrattiene a lungo in tutte le salo, chiedendo agli orga nlzzatori notizie ed informazioni sulle cose più interessanti esposte. Dalla Mostra del Teatro pasta stia Trtdupuchpmapcdfclcpsscvpalstccdbsifmpcmzdtggdvrtscngcplstppbnszean Mostra retrospettiva d'Arte Emiliana Le salo della Mostra sono artisticamente trasformate con elegante "addobbo ed in esse figurano i capolavori degli artisti emiliani del secolo di Verdi. Una sala 6 dedicata ad Alberto Pasini, di cui, per generosa concessione della famigliai sono esposte più di 150 opere. Altre sale sono sede di mostre individuali di Antonio Fontauesl, il sommo paesista, del Bruzzi, il valoroso piacentino, del Muzzioli, l'artista-poeta, l'emulo di Alma Tallema, del Malatesta, il grande ritrattista modenese, di Luigi e Salvatore Marchesi, i più valenti internisti moderni, dello Scaramuzza, di Cecrope Barilli, del Borghesi e del Serra. In altre sale figurano le opere dì artisti minori, che pure nobilmente affermarono la genialità artistica delle nostre popolazioni. Tra i viventi hanno aderito all'invitò J,l Chierici, il Prevlati, il Lamenti, il Mentessi, il De Maria, il Sezanne, una schiera di illustri che onorano le terre emiliane e ne tengono alte le gloriose tradizioni. Anche in questa 'Mostra l'on. Nitti s'intrattiene a lungo. Gli vengono presentati diversi artisti e si congratula vivamente con essi. Accompagnato sempre dalle Autorità, passa poi ad inaugurare la Mostra d'Agricoltura Il padiglione dell'agricoltura è il gigante dell'Esposizione. Misura 230 metri, galleria ampia, piena d'aria e di luce. Entro questa corsia si addensa tutta la ricchezza parmense, ovvero la dimostrazione plastica, grafica e campionaria della produzione della regione. E' impossibile fare un elenco di quanto è contenuto in questo padiglione, salvo non ricopiare l'intero catalogo. Troppe cose sono allineate lungo le pareti o si elevano nei chioschi centrali. E' una teoria infinita di macchine, recipienti, quadri, preparati, strumenti, prodotti, ognuno det "quali ha il suo valore, ha un significato, segna uno sforzo, un'iniziativa, una battaglia e una vittoria affermatasi nel campo aspro della concorrenza industriale. Il padiglione è costruito dalla ditta Gastaldi e Frati ed il progetto è dell'ing. Provinciali e dell'architetto Chiavelli. Nel grande salone centrale è collocata la maestosa allegoria del Lavoro dello scultore Bazzoni. In alto vi sono fregi del Giraldi, dei Torninosi, dcll'Antonein. Ai lati di questo salone sono raccolte le mostre del caseificio, del pomodoro, della coltivazione della barbabietola, delle aziende agrarie, della floricoltura (in parte), del frumento, dei concimi chimici. E tutta questa immensa mole è stata degnamente ed artisticamente disposta dal Comitato in stenda che ospitano macchino in azione, oggetti, quadri dimostrativi, impianti completiDalla Mostra di agricoltura, l'on. Nlttl viene, guidato alla Mostra di motocoltura.' una Mostra originale e interessante, per la quale egli molto si compiace col Comitato organizzatore. Mostra di Motoeultura Questa Mostra è stata preceduta da un con corso di aratura meccanica del suolo. Questo concorso è stato sapientemente organizzato dal Tou ring-Club Italiano e dal prof. Bizzozzero, rettore della Cattedra ambulante di agricoltura. Al concorso presero parte Zi apparecchi d'ogni sistema e nazionalità, svolgendosi in un'ampia distesa di 100 Dioiche di terreno nei pressi di Colorno. Questo concorso tfa avuto un'Importanza enorme In quanto è il primo che si 6 eseguito in Italia. "Gli apparecchi che hanno servito all'esperimento sono stati trasportati a Parma ed esposti nel padiglione, formando la Mostra di motoeultura. La visita del ministro si chiude colla visita al Padiglione cinese. Il quale contiene un prezioso Museo, dovuto alla solerzia e ai sacrifizi compiuti dal Padre 'Bernardi, direttore dell'Istituto delle (Missioni estere. Quindi il ministro si reca alla colazione offerta dal Comitato nel palazzo Ducale. Alla colazione prendono la parola il presidente dell'Esposizione, cav. Guido Tedeschi, il sindaco Mariotti e il presidente della Deputazione provinciale. Il senatore (Manfredi e il ministro Nitti si congratularono vivamente per la splendida riuscita della Mostra, specialmente col cav. Tedeschi, col cav. Mattei e con l'avvocato Agustoli. Alla Camera di Commercio per l'inaugurazione della «sia del ConsiglioIl ministro Nitti alle 16 si è è recato poi alla Camera di commercio, ove ha Inaugurato la nuova sala del Consiglio. Sono a riceverlo il Consiglio intero, il presidente, cav. Giuseppe Mantovani, il segretario generale, dottor Cavatore, n presidente, cav. Mantovani, porge il saluto reverente e cordiale, a nomo del ceto commerciale e industriale del distretto, e aggiunge: «Sé la benevolenza vostra me lo consente, dirò come sia oggi assolutamente necessario alla nostra industria che in Parma venga ripristinato l'Ufficio di dogana e sia istituita la Stazione chimica sperimentale ». Prende poi la parola l'avv. Lino Carrara, presidente dell'Associazione agraria. Egli dice che deve alla cortesia della Camera di commercio se può portare il «aluto dell'Associazione che rappresenta. Fa notare la contraddizione che c'è nel termino Ministero agricoltura, Industria e commercio, mentre per l'agricoltura non ha alcuna rappresentanza. Coglie l'occasione per raccomandare l'istituzione dello Camere agrarie, che furono oggetto di votazione anche per parte dell'istituto superiore di agricoltura. Rileva l'affermazione latta stamane, nel suo discorso, dal ministro sulla solidarietà delle classi sociali, e sì dichiara lieto di affermare che le organizzazioni agrarie sono sorte per il fine di propugnare la solidarietà delle classi sociali, da cui soltanto si può speralo l'intensità della produzione e il maggior benessere nazionale. Il ministro Nitti risponde Ih proposito all'avv. Carrara che la questione della rappresentanza agraria è complessa e molto studiata, ma non risolta; la difficoltà consiste nel pericolo di una molteplicità di Consessi rappresentativi, che graverebbero ancora più sul bilancio degli agricoltori. Dice che si propone di studiare i mezzi perchè queste rappresentanze non siano troppo sminuzzate, ed anzi vengano' raggruppate in nuclei regionali, e si augura che gli agricoltori possano essere ascoltati. Il ministro si è recato poi all'Istituto Nazionale delle Assicurazioni. Alle ore 90,30 il Municipio di Parma ha offerto un banchetto al ministro Nitti e al senatore Manfredi.