I due Comizi

I due Comizi I due Comizi i e i i o o , I de Comiziil (imi i itali il m lipiese II comizio di oggi si è svolto in un modo assai curioso ed originale: si è svolto sotto una pioggia-'fltta e scrosciante, che ha interrotto per ben tre volte il comizio e gli oratori, finché gli scioperanti, bagnati come pulcini, hanno dovuto desistere dal proposito di resistenza conio il maltempo e fuggire dal parco nuovo per rifugiarsi in gran numero nella vicina sede dell'Unione Sindacale. Anche i soldati ed i carabinieri, sotto lo scrosciare della pioggia, hanno dovuto rallentare i cordoni e ripararsi come meglio potevano. Il temporale è incominciato alle sedici precise, allorquando il comizio avrebbe dovuto essere aperto, cosicché i discorsi non sono incominciati che alle diciassette, allorché la pioggia ha concesso un primo armistizio. Vivissima è l'attesa per conoscere le ragioni che indussero lo Zocchi a mandare la nota lettera agli industriali. Il comizio è presieduto dall'operaio Bonaflnl. Primo a prendere la parola è l'operaio Chiesi. «Non farò — egli dice — nessuna dissertazione: invito soltanto la massa scioperante a recarsi domani mattina alle rimesse dei trams per evitare qualche brutta sorpresa. La presenza dl numerosi scioperanti varrà a persuadere, senza che vi sia bisogno di ricorrere a violenze, coloro che potessero essere ancora tentennanti ». Egli conclude affermando che la « Edison » non lt»a potuto fare che un servizio meschino ed irregolare. Per il pareggio e contro l'arbitrato Aurelio Galas6i magnifica ancora una volta l'esempio di solidarietà operaia ed afferma che tutta Italia assiste preoccupata allo spettacolo di energia che dimostra il proletariato milanese. Egli poi denunzia come spunti elettorall gli ordini del giorno contro lo sciopero votati dalle associazioni conservatrici ed invila gli operai a ricordarsi al momento opportuno dei nemici di oggi. Dopo ciò, prende in esame la lettera aperta' agli industriali, inviata da Zocchi ai giornali, e dice : « Noi socialisti rivoluzionari siamo dissenzienti. Sulla prima pai-te della lettera, laddove si parla delie condizioni fatte agli operai dalla ditta Diatto e che gli operai di Milano dovrebbero accettare, non c'è niente da dire, ma invece all'ultima parte ci opponiamo. Lo Zocchi propone l'arbitrato. Noi' invece crediamo clic non ve ne sia bisogno. Perciò propongo quest'ordine del giorno : « 11 comizio, presa visiono della lettera aperta di Pulvio Zocchi agli industrali, pubblicata in tutti i giornali a nome dell'Unione Sindacale Milanese, mentre dichiara di prendere atto della proposta dl pareggio alle condizioni degli operai del materiale mobile della ditta Diatto di Torino a quelli di Milano, lasciando il giudizio definitivo agli interessati, respinge recisamente la proposta di arbitrato fatta nella lettera stesso, essendo questa dell'aumento collettivo una conquista grà ottenuta dalle organizzazioni di classe e pei la quale tutto il proletariato milanese ha scioperato ». Mentre Galassi sta per finire, la pioggia riprende la sua carica contro gli scioperanti. Gli scioperanti rispondono aprendo gli ombrelli ed allora la pioggia cessa, dando modo a Rossoni di Parma, propagandista dell'Unione Sindacale Italiana, di cominciare il suo discorso. L'oratore esordisce cosi : • Fuori d'Italia lo straniero krumiro e fuori tutti i krumiri anche da Milano ». (Accenna al fatto che si fecero pubblica che doveva essere illuminata sulle venire dei tedeschi all' « Union des Gas »). E' véro che i krumitl sono pochissimi, ma sarà bene che gli operai dl Milano e d'Italia mostrino agli industriali milanési il loro grande errore. In Italia si è meravigliati che Milano, dopo tante battaglie, gli industriali tentino di distruggere tutto il passato, tentino dl cancellare 1 diritti stati ovunque Vittorio samente conquistati. E' assurdo pretendere di distruggere l'Unione Sindacale: è questa una folle speranza reazionaria, e Glolittl ed il prefetto di Milano, confidando che per far ca dere il proletariato sia sufficiente la morfina riformistica, dimostrano di nutrire una Illusione che cadrà nel ridicolo ». L'oratore continua facendo la storia dei ino vimentl dell'Untone Sindacale Milanese in que sti tre mesi di vita, quando le classi dirigenti credevano che tutto fosse finito con l'avero imprigionato Corridoni. << Tolgano pure i capi — esclama il Rossoni — ma la massa sa dimostrare dl saper procedere forte ugualmente da se stessa. Quando mancassero f capi, sorgerebbero dalla folla i Masaniello, i Balilla, che saprebbero far camminare l'idea». La pioggia continua a cadere. Rossoni prosegue : « Lo sciopero odierno è economico o politico? Lasciamo ai bizantini di discutere su ciò, lasciamo a quelli che hanno aspettato cinque giorni prima di decidere. Noi, fidenti, proseguiamo il cammino. ' Contro tutte le reazioni il proletariato riafferma il suo diritto ». La foga sotto la pioggia Dovrebbe parlare Armando Borghi, di Bologna, ma la pioggia lo impedisce. Invano la foila tenta dl resistere, invano coloro che ne hanno aprono gli ombrelli, invano i giornalisti tentano di salvare le loro cartelle dalla bagnatura. Ad un certo punto si leva alto il grido: « Tutti-all'Unione Sindacale! ». E' come un disperato: «Si salvi chi può!». Tutti fuggono a gran corsa e nella fuga, scioperanti, carabinieri, funzionari e giornalisti, si confondono uniti nel comune intento di ripararsi dalla pioggia. In un attimo 11 parco rimane deserto. Soltanto all'imbocco del viale Lodovica restano fermi, impassibili sotto la pioggia, i bravi soldati del terzo Lancieri Savola. Gli scioperanti invadono l'ampio salone dell'Unione Sindacale ed attendono gli oratori che non sono riusciti a piazzarsi nel gruppo di testa. Alle diciotto il comizio può essere ripreso. Ha la parola Pulvio Zocchi, il quale deve rispondere agli attacchi di Aurelio Galassi. Zocchi si spiega "Non si parli di arbitrato,, « La concordia che regnava sovrana nei nostri comizi — cosi esordisce Zocchi — è stata oggi lievemente turbata dalle critiche del Galassi. Ma se il Galassi avesse seguito Un da principio tutti l nostri Comizi, avrebbe risparmiato oggi il suo discorso. Ho sempre affermato che lo sciopero attuale è sciopero sindacalista rivoluzionarlo, ma fatto a fine conservatore. Questo è sempre stato 11 mio leti motif. Lo sciopero attuale è movimento non di offesa, ma di difesa dei princlpii di organizzazione, dl un diritto conquistato già da venti anni. La mia lettera bisogna saperla leggere e comprenderne il significato. Se io personalmente avessi accettato un arbitrato, al quale fosse rimessa la soluzione di una vertenza economica, mi riterrei disonorato e decreterei la mia morte civile. Noi non abbiamo mai voluto saperne di arbitrati e non ne vogliamo. Ma c'è una parte dell'opinione , ragioni morali dalla nostra battaglia, e quella abbiamo voluto Illuminare. Colla lettera di ieri abbiamo voluto documentare che. anche giudicando, e lo dicevo ieri, anche giudicando dal punto di vista borghese, non ci poteva essere alcuno che potesse onestamente sostenere che ad un movimento collettivo non debba sempre rispondere un aumento collettivo. Arbitrato vuol dire giudizio Inappellabile nella soluzione della vertenza riguardo al salari, ecc.. e noi questa soluzione intendiamo ottenerla noi, a giudizio nostro, collo sciopero. Ripetiamo però quello che abbiamo sempre detto in tutti i discorsi: slamo disposti ad appellarci ad industriali, democratici, preti, anarchici, conservatori, perchè dicano se non è oramai sancito che in ogni conflitto economico collettivo, se aumenti ci devono essere, questi devono essere collettivi. Di più, colla lettera volemmo e vogliamo documentare che gli industriali hanno respinto tutti i tentativi di accomodamento. « Del resto, se abbiamo allargato 11 movimento lo fu per premere sullo Stato, e lo Stato, se si fosse trattato dl riformisti, sarebbe subito intervenuto per impedire, con equi accordi, il paralizzarsi della vita cittadina ». Accettate le condizioni di Torino lo sciopero cesserà Zocchi prosegue affermando che la lettera aperta agli industriali fu decisa e studiata da tutto il Comitato di agitazione, e ripete che, ove gli industriali facessero le condizioni della ditta Diatto, dl Torino, lo sciopero cesserebbe immediatamente, perchè il movimento ha carattere economico. «E' il Governo che, col suo atteggiamento, combatte una lotta politica contro di noi ». Dopo questo lo Zocchi si avvia alla fine del suo discorso e parla contro le divisioni In tante classi, in tante chiese e tante scuole politiche. « Il sindacalismo — dice — non vuole essere partito politico e non vuol ripudiare quelli che volesero portare nella lotta tributo di fede e dl forza. Ben vengano i socialisti, ben vengano i repubblicani, ben vengar la vecchia democrazia, se è punta dal desiderio di ritornare ai tempi gloriosi di Cavallotti, del '91 e del-'Oì, quando, i liberi da servilismo e da preoccupazioni, si battevano per l'Idea, contro le ingiustizie. Noi non ripudiamo nessuno dl coloro che intendono onestamente servire il proletarlato. I partiti non ci riguardano; ci riguarda solo 11 bene che vogliamo compiere per questa folla che si è organizzata nel propri Sindacati. (Per questa folla noi dimenticheremo anche i nostri affetti ed 1 nostri interessi, per vincere in un più grande amore: quello della fede ». Dopo il discorso Zocchi, sale alla tribuna Galassi, che si dichiara soddisfatto dalle dichiarazioni dello Zocchi, e ritira 11 proprio ordine del giorno. Pronuncia quindi poche parole Bonaflnl. che manda un saluto a Corridoni, assolto dai Tribunale di Parma, ed 11 Comizio è sciolto. La folla si scioglie lentamente, senza che avvengano incidenti. Sopra il tavolo degli oratori è affisso un cartello, con su la scritta: «Dopo il comizio tutti iu piazza del. Duomo ». cnClsdas La risposta degli industriali Si richiama la precedente risposta Milano, 9, notte. Per discutere sulla lettera aperta di Pulvio Zocchi, segretario dell'Unione Sindacale, pubblicata sui giornali, stamani al Consorzio degli industriali La avuto luogo un'adunanza-, iniziatasi alle 10,30 ed interrotta a mezzogiorno per la colazione, ò stata ripresa alle 14 e terminata alle 17,30. Stasera il Consorzio ha diramato il seguente ordine del giorno: » Gli industriali milanesi costruttori di ma« leriale mobile ferroviario, unitamente alle « Ditte Stigler e Malocchi, presa cognizione • della lettera aperta del segretario del Comi« tato esecutivo dell'Unione sindacale di Mi« lano apparsa sui giornali di stamane, senza « rilevare le inesattezze dei fatti in essa con- • tenute e gli apprezzamenti che da quelle ine> sattezze traggono origine, sopratutto la pre« tesa dl addossare agli industraill la respon« sabilità dl avvenimenti, dannosi anche ad « interessi non direttamente In causa, confer< mano la risposta data alle domande degli « operai resa già pubblica e si augurano che, « tornate normali le condizioni della città, la « vertenza tra le loro fabbriche e le rispettive « maestranze possa essere chiusa dando a e quella risposta pratica applicazione ». Al Teatro del Popolo In attesa ebe la situazione si chiarisca Alle ore 16, al Teatro del popolo si sono riuniti nuovamente gli organizzati della Camera del lavoro. L'assemblea, numerosissima, chiama alla presidenza Casimiro Paci, segretario della Lega sigaraie. Siivestrini parla per primo, ed osserva che, in seguito alla nuova fase che si annuncia tra gli operai del materiale mobile e gli industriali, per la proposta di arbitrato lanciata dall'Unione sindacale, proposta che sarà indubbiamente accettata dagli industriali, sarebbe opportuno rimandare il comìzio a do- mani. 'L'oratore si sofferma poi ad^Uustraxe il carattere della battaglia, e dimostra la ne-cessiti che gli organizzati della Camera del lavorò accordino la loro entusiastica e completa solidarietà. 11 dottor Allevi è insistentemente invitato a parlare. Egli comincia mandando un plauso alla Commissione esecutiva della Camera del lavoro e agli organizzati per questa bella prova di solidarietà col compagni in lotta. • E' questo — dice — un dovere imprescindibile della massa, sotto qualunque vessillo essa combatta, quando la liberta ed il patri-monto dei diritti conquistati dagli operai aprezzo di sangue, sono minacciati ed Insidiatidal tentativi della classe padronale e del Go- verno». E conclude: «11 proletariato mila- nese è pronto ad insorgere contro ogni sopraffazione e contro ogni cattiveria. Le classi dirigenti sappiano che noi siamo pronti ad estendere questo grandioso movimento a tutta la Nazione ». Si inizia quindi una breve discussione. Buggeri è preoccupato dai fatto che. mentre si svolge il comizio, hanno luogo riunioni par* zlali, e potrebbe verificarsi il caso che In queste vengano prese deliberazioni discordi da quelle della Commissione esecutiva. Raccomanda alla classe degli operai tipografi dl essere disciplinati, seguendo la linea di condotta tracciata dalla Commissione esecutiva, Il dottor Marchetti si associa alla propostaSiivestrini. dl rinviare, cioè, a domani ogni discussioni, in attesa di vedere il nuovo orientaménto che prenderà il conflitto dopo la pubblicazione della lettera del segretario dell'Unione sindacale. Egli rivolge viva raccomandazione di mantenersi coerenti al deliberato della Commissione esecutiva. In questo momento, provocare divisioni sarebbe atto di incoscienza. In altra sede e in giorni meno gravi gli avversari al nostro deliberato potranno contrariarci. Oggi il dovere è uno solo, sottomettersi. Egili dà lettura del seguente ordine del giorno : « Il comizio degli scioperanti organizzati della Camera del lavoro riafferma la deliberazione presa ieri sera, e impegna tutte le Sezioni ad ottemperare a quanto la Commissione esecutiva stabili, salvo a prendere ulteriori deliberazioni al comizio di domani, che avrà luogo alle ore 1C». Messo In votazione, l'ordine del giorno viene approvato all'unanimità.