L'ascensione e la fortuna d'Italia nel discorso dei ministro Facta a Perosa Argentina

L'ascensione e la fortuna d'Italia nel discorso dei ministro Facta a Perosa Argentina L'ascensione e la fortuna d'Italia nel discorso dei ministro Facta a Perosa Argentina (Per telegrafo alla «Stampa,,) Perosa Argentina, 10,sen. loPeroaa Argentina ha accolto stamane, tutta!'giubilante e pavesata a festa, il ministro Luigi j tFacta, che era stato invitato da un comitato! di elettori a tenervi un discorso. I ri ministro è giunto alle 9,3f) in automobile rda. Pinerolo, accompagnato dal figlio avvo- mcalo Eugenio, dal capo di Gabinetto comnien- Pdatorè~D'Arbcslo 0 dal signor Armand. I ™v: lAd. ossequiarlo al suo arrivo si trovavano il presidente del comitato d'onore per i_festes gjamenti. coniui. Ernesto Bosio, sindaco di Pi- ' ncrolo, il presidente del Comitato esecutivo! signor Curio Giliberto, sindaco di Porosa, col ogsiddcsegretario Signorini e con tutti gli altri membri del Comitato, la Giunta comunale di Porosa e il Consiglio comunale al completo, tutti i sindaci del Collegio di Pinerolo ed altri dei Comuni viciniori, il cav. Limon, sottoprefetto di Pinerolo, in rappresentanza del prefetto di Torino, il comm. Casoli e Gonella della Cassa-, zioue di Torino, il cav. Forni, sostituto procu- \ratore generale presso la Corte di Cassazione 1di Torino, il cav. Martorclll, presidente del Tribunale di Pinerolo e il cav. Colonnetti, proeufctore del Be, i pretori di Perosa, cav. Beria, 81 Pinerolo, di Finestrelle, di Perrero, di Torre Penice e molte altre Autorità civili e militari. Intervennero pure moltissime Associazioni operaie e di mutuo soccorso collo rispettive ttandiere. Faceva servizio d'onore la Banda musicale dell'Istituto dei Salesiani di Perosa, la onale all'arrivo intonò la Marcia Reale. La numerosissima folla che si assiepava lungo la via Nazionale, irruppe in un calorosls-, Simo applauso facendo nll'on. Facta un'impo- j nenie dimostrazione improntata alla più'schiet- ta simpatia. • » 'Il min. Facta. avviatosi in testa al corteo, ! ha visitato i due principali stabilimenti della vallata, soffermandosi fino a mezzogiorno, ! erà in cui gli 6 stato offerto un verm.ou.th, donore ed una pergamena, omaggio dei veri- ficaton delle finanze. Alle 12,30, nell'ampio cortile dei salesiani ha avuto luogo il grande ' banchetto di mille e cento coperti. 11 cortile, gremirò, presentava un aspetto imponente. Il ministro 6 stato accolto dalla musica dei Sa lesiani ai suono degli Inni patriottici e al suo apparile si è levato un grande, entusiastico applauso. Alla tavola d'onore presero posto, a fianco del iMinistro. il conun. Bosio, sindaco di Pinerolo. presidente del comitato d'onore, il signor Ghilberti, sindaco di Perosa, presidente de! comitato ."esecutivo, gli on. Faelli, Berti, Roberto Galli e Gròsso-Campana il conun. Gonella, procuratore generale della Cassazione-di--Torino, ravvi comm. D'ATbeslo, capo di Gabinetto del'Ministro Facta. il sottoprefetto di Pinerolo, oav. Limon, il cav. Forni, il convm. Casoli, il- comm. Poet. il comm. Bari- soné" il sindaco a Torre Tcav"A? moulet. il Moderatore della Tavola Valdese Solier. il parroco .di Perosa. cav. don Paolassi. il prof. cav. Vinai e varie altre notabilità. La adesioni Una latterà doll'on. Gioliti! Alla fine del banchetto il signor Signorini, segretario comunale, lesse numerosissime adesioni, fra le auali fu assai notata quella del Presidente del Consiglio on. Giolitti, che dice testualmente: On. signor Sindaco dì Perosa Argentina - Mi sarebbe stato molto gradito di noter intervenirti ai banchetto che gli elettori del collegio di Pinerolo offriranno all'amico e collega Facta. ma vari impegni e le occupazioni del mio ufficio non me lo consentono. Aderisco in ogni modo e ben di cuore alla meritata attestazione ili aftetto che viene Tesa all'aulico. Fac'-y, e che è giusto riconoscimento delle elette doti dell'animo suo e degli emllieiìii serViii da .lui-' resi alia cosa pùbblica, e ne esprimo a lei. egregio sindaco, tutto il mio compiacimento ». Stamane, poi, l'cn. Giolitti ha mandato un nuovo telegramma diretto ancora al sindaco, nei quale dice: .::.::• » Rini'tiWJJrido le espressioni del mio riricre«ciinenio''Jfìl^r forzata assenza, mi "associo ben di cuore alla meritata attestazione di -affetto ». n telegramma fu accolto con vivissimi applausi. Inviarono l'adesione per telegramma o per lettera il presidente del Consiglio on. Giolitti e tutti gli altri ministri e sottosegretari di Staio, nonché gli on. deputati c senatori: Paolo Boselli, Luigi Luzzatii, Tittoni, Bouvier, librario, Bìscarotti di Ruffla, Costa, Fumarola, Orsf,-Cartevarò,' Malvallo, Caso; Rìzzonc, Fallerti, Rienzi, Maragliano, Cuzza, Chironi, Pellerano, Vendifti, De Beine, Scaramella-Manetti. Danieli, Gazzelii, Muratura, Boitani, Pasquale Libertini, Joele, Campi. Gallenga, Maral ni. Spinto Beniamino, Cartia, Guglielmi, Schanzar, Manna, Coclacci-Pisanelli, Cernienati, Carugati, Dari, Santoiiquido, Nunziante, Negri ne Salvi. Eugenio Valli, Castorina, Glovannelli, Ceci, ■ Giaccone, Marzotti, Molina, Cardani, Mango, Ancona, Teso, Agnelli, Gangitano, Abruzzese, Vaccaio, Caputo, Cottafavi, Suardi, Di Palma, Mezzanotte, Carboni, Montami, Danno, Fortunali, Cirmeni, Caroano, Basimi, Podestà, Soulier, Loero, Di Marzo, Amici. Fraucica-Nava, Celesta, Buccelli, Currono. Stoppalo, Robilant, Calieri, Salvia, Girardi, Congiu, Carboni-Boi. Scano, Cocco-Ortu, Rastelli, Arturo Luzzatto, Mazza, Del Carretto, Pozzi Domenico, Agugli'a, (iallenga, Artom, De Miclieli-Ferrandelli, Masciantonio, R'oTa, Modica, ecc. Aderirono pure moltissime altre personalità fra cui l'ambasciatore Bonin Lòftgare, il prefatto comm. Gajeri, il prefetto EmpriTn", tutti gli ahi funzionari dei Ministeri, il comm. Peano, capo ili gabinetto del presidenle del Consiglio on. Giolitti, il prefetto di Torino comm. Vittorellj, il conun. Liperi-Pais, il generale Di Garpeneto, il generale Segato, il generale Brasati, il presidente della Cassa di risparmio di Torino, il console Salazar, il generale Zavattari. il prefetto di Bari. Il saluto dal Sindaco Lette che furono le adesioni, prese la parola 11 sindaco di Perosa, signor Carlo Ghiberti, il Quale ringraziò in noma della popolazione e, rivolto al ministro Fasta aggiunse: « Alla gioia vostra noi prendiamo parte viva e. veramente sincera, voi lo sapete; sulla via della vostra ben meritata ascensione politicavi ha sempre accompagnato la fede ferma di queste popolazioni che vi conobbero giovanetto e che a noi insegnarono quale avvenire si attendeva nel conforto del nostri voti più puri e delle nostre speranze più orgogliose. Ora che 'a patria vi ha chiesto delle opere più alle o più immediate, non avete nell'animo ntu'810 liuei sentimenti democratici che vi resero tanto popolare-prima e forte e grande di por.». t_" sindaco conclude: ' l'ossu il-fortunato collegio di Pincrolo ono¬ rum. :'?*r funghi anni ancora l'uomo die ben merito col suo ingegno e 'col suo lavoro della P'itfia_irrtera_rappresentando questa umivi, fev ™a. fv^; ^cta Evviva il col egto di Pine- volo! Evviva 1 esercitot-evviva il Pel Evviva l'Italia!.». 11 discorso fu accolto da una- ovazione Ha»n? poi parlato in seguito il deputato on. Roberto Galli, il parroco' di Porosa Argentina don Paolassò, il cav. Coucourdo, il signor Valabrega di Torino, il prof. Pandi, il prof. Cappelli, Giambattista Bonnin, presidente delle Casse Tturali, il signor Biolfo Egidio, il tenente-colonnello di marina ScaMfia. Alle ore 16, salutato da una intermiriabile, calorosissima ovazione della folla che gremì- \a 1 ampio cortile, si è alzato i 11 su0 discorso ss. E., lon. racla, H discorso del Sinistro 11 su0 discorso ss. E., lon. racla, , j sionj" non t'orno fra voi -attristato dai disin ganni, non tomo fra voi chiuso il cuore nello 'scetticismo e nel dubbio: nell'animo mio non ! s, spense nessuna, delle mie giovanili visioni, „on ondeggia nessuna delle mie idealità, non ! è croiiato nessuno dei miei propositi: io for, n0 fra Voi, o amici, cogli stessi entusiasmi, cone stesse fedi, colla stessa sicurezza, collo ste3s0 sianci0 c],e mi dava allora la gioventù, ' Aumenti a sventure « Questo nostro Paese — egli dice ha ormai nel mondo il posto che doveva avere, il posto che gli spetta. Mirabile energia la sua. Sorto da poco si chiuse nel silenzio, nel lavoro, nella preparazione e più volte chiamò il mondo a sé e lo meravigliò colla grandezza della sua produzione. Torino,- Milano, -Roma, Palermo, chiamarono il mondo industriale e lavoratore e dinanzi ad . esso spiegarono il nostro progresso. Nelle lontane regioni andarono i prodotti nostri-, nei più remoti paesi penetrò il nobile ardimento del nostro lavoro, arrivarono -negli estremi porti i saggi di-quel che sappiamo fare: assodata da poco la situazione politica si aperse lihera, potente, rigo- *U°S* l'^^M SS»"* « La natura colpi più volte il paese nostro colle piti gravi e tristi sventure ed esso balzò vivido è possènte in piedi, rimarginò, da sè le sue ferite, riprese sicuro la sua vita. '. ! « Intiere citta, intiere Provincie caddero' sot' lo la" misteriosa e bieca insidia del nostro suolo: scomparvero in un attimo diecine di migliaia di cittadini; un fremito di orrore percorse il mondo, parve una. distruzione, un a- bisso, una ferita mortale. No, o signori, sfa villo subito il più ardente, il più patriottico amor di fratelli. La Reggia si uni al-fuggirlo ! maschie figure di Amegho, di Salsa, di Le IL'on. Facta esordisce con un'affettuosa a-ìpostrofe at suoi amici, ai suoi elettori, nella | quale rievoca la sua prima elezione di' venti anni or sono e si compiace di aver avuto in ; tutto questo periodo dì tempo unanime il con- senso dei- suoi elettori e di ritrovare ora in questo paese la stessa simpatia, lo stesso af-;tetto, la stessa bontà. E soggiunge: ! n Io non torno fra voi fiaccato dalle delu-1 "nell'accorrerc all'aiuto: al brivido di'compianto si uni immediata, spontanea, fervente l'opera del soccorso: il mondo guardò con simpatia al nostro dolore: noi in esso ci raccogliemmo, ma non inattivi, non sconfortati. Re, Governo, Parlamento, Popolo, illuminatida un solo, fraterno spirito, spinti da, una sola,' unanime leva di appassionato affetto, operarono, operarono -rapidamente: 11 tristissimo episodio commosse, non fiaccò ntalla. II trionfo dallo libertà « Agitava il paese un fermento di disagiò' e di irrequietezza: le classi lavoratrici non erano ancora assestato, il fenomeno economico presentava ancora le sue asprezze, .-.una lotta -titanica si combatteva fra le varie classi sodali, l'impulsiva e ardente natura italiana ne aggravava i pericoli. Sul campo si avanzarono tosto le due nemiche,- la reazione .e. la libertà :• parve per un istante dovesse prevalere la prima: trionfò invéce la seconda, c fii immensa ventura: una politica che allora parve audace, catastrofica, inadatta al paese no stro rese .più apertele vie della libertà, intuì le cause del turbamento, lasciò che il movi mento .economico si svolgesse nella piena potenza dolle siie ferree leggi. Il colossalo mo^ vimento operaio ebbe il suo svolgimento: le classi lavoratrici discussero senza pericolóse e sospettate ingerenze lo loro ragioni còl capitale, si innalzò il livello di èsse, divennero più equilibrate le condizioni dei saTSriT, tutta l'economia nazionale ne trasse giovamento': il grandioso fenomeno che aveva bagliori di'vio lenza, pericolo di turbamento, descrisse il suo ciclo; l'Italia ob^ fremiti' potenti, non ebbe impeti sciagurati. Episodi isolati che non hanno vero contenuto economico non diminuisco no i risultati di questa politica di libertà. « Furono contrarie le sorti di un infelice movimento militare. L'Africa .aveva rapito molti generosi figli d'Italia: il popolo soffriva sotto l'incubo di una impresa non capita; esso, che appena cjuaranl'anni- prima aveva, dato tutto quel che possedeva pei- una guerra santa, aveva immolalo la tranquillità, la vita, gli averi, tutto, esso che aveva creato tini nulla una nazione, esso elio aveva compililo la più meravigliosa impresa degli ultimi- secoli, non sentiva la nuova lotta. Sulle ambe africane fu mirabile il valore, fu magnifica la re sistenza; noi benediciamo il nome dei martiri; li disfatta non aveva scemato l'eroismo del nostri, ma il mondo mormorava « Adua " Libisi „ « Tripoli » rispondiamo noi trionfalmente: « Libia » gridiamo in tacciti al. mondo! Il Paeae nostro senti che il suo esercito e la sua annata non ne erano siati tocchi, l'amò, li onorò, e quando i destini reclamarono' altra volta la.loro opera, il paese nostro scattò in una sola fiamma di entusiasmò e di fiducia," accompagnò i suoi figli, sicuro della loro opc-ra, e la vittoria arrise piena, completa, incontrastabile-, le ombre di Toselli, diGalllano, di Arimondi, di Da Bormida sorrisero alle qulo, di Millo; si unirono agli spiriti di Bianco, di Grazioli, di Pastorelli: i figli del nostro popolo più umile scrissero nuove' pagine .dì eroismo: i nostri soldati, i figli dei nostri piani e dei nostri monti vendicarono i fratelli caduti: il mondo, il mondo che non credeva, ammutolì e fece largo all'Italia nostra che colle armi in pugno, nobilmente altera, diceva c lasciatemi passare ». <■■ Intanto senti il Paese che nuòve 'corrènti erano pronte per In vita pubblica, che nuovi elementi erano entrati nella sua compagine, che nuove idee, nuovi bisogni, nuovi interessi Si affacciavano, od: ess^ aperso loro Te porte, e t invite) a. stringersi iir un più potente .fascio, e li volle direttamente partecipi alla sua" ope ra di civiltà e di progresso. '- • •* Vigorosa astone di (-'nascimento « Nell'animo .suo buono e generoso senti i doveri che lo legano a chi ha dato tutta la sua vita al lavoro ed alla produzione, senU che lidtinio, il più-piccolo granello, portato alla utilità comune aveva, diritto alla riconoscenza di tutti, e studiò e accrebbe gir òrganismj d-ella previdenza c dell'aiuto. : ' Si persuase che le comunicazioni, le scuol'igiene, sonò le basi della fortuna di ùnle popolo, e una rigogliosa opera superò le difficoltà di ogni genere che si opponevano, *> mezzo secolo trasformò completamente la vita ftn nei più remoti recèssi dei - nostri : monti;' tino ai più lontani confini delle nostre pia nitro. «-.-E tutta questo avvenne,- -o- amici-,-'-ini--aff paese giovane, uscito da una rivoluzione, at faticato da una guerra: tutto questo - av-vermequando sulle sue spalle aveva pesato tale unaimpresa da fiaccare le più salde energie:, tut l9 questo avvenne quando le risorse flhàn-ziarie dello Stato dovevano essere stremate euuando il bilancio, che faceva fcanìare-i polsi agli uomini nostri più esperti, doveva essere ricostituito. E lo fu: e mentre sorgevano, e mentre sorgono le manifestazioni aperte del più largo vivere civile, mentre le opere materiali e morali del nostro Paese si moltiplicano, mentre le imprese più ardite esigono spese e sacrifìci, riienire taluno diceva che l'Italia non- avrebbe potuto superare mai le difficoltà finanziane di.questa. Impresa, il bilancio nostro rimase impavido e saldo, le entrate che segnano le energie' del'., paese indicano che esse non sono slitte'.turbate, larvila interna di -sviluppò e di miglioramento non ha sospeso il ..suo ritmo; noi procediamo': innanzici segue, ci aiuta'11 lavoro del nostro popolo, ci sostiene la sua austera abnegazióne: noi bastiamo cori onore e con serietà a noi stessi.« O amici miei, ' è ' questo che io vidi nel venti anni della mia1 vita pùbblica, è questo che io seguii con assiduità costante e con fidente sicurezza, è a questo die io ebbi l'onore di portare il mio piccolo contributo, modesto contributo, ma che diedi colla, infinita, illimitata fede nella -grandezza del mio paese. <t Io ricordo che allora vi dissi aperto-il-mio pensiero * vi giurai che nulla mi avrebbe smosso mai dal seguire il mio programma. Un «riluto a Giolitti « E polche.! ricordi della mia trascorsa vita parlamentare mi traggono irresistibilmente a pensare, come in una sintesi di aziono, che ho per vont'auni seguito costantemente, la politica di un uomo che,, a mio. avviso, fu 'anima e l'attuazione di questo nostro meraviglioso svolgimento, e poiché voi -sapete quae profondo sehtknònto di affettuosa, e reverente amicizia a lui mi leghi, e poiché.è nel pensiero di noi tutti -che appena-la azzurra ascia di questi monti da lui oggi ci divide, unitevi a me perchè a Giovanni Giolitti, che anto fece, che tanto fa per il nostro -Paese-, • giunga l'amichevole riconoscente saluto che l'eco della valle gli portelli e che ég}i accoglierà volentieri -e con fraterno sentimento. Il prostrammo « Ed ora, o amici carissimi, dovrei dirvi il mio programma por l'avvenire? ' « Mi pare, in verità, che commetterei cosà perfettamente superflua. . « Sei unanimi vostre affermazioni sul mio nome, l'avere spiegata apertamente la mia attività politica dal 1892, la costerno nostra consuetudine di unione e di reciproca sicurezza, l'aver appartenuto per dieci anni ai-Gor verni più liberali del nostro Paese, l'onore di aver fatto parte di tre, Ministeri presieduti da Giovanni Giolitti, di altri presieduti da Alessandro Fortis (al ' quale va'memore e riconoscente il mio ricordo! e da .Luigi I.lizzimi austero e sapiente osservatore della-nostra-vita economica e -finanziaria, questi ultimi sorti e vissuti in quel partito che divento maggioranza parlamentare ed al quale ho sempre ap partenuto, rendono inutile ogni mia dichia razione per l'avvenire. » Io non voglio dire, perchè non mi parrebbe nemmeno l'assoluta verità, di essero ormai vecchio e che quindi non valga più la pena di cambiare idea. Ma lo posso ben dire che non mi sentirei mai di mutare strada: la linea po litica .seguita è anima della mia anima, mente della mia mente, sangue del mio sangue Problemi e doveri dell'avvenire. L'on. Facta, dopo'aver inneggiato'alla concordia degli animi nell'amore verso il nostro paese, soggiunge: <■ Oh, noi sappiamo, noi sappiamo tutti, che ogsii giorno che. passa pone innanzi nuovi bisogni, nuovi doveri e,nuovi problemi: èia vita questa:, lo onde .del mare fremono, corrono, incalzano In ógni minuto:, se cosi non fosse", I"acqua diverrebbe tòsto'torbida ed in quinata. La vita dell'umanità"si muove, si agi" ta. si fa più limpida e serena nelle ampie e robuste ondate che la commuovono. Non è il Paese nostro giovane; forte, onorato, lavoratore che possa sminuire la sua effervescente attività. GII stessi ultimi avvenimenti, il.-posto che esso ha preso nel mondo, la missione di civiltà, che gli è affidata dalla storia, il dovere di- dare alle nuove popolazioni italiche tutto quello che può di meglio e. di utile, la cresciuta' compàgine de' suoi ' interessi nel mondo, impongono nuovi studi, nuove meditazioni; aprono nuovi orizzonti. E quanto più un paese diventa: grande, tanto più esso deve svolgere e consolidare la sua vita interiore, tanto più deve temprare l'anima de' suoi cittadini à nuòve conquiste .pacìfiche,' deve', 'anitre la mente a nuove concezioni, tanto più'deve stringere, rinsaldare tutte le correnti che materialmente e moralmente ne'formano: .la strattura e ne completanoT'organismo. » E questo e. e questo -sarà; arrestarsi sareb» be indietreggiare; fermarsi sarebbe'morire. « Altri cinfine-milioni- di cuori-e df cervelli sono entrati nella vita pubblica: saranno nuovi rivoli di forze che penetreranno, saranno nuove sorgenti che daranno nuovi alimenti: essi e a U o n > a ' fea' -' e spingeranno innanzi, nuove idee, nuovi argomenti, nuovi problèmi;^ssl porteranno- qualche parie meno.conosciuta della nostra vita socinle. essi si eleveranno. Ano al livello nel •quale finora questa vha si niosse. - «Ben vengano, bel» vengano queste nuove fiamme di operosi^, ben vengano queste nuove fòrze finora non use che al .sacrifizio, vengano anch'es*]" r dire- qualche c'osa per quésta Patria alla quale danno i figli -e il sangue. Io li saluto, reverente». _ • Ringraziamento e saluta L'on. l-'àola ringrazia quindi per la manifestazione fattagli,, e dice: - * On.. voi non potete immaginare che cosa Sia' per un uomo politico questa larga e confortai rice onda-'di bontà. Voi non.potete immaginare quale polente aiuto sia sapersi amato dai funzionari che dividono con noi nobilmente le fatiche delle Amministrazioni, che sono con noi ogni giorno, e modestamente onerario e ci agevolano. Ja strada e ci danno una f^olÌa]ior:i:-.ioiie-che rion ù solo disciplina, ma è colleganza- amorevole di lavoro. O amici miei è la co.^t che insieme al vostro alleilo io tengo piti preziosa ». • fon. Facta cosi conclude : ' |- «Eli é sotto il fascino invincibile di questo sentimento che io rivolgo libero e sereno il pensiero all'avvenire, è sotto la sua malia gentile che gli animi nostri contemplano ancora insieme 1» potenza d'Italia, e trovano nuova, sorgente (I! intima, indistruttibile unione. Domani ciapciinodi noi riprenderà il proprio lavoro: voi, ne sonò certo, con la soddisfazione di aver "dato premio ad nn uomo che vi ha consacrato fta vita: io «on la rinnovata sicurezza della vostra fiducia. «Andiamo, o amici, fidenti e sicuri sotto 18 guida del nostro Re, sotto l'impulso irresistibile dall'anima del nostro popolo, sotto l'impero «lolle leggi che noi stessi ci siamo date. . «La via d'Italia ò via di lotte; ina pur di vttterfe,\:&. via dl>aacriflci ma par dì trionfi,, e via di dolori ma pure di gloria.. «Avanti dunque e sempre per ITtalia jno^tva' ~ - .-. • . - -., .. ■ Alla fine del discorso si rinnovano all'indlrb.zo del.ministro Facta le più calorose ed intense acclamazioni. E cosi tra lo note della banda musicale, la bellissima festa che segna nn vero trionfo per l'on. Facta ha termine. Ipm